Capitolo 22
Pov Jessie
«Senti Daisy, io ora devo uscire un attimo. Ci vediamo più tardi»
«Ok Jess»
«Adoro quando mi chiami così» dissi sorridendo e chiudendo la porta dietro di me.
Dove stavo andando? Stavo andando da Harry, ecco dove!
Sì, forse Daisy ha ragione, forse rivelargli tutti i miei sentimenti era la cosa giusta, ed era proprio quello che sto per fare.
Ma, dove avrei potuto trovarlo?
Idea! Si trovava sicuramente sotto il "suo" albero ad ascoltare musica come faceva sempre.
No, questo non lo sapevo perché stavo sempre a spiarlo. Ehm, come?
Camminai un bel po' per arrivare ad una quercia secolare, così grande da riparare circa una trentina di persone sotto la sua ombra. Eccolo lì!
«Ehi Harry» dissi avvicinandomi a lui e toccandogli una spalla per farmi notare.
Harry si tolse una cuffietta, alzò lo sguardo verso di me e disse: «Ehi Jessie, vieni, siediti vicino a me»
Ok, quello non rendeva facile il mio lavoro, ma accettai comunque il suo invito.
«Harry» iniziai a dire. «Devo dirti una cosa importante e preferirei che tu non mi interrompessi durante il discorso, perché mi faresti andare più in panico di quanto io non lo sia già!»
Harry mi guardò stranito ma mi incitò a parlare.
«Va bene, allora, senza giri di parole. Sono innamorata di te. Ok, adesso probabilmente penserai che sono impazzita, ma io sono innamorata di te non da oggi, né da una settimana. Sono innamorata di te fin da quando ci siamo conosciuti, anche se allora ero troppo timida anche solo per guardarti, però c'erano cose che facevi che io semplicemente non riuscivo a capire. Non capivo come avessi fatto ad accorgerti di me. Non capivo perché ti preoccupassi per me. Non capivo, e più non capivo, più mi innamoravo. Ma non era tempo. Non potevo dirtelo, anche se avevo il dubbio che avessi capito, se non altro per il sorriso ebete che mi si stampa in faccia quando ti vedo. Tu mi mandi in tilt, annulli la mia razionalità. Io, sempre così riflessiva, così prudente, davanti a te agisco senza pensare. È una cosa che odio. Ma mi piace da morire. TU mi piaci da morire.
Credo che il problema sia stato che mentre ero vicina a te, mentre stavamo per baciarci quella volta al lago, quando eravamo solo noi due quella sera a lavare i piatti, per un attimo, e solo per un attimo, ho immaginato la nostra vita insieme, e mi è piaciuta così tanto che non ho fatto altro che pensarci per tutta la notte, e per tutto il giorno dopo. Anzi, per tutti i giorni dopo.
E' che non riesco ad accontentarmi di quell'attimo e non sopporto di dovermi limitare ad immaginare come sarebbe stato. Io voglio viverla quella felicità. Io voglio te. Sono matta? Forse. Sono innamorata, che è più o meno la stessa cosa. Sono innamorata di te e te l'ho detto, anche se so che equivale a un suicidio. Non mi dire che dopo saremo distanti e che sarebbe impossibile, questo lo so anche io. Voglio solo sapere se c'è una possibilità. Se ci proveresti anche tu, per un'ora, per un mese, per quanto ti pare, a scoprire cosa possiamo essere io e te, insieme. Perché quando sono con te, tutto mi sembra possibile. Ed è questo quello che non capisco. Questo è quello che mi fa innamorare ogni volta un po' di più»
Dissi tutto quello che pensavo in un solo fiato e ad occhi chiusi. Finito riaprii gli occhi e vidi Harry con lo sguardo basso concentrato a fissare le scarpe.
Ok, mi stavo letteralmente preoccupando.
«Harry?» dissi cercando di rialzargli il viso.
Harry mi guardò e disse: «Scusami Jessie, devo andare ora»
E mi lasciò lì, sola, sotto quella quercia, con le lacrime che non sarebbero tardate ad arrivare.
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