OSSIGENO
- OC+Colin-
Lo vedo steso a terra, freddo come il marmo. Immobile; sembra che sia stato pietrificato, o almeno é così che avrei voluto io. L'ho visto morire davanti ai miei occhi: Colin, il mio migliore amico o forse qualcosa più di un amico.
Io e lui non potevamo partecipare alla guerra, essendo troppo piccoli dovevamo nasconderci , ma visto che siamo dei Grifoni ci dovevamo comportare come tali: coraggiosi. Volevamo aiutare i nostri amici, sconfiggere i mangiamorte; non volevamo scappare o nasconderci come dei codardi.
Colin mi propose di partecipare alla guerra e io accettai, infondo eravamo coinvolti tutti. Combattemmo uno di fianco all'altro, Colin riuscì persino ad uccidere qualche nemico e mi salvó la vita svariate volte.
Ora é qui, fermo. Non sento il suo cuore. Non sento il suo caldo respiro.
Vedo arrivare i suoi genitori e suo fratello, stanno piangendo. Sua madre si accovaccia per terra e si butta sul suo corpo singhiozzando, il fratello invece sembra un fantasma: il colorito della pelle, gli occhi vuoti, le labbra che tremano, i pugni serrati. So cosa vorrebbe fare, urlare, gridare, uccidere colui che aveva fatto questo, uccidere colui che aveva ucciso il suo fratellino. Riuscivo a leggere tutto questo nel suo sguardo, anche perché era quello che volevo fare io. Sento sua madre piangere e tremare, non per il freddo, sento i suoi mugolii, il suo pianto mi provoca brividi lungo tutta la schiena. É uno di quei pianti che non riescono a farti respirare, che ti provocano una specie di singhiozzo.
Io guardo il corpo di Colin, o almeno quella parte non coperta dalla madre. Ho un nodo in gola, la saliva si secca, gli occhi diventano umidi e poi sento una voce rotta che mi chiede chi é stato.
" Lo sai Giulia? Voglio sapere chi é stato?! Ora. Dimmelo!"
Mi urla contro queste parole. Io la lascio fare, ha bisogno di sfogarsi.
Una volta tranquillizzata le rispondo." Signora Canon, é stato Fenrir Greyback. Suo figlio ha combattuto in modo impeccabile, ha ucciso e mi ha salvato molte volte, é morto da eroe."
Appena finisco la frase sento una lacrima scendermi lungo la guancia, per poi arrivarmi in bocca, é salata. Non posso permettermi di piangere, non adesso. L'unico modo per resistere sarebbe quello di ripensare ai momenti più belli che ho passato con Colin. Mi alzo e mi allontano dal suo corpo, chiedendo scusa ai suoi parenti.
Vado vicino alle sponde del lago nero: il nostro posto preferito. Un ricordo comincia ad affievolirsi.
Vedo una me del passato correre lungo la riva, sembra che stia scappando da qualcuno. Infatti poco dopo arriva un bambino della sua stessa età, che le sta lanciando degli incantesimi; la ragazzina viene colpita da uno di quelli e i suoi capelli diventano bianchi.
Il ragazzino che ha lanciato l'incanto scoppia a ridere, in una risata fragorosa e sincera. Poi anche lei si mette a ridere e imbronciata esclama" Colin lo hai fatto apposta! Ora ti faccio anche io una magia."
Detto questo tira fuori la bacchetta, ma Colin é più veloce di lei e si protegge.
Passano dieci minuti a lanciarsi incantesimi, poi il ragazzino si blocca e incomincia a parlare.
"Va bene, mi arrendo. Hai vinto te, Giulia!"
La ragazza a questa affermazione sorride e abbassa la bacchetta, poi si avvicina a Colin e si siedono per terra, ad ammirare l'acqua del lago.
" Che cosa provi quando osservi quest'acqua" domanda il mago
" In che senso scusa?"
"Intendo, se non rimani incantata dalla visione del lago: il suo colore, i riflessi, i segreti. Lo sai, si dice che la sala dei Serpeverde si trovi sotto il lago nero. Io non saprei, non ci sono mai entrato essendo un grifondoro!"
La strega si volta verso il suo amico, ammirando i suoi lineamenti da bambino; poi torna a fissare il lago e risponde alla domanda.
" Non saprei. Ci sono certi momenti in cui il lago mi mette paura, é così tetro e misterioso. Altre volte, invece, rimango incantata da tanta bellezza. Di notte si può vedere dalle finestre come il colore dell'acqua si possa confondere con quello della notte, in quel momento si ha una stupenda visione del lago. Davvero la sala dei Serpeverde si trova sotto il lago?" Chiede poi rivolta al suo amico.
"Si, almeno così mi ha detto Harry Potter. Anche a me certe volte il lago fa paura, ma quando sto insieme a te é tutto diverso"
Colin si avvicina lentamente a Giulia, poi i due amici, guardandosi negli occhi, si sorridono; a rompere il silenzio é il maghetto, facendo una promessa.
" Promettimi che rimarremo sempre amici. Giulia, promettimi che niente e nessuno ci separerá. Ti voglio troppo bene e non saprei che fare senza di te.- poi mette il mignolo davanti agli occhi della strega e domanda- Migliori amici?"
Giulia lo guarda e, lentamente, avvinghia il suo mignolo a quello del maghetto e pronuncia due semplici parole, una promessa.
"Migliori amici, per sempre."
Infine si sciolgono in un profondo e sincero abbraccio, uno di quelli che non si danno tra amici.
I due ragazzi spariscono dalla mia visone, il lago nero torna ad essere deserto.
Oltre a me non c'è nessun altro. Mi ha fatto bene ripensare ai bei momenti passati con Colin.
Subito dopo, un altro ricordo si fa strada nella mia mente e questo é il più bello in assoluto:
Una strega e un mago stanno correndo per i corridoi di Hogwarts, lei ride come una matta, lui talmente sta ridendo che é diventato bordeaux.
" Hai visto la faccia della Cooman quando la sfera é diventata verde? Poi ha anche detto: ecco ragazzi, io vedo qualcosa, lo percepisco. Subito dopo la sfera é scoppiata."-
Il ragazzo ride a crepapelle. Quando arrivano davanti a una parete senza porte, si prendono per mano e chiudono gli occhi. Poco dopo, una porta incomincia a crearsi sulla parete, rivelando una stanza che prima non c'era. I due maghi si guardano intorno e poi entrano dentro.
Una volta chiusa la porta, Colin dice " Sai perché mi piace la stanza delle Necessità? Perché tutto quello che una persona necessita, questa stanza te lo da. L'unica cosa che non mi potrà mai dare sei tu."
Giulia lo guarda con occhi dolci, poi gli prende nuovamente la mano e gliela stringe.
"Ti voglio un mondo di bene, Colin" dice la streghetta.
A lui si inumidiscono gli occhi e sussurra " Perdonami Giulia, ma non sono riuscito a mantere la promessa riguardante la nostra amicizia."
La ragazzina strabuzza gli occhi, estereffatta; il ragazzino subito dopo aggiunge "Io non ti vedo come una semplice amica, o come una migliore amica. Per me tu sei più importante,nel mio cuore ho riservato un posto speciale per te."
La strega a queste parole si rilassa e confessa " Anche tu sei più di un amico per me."
I due si guardano negli occhi profondamente, non aggiungono nient'altro; non c'è n'è bisogno.
Lentamente si avvicinano l'uno all'altro, annullando la loro distanza. Poi chiudono gli occhi e avvicinano le loro labbra. Entrambi, al tocco delle bocche, sussultano. E, così come si sono avvicinati, si allontanarono; continuando ad ammirarsi di sottecchi. A rompere questo silenzio che si era prolungato abbastanza, é la risata fragorosa di entrambi.
Mi ritrovo sdraiata sull'erba bagnata, la visone dei due ragazzini scompare. Mi rialzo a fatica, rendendomi conto solo in quel momento di trovarmi ancora vicino al lago nero. Quel ricordo di me e Colin é tra i più belli in assoluto, non lo dimenticherò mai: vivrà per sempre con me, ormai fa parte di me, siamo un'unica cosa.
Sento un voce lontana chiamarmi, mi giro e noto il fratello di Colin che sta correndo nella mia direzione.
Quando ci ritroviamo faccia a faccia, proferisce parola.
"Giulia, mi rendo conto che volevi molto bene a mio fratello, almeno quanto io gliene volessi. Se hai bisogno di qualsiasi cosa, conta pure su di me o sulla mia famiglia. Colin avrebbe voluto questo, era molto buono e coraggioso."
Quelle parole sono come un pugno nello stomaco, avrebbe voluto, era. Mi capacito solo adesso che Colin non c'è più: non vedrò più il suo sorriso, non udiró più la sua voce, non sentirò più il suo calore che mi ha sempre riscalda e mi ha sempre protetta. Come lame nel petto, sento il mio battito cardiaco aumentare. Il cuore mi fa male e incomincio a vedere tutto sfocato. Un urlo esce dalla mia gola, un urlo straziante e orribile, uno di quelli che ti fa acamponare la pelle. Sento il freddo invadermi e la pelle d'oca che si fa strada sul mio corpo.
" Nooo, non può essere- urlo, mentre lacrime di dolore solcano le mie guance- Colin, non può essere. No, ti prego Dio. Perché? Cosa ti ha fatto di male, lui é così buono."
Non riesco a terminare la frase, due braccia mi circondano e mi abbracciano. Per un momento, un solo fottutissimo istante, penso che sia Colin; poi guardo la figura negli occhi e vedo delle iridi marroni che mi osservano, non sono dello stesso colore di Colin: lui ce le aveva color nocciola.
Come potrò vivere? Cosa farò adesso che lui non ci sarà più. Chi mi farà sorridere? Chi mi consolerá? Chi? Tutto quello che abbiamo passato rimarrà un bellissimo ricordo, ma non basterà a farmelo tornare da me. Non serviranno degli stupidi ricordi a farmelo riavere qui, vicino a me. Non lo vedrò mai più. Lui non avrà la possibilità di crescere, di mettere su famiglia, di avere dei bambini, di invecchiare. Io non avrò più la possibilità di dirgli cose mai dette prima. Se n'è andato via per sempre. Urlo ancora, non resisteró ancora a lungo senza la sua presenza, per me era come ossigeno. Piano piano vedo delle persone avvicinarsi, io però non le voglio vedere.
Così mi lascio andare, lascio far sgorgare il mio dolore, le mie lacrime. Incomincio a vedere tutto nero, mi piace. Forse potrò rivedere il mio Colin, forse lo potró riabbracciare; o forse no.
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Spazio autrice:
Spero che questa storia vi sia piaciuta.
Non sono molto brava a trasmettere il dolore attraverso una storia, spero di esserci riuscita, almeno un pochetto.
Cosa ne pensate?
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