12
"Tu va, io vado con lei. Prendi la macchina e aspettaci al solito posto" dice a quel suo amico.
Apre la piccola finestra del bagno e si affaccia "Tu devi uscire da qui" dice lui rientrando.
Lo guardo terrorizzata "Non penso sia una buona idea, non so nemmeno se ci passo li in mezzo" gli dico indicando la finestra col capo.
"Fidati di me. Dobbiamo andare ora, veloce. Ti aiuto ad arrampicarti. Dopo basta che scendi dall'altra parte e mi aspetti" dice lui frettoloso.
Porge le mani e metto i miei piedi li sopra, per poi agganciarmi con le braccia alla finestra del bagno.
Mi ci arrampico e piano piano cerco di infilarmi tutta. Mi giro lentamente, facendo attenzione a non cadere.
"Tutto bene? Sei scesa?" chiede lui.
"Si" rispondo io dall'altra parte.
"Aspettami li. Appena vedi una macchina nera opaca, salici sopra" dice lui.
Dovrei veramente aspettarlo o darmela a gambe? E se la polizia arrivasse proprio in questo momento? Intendeva la macchina che avevo visto nel campo?
Mi maledico mentalmente per aver avuto l'idea peggiore del secolo.
La macchina nera opaca che ho visto poco fa sulla pista si ferma davanti a me. "Sali" dice James al posto guida.
Apro la portiera e salgo immediatamente in macchina, appena mi accomodo e mi allaccio la cintura, la macchina parte a tutto gas.
Chiudo gli occhi dalla paura: non mi è mai piaciuta la velocità, soprattutto se a guidare è un ragazzo che fa gare clandestine.
Poco dopo, James prende il telefono in mano, digitando un numero. Mi fa venire ancora più paura, quando non guarda la strada.
"Logan. Si siamo in macchina, tu dove sei? Io vado al garage, non posso girare con questa. Va bene, a dopo"
La macchina continua ad andare ad un'alta velocità ed io, senza accorgermene, inizio a stringere le cosce con le mani, cercando di calmarmi.
"So quello che faccio, Alison. Non ti devi preoccupare" dice lui affianco a me.
Non mi azzardo nemmeno ad aprire gli occhi o sono sicura che potrei anche vomitare.
"Non mi piace la velocità" riesco a sussurrare.
"Lo vedo" dice lui, ma nella sua voce non c'è traccia di ironia "Resisti altri cinque minuti. Devo andare al garage, prima che quei bastardi si accorgano del rumore della macchina e iniziano a seguirmi" dice lui continuando a sgasare.
Faccio un respiro profondo. Spero solamente di tornare a casa sana e salva.
Dopo un paio di minuti, sento la macchina rallentare. "Siamo arrivati?" chiedo io ancora con gli occhi serrati.
"Due minuti e ci siamo, ma ora non devo più andare ad alta velocità, perciò se vuoi puoi anche aprire gli occhi se non ti da fastidio" dice affianco a me.
Mi tolgo le mani dagli occhi, che non mi ero accorta nemmeno di aver appoggiato.
Sbatto le palpebre un paio di volte e mi volto verso di lui.
Quanto può essere bello mentre guida? Con i suoi occhi glaciali fissi sulla strada, le mani ben strette al volante, la mascella ben serrata...
Sembra tutt'altra persona quando guida. Non sembra lo stesso James che vedo a scuola e che si diverte ad infastidirmi.
É concentrato e attento ad ogni sua singola mossa, ma la cosa che mi stupisce ancora di più è che sembra emozionato. Sembra appassionato mentre porta in giro questa macchina.
Distolgo lo sguardo e mi metto concentrata sulla strada. Questa via non la conosco, è del tutto nuova per me.
"Stiamo andando verso il garage" dice, come se mi avesse letto nel pensiero "Dopo ti accompagno a casa"
"Si, va bene grazie" gli rispondo.
Qualche minuto dopo, ci ritroviamo davanti a un grande garage che si apre davanti a noi.
Spalanco la bocca non appena inizia ad entrarci dentro con la macchina.
Ma quante macchine da corsa ha?
"Stupita vero? Ho tante macchina, ma uso solamente questa per gareggiare" mi dice lui facendo un piccolo sorriso voltandosi verso di me.
"E quindi che ci fai con tutte queste macchine?" non capisco veramente perché debba tenere tutte queste macchine nel garage se alla fine ne usa solamente una.
"Premi" fa spallucce "Molti concorrenti preferiscono regalare la propria macchina all'avversario che ha vinto, piuttosto che sganciare soldi"
Mentre parcheggia la macchina, lo vedo ancora più concentrato di prima "allora sei un collezionista" affermo.
"Chiamami come vuoi, ma a me piacciono e in più mi ricorda tutte le vittorie che ho portato a casa" fa un piccolo sorrisetto.
Spegne la macchina e scendo, chiudendo delicatamente la portiera.
"Dove ci troviamo?" chiedo.
Sinceramente non so neanche se siamo in città, con la velocità che ha preso e con il tempo che ci abbiamo impiegato per essere qui, potremmo essere anche in Antartide.
"Siamo poco fuori da New York, ora ti riaccompagno a casa" dice lui prendendo le chiavi di un'altra macchina dalla tasca.
"James" lo chiamo mentre si sta avvicinando alla macchina che suppongo sia quella dobbiamo prendere "Grazie" gli dico sinceramente.
"Non ti devi preoccupare Alison, devi solo ritenerti fortunata che ti abbia incontrato al bagno. Non voglio nemmeno immaginare dove potresti essere in questo momento" risponde lui facendo un piccolo sorriso.
Ci avviamo verso la macchina, ma una voce ci fa fermare "James" sento dire alle mie spalle.
Mi volto e noto il ragazzo di prima.
"Ehi Logan, hanno acchiappato qualcuno quegli stronzi?" chiede il ragazzo accanto a me riferendosi alla polizia.
"Si, due signori sono stati fermati. Non hanno fatto in tempo a scappare" risponde lui in modo dispiaciuto, poi subito dopo si accorge della mia presenza "oh, ciao.. scusami se non mi sono presentato. Io sono Logan, il migliore amico di James" dice lui porgendomi la mano.
Gli stringo la mano "Alison".
"Allora, andiamo?" chiede lui guardando affianco a me.
"Si, è tardi. Per fortuna domani è domenica" dice James aprendo la macchina.
Mi metto nei posti dietro, lasciando il posto davanti a Logan, per potersi mettere vicino al suo amico "Dove abiti, Alison?" chiede James guardandomi con quei suoi occhi glaciali attraverso lo specchietto.
"Vicino al St. John's Park" rispondo io.
"Bello, quasi vicino al centro" dice lui cominciando ad uscire dal garage.
"In realtà, inizialmente la pensavo così anch'io. Poi dopo un po0', tutto il casino delle macchine e la gente per strada, ha iniziato a darmi sui nervi. Quindi per me, non è così piacevole abitare vicino al centro di New York" ammetto.
"Beh, intanto tu sei vicina un po' a tutto" controbatte Logan. "Che scuola fai, Alison?" chiede tutto d'un tratto lui.
"Stuyvesant High School" rispondo io
"La mia stessa scuola e il mio stesso corso di scienze" dice ammiccando James e facendomi l'occhiolino dallo specchietto.
Passano altri dieci minuti dove parliamo di tutto e di più. Non avrei mai pensato di trovarmi così tanto bene in compagnia di James.
Li avviso di lasciarmi poco più lontano da casa mia, dato che a quest'ora dovrebbe ritirarsi anche mio fratello.
"Grazie ragazzi, senza di voi non saprei neanche dove potrei essere adesso" dico mentre scendo dalla macchina "Buonanotte" dico poi salutandoli.
"Buonanotte Alison" rispondono entrambi all'uniscono.
Sento la macchina alle mie spalle partire, così velocizzo il passo per tornare a casa. Appena arrivo davanti alla porta, frugo nelle tasche e tiro fuori le chiavi, cercando di fare meno rumore possibile.
Tiro un sospiro di sollievo appena vedo che stanno tutti dormendo e che nessuno ha notato la mia assenza, così salgo le scale silenziosamente, entro in camera e chiudo la porta alle mie spalle.
Mi metto velocemente il pigiama e non appena mi appoggio sul letto, cado subito fra le braccia di Morfeo.
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