Paųɾa
Non aveva più niente per cui continuare a vivere, non aveva nessun'altra aspirazione. Ormai, l'ossessione di Eren era quella di vendicarsi di Levi per averlo trattato tanto male, per averlo umiliato e averlo privato del padre.
Suo fratello Zeke non lo aveva costretto. "Ci vuole un ghoul per uccidere i ghoul" e gli aveva, subito dopo, mostrato una boccetta contenente un liquido. L'uomo non aveva avuto bisogno di proseguire il suo discorso, Eren aveva già compreso tutto e aveva accettato. Un "sì" urlato con decisione.
Odiava i ghoul, certo, ma diventando uno di loro avrebbe avuto la forza sufficiente per ucciderli, per /ucciderlo/.
In quel pavimento, scosso dagli spasmi, gli occhi dalla sclera nera e dalle iridi rosse, Eren fissava con un sorriso orribile Levi.
Era nel pieno processo della trasformazione, ma quel sorriso inquietante voleva dire una sola cosa, che fece correre un brivido alla schiena del corvino, che indietreggiò di un passo.
Il corpo di Erwin, abbandonato sul pavimento, doveva già essere diventato gelido e turgido e Levi a stento tratteneva il suo dolore per quella perdita significativa.
Zeke era ancora lì, a far da guardia ad Eren, temendo probabilmente che il corvino lo uccidesse prima che potesse completare il suo processo di trasformazione. Dopotutto, l'ex ghoul, lo sapeva bene: Eren lo avrebbe fatto a pezzi. Lo avrebbe ucciso lentamente.
Un ultimo sguardo lo rivolse ad Erwin sul pavimento e il ricordo di un bambino sorridente dai capelli biondi, con un buffo cappellino viola e due luminosi occhi azzurri, che correva nella sua direzione a braccia aperte, gli colpì la mente.
Aveva perso il suo migliore amico, per sempre, come Eren aveva perso il padre e con lui la sua umanità.
Lo odiava a tal punto da aver voluto diventare un mostro pur di fargliela pagare?
Fece retrofront e scappò via da lì, ma non era più veloce come un tempo. La corsa, adesso, gli bruciava i muscoli e gli strappava respiri affannosi.
Era umano, ancora non riusciva a crederci. Più di una volta si era pizzicato le guance nella speranza che stesse sognando, ma non c'era realtà più vera di quella.
E si sentiva così simile al ragazzo che aveva perseguitato adesso, mentre correva fra le viuzze della città, terrorizzato dal suo stesso odore che avrebbe potuto attirare ghoul per mangiarlo.
Era odiato da ogni singolo ghoul, se si fosse sparsa la voce sulla sua condizione, beh, inutile dire che sarebbe morto. Ma sapeva che tanto, ormai, era morto in ogni caso. Eren sapeva che lo era, sapeva che poteva ucciderlo, cibarsi di lui.
Levi lo aveva sempre e solo minacciato, ma mai si era azzardato a mangiarlo sul serio, la ragione? A lui stesso era, attualmente, ancora ignota.
Entrò frettolosamente nella propria abitazione, lì chiuse la porta a chiave, mise un mobile davanti alla stessa e corse a rifugiarsi all'interno della stanza più nascosta.
Il cuore gli martellava in petto, l'attuale situazione lo destabilizzava, quasi lo stava facendo impazzire.
Erwin era morto davanti ai suoi occhi, lui si era trasformato nella fottutissima preda ed Eren nel predatore che presto sarebbe venuto a cercarlo per pareggiare i conti.
Maledizione, avrebbe dovuto uccidere quel moccioso quando ne aveva avuto la possibilità! Eppure mai era riuscito a farlo. Mai, guardando quei suoi enormi occhi verdi, infuocati dalle fiamme della determinazione, era riuscito a strappargli la vita.
Era stato stupido, solo ora lo riconosceva.
« Merda... »
Biascicò, stringendo così forte i pugni da conficcarsi le unghie nei palmi delle mani.
« Merda! »
Urlò, iniziando a tirare pugni e calci a destra e a manca, distruggendo la qualsiasi.
Stava per colpire la foto di sé e di Erwin da bambini, ma si fermò in tempo.
Quella foto che lo raffigurava sorridente, con un sorriso ampio... Ma era davvero lui? Quel bambino che stava sorridendo felice, era veramente lui?
Prese la foto custodita all'interno di una cornice in legno, lasciandosi cadere seduto sul pavimento, premendo la schiena alla parete.
Osservò attentamente l'immagine, quei due bambini sorridenti... Una lacrima bagnò il vetro della cornice, mentre andava a stringersela al petto.
« Mi dispiace... »
Ed ora che era umano i sentimenti che provava erano decisamente più amplificati, naturali.
Ora che era umano l'emotività viaggiava nel suo essere. Ora che era umano, forse il vero Levi sarebbe uscito finalmente fuori.
« Ho promesso di proteggerti, ma sei morto. Sono solo adesso. »
E aveva paura. Cristo, per la prima volta ne aveva sul serio.
Era terrorizzato dall'idea di essere divorato vivo. Eppure iniziava a farsi strada in lui la consapevolezza che non aveva nemmeno il diritto di sentirsi così, dal momento che lui stesso aveva inflitto uno scempio del genere alla gran parte delle sue vittime.
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Ormai da una buona mezz'ora stava osservando il cadavere del suo preside riverso al suolo.
Solo poche ore prima, l'uomo, era giunto fino a casa sua per dargli il suo sostegno ed ora... Ora era morto.
Sentiva l'odore del suo sangue, il suo odore in generale e non si stupì più di tanto quando comprese che gli piaceva, eppure non lo morse. Suo fratello stava insistendo, ma Eren non avrebbe mai martoriato ulteriormente il corpo di quel pover'uomo, meritava di essere seppellito tutto intero, nella maniera più assoluta.
« Ti insegnerò io a controllarti, a mostrarti come si mangia, a vivere da ghoul. Puoi fidarti di me, little brother. »
Ma Eren ignorò quelle parole, così come ignorò il suo occhiolino complice.
Cos'è, credeva che da quel momento fossero "pappa e ciccia"? Che fossero i due inseparabili fratelli Jaeger? Povero illuso. Anche lui era un ghoul e solo per questo aveva tutto il suo disprezzo.
« Dov'è Levi? »
Domandò il ragazzo qualche istante dopo, il tono gelido, lo sguardo altrettanto.
Stava scandagliando ogni centimetro di quel posto, ma non vedeva nemmeno l'ombra dell'uomo. Era andato via.
Sorrise maligno al pensiero...
Fai bene ad aver paura di me.
Pensò il giovane, tornando a guardare il fratello.
« Non ho nulla da imparare. Lo trovo e lo torturo. Gli staccherò un pezzo di carne al giorno. Lentamente... »
E il pensiero di mangiare un essere umano non lo disgustava neanche. Pensare a Levi, in effetti, gli faceva solo fame.
Si lasciò quel posto alle spalle, fiero della scelta che aveva preso.
Sì, era diventato uno di quei mostri, ma avrebbe usato la sua condizione unicamente per ripulire il mondo da questi ultimi. E Levi sarebbe stato il primo. O meglio, sarebbe stato il primo umano a morire per mano sua.
Ma in fondo non è da considerare poi così umano, fino a qualche minuto fa non lo era affatto.
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I funerali di Erwin si svolsero tre giorni dopo il ritrovamento del suo cadavere nei sotterranei della scuola.
Levi era presente, seduto fra i parenti dell'uomo. Era vestito in nero, portava degli occhiali dalle lenti scure per non ferirsi gli occhi col sole o, forse, non mostrare a nessuno le occhiaie ancor più profonde che gli contornavano gli occhi.
Non aveva espresso parola per l'amico, quant'era importante per il corvino lo sapeva.
Magari non sarebbe dovuto uscire di casa, non con Eren a dargli la caccia, ma al funerale aveva voluto essere presente. Sarebbe rimasto fuori poco tempo, sarebbe rientrato in fretta.
"Ricorda chi sei".
Ormai pensava e ripensava di continuo alle ultime parole di Erwin ed era complicato capire. Cosa doveva ricordare? Lui sapeva chi era... Ne era convinto.
Quando tornò a casa, si spinse verso la camera da letto, dove crollò a peso morto sul materasso.
Era stanco di pensare, di preoccuparsi. Era scarico di energie, forse perché non mangiava da giorni. Non aveva ancora toccato cibo umano, né ne aveva la voglia.
Chiuse gli occhi su quel letto, riaprendoli all'interno di quello che sembrava uno scantinato.
Non gli fu semplice, ma aprì comunque gli occhi e si rese conto di essere legato ad una sedia.
Sulla guancia avvertì qualcosa di caldo, viscido e bagnato toccarlo.
La lingua di qualcuno...
Angolo autrice
Perché le mie storie sono così, o passano mesi dall'ultimo aggiornamento o poche ore 😂
In ogni caso cosa ne pensate? Secondo voi Levi merita tutto questo?
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