Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

11 - Morti sul fondo

Non era sempre stato solo una maschera, un giullare o una specie di buffone, c'era stato un prima dove anche lui sembrava una persona reale.

Prima, quando il cuore gli batteva ancora nel petto e sopra al suo viso non era adagiata una maschera tricolore, era stato una persona di per sé anche con la testa abbastanza apposto, anche se non del tutto.

Aveva anche avuto un nome che però ormai era scomparso nei suoi ricordi, come perso sul fondo di un fiume.

Mexican Dream aveva spesso molto tempo da passare in solitaria nel suo grande prato per di più quando Schlatt non voleva le sue attenzioni, con Wilbur non ci stava neanche provando a stabilire un qualche contatto, forse avrebbe dovuto provate in qualche modo ad aiutare l'uomo a rimettere apposto le sue idee, ma Mexican Dream non avrebbe neanche saputo da dove cominciare.

Mexican Dream si era steso sull'erba guardando il cielo sopra di lui, la morte non gli sembrava così cattiva, non aveva grandi rimpianti né cose che lo colpivano della vita, almeno della parte che ricordava.
Sentiva che mancava qualcosa nei suoi ricordi, che c'era stato qualcosa anche prima dell'isola di Tommy e della sua maschera sorridente, non riusciva a ricordare bene come fossero quei tempi, ma passava sempre più tempo a rimuginarci sopra cercando di ricordare.
Stava tenendo semplicemente gli occhi aperti sotto la maschera, guardando l'erba muoversi intorno a lui, quando la sua vita cominciò a tornare a galla.

--

Un'altro tempo, ma la stessa posizione su un erba non troppo diversa.
Mexican Dream si chiamava Joao e aveva venti anni.
Il giovane stava tenendo gli occhi chiusi cercando di trattenere le lacrime che si stavano affollando e il battito del cuore che stava sentendo diventare insopportabile, quella giornata era iniziata malissimo e sarebbe finita, forse anche prima del dovuto.
Rimaneva lì sdraiato in silenzio e da fuori sembrava solo un giovane scansafatiche, che avrebbe dovuto trovarsi a lavoro invece che sdraiato sotto un albero.

Lui ci era anche stato a lavoro, ma era scappato correndo dopo che lo avevano appena licenziato, tutto solo per il suo comportamento, come se potesse controllarlo.
Quel maledetto salario era ciò che aveva tenuto la sua vita in piedi fino a quel momento, ed ora anche quell'ultimo pilastro era crollato.

Ma anche se sapeva che non era del tutto colpa sua, Joao si sentiva morire dentro ogni volta che ci ripensava.
Già la sua famiglia non era messa bene e perdere un lavoro avrebbe mandato tutto allo scatafascio, sapeva che sarebbe successo ma ora che il momento era arrivato non si sentiva del tutto pronto.

Joao si alzò e con le mani in tasca e la testa bassa si avviò verso casa, meglio togliere subito quella spina.
Quando arrivò aprì la porta lentamente e salì le scale fino ad entrare nella stanza dove dormiva con la famiglia. Girò lo sguardo con aria vacua per la stanza fino a fare cadere lo sguardo su un grosso borsone mollato a terra. Lo raccolse e cominciò a buttarci dentro cianfrusaglie varie a cui era particolarmente affezionato, poi lentamente riscese le scale tenendo una mano serrata sul corrimano ed il borsone sulle schiena.

Si guardò per un attimo intorno, soffermandosi sulle pareti che avevano accompagnato tutta la sua crescita e sui pavimenti che avevano raccolto i suoi pianti e le sue risate.
Stava cercando di ignorare le urla dei suoi genitori provenienti della cucina, stavano appunto discutendo sui soldi e su cosa comprare o fare per tirare avanti, Joao sapeva che non ci sarebbe mai più stato momento peggiore per dare la sua notizia, ma ormai sapeva già cosa doveva fare, e aspettare il momento giusto non sarebbe servito a niente.

Entrò nella cucina e aspettò che i suoi genitori la smettessero di urlarsi addosso per guardarlo.
Il padre fu il primo a girarsi e lo guardò come se si aspettasse qualsiasi male da lui, cosa che che era purtroppo vera.
Poi anche la madre posò il suo sguardo su di lui, rimproverandolo con gli occhi per averli interrotti.

"Babbo, Mamma", disse Joao sfoggiando un grosso sorriso, se era il momento di finirla, meglio farlo in grande stile, almeno poteva recitare per una volta. "Ho perso il lavoro!", fece un grosso inchino a una risata per poi ritirarsi su con un grosso sorriso, "Vi saluto!", disse rivolgendosi con uno scatto verso la porta con un movimento teatrale

Joao soffriva di bipolarità e spesso tendeva a comportarsi come una persona completamente persa di testa, che non riusciva a prendere le cose sul serio e sembrava recitare una parte in cui si trovava bene, questo succedeva soprattutto nelle situazioni stressanti.

Entrambi i genitori spalancarono gli occhi dallo stupore sentendo il cuore sprofondargli in petto.

"Disgraziato!", la madre raccolse un piatto dal tavolo della cucina e glielo tirò addosso, colpendolo sulla schiena.
"Disgraziato di un figlio!", gli venne incontro e lo scosse con forza per le spalle, girandolo verso di lei "Vattene e non farti rivedere mai più!", gli urlò con la voce rotta.

"È proprio questo che intendevo fare", disse Joao facendo un saluto militare.
Un forte schiaffo da parte del padre gli fece girare con uno scatto la testa.

"Errore sei stato ed errore rimarrai", gli disse prendendolo di forza per un braccio e trascinandolo verso la porta d'ingresso, poi l'aprì e gettò di forza Joao fuori, "Vattene prima che ti ammazzi!", gli urlò addosso, "Moriremo tutti per colpa tua!".
Chiuse la porta con un forte colpo e lasciò Joao lì, fermo per terra a ridere nervosamente a ciò che era appena successo, poi si alzò con uno scatto e cominciò a correre per le strade ancora con la borsa stretta sotto il braccio.

Corse per una quindicina di minuti e poi si fermò davanti ad una casa, che conteneva un'altra parte della sua vita.

"Maria, Maria!", urlò con gioia rivolto alla finestra chiusa della grande casa, "Maria ho perso il lavoro!", cominciò a piangere fra le lacrime, "Maria ti amo!", urlò sorridendo, "So che siamo stati insieme fin'ora ma devo dire che ancora non ho capito se tu mi ami davvero o no!", urlò Joao appoggiandosi di peso alla staccionata della casa di Maria, "Quindi se mi ami apri la finestra, Maria, apri la finestra e scappiamo insieme!".

La finestra non si aprì anche se Maria era proprio lì dietro, ad ascoltare le parole del suo fidanzato che non aveva mai amato per davvero e che non riusciva a rimpiangere di abbandonare.

"Addio Maria!", disse ridendo Joao dopo qualche secondo, "Addio per sempre!", si sbracciò sulla staccionata e poi ricominciò a correre per le strade, questa volta urlando i nomi delle persone che aveva amato.

Alla fine arrivò al ponte.

Si issò sul bordo e guardò giù sentendo l'aria fresca dell'acqua sferzargli in faccia. Poi si sedette con aria contenta e si appoggiò il borsone di prima sulle gambe.
Aprì la zip con uno scatto e cominciò il suo addio al mondo.

Tirò fuori un piccolo cavallo di legno, un gioco che gli aveva fatto suo padre da piccolo.
"Addio babbo, so che almeno quand'ero piccolo mi hai voluto bene".
Buttò il piccolo cavallo giù dal ponte, guardandolo infrangersi sulle rocce e sull'acqua.
Poi tirò fuori un grosso scialle verde e lo guardò con aria divertita, passando le mani sulla stoffa.
"Addio mamma, ricorderò sempre quando mi tenevi stretto a te avvolto a questo". Buttò giù lo scialle.
Poi tirò fuori un anello. "Addio Maria, se mai mi hai amato", e buttò giù l'anello.
Andò avanti così per un po', salutando amici, parenti e gente che lo aveva colpito dentro.
Intorno a lui c'era solo il silenzio, che accoglieva la storia della vita di Joao.

Poi quando la borsa fu vuota buttò giù anche quella, guardando in silenzio la perdita di quell'altro pezzo di se stesso.

Allora guardò se stesso, i suoi vestiti e il suo essere, quello che sarebbe potuto essere e quello che era stato.
"Addio Joao", disse con un sussurro e un lieve sorriso in volto, "Hai fatto solo casini ma hai vissuto abbastanza".

Rimase a guardare in silenzio lacqua con la testa vuota, bramando la morte.
Chiuse gli occhi e prese un grosso respiro.

Sentì se stessi buttarsi giù ma quando aprì gli occhi era ancora lì, seduto sul bordo del ponte, completamente asciutto e con il cuore che gli esplodeva nel petto, urlando che forse non era ancora pronto per la morte.

"Non riesco a fare neanche questo?", si disse fra sé e sé.

Si allontanò dal bordo del ponte con la vita in corpo e il respiro in gola.

Quel giorno quel giovane si costruì una barca e partì per l'oceano, navigando per tre giorni e tre notti senza acqua e cibo.
Quel giovane non aveva un nome, non era nessuno.
Perché tutto ciò che aveva fatto era finito nel fondo del fiume che passava sotto un ponte, oggetti infranti con pezzi della sua vita.
Anche Joao stava riposando sul fondo del fiume, quella persona non esisteva più e non sarebbe mai più tornata.

--

Mexican Dream si tolse la maschera e si alzò lentamente, guardando il prato intorno a lui.

Avrebbe preferito non ricordare mai.

"Stai bene?", chiese Schlatt con la voce un po' tesa guardandolo da poco lontano e osservando il volto di quel giovane con curiosità.

"Joao", sussurrò piano Mexican Dream.

"Cosa?"

"Niente!", disse Mexican Dream con un sorriso rimettendosi la maschera, poi andò da Schlatt a infastidirlo con le sue continue chiacchere.

Per un secondo sentì come la voglia di sapere come se la stesse passando la sua famiglia, dove fosse finita Maria.
Ma dentro di lui sapeva che erano tutti morti sul fondo di quel fiume insieme a lui.

-+-+-+-+-+-+-+-+-+-+-

Yoooooo eccomi qui con la backstory di Mexican Dream.

Ditemi se questo capitolo vi è piaciuto e votate!!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro