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Cap. 14 Una mancaza di...[pt.2]


Cap.14 [pt.2]

Una mancanza di interpretazione artistica





Erano così entrati nel "Pagate in contanti" e si erano diretti dalla corpulenta donna che stava al bancone. Questa, seppure appesantita da qualche chilo di troppo, aveva i lineamenti del volto delicati, quasi belli, incorniciati da lunghi capelli biondi ricci che le cadevano ai lati della testa. Indossava un grembiule unto e sporco che le stava decisamente molto stretto sulle grosse spalle e il risultato finale era di rendere ancora più tozza e poco femminile la sua immagine.

Quando Romeo le si avvicinò, era intenta con le sue grosse manone a pulire una macchia su un grosso bicchiere di vetro.

-Indovina un po' chi ha avuto un maestoso colpo d'asta dalla fortuna?- le chiese Romeo.

Aveva la rosa nella mano sinistra, mai si sarebbe sognato di rivolgerle la parola mentre la impugnava nella destra: se si fosse mostrato irrispettoso nei suoi confronti, quella donna lo avrebbe fatto a pezzi.

-Non ci posso mai credere Romeo, la tua fortuna è monca e non maneggia aste o roba del genere. Hai mandato di nuovo tutto all'aria vero? Fa niente, vai sul retro e mettiti il grembiule. Mi manca il cameriere, sta girando di nuovo una brutta influenza, prenderai il suo posto- rispose l'altra senza distogliere lo sguardo dalla macchia che sembrava essere diventata parte del bicchiere.

-Eh no... non sto scherzando, sono serissimo Ohgga cara!- disse Romeo mettendo sul bancone una copiosa manciata di soldi.

-Per gli dei! Romeo li hai trovati per terra questi, vero?- chiese l'altra sbigottita, mai avrebbe immaginato vedere Romeo con tutti quei soldi tra le mani (e, per fortuna del capitano pirata, non sapeva quanti molti di più questi sarebbero potuti essere se l'uovo colmo di tesori su cui viaggiavano gli eterni non fosse stato vaporizzatamente esploso). Per una frazione di secondo i loro occhi si incontrarono e la donna sembrò arrossire sotto la sua maschera di acidità e autorità.

Nel corso degli anni aveva fatto di tutto per domare quel suo infuocato sentimento e ormai, per non sentirsi debole, aveva finito coll'imporsi di non guardare più negli occhi dell'uomo che le faceva ardere tanto ogni fibra del suo spirito. Ma quella volta, come le altre, non riuscì a resistere alla tentazione di rubare una fugace immagine a quel bellissimo volto. Inutile dire che Marie-Antoniette si rese conto di quel sentimento e la cosa non le piacque per niente.

-Andiamo! Per una volta gli affari sono andati bene e tu devi metterti a desiderare il contrario. Questa somma mette apposto buona parte dei miei debiti-

-Si- rispose Ohgga mentre si sforzava di allontanare la tentazione di alzare lo sguardo una seconda volta.

-Ecco, quindi siamo apposto. Volevo dirti inoltre che mi dimetto dalla professione di fixer per intraprendere quella del pira...- fece per annunciare Romeo, ma Ohgga lo zittì battendo una grossa manata sul bancone che scricchiolò debolmente.

-Che stupidaggini vai dicendo? La tua fortuna ti ha per caso chiesto in pegno il tuo senno?- lo rimproverò la donna, ora lo guardava dritto negli occhi, la furia suscitata in lei da quelle parole che minacciavano di allontanarle il suo amoroso Romeo aveva dissipato ogni sensazione di imbarazzo.

-Andiamo, andiamo, andiamo, non fare così è stata una scelta molto sofferta e ponderata, ma entrambi sappiamo che fare il fixer non era il mio destino- cercò di addolcire l'amara pillola Romeo.

-E quale sarebbe il tuo destino? Andare in giro per la galassia a cercare la morte per qualche futile motivo romantico? Romantico! Che parola stupida! Una parola stupida per un insieme di ideali altrettanto stupidi e stereotipati! La realtà è fatta di ben altra pasta mio caro Romeo, lavoro, fatica, sacrifici! Rimboccati le maniche e fai qualcosa di concreto per il tuo futuro. Queste cose, questa idea, il tuo approccio non ti porterà a nulla di buono! E poi pirata! L'idea della pirateria cosmica è sempre stata qualcosa di stupido e non ha mai portato nulla di buono a chiunque la perseguisse, giacché un pirata per esistere ha bisogno del mare e nello spazio non c'è una singola goccia d'acqua!- lo rimproverò severamente Ohgga.

-Egregia barista tozza, brutta, cafona, povera di spirito e dalle manone mastodontiche, forse il suo piccolo insulso cervello da scimmia mangia pupù non le permette di capire il concetto, ma questo non è un dibattito. La decisione è già stata presa e quello che il mio capitano le ha detto è solo a scopo informativo: niente di più, niente di meno- le spiegò con delicato garbo Marie-Antoniette.

In un'altra situazione, Ohgga si sarebbe lanciata con fare feroce ed omicida su quella donnaccia che aveva osato offenderla, dando il via ad un brutale scontro, ma in quel momento il suo innamorato cuore era troppo trafitto dalla possibile veridicità di quelle parole.

-Romeo è vero?- fu l'unica cosa che disse.

-Si...ho già deciso e non cambierò idea- confermò il pirata con lo sguardò basso.

Ohgga fece per dire qualcosa, forse un'altra sfuriata sulla ridicolezza inammissibile di quella decisione, ma il suo intento fu disturbato dall'entrata di un nuovo partecipante alla discussione.

-Ciao- salutò semplicemente il mariachi. In un primo momento aveva pensato di fare un'entrata di scena dicendo qualche frase elaborata e citazionistica ma, per quanto avesse pensato, non gli era venuto in mente nulla di valido. Si era limitato quindi a pronunciare un semplice saluto, che nella sua banalità risultava incredibilmente bizzarro (aveva quindi raggiunto anche in questo modo il suo scopo).

-Sto cercando un vero pirata, qualcuno di voi ne ha per caso visto uno?- domandò con schietta semplicità.

-Ah! Lo vedo ogni volta che mi guardo allo specchio!- rispose Romeo con glorioso impeto, passandosi la rosa nella mano destra.

-Davvero?! Un vero pirata che si intraprende in pericolose imprese ai limiti delle possibilità umane?!- chiese il mariachi, stupito di trovarsi davanti ad una leggenda vivente.

-In carne e romanticismo! Anche se un tempo ero un fixer, ormai sono un pirata completo. E a proposito di imprese pericolose, si dà il caso che proprio ora stia per in imbarcarmi per intraprenderne una- svelò il capitano.

-Uhhhhhhhhh quale?- chiese la rockstar con occhi carichi di meraviglia.

-Attraverserò l'Hazzard Collisions e recupererò le stellate vele nere della Miagolio Nero!- rispose Romeo con grande enfasi.

-L'Hazzard Collisions?!- sbottò Ohgga -Il senno non solo l'hai buttato via, ma hai anche fatto esplodere la luna su cui è finito!-

-Tranquilla Ohgga, tranquilla, ho un piano per schivare tutti gli asteroidi, uno a uno- rivelò Romeo battendosi coll'indice sulla fronte.

-Asteroidi? Asteroidi?! Magari fossero solo gli asteroidi il problema, mio caro! Dovresti sapere che l'Hazzard Collisions, oltre ad ospitare massi infuocati e mortali, è anche la dimora di un gruppo di predoni decivilizzati che ha fondato, tra quei sassi volanti, una comunità selvaggia lontana dalle leggi dell'uomo. Riescono a muoversi tra le masse rocciose usando delle piccole navi dallo scafo piatto e depredano chiunque si allontani troppo dal Rainbow Illusion. Sono brutali, cannibali, incestuosi e ogni altra caratteristica che un gruppo di folli predoni debba avere!- gli spiegò Ohgga.

Romeo pensò a quegli avvertimenti, nei suoi piani non aveva calcolato l'eventualità di combattere un'intera popolazione di indigeni aborigeni. La cosa però non lo preoccupò minimamente -Vorrà dire che schiveremo anche loro!- esclamò minimizzando il problema.

-Magnifico, magnifico! Un atteggiamento sublime, degno del più valoroso pirata- elogiò meravigliato il mariachi quasi in lacrime, mentre applaudiva rumorosamente.

-Mi presento- disse poi facendo un elegante e ampio inchino -Io sono un musicista, vago per la galassia alla ricerca del sublime, in modo da trarre da esso la forza per esprimere la mia arte. E vorrei davvero tanto unirmi alla vostra ciurma, oh grande capitano signore pirata!-

-Uh, un musicista... vedi io ho già un mio fedele bardo e...-

-Oh ma due artisti per narrare le vostre imprese, capitano, sono decisamente meglio di uno- dichiarò Marie-Antoniette, se sulla nave ci fosse stato un altro artista avrebbe potuto prendere più alla leggera il suo lavoro e preoccuparsi pienamente della conquista del suo amato.

-Del resto un bardo e un musicista non sono la stessa cosa. Un bardo scrive soprattutto ballate, storie romanzate, cronache e solo qualche volta poesie. Il musicista invece si occupa solo di componimenti poetici in stile di canzoni brevi, immediati e accompagnati da una fugace melodia ritmata- spiegò il chitarrista.

-Mh la cosa mi convince... ma non abbastanza. Che dici di suonarmi qualcosa, così da...- fece per proporre Romeo, ma neppure questa volta riuscì a finire la frase.

-Subito!- esclamò il mariachi imbracciando Margherita.

-Vede, comporre una canzone è un qualcosa di immediato e spontaneo. Si parte da un fugace sguardo alla realtà, per poi comporre un ritmo di melodia su cui posare dolcemente le parole. Mi serve solo uno spunto, me lo dia forza!-

Romeo pensò -Beh, poiché la mia prossima impresa sarà recuperare le stellate vele nere della Miagolio Nero, il tuo tema sarà la storia di Marrr! Vediamo che sai fare!-

Il chitarrista chiuse gli occhi e iniziò a scorrere lentamente le dita della mano sinistra (era destrorso) lungo il manico, partendo dal primo tasto e finendo col dodicesimo. Ritornò su e le sue dita presero la posizione di un accordo di Do. La mano destra battette poco lontano dal ponte e un suono duro si diffuse per tutta la taverna. Quindi mosse le sue dita in un elegante arpeggio facendo salire la mano in corrispondenza del rosone. Le note che scaturirono da questo movimento sembravano appannare la realtà, sciogliendo i contorni delle cose e sfumando i loro colori. Tutto sembrò ondeggiare come se danzasse seguendo una scandita melodia di soave idillio onirico, per poi tornare immobile e di nuovo reale quando questa tacque.

-Per la sirena puttana...- imprecò Romeo stringendo la rosa nella mano destra.

Il mariachi sorrise, già, era dannatamente maledettamente bravo in quello che faceva... quasi demoniaco. Iniziò quindi la sua improvvisata canzone:

"

La mitica Marrr dall'occhio solo

salpò alla ricerca di un grande tesoro,

tutti i pirati dissero in coro:

"Se partirai,

mai più tornerai!"

Lalla-la-laaa lalla-la-la-laaa



Nell'Hazzard Collisions, spedita, spedita

raggiunse il termine della sua vita,

non guardò nel cuore dei suoi ammiragli

e la sua stella, brillò degli ultimi raggi.



"Ammutinamento!"

Qualcuno gridò...

mentre una lama nel suo cuore affondò.



L'era della pirateria finì nel tradimento,

e sulla Miagolio Nero, non soffiò, più, ventooooooo!



(pausa silenziosa per far assimilare alla platea quella triste realtà)



Ma un giorno un fixer di nome Romeo,

successe in una taverna di Rattville in vero.

Salì sul bancone e così esclamò:

"

Qui il mariachi guardò il capitano passandogli il controllo del testo. Questo non se lo fece ripetere due volte e, salito sul bancone come diceva la canzone, così continuò:

"

Le stellate vele nere io razzierò,

e di essere un PIRATASUPERSTRATOSFERICO

di-mo-stre-roooooooooooooooooooooooooooooooooooo-ò!

"

Finita così la canzone, la taverna esplose in una sentita ovazione, il cui applauso durò davvero molti minuti (6 per la precisione). Le abilità del chitarrista erano, senza ombra di dubbio, incredibilmente fantasticamente sublimi.

Sono profondamente rammaricato di non poter usare un qualche mezzo per far sentire al lettore l'accompagnamento musicale di questo pezzo e di tutti gli altri che questo talentuoso individuo comporrà e suonerà nel corso della nostra storia. Il suono di quegli accordi, di quei riff e anche degli assoli, sarebbe per me incredibilmente difficile da riprodurre, non possedendo abilità neanche lontanamente paragonabili a quelle del nostro mariachi e in vero da troppo tempo non prendo tra le mani una chitarra (e ora più che mai mi sarebbe impossibile a livello fisico).

Quindi per ora, lascerò che le parole facciano tutto il lavoro sporco richiesto dalla musicalità che questo tipo di arte richiede (e non sapete quanto in realtà mi sento infinitamente monco per questa scelta).

Arte che senza ombra di dubbio aveva colpito nel profondo il romantico spirito del capitan Romeo e quando chiese alla rockstar di dare prova di nuovo di quelle abilità, lo fece più per assistere di nuovo a tanta maestria, piuttosto che per indire un ulteriore prova.

Il mariachi sorrise di nuovo in quel modo demoniaco di chi ne sa una più di colui che ne sa tutte -Non c'è problema, mi dia un tema dunque-

-Il Signore del Nulla! In particolare l'inizio della rivoluzione dei Ratti, sai a cosa mi riferisco. Avanti, dai gloria a questo grande racconto!- esclamò Romeo.

L'altro chiuse gli occhi, aveva studiato dettagliatamente gli eventi della grande rivoluzione e ricordava il suo sofferente inizio.

Si ritrovò in quella sala del trono a fissare un uomo dai lunghi capelli bianchi, il cui corpo era provato dal digiuno e dalla malattia, ma nonostante questo, risultava essere incredibilmente pericoloso e forte.

In lui albergava un potere oscuro che la sua immaginazione artistica non poteva completamente comprendere, ma che sapeva di certo cosa era capace di fare.

Per un attimo ebbe paura. Vide tutta l'esitazione che aveva turbato la mente del rivoluzionario in quel momento e per quell'attimo quasi si convinse che avrebbe desistito, rinunciando al suo ideale.

Forse per quella volta, seppure in un sogno, non avrebbe ucciso la donna che aveva amato e avrebbe accettato il compromesso, cavandosi l'occhio e diventando un Servo pentito.

Per un attimo lo pensò davvero e il chitarrista vide il peso di quella decisione in quegli occhi grigio scolorito che un tempo erano stati di un intenso blu marino. Poi però l'indecisione passò e rimase solo il dovere ...o forse era l'odio?

Il mariachi aprì gli occhi e quando iniziò a cantare la sua voce era più lenta e gli stessi accordi portavano in sé un'oscura, ma fiera tristezza:

"

Con la sua lama le tagliò la gola,

per quanto fosse vero che l'amasse ancora.


Barcollò indietro come scossa dal vento,

e poi piombò a terra senza un lamento.


Lo fece per odio, lo fece per compassione?

Si sa sol che fu felice, quando le si fermò il cuore.


Lanciò un urlo spietato che scosse il cosmo,

mentre i Ratti felici salivano dal fondo.



Già ebbe così iniziò la rivoluzione: con la fine dell'amore.



Signore del Nullaaà,

del tuo ideale qua,

rimane solo polvere, di, te-ne-braaa.


Speranza infranta già,

volontà di un'antica età,

vogliono gli uomini, la, li-ber-taaà?

"

Romeo posò una mano sulle corde della chitarra fermando la canzone, poiché non poteva sentirne oltre. Il suo volto era completamente sfatto dal pianto e dall'emozione, quelle parole avevano toccato delle corde troppo profonde nel suo animo e ora il suo cervello ragionava come una groupie adolescente.

-Basta è abbastanza. Abbastanza per questa vita e per tutte le altre- fu l'unica cosa che riuscì a dire.

Marie-Anotoniette vedendo la debolezza della sua preda la abbracciò teneramente, sussurrandole all'orecchio delle dolci parole di conforto, mentre Ohgga la guardava con gelosia omicida.

-Allora sono assunto?- chiese il mariachi gioioso.

-Ovviamente!- confermò Romeo calmato dalle continue delicate carezze -Le dò il benvenuto nella ciurma della Sogno d'Estate signor...-

-Ah che sbadato!- sbottò il mitico chitarrista battendosi una mano sul volto, dannandosi per la sua usuale dimenticanza -Sono sempre così preso a suonare che scordo sempre di presentarmi. Sulla lunga risulta essere un bel problema, sono convinto che, se non fosse per questa mia metodica dimenticanza, avrei già raggiunto la popolarità di una superstar. Uffa!!! Ad ogni modo, il mio nome è Diavolo ma con interpretazione artistica-

-Ah, che nome bizzarro e particolare!- esclamò Romeo -Spiegati meglio- esortò curioso.

-Beh, vedete, il nome "Diavolo", ovunque venga usato, in qualunque realtà, in qualunque età, viene sempre associato ad un indissolubile concetto di male. Troppo spesso dimentichiamo il secondo lato di questa figura, un lato che contiene caratteristiche di grande sublime e sacrificante passione artistica.

Io non faccio uso di questo nome per richiamare sulla mia persona le caratteristiche di malvagità, orrore o forza diabolica: il mio è un eterno omaggio.

Dopo la CADUTA degli angeli, il Diavolo passò l'eternità a cercare di riprodurre sulla sua chitarra le note contenute nel VERBO di Dio, trascurando il suo regno, i suoi amici e perfino la sua amata LiLith. Sacrificò ogni cosa per la sua ricerca e infinite furono le sue composizioni.

Purtroppo, come accade ad ogni artista, egli non riuscì mai a comporre la sua opera perfetta per sconfiggere Dio e riprendersi l'Eden. Ma ciò non toglie valore alla sua figura, egli è il simbolo di quanto sia difficile consacrare la propria vita all'arte e dimostra tutto il fascino e il potere di questa su ogni altro aspetto della realtà. Per questo io porto il suo nome, il mio è un voto, un elogio all'onore di quella figura che ha perpetuato la sua ricerca del sublime all'infinito, diventando saldo simbolo della tenacia dell'artista!-

-Un proposito davvero nobile. Ma è purtroppo l'intera massa degli uomini a dare il significato ad un concetto. Dovrai combattere molto per vincere il fraintendimento- osservò Romeo, aveva visto "Bitches of Babylonia" e quelle tematiche non gli erano completamente nuove. Non poteva però negare che persino lui, sentendo il nome Diavolo, l'aveva subito ricollegato agli aspetti più orribili di quella figura, senza darle la minima giustizia artistica.

-Finché ci saranno persone disposte ad ascoltare, io continuerò a cantare secondo il mio ideale- dichiarò Diavolo, pronunciando quelle parole come un forte ma terribile giuramento.

-Bene, sono felice di saperlo, poiché dovrai comporre e cantare davvero molto per rendere degno elogio alle mie imprese!-

-Non ci saranno alcune imprese!!!- sbottò Ohgga ripercuotendo il povero tavolo con la manona, indignata da quel mucchio di imbecillità -Siete solamente un insieme di stupidi! Volete solo farvi ammazzare tutti, le prossime generazioni rideranno di voi per eoni ed eoni! Romeo ti prego torna in te, mi appello alla tua parte razionale, sai che questa cosa andrà malissimo! Non può finire bene! È solo una completa follia che manca di ogni minimo senso razionale!-

Romeo la guardò negli occhi: odiava doverlo fare. Ohgga gli era molto simpatica, si conoscevano da secoli ormai ed era l'unica donna che realmente era riuscita ad avvicinarsi al suo lato intimo e sentimentale (per poco la donna non aveva svelato l'enigma della rosa). Ma non poteva tirarsi indietro, la sua via come quella dell'artista richiedeva sacrifici, si passò la rosa nella mano sinistra -Lo so...so perfettamente quanto quello in cui sto per intraprendermi sia completamente folle e privo di senso. Ma non posso farne a meno. Ho provato a vivere una vita normale, svolgendo un lavoro mediamente onesto e tentando di costruirmi una vita tranquilla. Ma non sono fatto per questo. Devo fare quello che voglio, devo adempiere al destino che scelsi fin da piccolo con puerile amore. Ti chiedo scusa se le cose non sono andate diversamente e non sai quanto me ne rammarico, ma questo è il destino che voglio e devo percorrerlo-

Ohgga trattenne le lacrime, non aveva mai visto il suo amore così deciso. Certo, parlava sempre di romanticismo, di imprese pirata e altre stupidaggini, ma le era bastato sempre dargli una bella strigliata per rimetterlo in riga e farlo concentrare sul suo lavoro. Quella volta invece era diverso, gli occhi di Romeo contenevano una determinazione che non aveva mai visto, tanto che la fece realmente dubitare che fermarlo fosse la scelta giusta.

No! Non lo avrebbe lasciato andare, aveva un'ultima carta da giocare -Se devi partire, concedimi almeno di parlarti un'ultima volta... - disse architettando la sua ultima disperata mossa.

-Dici, hai la mia completa attenzione- rispose l'altro.

-No. Non qui, voglio parlarti in privato. Concedimelo ti prego, chissà quando e se ci rivedremo...- fece l'altra senza riuscire a soffocare una nota di malinconia nella voce.

-Va bene. Ma il mio bardo rimane, questo fa comunque parte della mia storia e non voglio le sfuggano i dettagli della partenza- propose Romeo.

Ohgga guardò quella gracile impertinente smorfiosa, non sarebbe stata di certo un problema per lei, anzi farla assistere le dava qualche sorta di coraggio -Va bene- acconsentì.

-Perfetto! Jelkins accompagna il signor Diavolo alla nave. Marie-Antoniette seguimi- ordinò Romeo ignaro.

In tutti quegli eoni non aveva mai capito quanto Ohgga l'amasse e naturalmente quando la seguì attraverso la porta cigolante della sporca, ma isolata cucina, non aveva minimamente intuito che questa stesse per dichiarargli tutto quello che provava nei suoi confronti.

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