LA SERIE INFERNALE
Non vorrei far rigirare Agata Christie nella tomba, intitolando questo mio racconto come uno dei suoi romanzi più famosi:
"La serie infernale" appunto. Ma come avreste chiamato voi il guasto di molti elettrodomestici, che si materializzò in casa subito dopo uno dei traslochi, che ho dovuto affrontare nel corso della vita.
Cominciò il televisore ad emettere sui lati dello schermo delle distorsioni, simili a quelle che si possono verificare nel campo visivo umano.
Erano proprio come le fantasie a zig zag multicolori delle stoffe di Missoni. La cosa in un primo tempo mi allarmò, ma siccome non facevano che apparire e sparire, sperai che prima o poi sarebbero scomparse senza lasciare traccia.
Invece diventarono permanenti e stettero così, finché all'improvviso lo schermo non divenne nero del tutto. Il tecnico chiamato prontamente, quando arrivò ed ebbe visitato il paziente, comunicò la diagnosi e il costo dell'intervento, lasciando a me la decisione se operare o optare per un pietoso stoccaggio tra i rifiuti.
Optai per quest'ultima scelta, tanto più che ormai avevano fatto la loro comparsa sul mercato i televisori con schermo piatto.
Seguì il forno. Ci avevo appena messo dentro un'orata di due chili, per sopraggiunti, inattesi ospiti a cena che, dopo averlo acceso, dovetti constatare che non emetteva nessun calore.
Fortuna che negli attimi di panico, che seguirono, ricordai di avere una grossa griglia di ghisa che salvò la cena e la serata.
Sostituii anche quello, ma al primo uso del nuovo forno e anche al secondo e a tutti quelli che seguirono, non faceva che dare una bella crosticina nera a tutte le mie preparazioni. Anche in questo caso chiamai il tecnico, che decretò che la resistenza dell'infernale oggetto era perfetta e non poteva essere essa a produrre la crosta nera.
«E chi allora, il diavolo del forno?»
Domandai con solo una punta di dispetto per non sembrare maleducata.
«Io non posso essere stata: sono anni che uso forni e mai ne ho trovato uno più incompetente!»
Ormai mi ero rassegnata ad avere l'antipatica presenza in cucina, quando fu lo stesso diavolo di cui ho già detto a risolvere tutto per il meglio.
Ero in soggiorno, quando udii un rumore di vetri rotti e allarmata corsi a fare un sopralluogo:
il doppio vetro del forno era a terra in frantumi.
Dopo questa perdita, il forno rimasto con un solo vetro, cominciò a fare il suo dovere, restituendo tortiere cotte e dorate invece che cibi bruciacchiati e semicrudi.
Certo un forno con un solo vetro è brutto da vedere, ma non si può avere tutto. Mi illusi così d'aver pagato il mio debito carmico agli eltrodomestici e per festeggiare pensai di fare una visita alla gelateria "Mafalda".
Nome inappropriato per un luogo di delizie: non era Mafalda la principessa di Casa Savoia deportata in un campo di concentramento?
Al ritorno a casa mi sedetti davanti al pc per leggere un articolo e poi stamparlo, ma non fu possibile. La stampante si rifiutò di svolgere il suo compito, comunicandomi che l'inchiostro era esaurito. L'ottimo gelato di "Mafalda" mi aveva placata, così non feci altro, che abbandonare la stampante per il frigo e una delle bevande analcoliche in esso contenute. Una volta giunta al suo cospetto, trovai il frigo spento: troneggiava offeso in una pozza d'acqua. Tirai giù dal calendario tutti i santi, la rabbia ormai aveva invaso i vari recessi della mia psiche,rendendomi incapace di pensare. Riuscii solo a sedermi, sperando che il peso del corpo alleggerito dalla sedia, mi mettesse in grado di prendere qualche decisione. Invece ricordai il trattamento inflitto all'innocente frigorifero. Mi venne in mente cioè che al momento della pulizia, per sbrinare il congelatore, invece di staccare la spina e attendere che il ghiaccio si sciogliesse da sé, mi ero sempre armata di phon, compiendo l'operazione sciogli-ghiaccio in modo brutale e il danno arrecato ai delicati congegni deputati al funzionamento dell'elettrodomestico si era palesato.
"Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso" .
E in effetti avrei quasi voluto mettermi a piangere, poi mi venne in mente, che all'interno del frigo, un adesivo riportava il numero di telefono a cui rivolgersi per avere assistenza. Il frigorifero fu riparato,ma la serie di elettrodomestici in ribellione non finì lì: si guastò anche il phon, la pesapersone elettronica, il robot da cucina...
Ah, com'era semplice vivere quand'ero piccola!
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