COVO DI SERPENTI
Le mani di Zet strofinavano il pelo rosso di Ankar, mentre tutta la sporcizia attaccata ad esso, presa dal pantano, veniva cancellata dal passaggio dell'acqua.
Poco distante da lui Tagan riceveva lo stesso trattamento da Ember con i capelli zuppi e leggermente davanti al volto.
Il silenzio regnava sovrano disturbato dal fluido puro che rendeva il pelo dei canidi pulito e del colore naturale.
Il lupo finì per primo e si mise in piedi per poi ricevere un pezzo di pelle grande quasi come il torace, lo avvolse attorno i pettorali e poggio i piedi fradici sul suolo.
"Voglio che non lo dimentichi..."
Tagan prese parola.
"... Questo non cambia il mio pensiero su di te." disse riferendosi alla morte di Kuningas e del suo gruppo.
"È tornata." sussurrò il destinatario del messaggio per poi scuotere la testa e allontanarsi insieme al simile con la voglia.
"Ti ha salvato la vita."
Ember passava l'acqua fra i capelli mori del cane con le dita aperte come fossero un pettine.
"Ma ha strappato il respiro a Kuningas, a Turkis... E a tutti gli altri."
Il canide fissò un punto imprecisato, mentre la coniglietta sfregava le mani sulla schiena vicina a finire la pulizia.
"Ha ucciso tredici dei nostri cacciatori e ora è qui..." sospirò, mentre fissava l'acqua sempre più nera come il proprio umore.
"... a cacciare con noi, a dormire con noi, a mangiare con noi."
"Anche ad aiutare." aggiunse Ember per poi allontanarsi e prendere un piccolo pezzo di pelle per asciugarsi le mani.
"Ember, che fai?"
Il cane si alzò.
"Puoi lavarti da sola, la Dea Giungla ti ha dato due braccia oltre a poco cuore."
"Aspetta!"
Il canide uscì dal contenitore d'acqua fatto con pietre, assai simile a un pozzo, e avanzò incurante del corpo nudo.
"Poco cuore?" chiese per avere conferma sul significato.
"Ankar avrà anche ucciso Kuningas e tutti gli altri, ma son pronta a giurare sul Dio Sole che non hai nemmeno provato a pensare a tutti gli innocenti uccisi sull'altare."
La questione fu dura per Tagan sopratutto perché non poteva dare torto all'amica in un raro stato di rabbia.
Fu costretta a restare in silenzio e, quindi, a confermare l'ipotesi della coniglietta.
"Anche lui stava per essere sacrificato da un leone senz'anima, come chiunque lo seguisse, ma tu pensi solo a puntargli la lancia contro e..."
Si bloccò presa da una tremenda decisione.
"Continua." incitò il cane senza perdere il contatto visivo.
"Io penso che lanci la tua rabbia su di lui."
Le due stettero in un perfido silenzio pesante quanto un macigno sulle teste, ma più duro su quella di Tagan, infine Ember si voltò e lasciò la stanza.
L'altra, invece, non si curava del leggero freddo avvertito dal corpo nudo e zuppo ma poteva sentire molto bene la delusione che affogava nel cuore da anni e che, in momenti come questo, colmava il suo animo di dubbi e incertezze.
Ankar e Zet camminavano in mezzo al villaggio intenti a conversare.
"Li hanno catturati entrambi, bene."
Il lupo rosso aveva appena appreso che la caccia dei tapiri era finita in modo fruttuoso.
"Ember sembra che si sia ripresa."
"Quando le sue orecchie hanno sentito che avrebbe cacciato ancora si è misteriosamente buttata dalle mie braccia piena di forza... Comincio a pensare che mi abbia usato come un tapiro da cavalcare."
I due risero, almeno fin quando le orecchie di Ankar si alzarono.
Passi impegnati in una corsa; assai veloci ma controllati per fermarsi in breve tempo; un leggero verso di sforzo come se si lanciasse qualcosa.
Afferrò il simile ed entrambi finirono a terra con la schiena poggiata sul terreno e una lancia incastrata nella parete proprio dove poco prima camminavano senza pensieri negativi.
Un individuo sbucò improvvisamente fuori dal lato dei loro occhi con una mazza, non potevano riconoscerlo per un abito di foglie legato con delle liane per tenerle insieme.
Provò subito ad attaccare il lupo rosso, ma l'arma colpì il terreno cosa che fece anche il proprietario quando il suo piede venne afferrato e tirato.
Zet iniziò a scalciare quando un altro individuo, vestito come l'altro, lo afferrò da sotto le ascelle e iniziò a trascinarlo.
Tuttavia Ankar si fiondò su di lui e poggiò con forza la fronte sul volto con forza facendolo cadere con le mani sul punto colpito.
"Ankar!"
L'avvertimento di Zet bloccò l'attacco della mazza, le mani rosse stringevano i polsi coperti di verde.
"Ankar!" urlò di nuovo il lupo prevalentemente nero per poi lanciarsi sul simile e sullo sconosciuto.
Una freccia ripeté l'azione della lancia e mancò di poco il bersaglio, i tre erano finiti sul terreno, mentre l'arciere preparava un secondo dardo.
Di scatto il lupo rosso afferrò l'assalitore stretto nelle braccia e lo mise sopra di sé come scudo per lui e il simile sotto attacco.
L'individuo sul tetto poco più là fu costretto a rinunciare e preferì dileguarsi.
Quando Ankar lo notò usò la gamba destra per scacciare l'assalitore e corse a prendere la lancia nel muro, quello con la mazza era proprio alle sue spalle pronto a colpire ma avvertì un dolore al collo.
La punta dell'arma era entrata in esso e il sangue iniziò a sporcare le verdi foglie della giungla.
Il lupo voltò lo sguardo verso quello mandato a terra precedentemente, scappava e si voltava costantemente per evitare di essere seguito con una macchia scarlatta che partiva dal centro del volto.
Probabilmente la testa gli aveva rotto il naso.
Lo sguardo tornò sul morto leggermente piegato per la vita ormai persa nei muscoli, ma ancora legato all'arma e, quindi, sospeso per via di essa.
Il canide si mise in ginocchio e con la mani destra strappò liane e foglie dal viso fino a scoprirlo.
Un lupo.
Gli occhi erano spalancati e fissavano il simile.
"Gopta." sussurrò Zet.
Era visibilmente scioccato soprattutto per qualcosa che doveva ancora dire.
"Lui e Lynx erano amici sin dall'alba delle loro vite."
La frase giunse subito al cervello del lupo rosso e la soluzione tardò ad arrivare.
"Parenti e amici di quelli che ho ucciso nella giungla mi vogliono morto."
CIAO!
Che ne pensate?
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