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Vento d'estate [Bluebird]

Tipologia: Oneshot, Prequel [Canonica]

Rating: Per tutti

Avvertenze:

- La oneshot può essere compresa anche senza leggere Bluebird, ma è consigliabile aver letto la Oneshot "Solo un bacio"

- Non sono presenti spoiler sulla trama



Subsidence faceva parte di lui da così tanti anni che Brycen aveva dimenticato cosa volessero dire caldo o freddo, ma Bethelie glielo ricordava: sentiva un brivido correre lungo braccia e gambe quando lei lo prendeva per mano, una scossa che si propagava sulla pelle risalendo lungo la schiena. E quando rideva, in quel suo modo cristallino e lieve, o faceva volteggiare l'ampia gonna del bunad mentre danzava, o incrociava il suo sguardo come adesso, piegando le labbra all'insù in un timido sorriso che le arrossava il volto... Allora sembrava che una fiamma si accendesse nel suo petto, bruciando con tale intensità da scaldare tutto il corpo.

Brycen deglutì, gli occhi che non riuscivano a staccarsi dalle sue labbra, rosee e piene. Gli capitava di fissarle spesso ultimamente, ritrovandosi ad arrossire quando domande inopportune si facevano spazio nella sua mente.

Che sapore avevano? Sembravano dolci come bacche rosse, e soffici come una panpesca zuccherata. Bethelie profumava di viola e camelia, avrebbe sentito quelle note delicate se l'avesse baciata?

Brycen si voltò, sentendosi avvampare. Pensieri simili lo stuzzicavano troppo di frequente, quand'era insieme a Bethelie, ma non sapeva ancora che farci. In parte era colpa di Edvokin, che allungava un sorriso malizioso ogni volta che Brycen trascorreva del tempo con lei: gli aveva chiesto solo una volta se l'avesse finalmente baciata, ma la domanda brillava nel suoi occhi in modo implicito in tutti gli sguardi che si scambiavano.

La risposta era sempre un imbarazzato no, naturalmente; era trascorso un anno dal loro fidanzamento, ma Bethelie non aveva ancora compiuto sedici anni e un bacio sarebbe stato sconveniente.

"Solo in pubblico" lo correggeva una vocina nella sua testa, che faticava a scacciare per qualche ragione - no, conosceva la ragione. Ogni volta che Edvokin ammiccava verso di lui, lanciandogli quella sua silenziosa domanda, Brycen sentiva crescere il desiderio di rispondere .

Tornò a guardare Bethelie, che aveva chinato il capo concentrandosi sui fiori che stava intrecciando. Le sue dita erano delicate e attente, e nessun petalo sfuggiva all'intreccio di steli e foglie che stava costruendo. Aveva un'espressione rilassata mentre canticchiava uno dei motivetti che Mari aveva composto, note semplici e allegre che facevano ondeggiare il capo di Bethelie a ritmo, distendendo le sue labbra in un sorriso.

Ecco, le stava guardando ancora. Il solo rendersene conto portò il cuore di Brycen a battere più forte, o almeno così lo sentiva nel suo petto. Non sapeva neanche perché lo volesse così tanto; baciare Edvokin non era stato spiacevole, ma non lo aveva neanche apprezzato al punto da renderlo impaziente perché succedesse di nuovo. Era stato... ordinario. Non aveva provato le emozioni che suo cugino gli aveva descritto, ma in effetti non sentiva quei brividi quando lui o Mari lo abbracciavano né il suo petto bruciava quando loro gli sorridevano. Nessuno, neppure le ragazze di cui i suoi cugini esaltavano la bellezza con commenti che lo facevano arrossire, generavano in lui quelle sensazioni o quei pensieri; soltanto Bethelie. La sua Beth.

La sua fidanzata, anche se non era cambiato nulla da quand'era sua amica, se non che potevano passeggiare o trascorrere il tempo all'aperto da soli senza che qualcuno storcesse il naso. La sua fidanzata da oltre un anno, perciò era accettabile abbandonarsi a certi pensieri, giusto? Poteva... Poteva...

«Posso baciarti?»

Bethelie sobbalzò, smettendo di canticchiare. Il viso si colorò di rosso così rapidamente che la calda sfumatura aveva già avvolto guance e naso quando sollevò lo sguardo.

«Cosa?» mormorò, e Brycen si irrigidì.

Beyled candida! L'aveva detto ad alta voce, così all'improvviso? Era impazzito?

La vergogna si impossessò di lui, come lava densa che scendeva lungo il petto sciogliendo ogni cosa fino allo stomaco. Sentì le guance bruciare di un calore fastidioso, che pizzicava la pelle, e subito portò gli occhi all'orizzonte.

«Nulla di importante» borbottò alla svelta. Chiuse il libro che stava leggendo, abbandonandolo sull'erba fresca al suo fianco per raccogliere le ginocchia al petto.

"Stupido, stupido, stupido."

Bethelie lo fissava ancora. Brycen riusciva a sentire il suo sguardo addosso, e girare ancora di più il volto per farla uscire dal suo campo visivo non attenuò la sensazione. Era di certo stupita e confusa; come aveva potuto metterla così in imbarazzo senza riflettere? E se l'avesse offesa, muovendo quella richiesta prima del suo sedicesimo compleanno? E se avesse pensato male di lui, temendo che fosse un pervertito? In nome di Beyled, come poteva esser stato più semplice chiederle aiuto per cucirgli una divisa scolastica rispetto a quello?

«Mi piacerebbe» disse Bethelie con un soffio di voce.

E questa volta fu Brycen a incrociare il suo sguardo con gli occhi spalancati. «Cosa?»

«Mi piacerebbe se mi baciassi.»

«Ah.»

Brycen la fissò per un lungo istante, il viso che si faceva ancora più rosso mentre abbassava gli occhi verdi sulla gonna che scivolava in morbide pieghe sul prato. Poi sobbalzò, nel prendere davvero coscienza di cos'aveva risposto.

«T-tu... Cioè... Figurativamente parlando o...? V-voglio dire, ti piacerebbe in senso lato, l'idea in quanto concetto generico come rappresentazione ideale del romanticismo, oppure ti piacerebbe se ti baciassi in questo momento specifico? Non che la seconda debba necessariamente invalidare la prima o viceversa, in verità è più comune che siano legate da un rapporto consequenziale, tuttavia non essendo vincolante mi domandavo se...» Brycen batté le palpebre. Ma che stava dicendo?

Lasciò morire quel farfugliamento in un borbottio, passandosi una mano tra i ciuffi viola che gli incorniciavano il viso, troppo corti per essere raccolti dalla coda. Si sentiva un idiota. No, era un idiota.

Bethelie però rise, portando una mano a coprire la bocca. Non era una risata di scherno, come quella che gli rivolgeva sua cugina Karamilla, ma di sincero divertimento. Era gentile anche quando rideva, Bethelie, e quel suono riportava il sole.

«Andrebbe bene adesso» specificò, piegando il capo e lisciandosi i boccoli biondi, troppo voluminosi per essere portati raccolti. Bethelie ne legava solo alcune ciocche per mantenere il decoro, ma il resto ricadeva sulle spalle come spighe di grano smosse dal vento d'estate.

Bella. Bethelie era così bella. Perché se n'era accorto così tardi? Perché non gliel'aveva mai detto?

Deglutì, incrociando il suo sguardo. Sentiva l'imbarazzo sballottargli il cuore qua e là e il rossore di Bethelie aveva raggiunto le orecchie, ma nessuno abbassò gli occhi, non questa volta.

Brycen sollevò una mano con cautela e le accarezzò il viso. Edvokin aveva fatto così con lui, e Brycen pensava che fosse un gesto carino. In effetti, era grato il doppio per quel bacio: non l'aveva solo rassicurato sui suoi dubbi, ma gli aveva fornito un esempio pratico a cui potersi ispirare. Così Brycen si scoprì meno impacciato di quanto avrebbe creduto mentre avvicinava il volto a quello di Bethelie.

«Sei bellissima» si lasciò sfuggire dalle labbra, poi le posò sulle sue.

Si era sbagliato: erano più morbide di una panpesca zuccherata, ma altrettanto dolci. E non sapevano né di bacche rosse né di viola e camelia, sebbene quei profumi stuzzicassero le sue narici; le labbra di Bethelie sapevano di casa. Non avrebbe saputo spiegarlo in altro modo, se non che aveva compreso il significato di quel termine solo dopo averla baciata.

Hai sentito qualcosa qui?

Se Edvokin gliel'avesse chiesto in quel momento, toccando il suo petto avrebbe avvertito il cuore di Brycen che batteva più forte di quanto fosse scientificamente possibile e il calore che spezzava il controllo di Subsidence.

Sì, lo sentiva. Quel contatto era durato non più di un istante, ma ne sentiva già la mancanza; cedette alla tentazione di sfiorare di nuovo le sue labbra, come suo cugino gli aveva mostrato, ma non osò schiudere la bocca o coinvolgere la sua lingua come aveva fatto lui; quel ricordo lo faceva ancora arrossire, troppo imbarazzato persino per pensare di provare qualcosa del genere con Bethelie. Quel tocco leggero sarebbe bastato; in effetti, era più che sufficiente per renderlo così soddisfatto che il sorriso non abbandonò le sue labbra dopo che ebbe preso le distanze.

Anche lei sorrideva, che era un buon segno. Poi però abbassò lo sguardo, arricciando le labbra con aria dubbiosa.

«Avevi già...» sussurrò, rigirandosi la corona di fiori tra le dita. «Hai mai baciato qualcuno, prima?»

Brycen strabuzzò gli occhi, e un brivido meno piacevole lo attraversò. «N-no, certo che no! È la prima volta che bacio una ragazza. Perché?»

Subito serrò le labbra, drizzando la schiena. Gli era sembrato un modo furbo per dire la verità, ma se quella specifica l'avesse insospettita?

Non lo fece. Bethelie annuì e distese le labbra, spostando lo sguardo imbarazzato. «Non eri affatto impacciato» spiegò, e il sorriso si accentuò ancora. «È stato gradevole.»

L'agitazione scivolò via dalle membra di Brycen, facendo spazio a un rilassato tepore. In effetti, non si sentiva impacciato; sembrava, anzi, che le parole di Bethelie gli infondessero energia. Ne aveva così tanta che gli veniva voglia di alzarsi in piedi e correre lungo tutto il prato.

«P-perciò potrei chiedertelo altre volte?» si trovò a dire, e Beyled solo sapeva dove avesse trovato il coraggio. «Quando siamo da soli, ovviamente. E magari non tutte le volte, solo se ti aggrada.»

«Mi aggrada» confermò lei, portandosi la coroncina al petto. Ricominciò ad intrecciare fiori e Brycen restò a fissarla, interdetto; era un modo un po' brusco di chiudere la conversazione.

O forse no? In effetti, quale sarebbe stata la giusta reazione dopo un bacio? Avrebbe dovuto dire qualcosa di particolare? Sarebbe dovuto tornare alla sua lettura senza aggiungere altro? Sembrava sensato, però quel silenzio lo lasciava insoddisfatto, come una porta che non si era ben chiusa.

Ci mise un po' a notarlo, ma l'intreccio di Bethelie era diventato impreciso e svelto, sembrava che non si stesse affatto concentrando sul suo lavoro. Lei ridusse le labbra a una linea sottile, fissando intensamente la corona di fiori, ma infine la abbandonò sulle gambe in un sospiro.

«Brycen» lo chiamò, con aria colpevole. «Sarebbe inopportuno chiederti di baciarmi un'altra volta?»

Brycen boccheggiò per un lungo istante prima di riuscire anche solo a razionalizzare quella domanda.

«Sì» disse. Poi batté le palpebre, scuotendo il capo. «Cioè, no! Non è inopportuno e , vorrei... Vorrei di nuovo...»

Lasciò morire quelle frasi confuse in un soffio lieve, l'attenzione rapita da Bethelie: aveva chiuso gli occhi e aveva spinto il mento in avanti, sporgendosi verso di lui, e Brycen aveva dimenticato qualunque cosa volesse dire. Si avvicinò a lei, trattenendo il respiro.

E fu di nuovo a casa.



Come sempre, grazie per aver letto!

Di recente ho partecipato ad un contest di estratte con tema "primo bacio" e da lì mi è venuta l'idea di raccogliere su Instagram tutte le scene di primi baci che ho scritto. Ho pensato che sarebbe stato carino scrivere due righe anche su Brycen e Bethelie, così mi ci sono messa e... Nulla, mi son fatta prendere la mano AHAHAH 

Ho pensato di pubblicarla qui, dato che ormai l'avevo scritta (?), anche se è una scena molto leggera ^^

Spero vi piaccia! ♥

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