LA PROMESSA A UNO SPIRITO
A ogni passo non smettevo mai di pensare a come sarebbe cambiato tutto tra poche ore e a come la mia vita si sarebbe ribaltata. Magari col tempo mi sarei convinto di avere la moglie perfetta e che il mio cuore avrebbe battuto per lei ogni giorno della mia vita. Ci speravo davvero.
Arrivai al centro del giardino dove sorgeva un monumento dedicato alla Regina D'oro, colei che con le sue parole aveva incantato tutti i continenti e aveva dato la pace nei regni a soli quindici anni, diventando la regina del mondo. Una leggenda, ovviamente. Che sia esistita non lo sapeva nessuno, ma c'era chi ci credeva.
Dicevano anche che chi lo desiderava intensamente riusciva a sentire le sue parole come un canto melodioso e ti guidava verso la giusta via.
Mi misi a ridere a quanta stupidità le persone si aggrappavano per darsi false speranze, ma quelle mie speranze si trasformarono in singhiozzi e caddi con le ginocchia sulle mattonelle rosse e bagnate dalla pioggia. Chinai il capo davanti alla statua mentre tutto il dolore che ho tenuto dentro per giorni si riversava sul piccolo praticello intorno al monumento.
-Se sei reale, fammi scappare da questo destino-
Ovviamente non sentì nessun canto melodioso o qualcuno parlarmi, ma solo i miei singhiozzi e il cuore che faceva male.
Un rumore mi fece alzare di scatto la testa. Mi guardai intorno, ma non vidi nulla. Lo sentì una seconda volta più chiaramente, quindi mi alzai e raggirai il monumento, trovando uno strano animale bianco dal naso arancione e appuntito che tremava.
-E tu cosa sei, un cane?-
Mi si avvicinò e mi prese per i pantaloni, tirandomi come se mi stesse chiedendo di seguirlo.
-Dove mi vuoi portare?-
Gli chiesi mentre seguivo quella piccola creatura bianca tra le vie del giardino. Uscimmo dal sentiero cementato e camminammo sull'erba bagnata e per di più senza la luce dei lampioni.
-Cagnetto, non ci sto vedendo nulla. Torniamo indietro-
Poi si fermò e mi indicò di guardare davanti a lui senza smettere di tremare. Feci come mi era stato indicato, ma non vidi nulla. Mi sembrava di star perdendo tempo, anche se non avevo nulla da fare se non crogiolarmi nel mio dolore.
-Non c'è niente. Andiamo verso i lampioni-
Come mi voltai per andarmene, una piccola luce proiettò la mia ombra davanti a me, facendomi girare di scatto. Un piccolo fuocherello azzurro fluttuò davanti ai miei occhi, facendomi rimanere a bocca aperta.
-Com'è possibile?-
Mi domandai estasiato, poi ne apparve un secondo più di stante e ancora un terzo più lontano.
Quelli erano dei fuochi fatuo. Il cane bianco tremolante camminò seguendo la scia dei piccoli fuocherelli azzurri e si fermò per guardarmi.
-D...devo seguirti?-
Girò la testolina rotonda di lato e scosse i fianchi, seguito dal suo versetto che non mi ricordava molto un cane.
Presi un respiro profondo e mi decisi a seguire la via dei fuochi fatuo, che mi portarono a una piccola casa in legno marcio per l'umidità e il tempo. Non mi ero mai accorto di quella abitazione, anzi, dalle condizioni sembrava invivibile. I fuochi fatuo e il piccolo cane si fermarono davanti alla soglia di quella casa, facendomi venire i brividi lungo la schiena.
-Dovrei entrare lì dentro?-
Il cane scosse il capo, come se fosse felice.
Sospirai e mandai tutto al diavolo prima di impugnare il pomello della porta ed entrare in quella casa buia. Ovvio che era buio, ma all'inizio non ci avevo pensato e l'idea di stare da solo lì dentro mi metteva un po' di paura. Fortunatamente i piccoli fuochi fatuo illuminarono un poco l'ambiente da fuori, facendo passare la loro luce azzurra attraverso le finestre.
-Ma dove mi hai portato?-
Chiesi all'animaletto bianco, ma come lo cercai non lo vidi più.
Perfetto! Pensai. Ora sono anche da solo!
-Cane, dove sei?-
Andai a cercarlo passando per una stanza che sembrava una cucina ormai inutilizzabile. Non trovandolo, mi allontanai da lì e andai alla prossima stanza, dall'altro lato della casa. La porta era socchiusa e dall'interno sentì qualcuno mormorare una melodia. Mi sembrava impossibile che lì dentro ci fosse qualcuno, quindi aprì la porta, cercando di non farmi sentire, e vidi una donna dai lunghi capelli di un biondo sbiadito. Era girata di spalle e si stava pettinando i capelli. Le giunture della porta fecero rumore appena tentai di aprirla ancora un po', facendomi sentire dalla donna che si girò di scatto.
-Chi è?-
E la vidi in volto. Era giovane, sembrava una mia coetanea. La pelle era pallida, ma difficile dirlo con la scarsa luminosità nella stanza. I suoi occhi castani mi ricordavano quelli di un cerbiatto se messo insieme al suo viso da bambola di porcellana.
Sbattei più volte le palpebre quando mi resi conto di essermi incantato a guardarla.
-Ecco... scusa, non pensavo ci vivesse qualcuno-
La ragazza si alzò di colpo e mi venne vicino, quasi intimorita.
-Come sei entrato?-
Mi domandò la ragazza.
-La porta era aperta-
-Aperta?-
La ragazza spalancò le palpebre e un fievole sorriso le dipinse il volto.
-Allora... sei tu-
-Io? Di che parli?-
Sentendomi un po' a disagio da quel contatto visivo, distolsi lo sguardo, vagandolo per la piccola stanza fino a incontrare lo specchio dietro la ragazza. Lo guardai attentamente e corrugai la fronte appena mi resi conto che stava proiettando solo me e non lei.
Il cuore sembrava aver smesso di battere e sentì i brividi in tutto il corpo mentre il sudore iniziava a farsi sentire dietri il collo.
-T...tu...-
Indietreggiai, cercando di allontanarmi dalla ragazza che mi guardava allarmata.
-No aspetta! Non spaventarti!-
-Sei un cazzo di fantasma!-
Esclamai, finendo col sedere a terra come beccai un'asse del pavimento rialzata. Col cuore che mi batteva a mille nel petto, andai il più velocemente possibile alla porta per andarmene da quel posto infestato, ignorando la ragazza che mi pregava di restare. Aprì la porta e come fui fuori sentì la ragazza piangere. Non era un pianto moderato, anzi, sembrava disperata.
Una fitta al cuore mi costrinse a fermarmi e girarmi verso quella casa. Era allo stipite della porta con la mano davanti al viso e il corpo scosso dai singhiozzi. Continuava a mormorare di fermarmi e di restare mentre le lacrime le rigavano il viso. Sentì tirarmi i pantaloni e come abbassai lo sguardo ritrovai il piccolo cane bianco tremolante.
Sospirai e feci qualche passo incerto verso quella casa. Era più che ovvio che sia quell'animale che i fuochi fatuo volevano farmi conoscere la giovane fantasma, ma perché? Non mi andava affatto di essere posseduto o chissà quale altra cosa paranormale.
-Sono qui-
Mormorai. La bionda alzò appena la testa e si tolse le mani dal viso, mostrando il viso segnato e gli occhi gonfi.
-N... non hai paura?-
Una risata nervosa prese il sopravvento di me.
-Cavolo, certo che ne ho. Ma...-
Guardare quel viso mi calmò il cuore, facendolo tornare al suo ritmo normale.
-Credo che tu non sia cattiva. Forse ho visto troppi film horror-
La ragazza si asciugò il viso con la manica del suo lungo abito azzurro.
-Cos'è un film horror?-
Inarcai le sopracciglia. Era davvero così vecchia?
-In quale annata sei vissuta?-
-Ecco... non lo so-
-Fantastico, un fantasma con l'amnesia. Non ti ho chiesto come ti chiami, qual è?-
La ragazza si sedette sui gradini in legno e si portò le gambe al petto.
-Lucy. Tu?-
-Natsu-
La vidi fare un lieve sorriso e mi invitò a sedermi vicino a lei. Ero ancora un po' diffidente, ma volli fidarmi e così mi sedetti sul gradino più basso, girandomi per appoggiarmi contro l'asse che sosteneva la tettoia per poterla vedere meglio.
-Allora, Lucy, perché ci tieni tanto che rimanga? Solitudine?-
Lei scosse il capo. Il piccolo cane bianco tremolava mentre saliva le scale per poi fiondarsi tra le braccia di Lucy, che lo prese al volo ridendo.
-Plue! Sei stato tu allora-
-Scusa la domanda, ma cos'è?-
Le domandai e quella lo posò sulle sue gambe, lasciandolo godere delle carezze che gli dava sul capo.
-E' uno spirito delle stelle. Quando mi sento sola c'è sempre lui a farmi compagnia-
-Uno... spirito delle stelle?-
-Sì, e la presenza dei fuochi fatuo intorno a noi mi da solo la conferma alla mia domanda-
Più parlava e più non ci capivo nulla. Che cavolo era uno spirito stellare? E quale domanda?
-Parla la mia lingua. Di che stai parlando?-
La mia faccia confusa la fece ridere, facendomi arrossire le guance. Fortuna che era buio.
-Scusami, hai ragione-
Improvvisamente si fece sera e guardò il piccolo animale bianco, che stava sonnecchiando beato tra le coccole.
-Prima di dirti perché Plue e i fuochi fatuo ti hanno portato qui, devo raccontarti di me. Io non mi ricordo nulla della mia vita passata se non il mio nome. Sono rinchiusa in questa casa da quando ne ho memoria e qualunque cosa io faccia non posso uscire se non sotto questo portico. Sono come incatenata-
Provai una gran pena per lei. L'idea di essere obbligato a dover restare chiuso in casa per tutta la mia vita, senza nessuno, mi avrebbe ucciso di solitudine.
-Però so perché sono legata a questo posto-
-Era casa tua?-
Lucy scosse il capo.
-No, mi ci hanno mandata-
-Non dirmi che ti hanno uccisa qui!-
-Ma no!-
Esclamò corrugando la fronte, poi disse qualcosa che mi mandò in cortocircuito il cervello.
-Io non sono morta-
O ero scemo o mi stava prendendo per il culo. Lo avevo visto molto bene, lo specchio e lei stessa mi ha chiesto se non avessi paura di lei. Come poteva un fantasma pensare di non essere morto?
-Ma che stai dicendo? Sei uno spirito-
-Lo so anche io, ma non sono morta. Non so chi sia stato, ma qualcuno ha fatto una maledizione su di me, staccando l'anima dal mio corpo e chiudendomi qui. Come ti ho detto, non ricordo nulla di quando ero come te se non la voce di una donna-
Curioso sull'argomento, salì fino ad arrivare al suo gradino e mi sedetti sul gradino accanto a lei.
-Mi disse che per niente al mondo avrei dovuto perdere le speranze e di attendere la persona che avrebbe avuto le capacità di aiutarmi a riprendermi ciò che è mio, partendo dalla libertà-
-E tu pensi che quella persona sarei io?-
Un dolce sorriso balenò sul suo viso.
-Sì...-
Ora capivo perché i fuochi fatuo mi avevano guidato lì, ma perché io? Ne avevo davvero le capacità?
Lucy tolse la mano dalla testa di Plue e la allungò verso di me. Senza rendermene conto lo stavo facendo anche io, portando la mia verso la sua, ma senza avere un contatto. La sua mano mi sorpassò, facendomi venire dei brividi in tutto il corpo.
-Sai... non ricordo più cosa si provi a toccare qualcuno-
Altre lacrime andarono a segnarle ancora quelle guance pallide.
-Sentire il calore di un abbraccio... O qualsiasi altro contatto fisico-
Ritrasse la mano e se la toccò.
-Capisco perfettamente se non vorrai aiutarmi. Stiamo sempre parlando di maledizioni e forze oscure, quindi...-
Si asciugò il viso e un clima pesante si creò tra noi.
Aveva bisogno di me più di chiunque altro. Il mio cuore mi diceva di aiutarla, ma la consapevolezza dei miei doveri in quanto ultimo figlio dei Dragneel e promesso sposo alla figlia minore degli Strauss, mi frenavano dal dirle di andarcene subito da lì e iniziare il nostro viaggio.
-Domani mi dovrò sposare...-
Lucy strinse gli occhi e altre lacrime scesero copiose, consapevole di quello che stavo cercando di dirle.
-Capisco... Allora non voglio rovinare la tua vita per una sconosciuta, e per di più fantasma-
-Però, se sarai disposta ad aspettare, verrò qui quando ne avrò la possibilità e ti aiuterò a riavere ciò che è tuo-
-Saresti disposto a questo?-
Le sorrisi e annuì. Mi sembrava che avesse voluto abbracciarmi, lo vedevo da come si tratteneva, ma visto che mi avrebbe solo trapassato si limitò ad abbassare il capo.
-Ti ringrazio con tutto il mio cuore! Beh... con quello nel mio corpo. Oddio, scusa, sto facendo le battute per l'euforia! E' che sono troppo felice, io...-
Scoppiai a ridere, facendole alzare il capo.
-Aspetta a ringraziarmi, fallo quando riavrai il tuo corpo-
Le sue lacrime grate e il sorriso che aveva sul viso mi diedero un senso di serenità che non avevo mai provato. Era qualcosa di nuovo.
Guardai che ore fossero sullo schermo del cellulare e vedendo che era passata oltre un'ora mi decisi ad alzarmi per andarmene.
-Tornerò per farti compagnia, Lucy. Non so quando, ma un buco di tempo riuscirò ad averlo per te-
Sorridendo, si alzò anche lei tenendo tra le braccia Plue, che si stiracchiò e tornò a dormire.
-Attenderò una tua visita con tanta pazienza, Natsu. E auguri per il tuo matrimonio. Che le stelle vi diano la loro benedizione e vi proteggano da ogni sventura-
Anche se non ero felice per quel matrimonio combinato, apprezzai molto quelle parole, riuscendo ad andare via da quella piccola casa di legno con un nuovo umore. Ero felice.
I fuochi fatuo mi guidarono verso il monumento della Regina D'oro, poi sparirono prima che li potessi ringraziare per il loro aiuto. Mi voltai verso la figura imponente della donna dai lunghi capelli ondulati e accennai un sorriso.
-Per caso è stata opera tua?-
Ovviamente non ebbi risposte. Mi sentì un po' stupido, ma lasciai perdere e chiamai Zeref.
Neanche era finito il secondo squillo che subito mi rispose, facendomi capire che era stato tutto il tempo in ansia.
-Natsu, stai bene? Veniamo a prenderti?-
Sì, era decisamente in ansia.
Mi veniva da ridere per come si faceva prendere facilmente dall'ansia, ma lo trovavo bello da parte sua. Voleva solo dirmi che mi voleva bene.
-Sto bene, anche più di quando tu possa immaginare-
Alzai la testa al cielo e il mio lieve sorriso si allargò.
-Senti, chiedi ai ragazzi se gli va di guardare le stelle. Il cielo si è schiarito-
-Oh... okay. Veniamo a prenderti, aspettaci all'entrata del giardino-
Chiusi la chiamata e mi misi a camminare verso il punto di ritrovo. Mi slacciai la giacca di pelle e lasciai passare il vento dentro essa. Feci un respiro profondo e inspirai con lentezza, rilassando i muscoli e i nervi tesi da tutta la giornata. Non dovetti aspettarli per molto, solo un paio di minuti, ma gli dissi di parcheggiare e metterci sdraiati sull'erba appena tagliata.
-Ma è bagnato-
Disse Erza poco convinta, ma poi fece spallucce e fu la prima a stendersi. Sorrisi e la affiancai. Dall'altro lato si mise Zeref e dietro di noi Gajeel e Gray, formando un cerchio. Era perfetto. Io, mio fratello maggiore e i miei tre migliori amici sotto un cielo stellato in primavera.
-Vorrei che ci fossero altre notti come questa, solo noi cinque-
-E ce ne saranno-
Mi rassicurò Erza girando appena la testa per guardarmi.
-Ricorda che solo tu ti sposi, noi possiamo venire da te quando vogliamo. Tranne Gajeel, lui c'è già-
Rise Gray, facendomi riflettere seriamente sulle sue parole.
-Non vuoi una moglie, Gray?-
-Se mai ne dovessi avere una sarà perché un giorno i miei genitori vorranno fare un matrimonio combinato, ma visto che siamo agricoltori non ci sarà pericolo-
Chiamarlo contadino era un eufemismo, visto che sua madre gestiva una fabbrica alimentare dal marchio molto riconosciuto in tutti gli stati.
Io invece avrei preferito arare la terra e spaccarmi la schiena invece che fare il commerciante a livello mondiale con una moglie scelta dai miei genitori.
-E tu, Erza?-
Chiesi voltando la testa. La scarlatta ci pensò con un espressione seria sul viso mentre i suoi occhi restavano ipnotizzati da quei piccoli puntini luminosi nel cielo.
-Ancora non ho trovato nessuno alla mia altezza. Se mai spunterà fuori ci farò un pensierino-
-In poche parole deve essere Satana sceso in terra?-
Chiese Gajeel e la ragazza gli diede una manata in piena faccia, facendolo gemere di dolore per avergli schiacciato il naso bucato dai piercing.
Se l'era cercata, anche se lo pensavo anche io.
Mi voltai verso Zeref, trovandolo pensieroso.
-Zeref, tu che puoi, prenditi del tempo per te stesso dagli studi e incontra qualche ragazza-
Lui si mise a ridere e mi mise una mano sulla testa.
-Apprezzo il tuo interesse, ma penso che se il destino voglia che io sia un uomo sposato, riuscirò a trovare la mia anima gemella anche nel tratto di strada che farò per venire a trovarti-
Il destino...
Se i fuochi fatuo potevano essere una scia del destino, quello mi aveva guidato da Lucy e mi aveva dato la possibilità di ribaltare completamente la mia vita. Ma cosa era davvero giusto? Lasciare nel disonore la mia famiglia per essere scappato dai miei doveri e dal matrimonio?
Il destino poteva essere davvero crudele.
*ANGOLO AUTRICE*
Non pensavo di riuscire a pubblicare il giorno dopo. Wow!
Domani potrei avere la stessa fortuna, ma non ci metterei la mano sul fuoco.
Comunque, cosa ne pensate come inizio? Non ve l'ho chiesto prima perché volevo aspettare all'arrivo di Lucy. Ditemi cosa non va bene secondo voi, magari qualche forzatura o cose così (E la grammatica, ovviamente).
Vi lascio liberi adesso, mi aspetto tanti commenti eh. Ciao ciao!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro