Tatto | 𝐿𝑢𝑖
Ero a pochi passi da lei.
L'intenzione era quella di invitarla a uscire, senza tuttavia accennare al fatto che in qualche modo ci fossimo già conosciuti, e soprattutto evitando di accennare alle dinamiche che casualmente o meno si erano svolte tra noi.
Il principio di fondo era sempre quello: schivare accuratamente l'etichetta controproducente del maniaco guardone prima che avesse imparato a conoscermi.
Ero insolitamente nervoso, avevo caldo nonostante la sola t-shirt che indossavo e la gola inaridita come il deserto.
Il che era decisamente uno svantaggio, dal momento che avrei dovuto essere il primo a parlare, e probabilmente avrei dovuto farlo parecchio per riuscire a convincerla.
Scossi la testa per darmi una calmata; non ero uno sciupafemmine collaudato, però tutte le donne con cui ero uscito non si erano mai davvero lamentate, se escludevamo il fatto di essere piantate.
Potevo inoltre vantare una certa dose di fascino, o almeno così mi avevano detto.
Forte di queste considerazioni, iniziai a camminare nella sua direzione con più sicurezza.
Ormai a qualche passo da lei, sentii un campanello di bicicletta alle mie spalle e riuscii a schivarla in tempo.
Nonostante ci avessi provato, non fui però abbastanza veloce da aiutarla a fare lo stesso.
Constatai subito dopo che il mio aiuto fosse fortunatamente l'ultima cosa di cui avrebbe avuto bisogno.
Sorrisi di quel suo spontaneo dare di matto in direzione del bambino, e mi affrettai ad anticiparla nel raccogliere il suo blocco da disegno caduto a terra.
Per la prima volta mi trovai a tu per tu con il suo sguardo.
Non frenai la mia necessità di scrutare apertamente il suo viso; tutto era molto di più di quanto avessi potuto scorgere da lontano.
I suoi occhi erano molto più allungati, le sue orecchie molto più piccole, il suo naso molto più stretto, le sue labbra molto più carnose...
E la sua pelle era decisamente molto più morbida di quanto avessi potuto immaginare.
Avrei voluto che quel contatto durasse molto di più, ma ero sicuro che se avessi tentato di protrarlo nel tempo, l'avrei inevitabilmente allarmata.
Lasciai andare il blocco da disegno, accontentandomi di quel primo accidentale e involontario tocco che coinvolse le nostre dita.
Continuammo a studiarci con lo sguardo per alcuni istanti, incuranti delle gocce di pioggia che avevano incominciato a sfiorarci la pelle del viso.
Quando la sentii accennare quel grazie, compresi di avere poco tempo prima che se ne andasse.
Mi buttai senza paracadute, consapevole che comunque prima o poi avrei raggiunto terra.
In quale condizione non aveva importanza, perché ormai ero troppo oltre per fermarmi.
Lei sorrise, e il mio battito ballerino si diede alla pazza gioia nel mio petto.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro