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CICATRICI

Apis poggiava acqua sulla ferita mentre i piedi rossi del lupo lasciavano orme sul suolo umido.

Il bastone spezzato, ora con l'aspetto di due piccole lance, era stretto nelle mani forti.

Si fermò a metà percorso, quando la vespa alzò lo sguardo verso la sponda opposta del fiume.

"Sei qui per me?" chiese mentre si alzava per poi voltarsi fino a fissare il canide.

"Sì."

Ankar strinse ancor di più le sue armi e iniziò a muoversi sul lato lentamente, la sua imminente avversaria fece lo stesso per poi sorridere.

"Vuoi sapere come sono nati questi?"

Indicò i vari tagli sul corpo ormai diventati cicatrici per il passare del tempo.

Il suo sorriso suggeriva una spiegazione spirituale.

"Sono per ogni vittima con il dono della parola che non sono riuscita a spedire dal Dio Morte."

Gli occhi del cacciatore dal pelo rosso fissarono il taglio fresco e non ci mise molto a capire che lo rappresentava.

"Quindi non sei molto abile nella caccia... se ti fai sfuggire così tante prede." rispose a tono.

La conversazione iniziava come una discussione infantile fra due bambini alle elementari.

Nel frattempo i due continuavano a girare sul terreno e le tracce dei piedi, mischiate fra loro, lasciavano un cerchio deforme.

"Davvero? Non ti ho detto che ogni preda scampata è poi caduta sotto le mie armi... uccisa dalle mie mani."

Mostrò la lancia per poi dividerla in due con una ginocchiata.

"Adesso è il tuo turno."

Ci fu un ultimo scambio di sguardi e poi uno scatto da parte di entrambi.

Apis provò ad affondare la parte con la pietra, ma il lupo la deviò con un pezzo del bastone per poi urtare l'altra metà con la sua.

La vespa piantò una ginocchiata sul fianco rosso ma venne spinta al suolo, Ankar provò a trafiggerla ma l'arma trapassò il terreno come uno stuzzicadenti faceva con un sandwich.

Si abbassò per evitare il pezzo di legno, che passò proprio sopra i capelli neri, e fece cadere nuovamente l'insetto con uno sgambetto forzato da parte delle sue armi.

Apis reagì velocemente e si scagliò contro il cacciatore.

Fu un secondo pieno di azione.

La parte con la pietra venne bloccata dalla mano rossa appena liberata dal pezzo di legno mentre l'altro arto cercava di scagliare un colpo che, però, venne bloccato dalla femmina con il palmo stretto sul pezzo di ramo dopo aver lanciato a terra la sua parte di bastone.

I due si fissarono in un modo che sarebbe stato definito "in cagnesco", il lupo ebbe la meglio visto il suo fisico sviluppato per il ruolo avuto nelle diverse battute di caccia.

Riuscì a spingere la sua arma e ferì lo zigomo giallo della vespa che arretrò mentre entrambi perdevano la presa.

Il canide provò a caricare ma dovette arretrare con un balzo per evitare che il pezzo di pietra freddo tagliasse la sua gola. 

Apis avanzò intenta a falciare l'aria mentre il cacciatore che la fissava si spostava in base alla direzione dei colpi. 

I suoi talloni sentirono la riva mentre l'acqua li bagnava.

L'insetto caricò come un toro infericito e il lupo parò il fendente di pietra, tuttavia un colpo di palmo dato dall'invertebrato fece letteralmente saltare il pezzo di legno nelle sue mani.

Ora Ankar era disarmato e la sua avversaria sorrideva come un bambino che pregustava un imminente pezzo di torta al cioccolato.

"Sarai anche tu una cicatrice."

Provò con un doppio affondo, ma il lupo le poggiò le mani sulle spalle e si sollevò in aria.

La sua coscia sinistra venne toccata e quindi ferita superficialmente, atterrò alle sue spalle mentre Apis lottava per restare in equilibrio.

Non appena tornò con i piedi saldati al suolo corse verso il bersaglio che, però, la schivò all'ultimo.

Lo scontro iniziava a sembrare una corrida vera e propria.

La vespa cercò nuovamente di colpire il canide ma ricevette un calcio sulla gamba sinistra che la costrinse in ginocchio.

Una ginocchiata la mandò sul terreno, il lupo afferrò il pezzo della lancia mentre quello di ramo restava steso sul suolo.

La cacciatrice si alzò con la bocca sanguinante e notò subito l'assenza delle armi sui suoi palmi.

Corse verso il pezzo di legno a terra ma l'avversario iniziò a roteare su sé stesso mentre le braccia sembravano onde di un mare furioso.

Infine il pezzo di pietra trapassò la spalla sinistra della vespa che cadde con le ginocchia poggiate sul suolo.

I suoi denti erano serrati e come una fitta nebbia non mostravano cosa c'era dopo di essi.

Venne sdraiata con una spinta e si ritrovò un piede sul collo premuto con tenacia mentre l'arma le veniva estratta dalla carne con un colpo secco.

L'arto sulla gola le impedì di urlare ad alta voce.

I suoi capelli corvini vennero mossi dalla mano rossa che, dopo pochi tentativi, estrasse il laccio con sopra un dente di coccodrillo estratto sicuramente dall'animale ucciso.

Il cuoio capelluto si sciolse e il lupo fissò intensamente la femmina, assomigliava molto a Sophira quando non teneva i capelli legati salvo qualche particolare.

Il momento dei ricordi finì in fretta e la vespa venne trascinata fino alla riva dove potè osservare il suo riflesso nel fiume.

Poco dopo lo toccò con il volto immerso mentre osservava il fondo sabbioso con una mano rossa sulla nuca.

Il corpo sembrava contorcersi per la mancanza d'aria e diverse bolle erano mostrate in superficie intorno ai capelli galleggianti.

Quando i movimenti fisici sembrarono deboli, il canide si alzò e poggiò il piede sulla nuca fino a quando le bolle cessarono.

La vespa smise di muoversi e rimase con gli occhi spalancati a osservare la sabbia bagnata con un corpo ormai senza vita.

Ankar si allontanò con il laccio stretto nella mano destra incurante che un coccodrillo nuotava verso il cadavere per farlo a pezzi.

CIAU!
Allora che ne pensate di questa lotta?


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