La notte di San Valentino
Questa lettera nella posta mi son trovata.
Il mitt:DomenicoNigro5
A lui desidero dedicare questo racconto.
Mi presento a voi, sono il narratore, di questa storia che oggi vi vado a raccontare molto particolare.
Di un amore sfortunato che nel mare è naufragato.
Di un giovane innamorato e per questo ancor più bello, doveva esser l'ultimo viaggio di quel lavoro avventuroso, per poi dedicarsi con devozione e amore all'avventura più appassionata che era la sua amata, che il cuore gli aveva rubato.
Ben stretto se l'è tenuto sul suo petto finché il giovane non sarebbe ritornato.
Destin crudele che ha voluto diversamente e l'amore ha spezzato.
I due si amavan sinceramente e lui
venerava la sua dolce e innocente donzella, che aveva sempre l'ardire di far arrossire con regali inaspettati e forse non proprio appropriati.
Come quel giorno di San Valentino che la ragazza romantica si aspettava un tenero peluche rosa, ma il ragazzo malandrino uno strano dono le aveva dato...
Un vibratore con manovella, tutto infiocchettato di nastri colorato.
La verginella si era assai arrabbiata e con sdegno lo aveva guardato, ma poiché tanto innamorata, ancor così impacchettato l'ha tenuto, nascosto nel cassetto anche se mai usato, come ricordo di un appassionato monello che si divertiva a vederla arrossire.
Gli anni passavano ma le loro mani non si separavano.
L'amor cresceva ora eran maturi per scelte da fare.
Quale scelta più bella se non sposare la sua donzella?
Immensa felicità nei loro cuori, ma che il destino rubò.
La donna innamorata aspettò, ma il suo uomo mai più tornò.
Ormai lacrime non aveva più, ormai vita non vi era più.
Lascio' la sua casa e lontano andò.
In una terra a lei straniera, in Irlanda, dove lavorava sulla spiaggia nel faro di notte, su quello stesso mare che il suo amore rubò.
Quel giorno era brutto assai una festa che troppi ricordi portava con sé, San Valentino...
Guardava fuori dal suo gabbiotto con un groppo in gola e nel cuore che quasi la soffocava.
A un tratto scorse un luccichio sulla spiaggia.
Curiosa, scese per andare a vedere.
Una bottiglia che conteneva un pezzo di carta, lo prese e tolse lo spago che lo tratteneva ben legato e arrotolato.
Stupita vide che di una lettera si trattava.
È giunta ormai la mia fine, il rimpianto non è morire, ma
aver vissuto la mia vita senza mai aver potuto dire...
Io...
Tarzan tu Jane
Perché l'amore vero non ha mai bussato alla mia porta.
Alla morte uno lo sa che deve arrivare, ma in vita spera di incontrare quell'amore vero che fa sospirare.
Ora che sto per morire questo mio messaggio voglio lasciare che farà portatore il mare...
Amare fino a morire, per vivere pienamente.
La donna lesse più volte quello strano messaggio, ma ahimè il suo cuor piangeva.
Aveva tanto amato e il destino gli aveva rubato quell'amore tanto sognato.
Tornò nel suo gabbiotto, accettava che li voleva restare sola in mezzo al mare.
Che gli portava rancore per non aver salvato il suo unico amore.
Dopo l'incidente invece che con le onde dolcemente riportarlo su la riva in salvo, spietato l'aveva annegato.
Non poteva neppur sperare in un miracolo perché il suo bel corpo era stato ripescato, senza vita gliel han ridato.
Quella notte su al faro sembrava infinita, come il suo dolore che sarebbe stato eterno.
La donna iniziò a vaneggiare a parlare ad alta voce di cose senza senso come il villaggio dei puffi che da ragazzi stavano a guardare, ridendo di gusto per un cartone di poco gusto.
Ricordò il loro primo bacio che mai più fu dimenticato.
Povera donna quella notte non voleva davvero finire, vaneggiava, forse aveva fame, mentre ferma fissava nella dispensa le scatole di tonno e fagioli.
Un sussulto le scappò dalla bocca.
In ginocchio si ritrovò.
Che storia triste vi ho narrato, ma così è stato.
La fine della notte arrivò, ma il mare una vittima in più contò.
Racconto per il contest di San Valentino 2020 del @Team_noir
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