Prendo parte a una fila interminabile e lenta da cui nessuno esce o torna.
Noia, incredibile noia, ma che ci faccio qui? Non ne ho idea. Noia, ancora noia, poi qualcosa succede, la fila si muove.
Solo un passo in avanti, ora di nuovo la noia. Le gambe si stancano, iniziano a farmi male, mi chiedo quando potrò uscirmene. Non c'è nient'altro intorno a me, solo questa fila, il resto è luce. Così intensa che non riesco a vederci bene.
Frustrazione, vorrei poter saltare la fila per poter riposare queste mie gambe stanche.
Non so più da quanto sto camminando, saranno ormai quasi 24 triliardi di respiri. Riesco quasi a vedere la porta che si affaccia alla fine della coda. Una porta che non sembra esser stata scalfita dal tempo.
La fila si è sempre mossa così velocemente? Per quale motivo sono in fila? Non ne ho idea. Sono qui da così tanto ed una domanda così banale me la pongo solo adesso. Provo a scappare, ma il mio corpo si muove da solo. Ormai è troppo tardi, sono davanti alla porta. Fermati mano, non ti alzare. Fermati mano, non afferrare il pomello. Fermati mano. Fermati.
Cessano i respiri. Cessa il tempo. Sono davanti un altro me.
È ora di attraversare lo specchio.
Bagnato tra le acque di un fiume, è stato un attimo. Tutto è finito, niente è incominciato. Non devo più seguire una fila, quella fila a cui ero tanto attaccato.
E adesso?