Afferrai la mano che Evelyn mi tendeva per non sprofondare ancora nel vuoto della mia anima. Una specie di alone lucente avvolgeva ogni cosa agli occhi della mia mente offuscata dai fumi dell'alcol. Il mondo girava piacevolmente su se stesso e madre terra mi cullava deliziosamente tra le sue braccia dandomi un vago senso di nausea.
Le labbra di Evelyn si posarono sulle mie sperando forse di succhiare via il veleno che avevo ingerito, cosa volevo ottenere facendo questo? Uccidere qualcosa dentro di me? Stordire i miei sentimenti? Placare quello straziante senso di inadeguatezza che mi riempiva il cuore ogni giorno ? Riempire il mio cuore con qualcos'altro? Anestetizzarmi ? Scomparire ?
"Così, con un bacio, io muoio" sussurrò Evelyn, le era sempre piaciuto essere melodrammatica, non stavo affatto morendo e nemmeno lei. Magari desideravamo che lo accadesse allo stesso modo. Spostava i suoi occhi veloci da lince facendoli guizzare da un'ombra all'altra, rapidi come falchi e scintillanti come ossidiana. Erano carichi di dubbi, mi stava ponendo le stesse domande che mi ponevo ogni giorno.
"Perché?" avvertii uno sconforto profondo nella sua voce e una nota lontana di dolore, una sorta di incrinatura, sperai vivamente che non si trasformasse in lacrime. Quando Evelyn piangeva era capace di emettere una quantità infinita di liquido lacrimale, sembrava che dovesse arrivare a prosciugare ogni singola goccia di acqua presente all'interno del suo corpo. I singhiozzi arrivarono sommessi. Pensai con fastidio che avrebbe dovuto levarsi dal mio corpo inerte e andare a versare il suo dolore altrove, avrei voluto dirglielo, ma sentivo la bocca impastata.
Dio, in che razza di stato ero? Ovviamente Evelyn doveva essere schifata da me ma stava ugualmente cercando di confortarmi e soffriva per la mia condizione.
"Scusa" dissi con voce roca.
"Sono debole, ho ceduto"
"No!" singhiozzò lei.
"Non sei debole, sei solo profondamente triste"