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Il diario

Era il 4 ottobre e Kail aveva trovato un diario a terra.

Non voleva farsi i fatti degli altri, ma era curioso così aprì la prima pagina e lesse il nome del proprietario.

Questo diario appartiene a:

Helia Smith

Guardò alcuni istanti quella calligrafia ed un sorriso ebete comparve sul suo volto così andò a leggere la seconda pagina.

Il 4 Ottobre 1994

Mio padre mi ha violentato.

Mia madre è rimasto ad osservare la scena senza aiutarmi sorridendo divertita.

Ha fatto tanto male. Era il mio compleanno avevo solo 5 anni.

Il 10 Dicembre 1997

Sono ormai tre anni che mio padre mi violenta.

Ho provato a parlarne in casa con i miei parenti, però, mi hanno dato del bugiardo.

Voglio morire.

Il 15 Febbraio 2005

Ho scoperto di essere gay.

Ho 16 anni..

Non mi piace farmi toccare..

Mi taglio...

Uso antidepressivi...

Faccio visite costanti dalla psicologa dopo aver avvelenato i miei genitori o almeno averci provato.

Il 17 Marzo 2005

Mi sono accorto di amare Kail.

Kail Black...

È bellissimo...

Ha occhi verdi...

Labbra carnose...

Muscoloso...

Dannatamente sexy, ma sono Afefobico e non posso...

Non riesco ad avvicinarlo o toccarlo e fa male.

Voglio essere felice...

1 Aprile 2010

Sono ancora innamorato di Kail.

Sto male e quando sono solo verso lacrime amare.

Mi sento sbagliato e sporco.

Voglio morire...

Come sarà volare?

Oggi ci proverò...

Lette quelle ultime parole, Kail, si guardò attorno e lo vide sul tetto della scuola per questo corse da lui.

Sentiva i polmoni bruciargli mentre correva su per le scale.

Giunto sul tetto spalancò la porta sorprendendo il ragazzo che perse l'equilibrio, ma Kail con uno scatto lo prese per il polso.

«Helia...» lo chiamò lui stringendo i denti.

«Kail!» esclamò il ragazzo guardandolo terrorizzato.

Kail gli sorrise: «Che ne dici di tornare con i piedi per terra?» guardandolo negli occhi aggiunse: «So che non ti piace essere toccato, ma è l'unico modo per aiutarti»

Helia s'arrampicò nuovamente sul tetto ed il ragazzo lo lasciò andare una volta lontano dal limitare del perimetro.

Rimasero in silenzio per svariati minuti.

Kail fece per toccare il ragazzo , ma quest'ultimo si spostò così gli disse: «Va tutto bene. Un passo alla volta...»

«Io, non riesco...» borbottò lui.

«Prova a toccarmi la mano» rispose Kail alle sue parole.

Helia nonostante il tremito alle mani provò a fare quel semplice gesto, ma gli servirono cinque tentativi prima che riuscisse a posare il palmo della mano contro quello del ragazzo davanti a lui.

«Come ti senti adesso?» gli domandò preoccupato Kail.

«Io... Meglio...» rispose lui arrossendo leggermente mentre il suo cuore riprendeva a battere normalmente.

Il ragazzo gli sorrise: «Stringimi la mano e scendiamo insieme da qui»

Helia non era tanto pronto a quella richiesta, ma si fece coraggio e strinse la mano di Kail.

Il ragazzo sorrise e lo condusse fuori dall'edificio.

Una volta al sicuro da luoghi pericolosi disse: «Helia, ti va di venire a casa mia per un po'?»

«Posso venire sul serio?» chiese lui perplesso.

«Sì» gli rispose Kail sorridendogli.

«Va bene. Vengo volentieri» sussurrò Helia arrossendo visibilmente.

Kail lo condusse fino a casa sua.

Varcata la soglia furono accolti da un cucciolo che scodinzolava felice.

Helia sorrise nel vederlo, amava i cuccioli e ne aveva sempre voluto uno così s'affrettò a coccolarlo prendendolo in braccio.

Kail si chiuse la porta alle spalle dicendogli: «Vieni, preparo il pranzo»

Curioso, notando il silenzio della casa, gli domandò: «Vivi da solo?»

«Sì. Diciamo che ero stanco di stare in casa dove i miei genitori stavano sempre a litigare» ammise lui senza pensarci troppo mentre si metteva ai fornelli: «Ti va di parlarmi di te?»

«Ecco io...» si morse il labbro, ma coccolando il cucciolo disse: «Vorrei scappare di casa. Mio padre mi ha violentato per anni ed adesso dormo solo chiudendo la porta a chiavi con svariati lucchetti e chiavistelli»

Quella rivelazione fece preoccupare ancora di più Kail che gli propose:

«Ti va di venire a vivere qui con me?»

«Perchè?» gli domandò lui sorpreso da quella quella domanda.

«Per due semplici motivi: Saresti al sicuro da tuo padre e perchè dalla prima volta che ti ho visto mi sono innamorato di te, ma non voglio forzarti se non te la senti»

Il ragazzo ci pensò diversi minuti accarezzando il cucciolo: «Potrò giocare ancora con questo cagnolino?»

«Sì. Potrai farlo tutte le volte che vuoi e poi gli stai simpatico» disse Kail mettendo a tavola da mangiare.

I due s'accomodarono a tavola e mangiarono tranquillamente.

Helia si sentiva al sicuro con Kail, era la prima volta che provava quella sensazioni per questo gli domandò: «Mi accompagni a casa a prendere le mie cose? Voglio denunciare tutto alla polizia»

«Certo, lo farò...» rispose Kail per poi aggiungere: «Per sicurezza farò venire dei miei amici che impediranno ai tuoi genitori di fermarci»

«Grazie, Kail» disse Helia sorridendogli.

Il ragazzo lo aiutò a sparecchiare il tavolo appena ebbero terminato di mangiare, prima di uscire di casa, Helia fu preso da un attacco di panico così per calmarlo Kail si tolse la collana che teneva al collo mettendogliela: «Stringi il ciondolo tra le dita e ti aiuterà a scacciare il panico»

Helia provò e subito trovò un po' di tranquillità.

Poco dopo uscirono di casa.

Si diressero senza pensarci troppo a casa del ragazzo.

Gli amici di Kail erano già lì, il padre era poliziotto e quelli davanti a loro erano colleghi del padre in borghese.

Helia entrò senza pensarci troppo ed il padre uscì dalla cucina: «È questa l'ora di tornare?»

«Sì. Oggi non sono da solo...» disse lui portando Kail fino alla sua stanza dove prese tutte le sue cose.

I colleghi del padre del ragazzo rimasero ad osservarsi attorno ed i due scesero diversi minuti dopo.

Kail tenendo in mano uno scatolone di dvd disse: «Portateli a mio padre. È ora che sia fatta giustizia»

«Sarà fatto, Kail. Grazie dell'aiuto» disse uno dei ragazzi prendendo delle manette ammanettando l'uomo portandolo di peso in macchina nonostante le sue proteste per violazione della privacy.

Solo Helia era a conoscenza del fatto che la sua assistente sociale al quale aveva mostrato uno dei video che il padre aveva fatto mentre lo violentava aveva sporto denuncia.

La madre di Helia andò alla polizia furiosa, ma anche lei fu accusata di favoreggiamento e portata in cella.

Kail e Helia rimasero a vivere insieme e lentamente il ragazzo iniziò ad essere più aperto nei contatti, spesso si faceva toccare dall'amico, non in modo esagerato, ma riusciva a prenderlo per mano o appoggiarsi a lui lasciandosi abbracciare.

La psicologa aveva notato, nei mesi seguenti, il suo miglioramento da quando viveva con Kail.

Il giorno del processo contro i genitori, Helia, raccontò tutta la sua storia dal giorno della sua prima violenza sessuale, ai suoi tentativi di suicidio, gli antidepressivi ed infine l'aiuto della psicologa al quale aveva mostrato i filmati che il padre faceva ogni volta che lo violentava e la madre che teneva la videocamera filmando tutto senza mai aiutarlo ridendo di lui. La psicologa parlò dopo di lui raccontando lo stato psicologico del ragazzo e la sua reazione a quei video.

I giurati ebbero la possibilità di vederli quando andarono a prendere una decisione sulla colpevolezza dei genitori del ragazzo.

Tornati in aula i due furono considerati colpevoli e condannati all'ergastolo senza possibilità d'appello.

Passò un mese intero prima che Helia si fidasse completamente di Kail e che iniziasse ad osare un po' di più concedendosi a lui.

Kail quel pomeriggio lo trovò addormentato sul letto con il diario aperto su una pagina nuova e s'avvicinò leggendola.

1 Aprile 2011

Sono felice.

Amo moltissimo, Kail.

Dopo mesi e tanto lavoro sono riuscito a vincere la mia paura e mi sono concesso a lui.

È stato bellissimo, dolce e tenero...

Posso vivere felice finalmente.

Lette quelle parole il ragazzo sorrise e gli posò un bacio tra i capelli coprendolo con la coperta spostando il suo diario sul comodino lasciandolo riposare ancora per un po' mentre preparava una cena speciale per quella loro serata.

Terminato di preparare la loro cenetta per due sorrise sentendolo entrare in cucina: «Che buon profumo»

«Ho pensato che fosse una buona occasione per chiederti una cosa» rispose semplicemente lui.

«Cosa vorresti chiedermi?» chiese curioso.

«Adesso mangiamo poi te lo dico» rispose lui.

Helia annuì ed iniziarono a mangiare tranquillamente, al dolce Kail si prese un attimo e mise un anello intorno alla fragola per poi metterlo davanti al ragazzo.

Notando l'anello ne rimase sorpreso: «Cosa significa?»

«Mi vuoi sposare?» gli chiese senza giri di parole.

Il ragazzo non ci pensò nemmeno un secondo e si gettò tra le sue braccia baciandolo con dolcezza.

Quando s'allontanarono Kail gli sorrise mettendogli l'anello al dito per poi posarci sopra un bacio sussurrandogli a fior di labbra: «Tu sei il mio angelo e ti proteggerò per sempre»

«Tu sei il mio guerriero ed è solo grazie a te se ho trovato la forza di riprendermi la libertà dall'incubo» rispose lui senza giri di parole per poi sussurrargli: «Voglio fare l'amore con te»

«Oggi sarò io a concedermi a te» gli sussurrò lui con dolcezza.

Quella sera fecero l'amore e fu la prima volta per Kail da passivo, ma fu anche la sua esperienza migliore perchè si fidava completamente del compagno ed al termine del loro rapporto s'addormentarono stretti in un caldo abbraccio.

Sapevano che nessuno avrebbe osato separarli perchè si completavano a vicenda e dopo il male che avevano fatto a Helia nemmeno i parenti si opposero alla loro relazione anche se non ne erano felici al contrario dei genitori di Kail che adoravano il compagno del figlio.

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