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IL VENTO DELLA DISCORDIA

Micah avanzava a passo lento intento a formare un sorriso con i muscoli del volto, sapeva che Jarvia era innamorata di lui.

Non aveva mai mostrato un minimo di empatia nei suoi confronti in questi anni, oggi, però, si.

Tuttavia l'amore era inesistente nel felino, la sua era stata solo strategia di guerra.

Usare l'amore del puma per farsi aiutare.

Proprio in quell'istante la cacciatrice, ingannata da un falso tocco e uno sguardo degno di un serpente velenoso, si avvicinava al suo vecchio amico roditore deceduto. 

Prese la pietra, già sporca di sangue per circa un quarto della sua "faccia", e la usò per colpire il volto di chi giaceva lì sul terreno privo, persino, della forza di respirare. 

"Mi dispiace." sussurrò per poi poggiare l'arma poco più in là.

Ankar, nel frattempo, batteva il pugno su una delle  gabbie come se volesse bussare a una porta.

"Ankar!"

Sua madre, che si trovava dall'altro lato del rettangolo detentivo, si affrettò a mettersi davanti al suo amato figlio per poi stringerlo con forza.

"Madre... madre..."

Akhena aprì gli occhi, chiusi per avvertire meglio quel tocco sottatto a lei con crudeltà, e notò che le proprie braccia tiravano il lupo verso la gabbia con tanto di guancia schiacciata su uno dei paletti verticali.

La più matura sorrise e lasciò il canide.

"Sei tornato." disse intenta a toccare la parte del volto che, poco prima, era premuta sul legno.

"A salvare la mia tribù."

"Come li tiriamo fuori?"

Tagan cercava qualcosa simile a una porta, tastava ogni punto con attenzione ma trovava solo liane annodate e molta legna... Tanta legna.

Lo sciacallo strinse la propria arma e strofinò la pietra appuntita su una delle liane, ovviamente tale operazione venne ripetuta dal cane e dal lupo rosso .

Lika e Talia, vista l'assenza di armi, usarono alcune pietre taglienti trovate nei paraggi.

"Dov'è Sophira?"

Ankar continuava il suo lavoro manuale senza guardare con chi parlava, mentre la lupa matura fece un sospiro con il naso.

"Lei... lei..."

"Madre?"

Il canide fuori dalla gabbia fermò le proprie braccia quando vide il genitore in procinto di creare una cascata per tutte le lacrime che minacciava di versare.

"Lei ha scelto di aiutare Micah piuttosto che la sua famiglia." intervenne Lika, intenta a far uscire Liam.

Il gatto fece diversi rumori con le ossa per togliere un po' di fastidio sul corpo dovuto alla posizione scomoda.

Il cacciatore dal pelo rosso fece cadere l'arma e strinse a sé la madre affranta.

Non provava dolore ma solo rabbia, forse perché la sua sorellina, per la seconda volta, aveva scelto di tradirlo.

Micah, non molto lontano da Ankar e gli altri, finalmente finiva di camminare, davanti a lui una gabbia ospitava una cacciatrice.

Enola.

"Cosa vuoi?" chiese fredda senza nemmeno onorarlo con lo sguardo.

"Peccato che tu non voglia parlare... sai, proprio poco fa ho visto Ankar."

Come previsto bastò che udisse quel nome per voltarsi verso il felino.

"I miei occhi vedono il tuo interesse, che cosa sarà? Amore?"

Il cacciatore dovette fare un passo indietro, mentre la mano della volpe cercava, invano, di toccare il collo bianco.

"Questa è rabbia! La vuoi provare?!"

I capelli biondi non si perdevano per i movimenti rapidi del corpo soli grazie al piccolo pezzo di liana che li legava.

"Dopo quello che sentirai non la vorrai usare su di me."

"Parla chiaro!"

Il gatto sorrise.

"Ankar non era solo, un cane camminava al suo fianco e, se devo dire la verità, sembrava molto carina, sembrava molto forte... sembrava in buoni rapporti con lui."

Enola, a poco a poco, lasciaca scivolare la rabbia come gocce di sudore solo per lasciare spazio al dolore, scuoteva la testa in silenzio.

"Dimmi Enola, il tuo cuore chiama ancora Ankar a sè?"

Micah fissò la cacciatrice ancora turbata da quello che aveva appena sentito.

"Lo immaginavo, Enola, quel cane vuole strapparlo dalle tue mani e tenerlo per sè... ma io posso aiutarti..."

La distanza fra i due venne nuovamente ridotta e la mano sinistra del gatto alzò il volto della volpe per avere un contatto visivo.

"... Unisciti a me, sostieni una delle mie lance e potrai avere il cuore di Ankar, tutto per te."

Talia aveva appena liberato suo padre che la strinse forte per poi esaminarle il volto come fosse un dottore durante una visita medica.

"Stai bene?"

"Sì, padre, non mettermi sotto la vergogna davanti a Lika." sussurrò la iena al genitore intento a ridacchiare.

Sotto la vergogna era un modo per dire: "Non mettermi in imbarazzo".

"Fratelli! Sorelle!"

La voce di Micah mise tutti sull'attenti, sopratutto il lupo che strinse la propria arma con rabbia pronto a trapassare il suo corpo con essa.

"Guardate chi è venuto a distruggere la nostra armonia!"

Il gatto si trovava su una pietra per avere una posizione rialzata, brandiva l'arma, stretta nella mano destra, come un innocuo bastone.

"Mettere in queste cose parte della tribù è armonia?! Minacciare di morte Lika e Talia, solo perché si amano, è armonia?!" rispose a tono il lupo intento a camminare in avanti.

"Non hai il diritto di parola dopo quello che hai fatto a Kabal! Jarvia ha visto ogni cosa!"

"Se davvero Jarvia ha visto ogni cosa allora sai cos'è successo!"

"Jarvia!"

Non si presentò solo il puma, ma chiunque stesse con il felino.

Lo sguardo di Ankar cadde su due membri in particolare: Sophira ed Enola.

Potè sentire il suo cuore spezzarsi in quell'istante ma ci mise a poco saldarsi per la rabbia dettata dal respiro pesante prodotto dalle narici.

Sua sorella e colei che diceva di amarlo, entrambe, per due volte, avevano scelto il gatto piuttosto che lui.

"È vero! Ankar ha ucciso Kabal! È stato orribile, ha preso una pietra e ha colpito il suo volto senza pietà! Ricordo solo lui che implorava con le braccia alzate!"

La felina parlava intenta a guardare ovunque: i suoi amici, Micah, i prigionieri, gli alberi, il cielo, la terra... ma non osava guardare il lupo per l'enorme bugia appena detta.

I leader dei due gruppi si fissavano privi di qualunque emozione positiva.

Era il momento di passare alle armi.

CIAO!
Allora che ne pensate?

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