Il dolore di un piccolo Omega
Angel era un ragazzino di appena quattordici anni quando scoprì di essere un Omega recessivo.
Il giorno prima non sapeva niente di quello che gli poteva succedere nel futuro, ma adesso tutto per lui sarebbe stato difficile, non avrebbe potuto crearsi una famiglia perchè il suo essere recessivo lo rendeva in qualche modo sterile, ma nonostante tutto avrebbe subito il periodo di calore come tutti gli altri.
Aveva iniziato a portare un collare spesso attorno al collo in modo che nessun Alpha potesse morderlo e s'imbottiva di pesanti sopressori che lo rendevano un guscio vuoto con lo sguardo spento.
Lucifer che era da sempre suo amico si era rivelato essere un Alpha dominante.
Nel vederlo spegnersi ogni giorno di più invece di andare con lui in aula lo prese per il polso portandolo fino all'infermeria dell'edificio chiudendosi la porta alle spalle.
Lo fece sedere su uno dei lettini chiededogli: «Cosa succede, Angel? Questo non sei tu»
Lo sguardo vitreo del ragazzo si posò sul volto dell'amico abbracciandolo tenedolo stretto a lui: «Lucifer, non posso andare avanti...»
«Non pensarci. Ci sono io con te» rispose lui senza giri di parole.
«Lucifer, tu mi ami?» gli chiese Angel guardandolo con gli occhi velati dalle lacrime. Il ragazzo gli sorrise con dolcezza accarezzandogli il volto con dolcezza: «Dal primo momento che ti ho visto, Angel»
«Mi vorresti come compagno, ma non posso darti dei figli» ammise lui abbassando lo sguardo.
«Angel, non ti hanno detto tutto sul tuo essere Omega recessivo» disse con dolcezza Lucifer mettendosi comodo tra le coperte distendendosi tra di esse portandolo a fare lo stesso abbracciandolo coccolandolo.
Lo fece calmare con i suoi dolcissimi tocchi spiegandogli: «Puoi avere dei piccoli, ma solo con degli Alpha dominanti»
«Quindi io posso...» fece per chiedergli lui venendo interrotto da qualcuno che cercava di aprire la porta dell'infermeria.
Lucifer si alzò dal letto sorridendogli andando ad aprire vedendo l'infermiera si passò la mano tra i capelli tornando poco dopo da Angel abbracciandolo nuovamente: «Ritornando al discorso di prima la risposta è sì»
Angel si nascose tra le sue braccia portando le mani attorno al collare che indossava facendone scattare la serratura con una piccola chiave che aveva sempre tenuto nascosta in una piccola tasca.
Il dolce profumo della sua pelle fece battere più forte il cuore di Lucifer che con delicatezza gli accarezzò il collo chiedendogli: «Sai che potrei morderti adesso che hai scoperto il collo?»
«Lo so, però, sei tu...» ammise lui arrossendo imbarazzato portando lo sguardo su di lui: «Io voglio essere il tuo compagno, se mi vuoi»
«Figurati se ti lascio scappare, Angel» rispose senza indugiare lui.
Angel si spostò mettendosi seduto tra le coperte spostandosi i capelli in modo da dargli libero accesso a quella parte di collo dove Lucifer avrebbe affondato i denti.
Prima di morderlo Lucifer gli posò sopra un bacio per poi muoversi sicuro di sé prendendo del disinfettante e delle bende da poter usare dopo per coprire la ferita.
Tornato da lui gli legò le braccia attorno ai fianchi accarezzandole dolcemente. Voleva coccolarlo il più possibile prima di marchiarlo come suo compagno per tutto il resto della loro vita.
Angel si rilassò tra le sue braccia e solo qualche minuto dopo lo morse.
Dopo qualche minuto si staccò, prese il disinfettante ripulendo la ferita per poi posarci sopra un pezzo di benda fasciandola in modo che non si spostasse e non fosse troppo stretta per evitargli qualche fastidio.
La donna che aveva osservato tutto rimase in silenzio per tutto il tempo, ma Angel si era accoccolato tra le braccia del ragazzo nascondendo il volto contro il suo collo muovendoci contro il naso.
Lucifer sorrise con dolcezza: «Andiamo a lezione?»
«No... non mi va...» rispose lui con un filo di voce.
«Sicuro?» gli chiese con dolcezza.
Angel si mosse indeciso tra le sue braccia stringendo la presa su i suoi vestiti.
In quel momento l'infermiera disse: «Dovresti dargli un po' di tempo. Ti starà piuttosto attaccato adesso che l'hai morso e non credo che stare in classe potrebbe essere facile per lui, ma forse posso fare in modo che lui stia vicino a te senza che i professori facciano problemi»
«Se fosse possibile sì. Non voglio che questo ci faccia perdere un giorno di scuola e poi tra qualche giorno avremmo una verifica scritta» rispose Lucifer senza pensarci due volte.
«Devo rimettere il collare?» chiese mordendosi il labbro.
«No, Angel. Non devi tra qualche ora comparirà il suo marchio. Forse dovreste rendere partecipi anche i vostri genitori» consigliò loro la donna.
Lucifer non ci mise molto a prendere il telefono e mandare un messaggio ai genitori per avvisarli senza troppi giri di parole.
Poco dopo prese il foglio che la donna gli porgeva dandolo ad Angel che lo strinse in tra le mani lasciandosi prendere in braccio da Lucifer che recuperate le loro borse raggiunse la loro classe entrando senza pensarci due volte avvicinandosi alla cattedra dove Angel posò il foglio.
Per tutto il resto della mattinata rimase seduto su le gambe di Lucifer che lo coccolava tranquillamente lasciandolo dormire mentre prendeva appunti per tutte le materie.
Al termine delle lezioni, Lucifer, raggiunse la macchina dove il padre lo attendeva.
Vedendo che teneva tra le braccia Angel scese ad aprirgli la portiera e prendergli le borse mettendole sul sedile posteriore.
Quando furono in macchina partì verso casa dove ad attenderli c'erano anche i genitori di Angel avvisati da loro stessi.
Il ragazzo si risvegliò tra le sue braccia sorridendo felice andando a nascondere il volto contro il suo collo muovendoci sopra naso.
Lucifer si lasciò andare a una lieve risata: «Ehi, Angel. Ti sei svegliato alla fine»
«No. Non sono sveglio» borbottò lui contro il suo collo.
«Strano perchè io avrei tanta fame» ammise senza giri di parole il ragazzo accarezzandogli la schiena.
Angel borbottò qualcosa indispettito, ma poi si spostò dalla sua posizione portando le mani su le bende attorno al collo: «Posso toglierle?»
«Faccio io» rispose tranquillamente lui facendolo sedere sul divano per poi inginocchiandoglisi davanti togliere quelle bende scopendone il marchio che li legava.
Solo dopo ci passò sopra le dita facendo sussultare il ragazzo che gli si gettò tra le braccia tremando leggermente a quella sua reazione gli chiese: «Tutto bene?»
«Cos'è stato? Ho sentito la scossa» ammise lui mordendosi il labbro.
«Ho solo sfiorato il marchio sul tuo collo» disse tranquillamente il ragazzo.
Angel annuì alle sue parole e poco dopo si misero a tavolo mangiando tranquillamente.
Il padre di Lucifer disse: «Cosa farette adesso che siete compagni?»
«Prima di tutto finiamo le scuole, cerchiamo un buon lavoro per entrambi e poi creeremo la nostra famiglia. Voglio che Angel abbia tutto quello che desidera per la sua vita, non gli metterò pressione per fare quello che non vuole»
«Sei sicuro di questa strada?» gli domandò nuovamente l'uomo.
«Sì. Io da Alpha dominante sono e sarò trattato con i guanti, ma il mio Angel è un Omega recessivo e non voglio che venga trattato come l'ultima ruota del carro. Non permetterò a nessuno di farlo soffrire» disse tranquillamente aggiungendo: «L'hanno già fatto soffrire dicendogli di essere un Omega recessivo quindi sterile per gli Alpha che non sono dominanti»
Per il resto della giornata si misero d'accordo su come organizzarsi per il futuro, ma Angel prese per il polso Lucifer dicendo: «Potremmo sposarci...»
«Dici in questi giorni o più avanti?» gli domandò perplesso.
«Sì. In questi giorni. Ho paura che qualcuno nonostante il marchio possa cercare di farmi del male» ammise il ragazzo abbracciandolo facendosi più piccolo possibile tra le sue braccia.
«Va bene, Angel. Dobbiamo solo organizzare il tutto e come primo passo oltre al terminare gli studi ci sposeremmo» disse Lucifer tranquillizzandolo con le sue parole.
Al termine di quella giornata il ragazzo rimase a casa del compagno per poter riposare al suo fianco di fatto Lucifer aveva il potere di curare quelle ferite che gli erano state inflitte da parole poche delicate dette da persone con cattiveria nei suoi confronti.
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