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Capitolo Due.

CAPITOLO 2

La sveglia suonava da più di un minuto.

Il mio nuovo e freddo appartamento aveva bisogno di una pulita, ma pensai bene di riposare altri cinque minuti, dopotutto era domenica.

Così aprendo gli occhi presi il telefono, intenta a posticipare la sveglia di circa un'oretta.

La prima cosa che notai, nonostante i miei occhi fossero accecati dalla sua luce mattutina, fu un messaggio da un numero che prima di allora non avevo mai visto.

Presa dalla curiosità, lo aprì velocemente, e notai che recitava poche e semplici parole:
'' OGGI 16:30 CASA TUA. FASCICOLI PRONTI ''

Ero confusa, probabilmente a causa del sonno che ancora non mi aveva permesso di riprendermi a pieno.

Cercai di concentrarmi e pensare, finchè non arrivai a capire chi fosse davvero questo misterioso mittente.
Molto probabilmente il suo nome era Luke Barrymore, un'agente londinese che mi era stato affiancato per la missione, nonostante io fossi contrariata a riguardo.

Starete pensando a quanto io sia stupida nel rifiutare un aiuto, ma amavo sbrigarmela da sola, ed inoltre la sua fama non era una delle migliori.

Rigirandomi nel letto mi accorsi di come ormai i miei occhi si fossero definitivamente aperti, ignorando ogni stimolo riguardante il dormire, fu così che decisi di alzarmi in modo da preparare la colazione e sistemare, per quanto possibile, gli ultimi scatoloni contenenti la mia roba prima dell'arrivo di Luke.

Raccolsi tutta la roba inutile che avevo trovato all'interno dell'appartamento e spalancai la porta, intenta nel buttare via quanta piu' roba possibile.

<< Serve una mano? >>
Una voce roca attiro' la mia attenzione, mi voltai di istinto esclamando un flebile << Si, ne avrei davvero bisogno >>

Capelli lunghi.
Mascella squadrata.
Occhi verdi.

Avrei riconosciuto quel ragazzo tra mille, le sue foto tappezzavano gli uffici dell'FBI, inoltre quel sorriso spavaldo non lo avrei confuso con nessun altro.

Lo fissai, con fare inquisitorio.
Lui prese gli enormi scatoloni che avevo in mano e li poggiò per terra, formando una fila ordinata.

Tra me e me pensavo che quello sarebbe stato il momento ideale per attaccare bottone, mi si era presentata un'occasione d'oro e non potevo lasciarmela sfuggire.

<< Grazie Mille - sorrisi dolcemente - Abiti qui intorno? >> azzardai con tono incalzante .

Lui con una gentilezza disarmante mi indicò la porta di casa sua, proprio accanto alla mia.

<< Si, avevo sentito parlare di una nuova arrivata, Hailey giusto? Ti va di entrare per un caffè? >>

Come poteva conoscere il mio nome se ancora dovevo presentarmi?

Fatto sta che annuì, precisando di raggiungerlo in qualche minuto, il tempo di togliere da dosso il pigiama oramai impregnato di polvere a causa delle pulizie.

Infilai il primo Jeans e la prima maglietta che erano accartocciati sulla scrivania e, da mal pensante quale sono, infilai nelle scarpe un coltellino da difesa.

Mi era capitato diverse volte di venir attaccata e trovarmi completamente disarmata.

Così presi le chiavi, chiusi la porta e bussai a casa di Harry.

Nel momento in cui lui aprì, un'ondata di profumo alla vaniglia invase il mio viso.

<< Vaniglia? >> esclmai con naturalezza,come se stessi parlando con un mio amico di sempre.
La sua faccia si deformò in un sorriso che avrebbe sciolto chiunque.
<< Hai naso >>

<< Perdonami se ti sembro sfacciata, ma a volte prendo confidenza molto facilmente >> Cercai in maniera tragica di dare una spiegazione al perché sembravo così interessata a conoscerlo.

Lui mi rassicurò e mi fece accomodare in salotto, su un accogliente divano di pelle e un vassoio di Muffin appena sfornati.

Ci sedemmo entrambi, a dedita distanza ed iniziammo a chiacchierare.

<< Raccontami di te >> disse, rompendo un po' il ghiaccio.

<< Niente di interessante, sono Hailey, ma questo già lo sai >> risposi quasi ammiccando

<< Invece io come al solito non mi sono presentato, sono Harry >>

Uno stupido << SI LO SO >> uscì involotariamente dalla mia bocca.
Vidi le sue sopracciaglia inarcarsi e la sua faccia diventare piuttosto seria e perplessa.

<< E tu come.. >>

<< Il campanello >> Improvvisai di botto << l'ho letto sul campanello! Harry Hadid se non erro >>

Alla sua risata, l'infarto che stava partendo dentro di me tornò improvvisamente indietro, la mia bocca si distese in uno dei sorrisi più forzati che avessi mai fatto, e continuammo con le nostre chiacchiere da vecchie signore.

La missione era appena iniziata, quel ragazzo aveva lo strano dono di mettermi in imbarazzo, e le cose per me si prospettavano visibilmente difficili.

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