Zoro stava lucidando le sue spade.

Sanji stava per mettersi a cucinare, ma la puzza dell'olio che lo spadacino stava usando lo infastidiva: «Marimo, vedi un po' di andare da un altra parte. Devo cucinare...»

Lo spadacino posò la spada che aveva in mano guardandolo in mano e l'osservò minaccioso sbottando: «Ficcati una carota in bocca, stupido cuoco!»

Sanji a quelle parole sogghignò pensando: Adesso sei nei casini, Marimo.

Senza dare tempo allo spadaccino di reagire l'avvicinò e gli aprì il pantalone prendendo in mano la sua virilità massaggiandola con forza per poi prenderla in bocca leccandola e succhiandola.

Non sapendo come si fosse ritrovato in quella situazione si ritrovò a gemere di piacere sentendo la sua virilità risvegliarsi ad ogni movimento del cuoco.

Alcuni minuti dopo si riversò nella bocca del cuoco che si allontanò da lui ingoiando quel liquido senza farsi troppi problemi per poi dire: «Hai ragione dovevo mettermi una carota in bocca. Adesso ho da fare»

«E no! Devi terminare quello che hai iniziato» disse lo spadaccino senza troppi giri di parole.

«Marimo, dopo pranzo possiamo terminare quello che ho iniziato» rispose il cuoco mettendosi al lavoro.

Il tempo passò lento e Zoro era sempre più di pessimo umore.

Sanji se la stava prendendo con tutta calma e lui non ne poteva davvero più di aspettare per questo si alzò dalla sedia e lasciò la stanza sbattendosi la porta alle spalle per poi andare nella sua camera e buttarsi sul letto.

Il cuoco sorrise e terminato di preparare il pranzo guardò l'orario c'era ancora un ora prima di sedersi al tavolo per questo raggiunse lo spadaccino e poggiandosi allo stipite della porta gli domandò: «Non dovevamo finire quello che abbiamo iniziato?»

«Stupido, cuoco! Vedi di darti una mossa!» esclamò lo spadaccino.

Sanji lo raggiunse e poco dopo si mise a cavalcioni su di lui baciandolo.

Non era la prima volta che si ritrovavano in quel genere di situazione e quando la tensione tra di loro diventava palpabile dovevano sfogarsi.

Non ci misero molto tempo a buttare ai piedi del letto gli abiti che indossavano tanto che alla fine il cuoco ormai giunto al limite guidò la virilità dello spadaccino all'interno del suo corpo.

Solo diversi minuti dopo i due raggiunsero l'apice del piacere e si guardarono negli occhi prima di mettersi distesi sul letto fissando il soffitto senza dire niente.

Sapevano entrambi che sarebbe andata a finire in quel modo, ma nessuno dei due avrebbe ammesso che quello non era solo un rapporto di sesso e che ci fosse un altro sentimento nascosto oltre la maschera che indossavano.