C'era una volta un re che viveva in un regno assolato, deserti e pianure si estendevano nel suo dominio a perdita d'occhio.
Le case e le città bianche e brillante come stelle erano piene di splendide donne e uomini che camminavano facendo svolazzare le loro vesti colorate.
Le sale del palazzo erano colme di oggetti preziosi e opere d'arte. I sudditi erano felici e il regno prosperava.
Un giorno, però, un messaggero corse dal re e, trafelato, gli disse:"Sire, hanno rubato il punto!"
Il re, perplesso, chiese:"In che senso il punto?"
"Il punto, sire, sa, quello che si mette alla fine delle frasi, delle storie, e delle faccende"
"Quello di punteggiatura, dunque"
"Sì, maestà "
" Ma quindi non potremo più metterlo sulle i "
"No sire, quelli sono puntini"
"E quando gridiamo o domandiamo?"
"Quelli, sire, sono punti esclamativi o interrogativi"
"Non capisco, dunque, quali possano essere le conseguenze di questo furto" il re era sempre più confuso, il messaggero rispose:" Significa, sire, che non potremo mai più fare pause più lunghe di una virgola, o arrivare alla fine delle cose, non abbiamo più il punto"
"Dobbiamo trovare il responsabile di tutto questo, le città saranno già nel caos" disse il re, ligio ai suoi doveri di sovrano, il servo, ansimando perché non aveva più avuto una pausa lunga, disse:" Non si preoccupi, sire, abbiamo tutto il tempo per rimediare, almeno finché qualcuno non ritroverà il punto o scriverà
La parola
Fine"