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Dirty Bomb

Erano passati due mesi da quando Markus aveva fatto esplodere la bomba nucleare a Detroit.
Quest'ultima, era diventata talmente radioattiva che fece fuggire tutti gli umani sopravvissuti.
Ormai la città apparteneva agli androidi e, sarebbe stato così, per decine di anni a venire.

Quando North aveva proposto il piano, Simon non nè fu entusiasta. Markus, il loro leader, aveva deciso di utilizzarla come ultima risorsa, nel caso, si fossero trovati alle strette durante l'assalto al campo di detenzione numero 5.

Simon si aggirava tra le strade di Detroit, guardando la distruzione e la miseria che avevano portato in quella città. L'androide sospirò tristemente.
Spero solo che le cose andranno meglio d'ora in avanti.
Arrivò davanti ad un vecchio negozio di dischi, o meglio, a quello che ne rimaneva.

Si chinò per raccogliere un frammento di vinile.
Che strano, fino a quel momento non si era mai interessato alla musica umana. Eppure, in quell'istante, provò uno strano interesse a scoprire quali emozioni avrebbe provato ascoltandola.

Ormai non credo sia più possibile. Pensò l'androide rialzandosi in piedi.
Gli umani avevano costrutito un gigantesco muro tutto intorno alla città, con la scusa di "delimitare l'area", isolandoli completamente dal resto del mondo. La verità, però, era che avevano paura di nuovi attacchi da parte degli androidi e dello scoppio di un'altra guerra.

Guardò il cielo, era di un arancio così intenso da sembrare surreale. Si era fatto tardi, doveva tornare alla base.

***
"Dove sei stato?" Chiese North con disappunto.
"Non sono affari tuoi" rispose Simon seccato, andandosene nella sua stanza.
L'ambiente era molto minimalista, un letto sulla destra e un armadio a due ante sulla parete in fondo.
D'altronde era un androide, non aveva bisogno di nient'altro.

Appena si distese sul letto, qualcuno bussò alla porta.
Simon sbuffò, non c'era mai un attimo di pace in quel posto.
"Si?" Domandò frustrato.
"Sono io, sei presentabile?" Disse una voce maschile.

Il cuore di Simon iniziò a battere all'impazzata e subito si mise a sedere sul letto, sistemandosi i vestiti.
"Certo, entra pure" rispose il biondo, cercando di calmarsi.
Quando Markus varcò la soglia della porta, il cuore di Simon perse un battito.

Erano solo pochi giorni che non lo vedeva, eppure, il leader degli androidi sembrava diventare ogni giorno sempre più affascinante.

"È un po' che non ti vedo alle riunioni, va tutto bene?" Chiese Markus alzando un sopracciglio.
"Lo sai che la politica mi lascia indifferente e poi, se venissi, starei tutto il tempo a discutere con North. E onestamente, proprio non ne ho voglia" rispose l'androide, eludendo lo sguardo indagatore dell'amico.

"Siamo tutti dalla stessa parte, non capisco proprio perché non riusciate ad andare d'accordo voi due".
Simon lo guardò accigliato.
"Davvero non sai perché io e lei non potremo mai andare d'accordo?".
"Onestamente? Non ne ho la più pallida idea" rispose Markus alzando le spalle.

Simon chiuse gli occhi e prese un bel respiro.
"Tu piaci a entrambi" disse tutto d'un fiato.
Il leader dei devianti sgranò gli occhi per la sorpresa.
"Cosa?" Riuscì a dire alla fine.

Vedendo che Simon non era propenso ad aggiungere altro gli si avvicinò, sedendosi di fianco a lui.
"Io ti piaccio?" Chiese ancora Markus.
"Si" rispose Simon guardando il pavimento di cemento.
Il leader dei devianti iniziò a torturarsi le mani.
Il biondo non lo aveva mai visto così agitato, era sempre stato molto agguerrito e sembrava non avesse mai paura di niente.

"Tutto bene?" Chiese Simon guardandolo con la coda dell'occhio.
"È tutto così strano, io non immaginavo..." Iniziò a dire Markus ma, l'androide, lo interruppe.
"Non devi dire niente, senti ti prometto di venire alla prossima riunione. Peró adesso, potresti lasciarmi solo?".

"Mi piaci anche tu".
Markus parlò così velocemente che Simon pensò di aver sentito male.
"Cos'hai detto?".
"Ho detto che mi piaci anche tu" rispose il leader dei devianti, scandendo ogni singola parola.
Il cuore di Simon iniziò a battere così forte che sembrò volergli uscire dal petto da un momento all'altro.

Si girò verso quello che un attimo prima riteneva sarebbe stato per sempre solo un amico e lo abbracciò sorridendo.
"Forse avremmo dovuto fare questa conversazione tanto tempo fa..." Sussurrò Markus al suo orecchio, ricambiando l'abbraccio.

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Lo ammetto, shippo Markus con tutti. Peró loro due sono quelli che mi piacciono di più insieme.
Ditemi se ho fatto qualche errore perché al momento non ho tempo per rileggerlo.
Inoltre, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate ;)

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