Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 19

Rachele prese il libro in mano e iniziò a sfogliarlo quasi incurante di Sophia e Tristan che la guardavano, a loro volta sconcertati.

L'aria era intrisa di un sapore dolciastro.

Senza guardare, si girò, andò a destra, per poi svoltare a sinistra.

All'imbocco vi erano vetrate opache che racchiudevano un salotto più piccolo di quello in cui erano stati qualche minuto prima. Forse non era nemmeno un salotto, Rachele paragonò quella stanza alla sala delle Decisioni Monarchiche.
Quest'ultima era grande quanto la Sala del re, ovvero la sala del trono, ma aveva una grande parete al posto delle finestre. Per le decisioni politiche, il re non si fidava di nessuno -o almeno così dicevano, dato che con Rachele non parlava mai- e per questo non voleva avere nessuna preoccupazione. Le persone che sapevano erano quattro, massimo cinque: come prevedeva il regolamento. Ovviamente nessuno poteva svelare niente, ma quasi sempre qualcuno si faceva sfuggire qualcosa.
Era strana quella stanza alla Reggia, niente finestre, né un mobile, né un decoro; solo il tavolo grosso e massiccio al centro. Non c'erano neanche posti a sedere; solo un tavolo con varie carte sopra.
Rachele tornò alla realtà, quel salotto aveva dimensioni tali che si sentì all'improvvisamente piccola. Lì c'era un tavolo, piccolo, rettangolare e pieno di scartoffie; molte più di quelle della Stanza delle Decisioni.
Dietro di esso c'era una sedia, in pelle nera, con le rotelle. Alla sua destra c'era un oggetto rotondo  appeso al muro, con dei numeri sopra. Senza sapere come, intuì fosse un orologio. Scendendo con lo sguardo notò un cestino pieno di carte, con qualcuna sul pavimento rosso scuro.  Davanti al tavolo vi erano poste delle altre sedie, in legno rigorosamente nero.

Meccanicamente si avvicinò al grosso tavolo e pose il libro sul suo piano liscio e duro.

Questo si aprì di botto e le pagine iniziarono a girare velocemente aumentando e successivamente calando di velocità, fino a fermarsi sulle ultime pagine.
Qui vi era un appunto, forse lasciato dalle sue antenate. Non se ne meravigliò più di tanto.
Ne aveva viste tante di cose inimmaginabili che ormai tutto sembrava normale, anche se sapeva che qualcosa l'avrebbe scombussolata ancora una volta.
Rachele appoggiò le delicate mani sulle pagine ruvide e chiuse gli occhi. E li vide.

Flash, flash di epoche passate e di ragazze e di potere.

Sentiva il potere intrappolato tra quelle pagine arrivarle ai polpastrelli e scivolare via senza sapere dove finisse.
Si sentiva potente e debole.
Come i primi giorni sentiva di nuovo quelle urla nella sua testa insopportabili. Non ci riusciva, spostò la mano di lato. Le visioni terminarono.
Ma voleva sapere qualcosa in più sulla rosa nera, su quel libro e sui suoi poteri.

"Ehm..." sentendo quel colpo di tosse talmente finto Rachele si riprese.

Non sapeva quello che le era successo, non lo sapeva spiegare. Si era estraniata dal mondo terreno mentre la sua testa vorticava in un mondo più leggero. Non se ne capacitava, davanti a sé Tristan e Sophie la guardavano zitti senza spiccare una parola.
Ne avevano viste tante loro, chi per un motivo, chi per altro, ma mai avrebbero creduto a quello che era successo in quel momento.

Sì, perché era successo qualcosa.

Rachele aveva avuto, per qualche istante, gli occhi bianchi completamente.

"Venite qui, vicino a me" disse lei ai due. I due lo fecero, si avvicinarono.

Il momento di tensione era palpabile, lo si poteva toccare.
Gli occhi bianchi avevano scombussolato Sophia, e avevano spaventato Tristan. Che diavoleria era mai quella!?
Lui, un semplice ragazzo, era entrato in un mondo del tutto strano. Ragazze mute, ragazze con i capelli bianchi, cassaforti enormi ma invisibili a tutti. Se un momento prima avesse pensato che una sorellastra sarebbe stata una nuova esperienza molto divertente e, soprattutto, molto emozionante...adesso aveva cambiato idea.
Il libro si chiuse appena Sophia e Tristan vi si avvinarono.
Sophia sapeva il perché: il libro avvertiva ogni persona che si avvicinava.
Ecco perché si era chiuso, non proferí parola. Rimase lí, inerme, senza fare niente: il libro non la riconosceva più. La identificava come una semplice umana.

Aveva sbagliato, lo sapeva. Sapeva che doveva rimanere in quel posto confinato tra terra, luna e regno. Guardare passare il tempo, guadare come passava. Non lasciava niente,il tempo, non risparmiava nessuno.
Andava avanti, da solo, cercando qualcuno o qualcosa. Andava avanti e si non girava mai indietro, lasciava che tutto accadesse.
Sophia si sentí morire. Perché quei ricordi? Lei non poteva, era solo un Penf. Lei non poteva ricordare ciò che non era suo.

Aveva perso tutto in un attimo, un attimo con la matrigna. La Penf chiuse gli occhi e pensò a quello che la matrigna aveva fatto a quel corpo e ancora per una volta non ci credette.

Rachele li guardó, poi riaprì il libro e inizió a cercare la pagina di prima.
La trovó e la toccó. Niente. Toccó di nuovo. Niente.

Come era possibile? 

Si guardò intorno ancora come a spiegare qualcosa che non riusciva a dire.

Voleva sapere. Abbassò di nuovo lo sguardo e guardò ancora una volta il libro vecchio. Cercò di concentrarsi e poi li vide di nuovo: anime disperse, disperse nel vuoto. E poi vide lei, lei che le aveva dato la vita, lei che l'aveva uccisa senza saperlo.
Sua madre Ginevra.
E di nuovo quella rabbia le rimontò dentro.

Spazio Autrice.
Sono tornata alla fin fine. Con un capitolo a dir poco troppo affascinante. Nahh.
In realtà finalmente ho trovato un po' di spazio nelle mie grigie giornate per scrivere. Finalmente ho portato a termine il capitolo (che poi tutto questo tempo dovrebbe molto essere più lungo) e sono riuscita a ritrovare la passione e la mia dedizione.
Non ho mai capito cosa significava essere stressati, sì, questo fin quando non ho iniziato il liceo: nuovi prof, metodi, lezioni ecc..., che mi hanno un po' sconvolta. Ho iniziato a dedicarmi alla scuola come mai ho fatto, cercando di capire quale cosa mi fosse passata  per mente quando mi sono iscritta alla scuola "tutta matematica". Ma comunque dopo questo periodo di dubbi e cose nuove ho ritrovato il mio solito ritmo e ho ricominciato a leggere (, avevo abbandonaTo anche quello) e a scrivere. Ho ritrovato il mio mondo oggi stesso quando ho fatto i compiti e li ho finiti subito come una volta.
In questi ultimi mesi sono stata assente su Wattpad e su tutti gli altri social. Nonostante abbia delle amiche e degli amici che mi aiutano, supportano e mi stimolano ad andare avanti sentivo che avevo bisogno di scrivere. Un giorno come altri ero seduta al mio solito posto e ho iniziato a tremare come una foglio al solo pensiero che prendevo una penna in mano da chissà quanto tempo. È stato terribile (forse era anche stress). Non voglio annoiarvi ma mi serve un attimo per sfogarmi con persone simili a me che questo periodo l'hanno già superato.
Ci sono state volte in cui con la mia amica dicevo che dovevo scrivere quel pomeriggio ma uscivano sempre impegni su impegni. Questo capitolo l'ho iniziato subito dopo il capitolo precedente e solo oggi l'ho portato a termine. Una cosa da pazzi insomma. Vorrei ancora scrivere ciò che mi passa per mente ma aspetterò. In questi giorni ho pensato molto ai sentimenti che ho provato dopo alcune vicissitudini che mi sono accadute...ma sarebbe troppo lungo, ve lo spiegherò un'altra volta.

Non so quante persone leggeranno questa storia dopo questo lungo periodo d'assenza e sinceramente non importa. Sono  sicura che un giorno questa storia sarà migliorata e solo allora pretenderò lettori, ma adesso sOno solo una ragazza di 13/14 anni che vuole scrivere. Quindi dopo tutto questo lungo "spazio autrice" vi lascio.

Segnalatemi errori come sempre è vi prometto che non vi farò più aspettare tanto.

A presto
-lucy387❤

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro