Tɩ pɾҽɠɷ, ىaɭѵamɩ
Era tutto così assurdo.
Come poteva Mikasa, la persona con cui aveva passato praticamente tutta l'infanzia e l'attuale adolescenza, essere un Ghoul?
Eppure era così, era una realtà che gli occhi della mora stavano confermando; sclera nere e iridi rosse.
Rabbia, tristezza, disgusto... Tutti sentimenti e sensazioni che il giovane Eren Jaeger a malapena mascherava, anzi, per niente.
" Eren ascolta, io... "
" Chiudi quella fogna di merda. "
Bastarono quelle cinque parole sputate con disprezzo da Eren a far salire le lacrime agli occhi della ragazza, lacrime di dolore puro, di paura, di supplica.
Teneva troppo ad Eren, lo amava e la sua più immensa paura era proprio che lui la vedesse come un mostro.
Timore che adesso si stava concretizzando.
Gli occhi di Eren parevano non conoscere perdono per lei in quel momento e mentre i due si guardavano, uno con odio e l'altra con paura, Levi se ne stava in assoluto silenzio, in disparte ad osservare la situazione che trovava non ridicola, di più.
Povera sorellina sfortunata, cosa si aspettava? Che lui la capisse? Che l'accogliesse a braccia aperte e con un sorriso? Che fottuta illusa.
" Avrei... Avrei tanto voluto dirtelo... Ma mettiti nei miei panni... Come potev- "
" IO mettermi nei TUOI panni!? Non mi metto nei panni di un fottuto mostro che si ciba di persone innocenti! "
" Eren no, io... "
" E sei anche la sorella di questo qua! "
E indicò il corvino con un cenno irato del capo.
" Sei un mostro anche tu. Non so come diamine abbia fatto a non rendermene conto, ma tu... tu sei una di loro. E io ti ucciderò. "
Detto questo la spinse via con forza, dato che lei si era avvicinata, scappando da quell'aula.
Una volta che se ne fu andato, le gambe della ragazza smisero di sorreggerla e lei cadde a terra.
Il fratello maggiore esaminò con noncuranza i suoi muscoli tremare, le spalle che sussultavano sotto al montare dei singhiozzi dovuti a quel pianto disperato che volente o nolente intraprese.
" È t-tutta colpa tua... Se non fosse stato per te, lui non l'avrebbe mai scoperto! MAI! "
Urlò la mora a pieni polmoni, avventandosi come un gatto feroce contro di lui.
Levi evitò con semplicità i suoi colpi, non mutando il suo sguardo, esamine di ogni qualsivoglia sentimento.
Le assestò un calcio allo stomaco, gettandola su un tavolo pieno di fogli, che per fortuna non si ruppe.
" Mi confondi con qualcuno che gli importa qualcosa. "
Fu la risposta del più basso, facendo risalire un urlo di rabbia dalla gola dell'altra, la quale si asciugò un rivolo di sangue scivolato lungo il mento.
" Fa del male a me se preferisci, ma non toccare Eren! Lascialo fuori da ogni cosa, lascia che viva in pace la sua vita! "
Urlò la ragazza, che malgrado tutto quello che Eren le aveva urlato, continuava a provare per lui un amore morboso, malato.
Il corvino si diresse alla porta con tutta la tranquillità del mondo, fermandosi un istante per dire:
" Si è imbattuto nel suo destino. Per tutto questo tempo ha cercato e sconfitto il pericolo, ma non ha mai trovato un demonio come me.
Se è abbastanza forte sopravviverà, altrimenti banchetterò con le sue carni, assaporandolo con immenso piacere alla faccia del tuo ridicolo amore. "
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Era uscito da scuola senza chiedere permessi di alcun genere, era praticamente scappato.
Come poteva continuare a stare in classe, in presenza di Mikasa, dopo ciò che aveva scoperto sul suo conto?
No, aveva bisogno di tempo per metabolizzare la cosa, aveva bisogno di stare da solo, di chiudersi in casa e di non uscire per giorni, magari anche per settimane.
" Sono a casa. "
Annunciò senza alcun sentimento nella voce.
Chiuse la porta, a chiave.
" Papà? "
Si diresse in cucina, trovando appeso in frigo con una calamita un biglietto del genitore, che diceva:
Sono dovuto correre in ospedale per un'emergenza, sarò di ritorno per cena.
E quando mai... era più il tempo che passava in ospedale che quello che passava in casa.
Era sempre solo, Eren.
Andò a sedersi sul divano, accendendo svogliato la TV.
Stava immobile a fissare lo schermo, ma non erano le immagini del televisore a frullargli nella testa, bensì le immagini di ciò che aveva passato da quando aveva conosciuto quello là.
La sua vita stava diventando un tale casino...
E poi cosa andava farneticando? Fratello? Lui non aveva fratelli.
Ma allora perché dire certe cose?
All'improvviso gli tornò alla mente lo scantinato di suo padre, che era più uno studio, in cui faceva lavori, elaborava cose e testava medicine.
Gli aveva sempre raccomandato di non scendere mai lì, per nessuna ragione.
E se lì sotto ci fosse qualche verità di cui non era ancora a conoscenza?
A quella domanda le sue gambe parvero muoversi da sole.
Si diresse alla porta della cantina e non si sorprese di notare che questa era chiusa a chiave, ma per Eren non era un problema.
Il ragazzo, infatti, aveva imparato da Jean ad aprire le porte usando un semplice cacciavite.
Jean era una sorta di teppistello, frugava sempre nell'aula dei professori alla ricerca delle risposte ai test e per farlo doveva forzare la serratura, così bravo che non la rompeva neanche.
Eren aveva assistito di nascosto una sola volta al suo operato eppure aveva imparato immediatamente.
Con un cacciavite abbastanza sottile iniziò a lavorare col buco della serratura, finché un "clack" confermò l'avvenuta apertura della porta.
Scesi i primi gradini tirò l'interruttore penzolante di una lampadina, che illuminava lievemente il piccolo scantinato.
Al suo interno c'era un tavolo, con varie cose gettate a ridosso e senza ordine sulla superficie legnosa.
Eren fece scivolare ovunque lo sguardo, poi decise di mettersi a cercare a dovere.
Non sapeva cosa esattamente, ma le sue mani stavano già trafficando tra i vari fogli della scrivania, trovando infine una lettera nel cassetto della stessa.
La busta era già aperta.
Uscì il foglio, non facendosi scrupoli nel cominciare a leggerne il contenuto.
La calligrafia era delicata, elegante... Femminile.
Sì, non poteva appartenere alla calligrafia di un uomo, nella maniera più assoluta.
Caro Grisha,
come stai? Ti scrivo per dirti che mi manchi.
Mi avevi promesso che aaresti tornato qui in Germania un giorno, da me, eppure ti sto ancora aspettando, da ben due anni.
Sai, non avrei voluto dovertelo dire, ma devo.
Tenerti nascosta una cosa del genere mi fa sentire un mostro, più di quel che sono.
Ho avuto un figlio ed è tuo.
Non mi aspetto niente, so che hai una moglie e un figlio e che io sono sempre stata solo un amante per te, ma cosa dico al piccolo? Devo dirgli di te? Ti prego, rispondi almeno a questa lettera.
La tua Dina.
Quelle parole scritte su foglio fecero schiudere le labbra del castano.
Ma stava sognando? Tutto questo poteva veramente essere reale?
Suo padre aveva tradito sua madre con un'altra? E ci aveva anche fatto un figlio?
La rabbia del ragazzo non poté che aumentare.
Strinse in mano la lettera, uscendo e chiudendo la porta dello scantinato.
Dio santo, ma come poteva essere possibile tutto questo!?
Doveva uscire, non voleva stare in quella casa un secondo di più.
Ripose in tasca la lettera con totale noncuranza.
Anche se erano appena le cinque fuori era già buio, ma dopotutto era pieno inverno, la luce durava molto meno del buio.
Girare a Tokyo, in certe vie e al buio, non era minimamente consigliato, non coi Ghoul in giro.
Non aveva intenzione di isolarsi, aveva solo bisogno di camminare, di distrarsi, di ascoltare della musica.
Stava per infilarsi le cuffie alle orecchie quando...
" Eren? "
Il castano si voltò verso la fonte di quella voce.
" Annie? Ti credevo malata... Sono giorni che non vieni a scuola. "
Annie era una sua compagna di classe.
Con lei non aveva molta confidenza, dal momento che la bionda parlava veramente poco con tutti e pareva aver preso anche in antipatia Eren.
Ma allora perché lo aveva fermato?
" Vai da qualche parte? "
" Non proprio... "
Rispose lui, continuando a guardarla.
Non sembrava proprio che stesse male, quindi perché stava facendo tutte quelle assenze?
Beh, non aveva importanza alla fine.
" Senti, lo so che non sono mai stata simpatica con te... ma ti scoccerebbe accompagnarmi a casa? Abito nel quartiere nel quale è stata attaccata quella povera vecchietta da un Ghoul e... ho paura. "
Che palle... Pensò il castano.
Però non poteva rifiutare, se l'avesse fatto avrebbe potuto darle l'impressione che lui stesso avesse paura e non era sua intenzione lasciarle credere nulla del genere.
Ripose il cellulare nella tasca del cappotto, annuendo.
" Ma figurati, andiamo. "
Disse con falsa gentilezza, incamminandosi con la compagna.
Ovviamente era lei a fare strada, il ragazzo non aveva la minima idea di dove abitasse.
" Hai una faccia... Che ti è successo? "
" Niente. "
" Ne sei sicuro? "
" Non sono affari tuoi. "
Rispose secco Eren, incurante del fatto che la bionda potesse offendersi.
Non gli importava di niente e di nessuno in quel momento.
Aveva solo voglia di ascoltare della musica, senza quella avrebbe continuato a pensare alle cose successe e alle cose scoperte e di certo non gli faceva bene.
" Il quartiere è questo. "
Affermò la ragazza, fermandosi improvvisamente.
" Il corpo è stato ritrovato proprio qui. O almeno... quel che ne è rimasto. "
Indicò il punto in cui Eren si era fermato e questo si allontanò con uno scatto.
In effetti il terreno presentava ancora una grossa macchia di sangue, che forse era stato impossibile da levare del tutto.
" Questi maledetti Ghoul... "
Disse lui con odio, stringendo con forza i pugni.
Annie lo studiava a debita distanza, una distanza che decise di accorciare sempre di più.
Le sue braccia avvolsero in un abbraccio Eren, il quale spalancò gli occhi.
Perché lo stava abbracciando? Cosa aveva fatto per meritarselo?
"Grazie per avermi accompagnata."
Disse lei con voce bassa e vellutata, non ricevendo risposta dal ragazzo, il quale non stava neanche ricambiando quella stretta.
" Oh Eren, il tuo odore mi ha sempre fatta impazzire. "
" Il mio... "
Gli occhi di Eren si spalancarono al massimo nel vedere la kagune aprirsi sulla schiena della bionda, la quale diede una lenta e goduta leccata lungo il suo collo.
" Si, il tuo odore, è buonissimo! "
L'urlo del giovane si propagò disperato quando i denti di Annie affondarono nella propria spalla.
Lei si staccò, leccandosi il sangue dalle labbra.
" Oh sì, sei... squisito... sapevo che lo fossi! "
Lo lanciò contro un muro e all'impatto Eren sputò del sangue.
Ma perchè? Non faceva che chiedersi perché, eppure non trovava una risposta.
Prima Mikasa, ora Annie.
Si tenne la spalla sanguinante, fissando la bionda avvicinarsi lentamente a lui, con un sorriso sadico e pazzo ben marcato sulle labbra tinte del cremisi del proprio sangue.
" Siamo compagni di classe... Perché mi stai facendo questo!? "
" Perché? "
La ragazza esplose a ridere di gusto, alzando la testa al cielo.
Una risata deviata, che ebbe il potere di incutere in Eren un certo timore.
" Smettila... "
Mormorò, ma lei continuava a ridere.
Rideva, rideva, pareva non voler mai smettere.
" CHIUDI QUELLA CAZZO DI FOGNA, LURIDA STRON- "
La kagune della bionda scattò, trafiggendo il fianco di Eren.
Rigurgitò dell'altro sangue, gli occhi spalancati nel dolore più puro.
" Sta' zitto. Odio sentirti urlare, sei fastidioso. "
Adesso era improvvisamente tornata seria, gelida come la morte.
Eren si premette il fianco con una mano, cercando di arrestare il sangue che usciva in abbondanza.
Stava morendo? Sì, stava morendo, se lo sentiva.
Si accasciò per terra, ma non chiuse un istante gli occhi.
" Non hai visto il morso sulla sua spqlla? Il moccioso è una mia preda, ha il mio marchio. "
Nel sentire quella nuova voce, Annie si voltò, notanto un suo simile dai capelli corvini scrutarla apatico.
Aveva la kagune aperta sulla schiena, la sclera nera e le iridi rosse.
Quella kagune era unica, una leggenda, come colui che la possedeva.
Malgrado la consapevolezza della potenza di quel Ghoul, la bionda non pareva essere intenzionata ad abbandonare l'idea di divorare Eren.
" Si che ho visto il segno, ma tenerti solo per te una simile prelibatezza è da egoisti.
Ce lo possiamo dividere, così evitiamo di... "
Non riuscì a concludere la frase poiché un tentacolo luminescente di Levi iniziò a perforarla in diversi punti del corpo, così velocemente che per lei evitare quei colpi era impossibile.
Non la uccise, ma la ridusse talmente male che perse i sensi sul posto.
Aveva fatto in fretta, lui odiava perdere tempo.
Eren invece era ancora cosciente, gravemente ferito ma cosciente e aveva visto ogni cosa.
Protese disperato una mano verso Levi, macchiata di sangue.
Aveva il mento rigato di rosso, mentre sotto il suo fianco si stava già creando una piccola pozza scarlatta.
" A-aiutami... "
Lo supplicò.
Eren era giovane, troppo giovane.
Impulsivo, pieno d'odio, ma oltre a questo era anche un ragazzo che aveva visto la madre, a soli sei anni, venire divorata, impossibilitato a muovere anche solo un dito per salvarla.
Davanti a quella richiesta il corvino si diresse da lui, calandosi sulle ginocchia.
Emanava davvero un odore squisito, che stuzzicava pericolosamente il mostro in lui.
Si abbassò, leccandogli il sangue dal mento senza quasi rendersene conto.
Aveva fame e per un istante il controllo andò a farsi benedire.
Spalancò la bocca, avvicinandosi alla spalla già morsa in precedenza da Annie.
" Non voglio fare la stessa fine di mia madre... "
A quelle parole pregne di paura e dolore, Levi recuperò sorprendentemente ogni briciolo di controllo.
Chiuse la bocca e senza dire una parola prese Eren in braccio, il quale nel frattempo aveva perso i sensi.
Era leggero, pareva pesare nulla contro di lui.
" Tch, moccioso. "
Mormorò il corvino, ma i suoi occhi si posarono sul viso dormiente di Eren.
Gli occhi di Levi tornarono al loro colore naturale, di quel grigio tenebroso che in quel momento luccicò alla luce artificiale dei pali.
Il suo sguardo si addolcì lievemente, togliendo il rivolo di sangue dal mento di Eren col pollice.
Alla fine era solo un ragazzo tremendamente spaventato.
" Sei mio, non permetterò che tu muoia a causa di altri. "
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spazio autrice
Tralasciando l'orario, spero che anche questo capitolo possa essere di vostro gradimento!
Mi scuso immediatamente per i ritardi nel pubblicare i capitoli, ma ho sempre impegni del cappero che mi rubano il tempo e le energie.
Per questo capitolo mi sono impegnata parecchio e ho cercato di rendere al meglio i personaggi e le emozioni di Eren.
Mi raccomando, lasciate tante stelline e tanti commenti.
Al prossimo capitolo ❤
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