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Prova non-fandom

Lo splendore effuso dal suo sorriso, mi fece trascurare la volta emisferica che stavo beatamente contemplando. -Abbiamo fatto una pazzia. Ci scopriranno sicuramente.- gli sorrisi di rimando, ansimando velocemente per via della scappata programmata già dalla sera precedente.
-Aveline, sai che farei tutto per te, per noi.- Eddy mi scrutò con i suoi occhi castani, così profondi, così inebrianti, così suoi...
Ritornai a studiare le costellazioni celesti. Colsi ad occhio nudo la costellazione di Orione. Essa, una delle più semplici da identificare, includeva un gran numero di stelle luminose che si poteva osservare senza grande difficoltà.
La sua forma mi faceva rammentare a quella di una clessidra e la sua peculiarità più ragguardevole, oltre al grande rettangolo verticale di stelle sfavillanti, era l'allineamento di tre stelle di quasi ugual luminosità poste al centro della figura, un segno prendente il nome di Cintura di Orione.
La mia professoressa di scienze aveva inculcato costui informazioni nella nostra piccola testa, fino a farceli recepire completamente.
Abbagliata dal cielo luminoso, Eddy mi sussurrò all'orecchio un ti amo che mi fece trasportare in un mondo tutto mio, dove la mia mente si lasciò cullare dai ricordi.
Da piccola, venir qui, in questa collina, mi faceva incontrare il vuoto, posizionavo tutte i miei pensieri nel dimenticatoio e, per me, questo luogo era qualcosa di non realistico.
Era presente erba estesissima che, al momento, ci circondava teneramente, distesi che assoporavamo l'aria quieta della notte.
-Sei sicuro che vuoi dormire qui, tutta la notte con me? Insomma, lo capirei se non volessi.- gli morsi delicatamente il labbro inferiore, e si lasciò sfuggire un gemito.
-Se non hai capito, io dormirei con te tutti i giorni se potessi.- fece lui, accullandosi sul mio petto, come per udire i battiti del mio cuore. Anche essi ormai erano impazziti, irrequieti, come se volessero fuoriuscire dal mio petto da un momento all'altro.
-Ho solo un po' di paura. Se i nostri lo dovessero scoprire? Non mi farebbero più uscire...- i dubbi avvolsero la mia testa imperterrita, e posizionai la mia mano sulla mia fronte, in segno di confusione.
-Be', i nostri sono usciti, e credono che noi siamo a dormire da amici. Meglio di così, no?- cercò di tranquillizzarmi enfatizzando una risata sonora e, forse, ci riuscì.
-Hai ragione. Ti amo anche io.- i miei occhi si illuminarono, e poi mi pizzicarono leggermente per via del nostro ricordo che si stipulò nella mia mente.
Io e lui, lui ed io...
Ci eravamo conosciuti grazie ai nostri genitori, diventati colleghi di lavoro, e, successivamente, da un rapporto professionale nacque una bella amicizia fra loro.
Io, assieme ai miei genitori, risiedevo in una casa di campagna, mentre Eddy abitava con i suoi ed un fratellino più piccino, di soli cinque anni.

In una giornata calda di fine luglio, io ero accostata sull'amaca, con il sole che accarezzava dolcemente il mio corpo, a rilassarmi ascoltando le canzoni con un paio di cuffiette.
Ero immersa in un modo del tutto universale, distante da tutto ciò che apparteneva sulla Terra. La musica era entrata a far parte del mio essere, di me.
Mentre ero avvolta dal mio mondo un ragazzo dalla corporatura esile, gli occhi scuri, i capelli altrettanto dello stesso colore interruppe bruscamente il mio relax.
-I miei genitori mi hanno mandato qui, perché dovevo consegnare questa.- disse con un tono neutro, piazzandosi di fronte a me e consegnandomi una lettera, che accantonai immediatamente vicino a me, con disinteresse.
-Comunque piacere, io sono Eddy.- mi rivolse un sorriso e apparì ai miei occhi un ragazzo simpatico.
Ricambiai a mia volta, cercando di trovare le parole più adatte per non sembra un idiota. Da quel giorno afoso in poi, i nostri genitori comiciarono a vedersi più frequentemente, e la nostra amicizia si ampliò notevolmente. Non percorreva una giornata in cui non ci vedessimo, era divenuto il centro dei miei pensieri fissi ed era di fondamentale importanza per me. Un fine settinana ero fuggita da casa per un litigio avvenuto con i miei, e raggiunsi la collina dove solo lì potevo sentirmi al sicuro, lui sapeva che quello era il mio posto. Non trovandomi in casa, si lasciò trasportare dalla scia del profumo che emanavo mi disse, si sedette accanto a me e gli raccontai tutto, finché, così inaspettativamente, mi sfiorò leggermente i capelli e mi baciò, un bacio lento, ma dolce accellerò i battiti del mio cuore. E fu lì che capii di provare un sentimento molto forte per lui. Mi guardò intensamente, come se guardasse una Venere, ed io mi lasciai affondare dai suoi occhi così intensi.

-Amore.- mise la mano su una mia spalla. -Perché piangi?- mi risvegliò dal mio rammento, asciugandomi una lacrima con la sua mano protettrice. Avevo la consapevolezza che lui non mi avrebbe mai abbandonata.
-Ho appena ricordato il nostro primo incontro.- riaprì le palpebre e, poi, lo baciai, un bacio mi fece rivivere quelle emozioni che quel giorno provai. Successivamente, ci addormentammo con il suono soave della natura che ci riscaldò il cuore, arrivando perfettamente ai nostri timpani.

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