IL DESTINO DEI DRAGNEEL
La pioggia scendeva rumorosa su Corelin, dando tristezza e noia in città, come se già non ce ne fosse stata in una villa vittoriana in particolare. La mia, ovviamente.
Me ne stavo sdraiato sul letto matrimoniale nella mia camera dalle pareti rosso scuro. Continuavo a restare incantato dalla pioggia scendere e picchiettare contro la finestra, rilassandomi con quel suono mentre aspettavo gli ospiti tanto attesi per i miei genitori. Sentì il suono di qualcosa sfregare contro la ghiaia in cortile e dopo il rumore delle portiere sbattere, qualcuno bussò alla porta. Capì che erano arrivati, quindi cercai di racimolare più voglia possibile per convincermi ad alzarmi da quel morbido letto rivestito del suo lenzuolo bianco e una coperta di un tessuto grigio e soffice. Solitamente me ne fregavo del mio vestiario, ma visto che mia madre ci teneva molto decisi di prendere dall'armadio verniciato del colore del legno una giacca rossa e dei pantaloni neri. Questo era il massimo che potevo fare per quella giornata, i miei si dovevano accontentare. Andai in sala ricevimento accompagnato dal mio servo più fedele, nonché mio migliore amico: Gajeel.
-Tua madre mi ha detto di dirti di sorridere quando ti farai vedere dagli ospiti e dalla tua futura moglie -
-Pretende anche che sorrida?-
Una smorfia si fece largo sul mio volto mentre camminavo con lo sguardo basso.
-Lo so come ti senti, ma cosa puoi farci?-
Purtroppo Gajeel aveva ragione, non potevo farci nulla. Mi volai a guardare fuori dalle vetrate l'ungo l'elegante corridoio dalle pareti gialle e coperte dai ritratti di famiglia.
-Nulla...-
La mia vita, già in tenera età, era stata programmata dai miei genitori. Senza che io ne sapessi qualcosa avevano già programmato il giorno in qui mi sarei sposato e con chi. Mi ero sempre chiesto perché io non potevo crearmi il mio futuro, con una donna che amo davvero invece che sposarmi a soli 18 anni con una ragazza che avevo visto solo così poche volte nell'arco di otto anni. Avevo sempre lottato per i miei diritti, ma i miei non mi avevano mai dato ascolto e l'unica cosa che dicevano era che lo dovevo fare per il bene della famiglia Dragneel, che a me fregava meno di zero.
Arrivammo all'ingresso della sala ricevimenti e prima di aprire il grande portone faci un lungo respiro. Sentì mia madre ridere con quella della mia futura sposa mentre mio padre conversa con le due figure maschili dei nostri ospiti.
Quando io aprì la porta piombò il silenzio e tutti si girano verso di me. Insomma, un inizio di merda.
-Natsu, tesoro, finalmente sei arrivato-
Mi disse mia madre, bella come sempre con i suoi capelli corvini legati sulla testa con una delle sue conciature eleganti, il suo dolce sorriso e quel paio di occhi verdi da cui avevo ereditato.
-Scusatemi, avevo qualche impegno-
Mentì, sforzando un sorriso mentre Gajeel borbottò qualcosa sul mio grande impegno.
Gli diedi una gomitata al fianco e camminai verso i divani dove sedevano tutti, affiancando mio fratello maggiore, l'unico della famiglia che sapeva prendere le mie parti. Mi lanciò uno sguardo furtivo, chiedendomi se stessi bene. Feci un rapido cenno con la testa per tranquillizzarlo e andai subito a portare la mia attenzione sulla signora Strauss.
-E' bello vedere che stai bene, Natsu, domani sarà una giornata molto impegnativa-
Mi disse la madre della mia futura sposa e senza perdere il sorriso gli risposi guardando anche la ragazza dai capelli albini seduta tra i suoi fratelli maggiori.
-Ma ne varrà la pena, sono davvero entusiasta di prendere la mano di sua figlia-
Avrei potuto vincere un premio per come stavo reggendo quella farsa.
La ragazza, visibilmente colpita da quella frase, distolse lo sguardo con del rossore alle guance per poi posarlo nuovamente verso di me, incontrando i suoi occhi celesti.
-Il sentimento è reciproco, sarò una moglie degna per lei, Dragneel -
-Dammi del tu, in fondo tra 24 ore saremo sposati-
L'unica persona che ci credeva ed era davvero felice tra noi due poteva essere proprio lei. In quelle poche volte che ci eravamo visti l'avevo fatta innamorare di me e io ero ignaro su come ci sia riuscito.
Non mi stava antipatica, anzi, si era rivelata una bella amicizia, ma quel sentimento così particolare non era reciproco e il doverle mentire mi faceva stare male. Illuderla dicendogli cose sdolcinate in presenza dei suoi genitori e fratelli lo consideravo sgradevole. Sinceramente speravo che anche lei fingesse di provare qualcosa per me, così da potermi sentire con la coscienza a posto.
-Abbiamo già pensato al servizio di ricevimento e alla torta nuziale, pure gli ornamenti. L'unica cosa a cui dovrete pensare è sposarvi-
Ci disse mio padre, un uomo alto dai capelli rosati e corti sulla nuca. I lineamenti e quel colore così bizzarro di capelli li avevo presi proprio da lui, pure il carattere testardo, come diceva sempre mia madre.
Quello che ci stava dicendo, in poche parole, era dire quelle fatidiche parole: "lo voglio".
Come avrei voluto scappare via in un luogo sconosciuto, ma purtroppo potevo solo fantasticare.
La sorella maggiore di Lisanna posò una mano sulla sua spalla e ci guardò entusiasta.
-Oltre che pensare al domani, dovreste anche dare sfogo al vostro ultimo giorno di libertà, no?-
E mi fece l'occhiolino, facendomi torcere le labbra.
-Mirajanee!-
La richiamò sua madre e lei ridacchiò.
-Madre, è normale celebrare il giorno prima delle nozze. E poi ci sono io con la mia sorellina-
I suoi genitori si guardarono e il padre fece spallucce mentre accennava un sorriso divertito alla moglie, tranquillizzandola.
Ah, che belli gli adii al celibato, peccato che io non avevo la minima voglia di celebrarlo.
-Spero solo che mio figlio non esageri troppo-
Ridacchiò mia madre e io alzai le mani come in segno di resa.
-Non ho idea di cosa abbiano in mente i miei amici, nel caso è colpa loro-
-Allora non c'è da stare tranquilli-
Commentò mio padre con un tono allegro. Fortunatamente non avevano mai avuto da dire sui miei amici, l'asciandomi almeno quella scelta. Grazie a loro riuscivo a dimenticare il grande lato negativo di essere un Dragneel, ma non quel giorno.
Parlammo di altre cose riguardanti al matrimonio e su dove saremmo voluti andare dopo la cerimonia come viaggio di nozze. Ne avevamo già parlato in precedenza, decidendo un'isola tropicale dell'occidente. Parlammo anche della nostra futura casa alla riva del lago di Narda, dove si narrava la leggenda di una sirena che aveva perso la via del mare. Una leggenda un po' stupida, a mio parere.
Arrivata l'ora di congedarsi per la famiglia Strauss, accompagnai la mia futura moglie e i suoi famigliari verso la porta e prima di salutarli, Elfman, il fratello maggiore, mi prese da parte per parlarmi.
-Natsu, forse sarò troppo esigente con te, ma ti chiedo almeno di non ferirla-
Lo sguardo serio dell'albino e la preoccupazione che provava per Lisanna mi faceva stringere il cuore.
Nel non vedermi dire nulla, riprese la parola.
-Io e Mirajanee ce ne siamo accorti che non ti sta bene questo matrimonio. Per l'amor del cielo, lo comprendiamo tutti, ma Lisanna mi sembra così felice...-
-Stai tranquillo, Elfman-
Accennai un sorriso e gli diedi una pacca sulla spalla.
-Farò del mio meglio per essere un marito fedele. E poi chi può saperlo, magari in futuro riuscirò ad amarla davvero-
Elfman, sentendosi soddisfatto, mi diede anche lui una pacca alla schiena togliendomi il fiato.
Incrociai per l'ultima volta gli occhi innocenti della mia fidanzata.
-A domani, Lisanna-
Lei mi sorrise mentre uno dei suoi maggiordomi le teneva l'ombrello sopra di lei per non farla bagnare dalla pioggia.
-A domani, Natsu-
E salì in macchina. Restai alla soglia fino a quando non vidi la macchina sparire dalla nostra residenza, poi chiusi le porte e appoggiai la fronte contro il ferro freddo che le corniciava.
-E' andata bene, domani sarà davvero un successone!-
Non potendo più sentire una parola da mio padre, me ne andai velocemente da lì ignorando mia madre che mi chiamava.
Arrivato in camera, desiderai con tutto me stesso di rompere qualcosa, prendendo la prima cosa che mi capitò tra le mani per poi scagliarla contro il muro. Era una foto di me e mio fratello.
Imprecai per quel gesto così preso alla leggera e andai a vedere le condizioni della foto.
-Cavolo, ti sei sfogato-
Sentì Zeref parlare alle mie spalle, sicuramente ancora fermo alla porta.
Lo guardai di traverso per poi rigirarmi lasciando cadere i cocci di vetro dalle mie mani.
-Scusami Zeref, mi è capitato l'oggetto sbagliato tra le mani-
La sua ombra andò a sovrastare la mia.
-Sinceramente, a me neanche piaceva quella cornice. Ne prenderemo una migliore-
Annuì. Mi tese una mano per aiutarmi ad alzarmi e gliela afferrai, sollevandomi in piedi. Mi portò a sedere sul letto, vicino a lui, lasciando che per un momento regnasse il silenzio in camera mia.
-Avrei voluto prendere il tuo posto, Natsu-
Mi venne da fare una risata.
-Perché è una bella ragazza?-
-No, per te-
Lo guardai di traverso, accennando un sorriso stanco.
-Perché mai? Io non desidero nulla del genere per te, Zeref-
-Lo so, ma sono tuo fratello maggiore ed è normale per me desiderare di proteggerti e vederti felice-
-Mica sto andando in guerra-
-Per come stai lo preferiresti-
Cavolo se aveva ragione, avrei preferito lottare per l'onore e la patria che sposarmi.
Mi lasciai cadere sul morbido materasso e guardai il soffitto e all'improvviso mi resi conto di tante cose tristi a cui non avevo pensato, ma la peggiore era che quella sera poteva essere l'ultima che passavo a chiacchierare con mio fratello maggiore. Oddio, sicuramente ci sarebbero state altre occasioni quando entrambi avremmo avuto tempo, ma sapevo benissimo i miei doveri dopo il matrimonio e conoscevo gli studi di mio fratello che lo portavano anche a notti insonne e settimane chiuso in casa.
Solo io e lui, a casa nostra, dove insieme ci siamo dati forza nelle situazioni buie per colpa delle tradizioni della famiglia Dragneel, dove il figlio più giovane ereditava l'attività commerciale mentre il primo genito avrebbe fatto da braccio destro al posto del padre se mai fosse venuto a mancare. Fino ad allora si sarebbe occupato degli affari solo quando sia il padre che il minore sarebbero stati in viaggio per lavoro. Concordavo sul fatto che doveva essere solo la famiglia a gestire un'impresa, senza nessuno che potesse pugnalarli alle spalle e derubarli, ma c'era un piccolissimo problema. Oltre che non capirci nulla di commercio, non me ne importava nulla. Non che me ne fregassi dell'attività di famiglia... no, forse me ne fregavo, ma che ci potevo fare? E sapevo molto bene che anche a Zeref non importava, visto che la sua passione era la scienza. Per questo restava sveglio per lunghe notti, per poter studiare ciò che lo appassionava dopo una giornata ordinaria di studi sull'economia e altre cose di cui facevo fatica a comprendere.
-Vorrei scappare da qui. Magari in un paese sconosciuto-
-Da solo?-
-No, ovviamente con te e i ragazzi-
Zeref si mise a ridere all'idea.
-Sei sicuro di volerlo fare? Ci troveremmo tutti a servire Scarlet. A proposito, sarebbe meglio se ti riposassi un po' prima dell'addio al celibato-
Feci una smorfia e spostai il mio sguardo dal soffitto al moro.
-Non me la sento neanche di festeggiare-
Zeref sospirò e si alzò dal letto.
-Non vederla come il festeggiamento per le tue nozze, ma solo una serata con i tuoi amici e il tuo fratellone-
E uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Per quelle ore rimase le passai a sonnecchiare in camera mia, fino a quando la pioggia smise di bagnare il paese.
Sentì bussare alla porta e Gajeel entrò in camera, senza aspettare che gli rispondessi.
-Idiota, sei vestito?-
-Sì sì, e poi chi sarebbe l'idiota? Dovrei essere il tuo capo-
Gajeel fece uno dei suoi ghigni ed entrò in camera.
-E non ti soddisfa questa sincerità? Non sono uno che nasconde l'evidenza per far contento qualcuno-
-Non avrai mai una ragazza-
-Bello, chi ha il tempo per una ragazza? Spero solo che quando ci trasferiremo tua moglie porti una bel pezzo di ragazza come serva-
Mi misi a ridere e gli diedi una pacca sulla spalla.
-Da quello che so la sua serva ha cinquantacinque anni-
Gajeel imprecò alla brutta notizia, facendomi ridere il doppio.
Arrivammo al portone e Gajeel mi prese la giacca in pelle. Zeref arrivò poco dopo con al seguito i miei genitori. Forse se non li avrei visti sarei rimasto con il buon umore per tutta la serata, e invece...
-Mi raccomando, solo bevande analcoliche-
Disse mia madre dopo aver dato un bacio sulla testa sia a me che a Zeref.
-Certo, berranno solo A.C.E, ha la mia parola. Ghihi!-
Rispose Gajeel ghignando. Lei sembrò crederci sul serio, ringraziandolo anche per la sua supervisione. Avrei riso se non fosse per il malumore.
Sentì suonare un clacson, segno che i ragazzi erano arrivati, quindi mi allacciai la cerniera e cercai di andarmene alla svelta.
-Non fate tardi, domani lo sposo dovrò essere fresco come una rosa-
Disse mio padre con uno di quei sorrisi da genitore fiero per il proprio figlio.
Strinsi la mano sul pomello della porta e digrignai i denti. Cercai di rilassarmi e la aprì, lasciando che Zeref e Gajeel uscissero prima di richiudermi la porta alle spalle.
Una monovolume bianca ci attendeva con le portiere aperte e appoggiati ad essa ci stavano i miei migliori amici: Erza e Gray.
Il corvino sorrise e allargò le braccia mentre ci veniva incontro.
-Ecco la ciliengina! Pronto per qualche ragazza in bikini e drink di troppo?-
Nel non vedermi esultare, guardò Gajeel e Zeref, che scossero la testa per fargli capire che non ero per niente nell'umore per fare baldoria. Erza mi prese sotto braccio e insieme andammo alla macchina, facendomi sedere al posto d'avanti.
-Vediamo di rallegrare questa testa calda, ragazzi. Ora tu siediti e lascia fare a noi-
Annuì poco convinto. Conoscevo i miei polli, quando si trattava di fare festa avevano sempre le idee più folli. Ricordai che al mio diciottesimo, otto mesi fa, mi avevano lanciato giù da un ponte dove sotto scorreva il fiume Esta, il più grande della regione, con solo una cordicella a tenermi sospeso. Non che le mie idee erano state normali per quelli di Gray, visto che facemmo rafting sulla Grande Rivai, una catena di alpi dove scorreva il fiume Tango, conosciuto per le sue acque ghiacciate e la sua corrente minacciosa. Zeref aveva detto ai nostri genitori che saremmo andati a fare un semplice campeggio in collina, ma di semplice non c'era stato nulla.
Gray stava per mettere piede al posto del guidatore quando Erza lo prese da dietro e lo lanciò letteralmente fuori dalla macchina.
-Ti ho permesso di fare da casa mia a qui, ora il volante è mio-
-Ma è la mia macchina!-
Lo sguardo della scarlatta si fece pericolosamente minaccioso, incutendo paura al corvino che alzò le mani al cielo e sgattaiolò a sedersi con Zeref e Gajeel senza obiettare.
Per dei lunghi minuti non feci altro che guardare fuori dal finestrino mentre Erza guidava vero il posto che avrebbe dovuto darmi un minimo di serenità, ma non volevo proprio festeggiare quella sera, e quando vidi il giardino delle tre corone feci fermare la mia amica. Scesi dall'auto e respirai la brezza della sera, dandomi un po' di ossigeno alla testa.
-Credo che mi farò una passeggiata-
-Scherzi? Bro, abbiamo una bellissima serata da spendere nei pub, sul serio vuoi stare qui?-
Mi chiese Gray con la fronte corrugata. Guardai i ragazzi e annuì debolmente.
-Ho solo bisogno di stare da solo, all'aria aperta. Voi intanto passate il tempo in un bar-
-Sei sicuro? Non vuoi che restiamo con te?-
-No Erza, ma giuro che come mi riprendo vi chiamo-
La rossa accennò un sorriso e io chiusi la portiera della monovolume. Prima che partisse, Zeref abbassò il suo finestrino e mi osservò preoccupato.
-Se c'è qualcosa che non va...-
-Sì sì, ti chiamo, lo so-
-Ok... a dopo, fratello-
Guardai la macchina andare via e come non li vidi più mi voltai verso ilsentiero asfalto del giardino delle tre corone, iniziando la mia passeggiatasotto il bagliore dei lampioni.
*ANGOLO AUTRICE*
Sono ufficialmente ritornata :D
Piangete pure, è comprensivo. Infondo sono mancata per un lungo tempo (Che speravo fosse meno)
Comunque, un inizio inaspettato per chi mi conosce, visto che le mie storie sono sempre divertenti e qui c'è depressione, povero Natsu. Ma state tranquilli, non riesco a essere seria troppo a lungo :D
Una cosa molto importante, non so quando pubblicherò i capitoli per via della mancanza del wifi. Farò di tutto per riuscire a pubblicare almeno una volta a settimana, promesso!
Vi auguro delle buone vacanze! A presto :3
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