LE DUE VIE DEL DESTINO
Quando ero un ragazzino di quindici anni pensai di aver messo il vestito più stretto del mondo, ma paragonato a questo vestito non era nulla. Mi sentivo un pinguino oltre che una sardina inscatolata, era orribile.
-Ma come stiamo bene. Ghihi!-
Mi prese in giro Gajeel, schivando con facilità il mio calcio troppo goffo per colpa dei pantaloni stretti. Neanche era iniziata del tutto la giornata che già volevo che fosse finita. Il sarto mi bloccò per finire di lisciarmi il vestito, così Gray iniziò a ridere con Gajeel, approfittando di quella occasione.
-Vorrei vedere voi al mio posto!-
-Signorino, non si agiti-
Sbuffai tra le risate snervanti dei miei amici.
-Almeno io so muovermi meglio di te dentro a un abito così elegante-
Disse Gray, facendomi alzare un sopracciglio.
-Certo, tu dopo dieci minuti qui dentro te lo toglieresti-
-Esageri, fai due minuti-
Sghignazzò Gajeel.
-Mi sorprende che solo ora non si sia già tolto i vestiti-
Continuò il corvino facendomi ridere davanti alla faccia oltraggiata di Gray.
-Se voglio posso contenermi!-
-Sul serio, Gray, ho chiesto a Erza di tenerti d'occhio nel caso iniziassi a fare strane mosse da pervertito-
Lo avvisai, facendolo impallidire alla notizia. Sapeva che i modi rudi della rossa lo avrebbero tormentato per tutta la giornata e conosceva i suoi limiti di trattenere addosso i vestiti. Mi sarei divertito molto a vederli, forse sarebbe stata l'unica cosa bella di quella giornata.
Finalmente fui libero da sarti o altri estranei soffocanti e dopo una manciata di minuti arrivò anche mio fratello. Finalmente avevo tutti i miei testimoni presenti.
-Vi si sentiva fino in camera mia-
-Anche il tuo vestito fa schifo quanto il mio?-
Gli domandai. Zeref sbuffò e si guardò allo specchio, allargando di poco le braccia.
-Vi dico solo che questo è il minimo dei movimenti che posso fare-
Gajeel e Gray iniziarono a ridere tenendosi le mani alla pancia, ricevendo un'occhiataccia da parte di mio fratello.
-Ridete poco, soprattutto tu-
E indicò con l'indice Gray, che smise di ridere dando spazio a una smorfia sul suo volto allegro.
-Non ci voglio pensare. Prevedo già una giornata di merda-
-Siamo in due-
Gli diedi corda, poi mi avvicinai alla porta e uscì, fermandomi sul corridoio con il panico. Oltre al fatto di non volermi sposare, avevo paura di fare una mossa sbagliata. Magari di sbagliare le parole da dire durante la cerimonia, di cadere come un idiota davanti a tutti o chissà quale altra cosa! Feci un respiro profondo, lasciando gli occhi chiusi. Una mano si posò sulla mia spalla, trovandomi Erza.
-Hey, damigella della sposa-
-Sei pallido-
Ignorò il mio saluto con espressione seria, lasciandomi senza troppe parole. Erza mi prese da parte, dicendo ai ragazzi di aspettarci all'ingresso della chiesa.
-Andrà tutto bene, Natsu-
-No che non andrà bene. Sono pieno di ansie e paure e... non voglio sposarla. Non la amo, Erza. Le voglio bene, ma come amica. Come posso solo immaginarmi di baciarla? E tanto meno di viverci o fare... dei figli-
La nausea mi fece fare una smorfia. Perché doveva toccare a me? Oddio, non avrei mai voluto vedere Zeref al posto mio, ma perché proprio questa usanza del cavolo?
Erza mi prese il volto tra le mani, obbligandomi a guardarla in quelle iridi castano chiaro.
-Respira con me-
E fece un lungo respiro. La imitai e quando inspirò lo feci anche io. Lo facemmo per cinque volte, poi mi fece sedere a terra con la schiena appoggiata al muro, ovviamente nei limiti che potevo vista la scomodità dell'abito.
-Meglio?-
Mi domandò con un tono pacato. Io annuì e per qualche secondo restò in silenzio.
-Ora ti sembrerà spaventoso, com'è giusto che sia. Ti sembrerà di essere a un passo dal rovinarti per sempre la vita. Forse è così, chi può dirlo-
Proprio quando stavo per ribattere che le sue parole non mi stavano aiutando, Erza aggiunse: - Ma se non fosse così? Se in un futuro non lontano ti renderai conto di aver sposato la persona della tua vita?-
Erano le stesse parole che mi ero ripetuto il giorno scorso, ma dette da qualcun altro facevano tutt'altro effetto.
-Purtroppo non possiamo cambiare ciò che il nostro destino, e se lui vuole che ti debba sposare con una bella ragazza come Lisanna e diventi capo di una società commerciale... allora abbraccialo e rendilo positivo. E' vero, non ami Lisanna, ma quella donna sarà la tua più fidata alleata nella vita, colei che cucinerà i tuoi pasti e che ti darà il benvenuto a casa con quel suo dolce sorriso dopo una stressante giornata di lavoro. Guarda sempre il lato positivo di ciò che ti accade e afferra le opportunità che ti vengono seminate davanti agli occhi. Niente potrà rovinarti la vita-
Era come se mi si fossero aperti gli occhi. Erza aveva ragione, potevo non amarla Lisanna in quel momento, ma in futuro, di certo, non mi sarei sentito male in sua compagnia e avrei trovato caloroso ogni suo sorriso.
Feci un lieve sorriso e guardai la mia unica migliore amica femmina.
-Grazie Erza, davvero-
Lei sorrise e mi aiutò ad alzarmi.
Sentimmo qualcuno correre lungo il corridoio e una voce esclamare che stava arrivando. Mi girai e vidi mia madre tutta agitata con una ciocca di capelli mori fuori posto.
-La parrucchiera ci ha messo più tempo del previsto, e...-
Mia madre si fermò a guardarmi e delle lacrime trattenute andarono a luccicare i suoi occhi verdi smeraldo.
-Sei bellissimo, tesoro-
Accennai un sorriso e accettai il suo abbraccio, stringendola in un abbraccio.
-Anche tu sei bellissima, mamma-
Lei rise, commossa, poi si voltò verso Erza e le prese la mano.
-Trovo che questo vestito rosa ti stia d'incanto, Erza-
-Dice? Non mi trovo molto bene-
Avrei voluto fare una battuta, ma decisi di tenermela per il pranzo.
Mia madre ci prese entrambi sotto braccio e andammo verso i ragazzi, dove ci lasciò e mi diede un bacio sulla fronte, prendendomi il viso con le mani a coppa.
-Ti giuro che avrei voluto esaudire i tuoi desideri, tesoro-
-Mamma...-
-Lasciami parlare-
Chiusi la bocca, sospirando.
-Vederti sempre afflitto per le nostre scelte e per l'usanza della nostra famiglia mi addolorava. Io spero con tutto il cuore che Lisanna possa essere davvero alla tua altezza, un girono-
Le feci un sorriso rassicurante e la abbracciai per la seconda volta in quella giornata. Zeref sorrise e mi fece un cenno di approvazione. Non aveva mai preteso chissà quale tregua con mio padre, ma aveva sempre sempre che il rapporto con mia madre restasse saldo e sereno nonostante tutto il dolore che avevo provato e che stavo provando.
-Stai tranquilla mamma, lo sarà di certo-
Lei annuì e si lasciò sfuggire una lacrima, asciugandosela subito. Poi guardò i ragazzi uno per uno e pretese un abbraccio da tutti.
-Grazie per essere sempre stati con mio figlio. Promettetemi che non vi separerete mai-
-E' una promessa-
La rassicurò Erza e tutti annuirono, sorridendo, mentre io mi sentivo un po' in imbarazzo.
L'ora delle nozze arrivòe io ero davanti al prete che aspettavo la mia sposa. Dietro di me c'eranoZeref, Gajeel e Gray che avevano avanti a loro le damigelle di Lisanna, ovveroErza, Mirajanee e una ragazza che non conoscevo. Se non ricordo male Erza mi avevadetto che si chiamasse Laki, ma non vantavo di una grande memoria quando sitrattava di nomi.
Mio padre sedeva alle prime file di sinistra, senza smettere di guardarmi conquell'aria da compiaciuto che tanto mi faceva incazzare. Le note dolci del violinomi distolsero dai miei pensieri, facendomi voltare verso l'entrata dellachiesa, dove tutti stavano guardando. Lisanna, col suo vestito bianco e il visocoperto da un velo trasparente, stava a braccetto col padre mentre con una manoteneva al petto un bouquet di rose bianche e rosse. Più si avvicinava e più imormorii degli invitati si faceva sempre più insistente. C'era chi invidiava lasua bellezza e chi la ammirava. Le bambine aspiravano a essere come lei, losentivo molto bene visto che stavano in prima fila per godersi il matrimonio esognare di essere lì in un giorno ancora lontano, con il loro principe azzurroa prometterle amore eterno.
Finalmente Lisanna era davanti a me. Porsi la mano verso suo padre e lui miposò quella di sua figlia, allontanandosi poi verso la fila a cui lui e gliinvitati della famiglia Strauss sedevano. Mi voltai versi Lisanna e le sollevaiil velo sopra la sua testa. Era bellissima.
Per un momento pensai di essere arrossito davanti a quegli occhi azzurri einnocenti che emanavano adorazione verso di me, il suo presto marito. Unfievole sorriso mi apparse sulle labbra e lei ricambiò, poi appena il prete parlògli dedicammo tutte le attenzioni.
All'inizio lo stavo davvero ascoltando, poi iniziai a distrarmi. Mi guardaiattorno, lanciando un'occhiata verso i miei amici e Zeref che mi lanciarono aloro volta un'occhiata, dandomi supporto con un cenno del capo. Serio, mivoltai verso le damigelle di Lisanna. Laki era troppo presa ad ascoltare ilprete, invece Mirajanee si accorse e mi fece uno dei suoi sorrisi dolci. Comeincontrai gli occhi di Erza mi vennero in mente le sue parole: - Afferra le opportunità che ti vengonoseminate davanti agli occhi-
Distolsi lo sguardo dal suo e guardai davanti a me, ma era come se fossisolo. Non stavo sentendo il prete, nemmeno la presenza di Lisanna o di tuttigli altri. Ero completamente solo con i miei pensieri, che andarono a raffiorarei ricordi della sera scorsa.
Lucy...
- Non ricordo nulla di quando ero come tese non la voce di una donna. Mi disse che per niente al mondo avrei dovutoperdere le speranze e di attendere la persona che avrebbe avuto le capacità diaiutarmi a riprendermi ciò che è mio, partendo dalla libertà-
Quella persona ero io.
-Purtroppo non possiamo cambiare ciò cheil nostro destino-
E invece ti sbagli. Erza. Pensai, a un passo dal sovrastare le parole delprete con le mie risate. Finalmente lo avevo capito.
Il destino mi aveva guidato letteralmente in quella casa di legno e mi avevamesso davanti a due vie: Mantenere la promessa e aiutare Lucy a riavere il suocorpo e la sua libertà, o sposarmi con Lisanna e sperare che un giorno fossiriuscito ad aiutare quel povero spirito intrappolato tra le mura di una casa inlegno ormai marcio. Ma quale giorno? Cosa stavo facendo? Il destino era statopiuttosto chiaro e non lo avevo capito subito. Lisanna mi chiamò sottovoce e lìmi accorsi di star tremando per l'aver trattenuto le risate.
-Stai bene?-
Mormorò preoccupata.
-E ora i voti-
Disse il prete facendomi distogliere lo sguardo da quello della ragazza.
-Se qualcuno pensa che queste due anime non si debbano unire, che parli ora otaccia per sempre-
Nessuno disse nulla, quindi il prete continuò.
-Natsu Dragneel, davanti al cospetto di dio prometti di onorarla, amarla e rispettarla,di prenderti cura di lei sia in salute che in malattia finché morte non visepari?-
Mi voltai verso i genitori di Lisanna, vedendoli sorridermi e impazienti che iodicessi di Sì. Guardai Elfman, serio in volto che mi faceva un cenno col capoper incoraggiarmi ad andare avanti. Guardai gli invitati, i miei amici cheattendevano una mia risposta e in fine mia madre e mio padre. Lei sembravatriste e felice allo stesso tempo, mentre mio padre stava con le bracciaincrociate al petto che mormorava le parole che avrei dovuto dire. Già, avrei.
-No-
Lisanna si voltò di scatto verso di me mentre i nostri genitori si alzarono perla sorpresa.
-Natsu, cosa...-
Cercò di parlare Lisanna.
Le feci un debole sorriso di scuse e abbassai il capo.
-Il destino ha altri programmi per me, Lisanna. Perdonami-
E mi voltai. Mi sentivo l'adrenalina a mille mentre correvo il più velocemente che potevo verso l'uscita della chiesa, ignorando chiunque avesse cercato di fermarmi.
Dovevo andare da Lucy e portarla subito via da quella casa, subito!
Feci un balzo e saltai tutte e cinque i gradini della chiesa, slittando sulla ghiaia rischiando di cadere. Girai la testa a destra e a sinistra, cercando di ricordarmi dove fosse il giardino delle tre corone.
Destra!
Più avanzavo la mia corsa e più il mio sorriso si allargava. Questo mio gesto avrebbe dato parecchie grande a mio padre, ma cosa mi importava? Mi dispiaceva solo per mia madre, ma sapevo che mi avrebbe perdonato.
Un fuoristrada nero bloccò la mia strada, sterzando proprio davanti a me.
Era l'auto di mio padre. Imprecai ad alta voce, tenendomi pronto ad affrontarlo se ce ne fosse stato bisogno, ma invece che trovarmi quel vecchio uscì Zeref.
-Fratello...-
-Sono qui per conto di nostro padre, Natsu-
Strinsi i pugni e digrignai i denti.
-Zeref, ti prego, lasciami andare-
-Non posso-
Mi sentivo come tradito. Era sempre stato dalla mia parte, perché non anche adesso?
La portiera posteriore si spalancò, facendomi sussultare per l'avermi colto alla sprovvista.
-Idiota, è ovvio che non ti lasciamo andare se non siamo con te-
Mi disse Gajeel con un ghigno sul volto.
Sbattei più volte le palpebre, poi mi voltai verso Zeref trovandolo con un lieve sorriso sulle labbra.
-Cavolo Zeref, dirlo prima?-
-Ma detto così fa più scena da film, no?-
Mi misi a ridere e salì sull'auto. Mi voltai e oltre ad esserci Gajeel c'erano anche Erza e Gray, ovviamente.
-Allora, dove ti sta guidando il destino?-
Mi domandò Zeref facendo ruggire i motori.
-Al giardino delle tre corone-
-Posto insolito. E vada per il giardino, allora-
Zeref mise la quarta e andò a settanta chilometri all'ora su strada da cinquanta.
I ragazzi mi chiesero perché mai avessi rinunciato alle nozze così all'improvviso, ma gli dissi che non ci avrebbero mai creduto se non lo avessero visto non i propri occhi, quindi gli chiesi di aspettare fino a quando non saremmo arrivati in un posto specifico del giardino. Arrivati all'entrata principale, non aspettai neanche che Zeref parcheggiasse che aprì la portiera e mi precipitai fuori. Sinceramente, avevo sempre voluto farlo.
-Cretino, aspettaci!-
Urlò Gray appena fu fuori dalla macchina.
Zeref fece il parcheggio più brutto della storia e uscì anche lui dalla macchina, seguendomi con tutti gli altri.
Essendo ancora in orario di lavoro per gli adulti e scuola per i bambini, non c'era molta gente se non i vecchi che venivano a godersi la tranquillità e la bellezza di quel giardino. Mi bloccai al monumento della regina d'oro e mi guardai attorno per ricordare a grosso modo la via per la casa in legno. La scorsa sera era troppo buio per ricordarmi la strada, quindi dovetti sperare di ricevere Plue o i fuochi fatuo. Nessuno di quelli sembrava voler uscire allo scoperto.
-Cavolo, Natsu! Ma che hai, un peperoncino nel culo?-
Mi chiese Gajeel mentre si reggeva sulle ginocchia per riprendere fiato.
Dei vecchi lo guardarono con disgusto ed Erza tirò una sberla al corvino dietro la nuca.
-Ahia!
-Cerca di essere meno volgare, idiota. Comunque, dove dobbiamo andare?-
Mi domandò la rossa e lì raccontai che cosa mi apparve la sera scorsa mentre ero davanti al monumento.
-Un cane-
Ripeté Gray.
-Sì-
-Col naso a punta-
Continuò, guardandomi come se fossi uscito da chissà quale pianeta.
-Sì, e smettila di guardarmi in quel modo. Potete anche non credermi, ma questa è la cosa meno assurda che mi è capitata di vedere ieri sera-
-Non è che qualcuno ti ha dato da fumare qualcosa di strano?-
Mi domandò Gajeel.
Gli rivolsi un'occhiataccia e feci un gemito esasperato.
-No! Vi dico che ero qui e questa cosa bianca ha iniziato a fare uno strano verso. Tipo "pu pu!"-
-Tipo quello che sta facendo quell'essere che trema dietro di te?-
Mi domandò Zeref con gli occhi spalancati e rivolti alle mie spalle. Tutti si misero a guardare e fecero un verso di sorpresa, compreso io, che sorrisi e gli andai incontro, prendendolo in braccio più felice che mai.
-Plue! Che bello vederti! Ho bisogno della tua guida-
Quello annuì e fece un saluto militare, poi lo posai a terra e iniziò a camminare. Feci cenno ai ragazzi di seguirmi mentre già stavo camminando in quella direzione. Ormai ero vicino, era questioni di minuti.
*Angolo autrice*
Wow, se avessi pubblicato "La scommessa che ti cambia la vita" con questo ritmo l'avrei finita un qualche mese.
Okay giovani castorini, come sempre vi chiedo un parere :D Ogni consiglio per me è oro.
Non sto a rompervi ancora, vi lascio cazzeggiare u.u notte a tutti!
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