Cap.28 Una mancanza di...[pt.2]
Cap.28 [pt.2]
Una mancanza di strade pericolose e tortuose
-Gattino, stai bene?- chiese Volpe preoccupato per la compagna, che rimaneva immobile con un'espressione indecifrabile sul volto, non mostrando alcun segno di vita.
-Gattino, Gattino, Gattino!!!- chiamò Volpe affranto dal terribile silenzio della complice.
Gattino si girò verso di lui sorridendo –Volpe! È meraviglioso! Questi cosi sono bellissimi da schiacciare!!!- disse in preda ad un'euforica meraviglia.
Volpe la fissò preoccupato, poi la sua attenzione fu catturata da un testa-zucca che gli si stava pericolosamente avvicinando e non esitò a calpestarlo brutalmente.
-Volpe, stai bene?- chiese Gattino preoccupata, vedendo lo strano modo in cui il compagno si era paralizzato.
-Volpe, Volpe, Volpe!!!- chiamò scuotendo il complice in profonda apprensione.
Volpe si girò verso di lei con un'espressione di soave estasi –Gattino! Hai ragione! È fantastico schiacciare questi esserini!!!- disse con gli occhi che gli brillavano di pura meraviglia.
I due non indugiarono oltre, presisi sotto braccio, iniziarono a ballare schiacciando senza esitazione ogni piccolo testa-zucca e la cosa fu per loro davvero molto divertente.
Vedendosi massacrare in quel modo, gli orribili esseri si diressero verso Kotozima, forse per comunicargli qualcosa o per cercare aiuto a quell'inaspettato e brutale genocidio, purtroppo però il cuoco era troppo affamato e dopo aver abbattuto un testa-zucca col suo coltello da cucina, se lo ficcò in bocca.
La sua espressione non fu meno sublime e meravigliata di quella dei due imbroglioni, perché se era vero che schiacciare i testa-zucca era inebriante, non poteva mai essere fantastico quanto mangiarli.
Fu così che, mentre il cuoco mangiava, gli imbroglioni schiacciavano e Marrr lanciava, gli inermi esserini furono rapidamente annientati.
-Per tutte le stelle brillanti, se la strada giusta è così pericolosa, non oso immaginare come debbano essere letali le due sbagliate- osservò la regina pirata, leggermente dispiaciuta per il povero Jelkins.
-Non è così male, questi Zuccotti sono divertenti da schiacciare!- riferì Gattino cercando nei dintorni se ne fosse rimasto qualcuno da spiaccicare.
-Cercate di contenervi voi due, la bellezza di schiacciarli non è neanche lontanamente paragonabile a quella di mangiarli, se ne incontriamo altri, ricordiamoci di raccogliere i loro cadaveri senza calpestarli, cosi posso preparare una zuppa di Zuccotti da leccarsi i baffi fin sopra la fronte!- spiegò Kotozima, già assaporando il delizioso pranzetto che aveva in mente di cucinare.
-Che idea brillante, valido cuoco, per raccoglierli possiamo usare questa borsa di tabacco che ho trovato a terra per puro caso- propose Volpe, liberandosi dello scottante oggetto che, se visto da Marrr, avrebbe molto probabilmente provocato la morte del ladro.
-Vi confesso che fino ad ora ho osservato la cartina al contrario... tuttavia rimango ancora convinta che la strada corretta sia questa- ammise la regina pirata ignorando il losco scambio che le avveniva sotto il naso.
-Andiamo allora! Verso la direzione giusta seguaci!- annunciò Marrr e i quattro ripresero il cammino.
E camminarono e camminarono per due lunghe ed estenuanti ore prima di sbucare dall'altro lato del fitto campo di cereali. Tuttavia l'iniziale sollievo di essere finalmente giunti a destinazione scemò presto, poiché davanti a loro videro il povero Indy circondato da un gruppo di quei malvagi esseri.
-Maledetti! Ve la prendete con i componenti della squadra più deboli e indifesi, morite Zuctronzi- urlò iraconda Marrr, pronta a far piovere una pioggia di incantesimi sui temibili aggressori. Tuttavia Kotozima e i due imbroglioni la anticiparono, e in meno di un secondo, si lanciarono sugli Zuctronzi, mangiandoli e spiaccicandoli tutti.
-Fermi cosa fate???!!!- urlò Indy sconvolto dal brutale e atroce assalto, mentre provava vanamente a fermarli.
-Già che diavolo fate???!!!- li sgridò Marrr non meno sconcertata ed adirata –Avevamo detto che dovevamo cucinarli!!!- gli ricordò con severità (forse non si era accorta che Volpe le aveva sottratto la borsa di tabacco, ma quando si parlava di cibo: lei era sempre super attenta).
-Quanto ha ragione regina pirata!- disse dispiaciuto Kotozima interrompendo il vano massacro (inutilmente, poiché tutti i Zuctronzi erano stati già mangiati o schiacciati).
-Dobbiamo agire con disciplina e ragionevolezza, rinunciando ad un lieve piacere momentaneo per ottenerne uno maggiore in futuro- osservò con grande razionalità il saggio cuoco.
-Ecco prendete questi- fece il cuoco porgendo ai due sadici spiaccicatori due dei tanti affilati coltelli che portava appesi alla cintura –Colpite con forza sulla loro testa-zucca e smetteranno di muoversi. Mi raccomando, ne servono davvero tanti, solo così possiamo fare un abbondante banchetto!-
-Banchetto...- balbettò atterrito Indy un attimo prima di cadere all'indietro privo di coscienza, vinto dall'orrore.
-Stategli lontani- intimò Marrr –Quell'uomo è certamente sotto l'influsso di un potente incantesimo, non credo possa essere rimasto tutto questo tempo con quei mostriciattoli senza riportare gravi conseguenze. L'unica cosa che possiamo fare per salvare la sua anima è eliminare il problema alla radice!-
-In che senso alla radice?- chiese Gattino confusa.
-Se stai cercando di fare qualche battuta sugli ortaggi, ti è venuta davvero male- disse Volpe scuotendo la testa.
-Oh andiamo, combattiamo contro delle zucche malvage: "dobbiamo eliminare il problema alla radice". É una battuta super sagace e spassosa- controbattete Marrr, cercando di aumentare il basso e inesistente valore ironico della sua freddura.
-Uh, era un riferimento botanico allora! Io stavo pensando ai capelli- confessò Gattino.
La regina pirata sospirò, per gli dei, aveva troppo carisma per quelle persone, perché si sprecava in quel modo?
-Comunque, mi riferivo a quello- disse indicando la grossa insegna colorata sulle loro teste.
I due imbroglioni alzarono lo sguardo e lessero –Gorvonia- e sotto, scritto a mano con un pennarello rosso da una calligrafia incerta ed infantile -città libera del popolo zucca-
-Esattamente, questo è l'ingresso per il loro covo segreto da cui gestiscono i loro diabolici complotti. Non ci resta che abbattere questo luogo di orrore e morte! Dobbiamo farlo per vendicare il povero Jelkins e rompere l'incantesimo lanciato sul debole nanetto baffuto- dichiarò la piratessa rigirandosi la bacchetta fra le mani con frenesia omicida.
-Avanti tutta regina pirata Marrr!- urlò Kotozima, sbavando con appetito all'idea che esistesse un'intera vasta città di quei cosi.
Il genocidio dei Gorvonani, nome dell'ufficiale popolazione residente di CampoGorvo, fu terribile come si può facilmente immaginare. Indipendente dalla maturazione stagionale, indipendentemente dal colore delle foglie o dall'ampiezza del loro sorriso, tutti gli abitanti di Gorvonia furono lentamente massacrati. I loro corpi, dopo essere stati affettati o fatti esplodere, venivano diligentemente raccolti e ficcati nella borsa di tabacco senza fondo di Marrr, dove erano al sicuro da agenti contaminanti esterni che ne avrebbero malauguratamente potuto alterare il sapore.
Massacrando e uccidendo, i quattro percorsero ogni strada, vicolo e sentiero, fino a giungere nella piazza principale della città, nella quale si trovava il municipio di stato.
Marrr scorgendo l'imponente struttura, rigorosamente costruita in cereali, come ogni altro elemento della città, sogghignò trionfante –Seguaci! Siamo giunti finalmente. Come anche la mappa indica, è lì che è custodita la preziosa chiave di pane- annunciò soddisfatta. Quindi, abbattendo con un violento calcio l'imponente (ma inconsistente) portone di cereali, fece irruzione nell'ultimo rifugio dei terrorizzati Gorvonani.
-Cercate bene, la chiave di pane può essere nascosta in ognuna di queste testa-zucca!- ordinò la piratessa lanciandosi all'assalto, seguita prontamente dai suoi brutali sgherri.
Il tempo di soli 49 secondi e tutte le teste di zucca furono aperte, ma nessuna di queste sembrava contenere l'agognata chiave di pane.
-Secondo me, devi averla distrutta con qualche tuo HEARTBREAK- ipotizzò Volpe incolpando i selvaggi modi della piratessa.
-Cosa stai insinuando? Guarda che il mio HEARTBREAK ha una super precisione anatomica, non farebbe esplodere altro che non sia un cuore- notificò Marrr indignata da quella inconsistente accusa.
-Piuttosto, è molto più probabile che questo grasso cuoco pelato se la sia mangiata in un sol boccone- colpevolizzò la regina.
-Impossibile, io non mangio il metallo, non sono un rugginofago!- si difese l'accusato.
-Guarda che la chiave è fatta di pane, tonto!- ribattete l'accusatrice.
-Hei fermi tutti! Non credete che trovare la chiave negli Zuctronzi sia una soluzione sbagliata ma sensata?- avanzò la brillante ipotesi Gattino.
-Cosa intendi?- chiese la regina confusa, ma meravigliata dell'abilità deduttiva della ragazza.
-Insomma: abbiamo la soluzione sbagliata e assurda, ovvero la tipa che agitava la chiave; abbiamo la soluzione sbagliata ma sensata, ovvero la possibilità di trovare la chiave di pane nelle zucco-teste; e grazie al mio intuito ora abbiamo anche la soluzione giusta ed esatta- spiegò Gattino, tutta gongolante per aver trovato prima degli altri la soluzione all'enigma.
-E quale sarebbe???- domandarono gli altri in coro.
Gattino sorrise e indicò sopra di loro. Sul soffitto giallo cereale, c'era inciso la seguente frase "Noi siamo i Gorvonani, il popolo che abita la città di Gorvonia, uniti possiamo fare qualsiasi cosa. Restiamo uniti e nessuna impresa sarà per noi impossibile".
-E allora?- chiese Volpe scettico, non capendo il senso dell'indovinello.
-Ah! Sei davvero geniale Gattino!- esclamò invece Marrr cogliendo al volo l'occulto significato di quelle parole.
Se la chiave di pane non c'era, dovevano semplicemente fabbricarla!
Jelkins percorse il sentiero che conduceva alla baracca di legno con passo spedito e determinato, deciso a non far smorzare l'impetuoso fuoco che bruciava il suo animo.
Si fermò poco distante dalla ragazza e puntandole entrambe le pistole così le intimò –Se sei un maledetto tranello o un'irreale illusione, sparisci dalla mia strada donna!!!-
La ragazza lo guardò leggermente spaventata, tuttavia sorrise nel riconoscere un individuo della sua specie –Anche tu sei umano vero? Il mio nome è Heidi e devo confessarti, oh dei mi sento una stupida a dirlo- la donna si fermò con la voce strozzata dal pianto e si asciugò delle commosse lacrime che le rigarono il volto –devo confessarti che sei il primo essere della mia specie con cui parlo-
Il pistolero abbassò lentamente le pistole –Non sei un famiglio di qualche strega malvagia quindi?- domandò.
-Oh no, no, no! Sono un essere umano e non sai quanto sia felice di incontrare te, che sei un essere umano come me- rispose Heidi con gli occhi lucidi.
-Sei qui per questa?- fece poi indicando una chiave fatta di pane e metallo stretta nel suo pugno –Quel vecchio taccagno di mio padre Flink mi ha abbandonato su questo pianeta per farle da guardia, tuttavia io non ho alcun interesse a proteggere qualcosa che appartiene a quel bastardo, se vuoi posso dartela- propose.
Jelkins, udendo le buone intenzioni della ragazza, iniziò lentamente ad avvicinarsi, sempre con estrema cautela, aspettandosi da un momento all'altro che tutto quello che lo circondava si potesse trasformare in una letale trappola. Tuttavia niente di questo accadde.
-Si, vedi, anche io sono un pirata come tuo padre e mi servirebbe quella chiave sai: è il mio lavoro- rivelò Jelkins allungando la mano.
Heidi però, vedendo quel gesto, ritrasse la mano, stringendosi la chiave petto -Si, posso dartela e voglio farlo, non ho alcun motivo per tenerla. Ma vorrei una cosa da te, se non ti è di troppo disturbo- fece con sguardo basso.
-Cosa?- chiese il pirata.
-Vorrei che prendessi un bicchiere di cioccolata con me nella baracca, sono sempre molto sola e questa è la prima volta che incontro qualcuno come me. Ci terrei tanto- implorò con la voce scossa da forti singhiozzi.
Il pirata si commosse profondamente a quella richiesta, del resto sapeva bene cosa significava essere isolato ed evitato da tutti. Prima del suo incontro col capitano Romeo, era stato esattamente solo come quella misera ragazza.
-Vabbene, ci sto- acconsentì.
La ragazza gli fece quindi strada fino alla logora baracca di legno segnata dalle intemperie e una volta lì, spalancò la porta invitandolo ad entrare.
Jelkins scrutò l'interno dall'uscio della porta, era troppo buio per distinguere qualsiasi cosa.
-Avanti, su, entra- lo invitò la ragazza. Il suo volto era dolce e tenero, e seppure portava il segno di quei tristi anni di solitudine, non suggeriva alcuna volontà malvagia.
Ciò nonostante Jelkins non si fidò per nulla e puntò contro l'affettuosa espressione le sue due grosse e pericolose colt single action army.
-Sei sicura che non sia una trappola?- chiese minaccioso.
La ragazza non perse la sua area di spensierata gaiezza –Assolutamente no! So che molto probabilmente per giungere qui hai dovuto attraversare luoghi pericolosi e letali, ciò nondimeno posso assicurarti che non ti capiterà nulla di brutto- lo rassicurò la ragazza.
-Sarà meglio per te e per queste assi di legno- fece il pistolero abbassando le sue due fedeli armi, dunque senza indugiare oltre, entrò nella buia stanza.
La ragazza entrò a sua volta, chiudendosi la porta alle spalle, e iniziò ad accendere una serie di lampade per illuminare la stanza.
Il pirata incominciò lentamente ad accorgersi di quello che lo circondava. Da prima notò il tavolo, poi il letto nell'angolo, un disastroso bagno, una credenza e infine la cosa.
Vedendo quest'ultima si immobilizzò di colpo, incapace di compiere qualsiasi tipo d'azione. Si limitò a fissarla con estremo stupore, finché non fu quell'essere a fare la prima mossa.
Gli si avvicino a lenti passi e disse –Ho fame!-
La reazione di Jelkins fu urlare a pieni polmoni.
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