Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Cap. 14 Una mancanza di...[pt.1]


Cap.14 [pt.1]

Una mancanza di interpretazione artistica






Subire un accoltellamento non è tanto diverso dall'essere usati e poi abbondonati a livello emotivo. Il coltello penetra nelle tue carni quando meno te lo aspetti seguendo solamente le proprie voluttà e quando, passato lo sconvolgimento dovuto all'impatto iniziale, incominci ad abituarti alla sua presenza, ecco che questo si estrae, donandoti un senso di dolorosa incompletezza.

Puoi cercare di tamponare la bruciante ferita con una benda o col dito, ma il sangue continuerà a scorrere per molto tempo e quasi sicuramente ti rimarrà una brutta cicatrice, che di certo non potrai più cancellare.

Nonostante queste similitudini, lungi da me paragonare il dolore percepito dall'essere accoltellati a quello dell'essere usati, essendo il secondo decisamente più doloroso e terribile; in questo caso infatti ad essere penetrata e squarciata non è la mera carne, ma l'anima, il punto più intimo e delicato che qualcuno possa mai colpire. È dunque tutto sommato un bene che i borseggiatori di Rattvile disponessero solo di coltelli capaci di ferire unicamente il corpo delle loro vittime.

Questa è davvero una gran cosa, poiché su quel pianeta le rapine erano davvero tante, superiori in numero e frequenza a qualsiasi altro pianeta della galassia; e la situazione si sarebbe dimostrata davvero tragica se quei banditi avrebbero potuto disporre di armi capaci di ferire l'anima. Certo, essere accoltellati non è piacevole ad ogni modo ma, paragonato ad una relazione d'amore di quel tipo, in cui si viene considerati solo cose capaci di dare affetto e non più esseri umani, lo scenario della penetrazione di una lama all'interno delle proprie soffici carni non è così grave.

Per questo non fu così impossibile per la comunità del luogo, data la non completa tragicità della situazione, la stesura del "codice delle rapine", nel quale vengono specificati i doveri e i diritti dell'accoltellato e dell'accoltellatore.

In modo da chiarire meglio questo punto, ecco a voi una simpatica storiella con alto valore informativo, riportata su ogni guida turistica del pianeta, per spiegare meglio, ai novelli visitatori, quella peculiare usanza locale:

"C'era una volta un uomo di mezza età di nome Gianni che, come ogni altro uomo di mezza età, soffriva di grosse crisi emotive ed esistenziali. Non aveva la ragazza, non aveva un buon lavoro e guardando indietro alla sua vita passata, vedeva solo miserabili fallimenti.

-Faccio schifo- pensava non a torto Gianni ogni giorno della sua triste esistenza e in vero più di una volta pensò di farla finita con un buon cappio di una solida corda intorno al collo.

Non che questo ci interessi sia chiaro. Tutto questo non è importante, serve solo per presentare il personaggio in modo da renderlo più reale e far immedesimare il lettore col protagonista della storia; spero di essere riuscito nell'intento descrivendo un personaggio davvero come tanti, ma con grandi caratteristiche di umanità...

Dei! Ma che mi frega?! Tanto faccio schifo peggio della vita di Gianni a scrivere, le mie mani non sono fatte per comporre frasi di narrazione e il mio cervello non riesce a creare situazioni di racconto accattivanti. Già solo il fatto che sto scrivendo una storia per una guida turistica di Rattville la dice lunga. Nessuno leggerà questa roba: a nessuno frega niente di visitare quel pianeta e magari chi ci va non sa nemmeno leggere!

Me ne tiro fuori!!!

Okay sono stato precipitoso, scrivo questo dopo aver staccato per qualche minuto; l'unico modo per migliorare nello scrivere è scrivere e anche se con me non sta funzionando e molto probabilmente ritornerò alla pittura, finirò questo lavoro.

E solo che ho letto le recensioni del mio libro con ambientazione piratesca e devo dire che mi hanno un po' demoralizzato. "Un mediocre libro di avventura, pretenzioso e scritto male" bah, che diamine! Nessuno che capisce la mia arte! Quello non è un libro di avventura, sciocchi! L'avventura è solo una cornice, un pretesto per narrare di una struggente storia d'amore sulla separazione tra individui con il mare che fa da sfondo! La fine di una relazione e la consapevolezza che dopotutto per l'altro non sei stato per nulla importante (si sto parlando di noi, se ti capita di leggere questo sappi che nonostante tutto ti amerò per sempre)!

Ahhhh, credo che dovrò annullare la stampa dell'edizione limitata e puntare tutto sulle stampe economiche, magari scrivendo dietro come genere "erotico" in modo da incrementare le vendite.

Mh, forse però non dovrei trattare questa guida turistica come se fosse il mio diario personale in cui riporto le mie turbe psichiche...vabbè, tanto questa roba rimarrà su una mensola ad impolverarsi, finché forse qualche pazzo non la citerà nella sua storia per fare qualche stupido esempio.

Sapete però, se state leggendo (e non credo lo stiate facendo) vi darò quello che volete: sangue e sesso! Ordunque, continuiamo!!!

Allora, Gianni, senza un apparente motivo, in una notte infinita, vagava nudo per i vicoli neri e bui dell'oscura e brutale Rattville. Era troppo strafatto di fluxorex per rendersi conto di non indossare vestiti, ma non così strafatto da dimenticarsi il portafoglio (stretto al sicuro tra i suoi denti come un osso nelle fauci di un cane fedele) sul bancone del bordello da cui era uscito saltando giù dalla finestra.

Questa peculiare azione era dovuta all'indecisione. La ragazza era troppo bella e indeciso tra intraprendere con lei del sesso vaginale o anale, aveva preferito fuggire dalle sue possibilità, gettandosi fuori dalla finestra del terzo piano dell'edificio.

In quel disperato atto, aveva sì trovato la salvezza dalle sue responsabilità e dai suoi turbamenti psichici, ma caro era stato il prezzo con cui se l'era guadagnata: il suo braccio destro, il braccio che usava per masturbarsi, giaceva penzoloni inerme rotto in più punti.

Non sapeva perché il resto del suo corpo era integro, non ricordava come era atterrato. Forse non era mai entrato nel bordello, si era semplicemente spogliato e poi si era messo a camminare col portafoglio tra i denti. Ma davvero gli importavano questi concetti? No ovviamente!

In quel momento aveva una missione da compiere: doveva fare mille passi. Una missione molto difficile per lui in quel momento, poiché non ricordava il numero che veniva dopo il tre.

Si tolse il portafoglio dalla bocca col braccio destro -Che vita di merda!- urlò ricordandosi di Cira, che gli aveva detto che erano solo amici. Piombò quindi in ginocchio affranto, deciso a rimanere lì per sempre quando, dopo un'oretta, una fredda lama gli si conficcò nello stomaco.

-La borsa o la vita!- gli intimò un bandito sexy. Questo aveva tette enormi, gambe piacenti e labbra voluttuose.

-Non ho una borsa ma un portafoglio- corresse Gianni, se doveva essere rapinato chiedeva un minimo di precisione.

-Il portafoglio è in vero una borsa. Il concetto di borsa esplica un contenitore di un qualcosa- si giustificò il bandito sexy girando il coltello nella ferita.

Gianni urlò dal dolore, tuttavia ciò non smosse le sue convinzioni -Allora anche un cestino della spazzatura sarebbe per te dunque una borsa? Vediamo, ti andrebbe lo stesso bene, se ora io ti dessi un cestino della spazzatura pieno di feci e bucce di banana?- chiese con tono di sfida (anche se non era molto convinto che secondo la raccolta differenziata feci e bucce di banana dovessero andare insieme).

-Senti, sto seguendo il protocollo. Accoltellamento, minaccia, riscossione e infine ti do le bende e le indicazioni per raggiungere il pronto soccorso più vicino. Tutto come recita il "codice delle rapine"!- protestò l'altra.

-E da quando tu segui le regole? Ti facevo più una che seguiva i propri sogni che le imposizioni qualunquiste- le ricordò Gianni, anche se quello era effettivamente il loro primo incontro.

La mano del bandito sexy tremò e lascio andare il manico del coltello in pelle di camoscio. Aveva speso tanto per quel rivestimento, un frivolo abbellimento estetico in cui invano aveva cercato di seppellire la propria coscienza.

-Hai ragione- disse e scoppiò in lacrime.

-Non fare così. So che in te c'è ancora la scintilla di quella bimba piccola che giocava con le biglie- la rincuorò il magnanimo protagonista della nostra storia, mettendole una mano sulla muscolosa spalla -Io credo in lei signorina...?-

-Osvaldo, il mio nome è... Osvaldo- rispose l'altro.

-Un grazioso nome per una graziosa signorina. Osvaldo, devi credere nel tuo sogno, tu vuoi fare la cantante vero?- chiese Gianni con grande spirito di deduzione.

-Vorrei cantare e ballare, ma non ho grazia per farlo- gli rispose Osvaldo con la voce rotta dal pianto.

-Tutti hanno grazia e bellezza- gli spiegò Gianni avvicinando il suo volto a quello del grosso individuo.

-E tu non fai differenza- aggiunse prima di baciare Osvaldo in modo intenso e passionale. Si baciarono a lungo e con trasporto mentre le loro mani ora si intrecciavano, ora scorrevano lungo i loro corpi.

Poi tutto esplose. L'aria si tinse di rosso e i pezzi di Osvaldo e Gianni furono lanciati per tutto il buio vicolo bruciati e inceneriti. Lì vicino una conduttura, priva di manutenzione da lungo tempo, era esplosa disintegrando l'appena nato sentimento d'amore. Sentimento che se non troncato in questa prematura maniera, sarebbe durato per secoli e secoli, donando ad entrambi una gioiosa relazione sia sul piano fisico che emotivo. Ma a Rattville non si può mai stare tranquilli e la nostra storia d'amore finisce in tragedia. Posso solo dire che chi sopravvisse all'esplosione visse felice e contento.

Ho riletto tutto quello da me scritto e fa davvero schifo. È ufficiale: torno alla pittura."

Come si può evincere dalla storia, il "codice della rapina" è certamente un documento molto rigido nella sua applicazione e molti sindacati hanno protestato contro il suo contenuto, che alinea completamente il lavoratore, non permettendogli di attuare misure più personali al proprio protocollo di rapina.

Personalmente non mi sento in grado di prendere una posizione rigida sull'argomento, poiché per schierarmi da una o dall'altra parte dovrei avere una conoscenza dettagliata del piano leggi di quel pianeta e in particolare studiare con oculata attenzione le dinamiche psicosociali degli accoltellatori in riferimento alla loro collocazione storica.

Sarei costretto ad interrompere per qualche anno la narrazione per studiare dettagliatamente la contesa, ma poi a che pro? Del resto sono un narratore onnisciente ed onnipotente, quindi posso benissimo dirvi che ogni mossa del sindacato verrà respinta e dunque mi risulta inutile schierarmi in un conflitto del quale già conosco gli esiti.

Senza divagare troppo su questioni secondarie, vorrei richiamare l'attenzione del lettore su un secondo importante concetto che si può ricavare dalla storia scritta dal noto pittore.

Oltre infatti a rappresentare i costumi del luogo, tramite l'uso di un eccitante storia d'amore zeppa di sesso, sangue e droghe, l'autore delinea anche un fondamentale elemento che ogni guida turistica dovrebbe avere: i riferimenti di location.

Il vicolo in cui avviene la rapina, un vicolo buio, quasi certamente sporco e altamente pericoloso, è la descrizione perfetta del 79 % del paesaggio di Rattville.

Per spiegare questa peculiare conformazione urbanistica bisogna prima fare un piccolo inquadramento storico.

Dopo la rivoluzione dei Ratti, a cui fece seguito la fuga dei DIVINI su Sup-ville, l'umanità, finalmente liberata, fu costretta a lasciare la luna dando vita al "secondo grande esodo", a causa del potere usato dal Signore del Nulla che aveva reso quel posto per niente confortevole.

Ciò non avvenne subito, le due Zoccole rimaste in vita si batterono molto per rimanere su quel pianeta nero, che per loro era l'eredità che il Signore del Nulla aveva lasciato all'umanità per renderlo un nuovo Eden paradisiaco.

Però ogni loro sforzo fu vanno e alla fine anche loro, insieme agli altri Ratti, seguirono l'umanità su quel nuovo pianeta per guidarla e indirizzarla.

Come ben sappiamo, di quelle due grandi donne non rimangono che le leggende, poiché battiti e battiti orsono una morì in circostanze sospette, mentre l'altra scomparve per sempre portandosi dietro la Gemma dell'Aurea.

Sta di fatto che nessuna delle due era un grande architetto e fu per questo che le città del pianeta furono costruite senza criterio, secondo il più folle caos urbanistico. Rattville si presentava agli occhi dei turisti come un cumulo privo di senso di edifici tagliati da vicoli poco illuminati o completamente bui.

Per questa mancanza di illuminazione, il pianeta è sede delle più feroci bande di malviventi di tutta la galassia che, grazie alla mancanza di luce, potevano condurre i loro atroci affari lontani dall'occhio della morale umana.

Del resto la FAOG non metteva piede a Rattville, non essendo il pianeta considerato parte della galassia (tanto è vero che su tutte le mappe ufficiali veniva rappresentato da un buco vuoto).

Per questo quel pianeta, da nuovo Eden della razza umana, era diventato uno dei buchi più squallidi di tutta la galassia, confermando a maggior ragione quanto l'animo degli uomini possa essere corrotto e putrido. Sul pianeta però vivevano anche persone per bene che cercavano di mantenere viva la leggenda dei rivoluzionari, tenendo ancora in funzione i musei dei cimeli della rivoluzione e le biblioteche di letteratura economica. Ma i loro tentativi erano vani, poiché per gli uomini è troppo facile fare di qualche filo d'erba un intero corposo fascio. Queste persone inoltre venivano derise in tutta la galassia anche a livello artistico con opere che esasperavano a livelli estremi e ridicoli le realtà sociali del pianeta che, nonostante la frequenza di rapine, sparatorie ed esplosioni di condutture, aveva l'indice di mortalità più basso di tutta la galassia.

Il personaggio che stiamo per descrivere scelse di recarsi a Rattville proprio per il bizzarro dualismo del pianeta (e anche perché non aveva un soldo e quindi non correva rischio di essere rapinato). Era alla ricerca dell'ispirazione, poiché come artista ben sapeva che l'unico modo di comporre un'opera meravigliosa era mettersi in contatto col sublime della realtà. E quale posto migliore da dove iniziare la sua ricerca se non il pianeta inesistente, fondato come nuovo libero paradiso per tutta l'umanità? Aveva passato gli ultimi mesi a visitare i musei del luogo e a studiare i polverosi tomi delle biblioteche, documentandosi sulle più grandi storie dell'umanità, assorbendo e rielaborando tutto sotto il suo critico occhio artistico.

Si stava recando proprio in biblioteca per approfondire la figura del pirata Bubbu e studiare del suo abbandono sull'asteroide quando era piccolo, quando vide il Jolly Roger.

La nave su cui era issato era vecchia, pitturata di un rosso cremisi polveroso e rattoppata in più punti con placche di metallo, come se fosse un polveroso straccio. Le vele erano grigie, ma circondate da uno strano alone rossastro che testimoniava che il sistema di raffreddamento delle pompe Aliseali non funzionava tanto bene.

A lui però non importava del pietoso stato in cui versava quell'imbarcazione, la sua completa attenzione era infatti magneticamente attratta dalla bandiera nera sulla quale era disegnata una sirena trafitta da una rosa (il disegno faceva molto schifo ed era colorato fuori dai bordi, molto probabilmente era stato fatto da un bambino). Poteva essere issata anche su un maiale in abito da sposa ricoperto di letame, la cosa non gli sarebbe minimamente importato.

Si tolse di spalla la sua vecchia, ma fidata chitarra che aveva chiamato "Margherita" in nome della sua pizza preferita e strimpellò qualche accordo per calmare la sua euforia.

La ripose quindi di nuovo dietro la sua schiena e fece qualche passo verso la luce, uscendo dal vicolo buio in cui si trovava prima, in modo da agevolare la mia descrizione.

Portava un vestito da mariachi rosso ardente (quasi quanto la sua focosa anima) che presentava delle decorazioni a teschi color oro brillante. Al collo portava l'immancabile fazzoletto a fiocco, anche esso color oro, e in testa indossava un capello a cilindro di un lucido nero avvolto da una fascetta verde.

La sua pelle ad eccezione del volto, che era ricoperto da un tatuaggio a forma di teschio bianco, era interamente nera, troppo nera per essere il suo colore di pelle naturale, quindi molto probabilmente anche questo era un altro elaborato e denso tatuaggio (dei, quanto doveva essere stata dolorosa la loro realizzazione!).

Il modo in cui era conciato gli aveva sempre suscitato molti sguardi confusi e curiosi e lui ne era contento, poiché come rockstar non poteva far a meno di essere bizzarro e particolare.

Ma in quel momento era certo che se fosse passato vicino a un gruppo di eleganti gentiluomini, nessuno gli avrebbe rivolto la più misera occhiata di stupore: il fatto unico e bizzarro si trovava sull'albero maestro di quella nave.

Resistette all'impulso di riprendere la chitarra tra le mani e ricominciare a strimpellare e si avviò per i neri vichi, alla ricerca di qualcuno che potesse indicargli il proprietario della nave, poiché per tutte le note suonate per un mai consumato amore: lui si sarebbe unito a quella ciurma!







Ho messo degli spazzi per indicare che è passato un po' di tempo, ma in realtà la nostra narrazione non ha abbandonato il mariachi che, dopo una lunga ed estenuante ricerca e dopo aver speso qualche soldo racimolato con la sua ultima esibizione per comprare qualche indicazione, aveva raggiunto una taverna dal nome "Pagate in contanti" e lì gli era stato indicato un uomo dai capelli bianchi seduto al bancone. Prese quindi coraggio e gli si avvicinò deciso a parlargli.

Romeo era sbarcato su Rattville poco prima. Una volta a terra aveva diviso il bottino coi minatori, dopodiché aveva ricevuto la richiesta da parte di Gattino e Volpe di poter scendere sul pianeta. Quest'ultimo aveva infatti espresso il desiderio di comprarsi vestiti più colorati, poiché per tutta la vita aveva sempre portato il suo triste smoking bianco e nero (una bella esagerata bugia che però conteneva un fondo di verità: per Volpe quelle brevi ore senza i suoi abiti estrosi erano sembrati realmente un'eternità infinita). Del resto, per chiarire ulteriormente alcune questioni di trama, non c'era bisogno di comprare nuovi vestiti, avendo precedentemente i due truffatori nascosto tutte le loro cose (tra cui anche EXCALIBUR di cui ora Volpe era tornato in pieno possesso) tra i principeschi averi di Viziosa, che erano stati spacciati come bagagli da viaggio delle due dame.

I due volevano infatti semplicemente farsi un giretto sul pianeta per visitare qualche museo e quella scusa giocò in loro pieno favore.

Quindi, dopo aver accordato la visita turistica dei due imbroglioni, Romeo riunì Jelkins e Marie-Antoniette e si diresse dal suo ricettatore per consegnargli la sua parte di compenso e le sue definitive dimissioni.

Erano così entrati nel "Pagate in contanti" e si erano diretti dalla corpulenta donna che stava al bancone...

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro