Angolo dell'autrice:

Ricordatevi di lasciare una stellina se vi è piaciuto il testo!

Segue il punto di vista di Arthur (Inghilterra)

João: Portogallo

Crediti immagine: Monobear su Tumblr

enjoy!

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È quando ti fermi ad osservare le persone intorno a te che capisci che ancora non ce la fai. Il modo in cui ridono, scherzano, si abbracciano, ti dà fastidio perché sai che è qualcosa che non potrai avere, che nessuno ha intenzione di darti e mai lo farà.

Reprimi questa tua rabbia correndo via, ti chiudi in te stesso, ma quando torni a casa inizi a piangere, una serie di lacrime che si rifiutano di smettere, e probabilmente non capisci neanche il motivo di tutta questa rabbia, sai solo che ora il tuo viso è umido e non ci sarà qualcuno che verrà da te per asciugarti le guance. E fa male, fa male perché sai che nessuno in questo momento ti sta pensando, fa male perché continui a rimembrare il ricordo di qualcuno che ormai non c'è più, fa male, tanto male.

«João, mi prometti una cosa?»

«che cosa?»

«Che quando tornerai andremo al mare insieme, e passeremo una giornata sotto il sole a bruciarci la pelle e fare il bagno»

A quel punto tu ti eri messo a ridere, non era la prima volta che sentivo la tua risata, ma Dio solo sa in quel momento quanto mi fece sentire vivo. Non ricordo che cosa mi risposi, so soltanto che poco dopo rimasi da solo, senza più qualcuno da abbracciare per giorni, settimane, mesi, anni.

Ormai sono otto anni che non sei più con me, dove sei non lo so, a nessuno importa di cercarti tranne me, io non ho mai smesso.

Tuttavia, non mi ricordo più di te, Ie poche memorie che ho le mantengo attraverso le nostre foto. Buffo eh? Sono il primo che continua a sperare in un tuo ritorno ma sono anche il primo che man mano ti sta dimenticando, forse l'Alzheimer sta davvero iniziando a fare il suo corso.

Ma io non voglio scordarti, non voglio che tu pensi da lassù o da dovunque tu sia ch'io ti abbia dimenticato, non me lo perdonerei mai Joan.. Joan? È così che ti chiami, vero..?