52. Le litigate che fanno male all'anima
DALLA REGIA: La narrazione è affidata a Gabriella.
- Allora? Cosa devi dirmi di così irresistibilmente bello da venirmi a prendere addirittura prima della fine delle lezioni, eh? - punzecchio Emilia mentre camminiamo verso la macchina dopo aver pranzato in centro.
Sono due ore che mantiene il segreto, da quando mi è venuta a prendere a scuola. Non mi faccio prendere dall'ansia solo perché ho intuito che si tratta di una bella notizia o almeno deve essere così, visto che la sto martellando di domande e ho ottenuto solo sorrisi. Finalmente, all'ennesima domanda, mi risponde.
- È una cosa troppo importante, non te la potevo dire per messaggio.
- Cazzo è successo? - la fermo, ridendo, e la guardo dritta negli occhi - dai, oh, me lo dici? Sono due ore che aspetto!
- Appena arriviamo in macchina te lo dico, sicuramente avrai bisogno di sederti.
- Non dirmi che divento zia che urlo fino al duemila e ventordici!
Scoppia a ridere.
- No, non sono incinta e poi spiegami chi sarebbe il padre!
- E io che ne so? Mica penso che tu mi dica tutto, ma sicuramente una vita sessuale ce l'avrai.
- Gabri, smettila, lo sai che di queste cose non possiamo parlare.
- Ma perché? Ma se io trovo un ragazzo non posso chiederti dei consigli su... su quello?
. No, lo sai, mi imbarazza, come dire... mi mette a disagio parlarne.
- Come vuoi - commento - va beh, allora cos'hai di tanto speciale da dirmi?
Si ferma, fruga nella borsa ed estrae le chiavi della macchina. La apre ed entro, sedendomi di fianco a lei. Si siede, apre i finestrini, ma non parte.
- Ohi, allora? - incalzo, ormai al limite della sopportazione.
- Tua mamma è viva - mi dice, sorridendo.
- Cazzo dici? - la guardo, con gli occhi fuori dalle orbite per l'incredulità e in un attimo la sommergo di domande - chi te l'ha detto? Ti ha telefonato lei? Oddio, ma quindi non sono più orfana, perché ho ancora mia mamma! Ho ancora una famiglia, cazzo! - scoppio in lacrime, ma una volta tanto sono lacrime di gioia anche se inizio a singhiozzare come una bambina e mi chiudo a riccio, con i capelli che scivolano davanti al mio viso.
Emilia ne sposta una ciocca dietro il mio orecchio e mi fa una carezza. Rimane in silenzio qualche minuto, il tempo di lasciarmi digerire la notizia. Mi allunga un fazzoletto e mi asciugo le guance, rigate dal mascara, poi appallottolo il fazzolettino e continuo a singhiozzare.
- Tu però non te ne devi andare, Lia - dico fra i singhiozzi - non ce la faccio senza di te.
- Non cambierà nulla, Gabri - mi risponde, prendendo il mio viso fra le sue mani.
- Cambierà, invece - ribatto - tu tornerai da tua madre e io tornerò alla vita di prima. Senza nessuno che mi capisca. Tu... tu sei stata l'unica cosa bella... io... io ho bisogno di te come bigsis...
Sorride.
- Gabri, ti prometto che non cambierà nulla, ti do la mia parola. Ora andiamo a casa. Ti devo dire ancora alcune cose.
Fingo di crederci anche se una parte di me sa già che se mi riporta da mamma, mamma la ringrazierà per esserci stata, ma poi le dirà di ritornare a casa sua. Sono contenta che sia viva, anche se la notizia mi arriva tra capo e collo senza che capisca davvero cosa le possa essere successo in questi tre mesi. Se è viva, allora dov'è stata? Dove ha abitato? Chi l'ha aiutata? Non sarà mica stata a casa da Angelo, spero! L'ho tanto odiato in questi tre mesi, perché l'aveva picchiata e spero che non sia stata a casa da lui. Immagino la polizia che la libera mentre Angelo cade in ginocchio ai suoi piedi a implorare il suo perdono. Se l'ha tenuta segregata in casa lui e Giulio sapeva, farò in modo di farmi passare quel poco che provo per lui, perché non posso, cazzo, non posso pensare di poter provare ancora qualcosa per il figlio del tipo che ha rapito mia madre. Che poi non so neppure se sia andata davvero così, ma fa nulla. Angelo l'ha picchiata e lei lo deve denunciare.
- Ti dispiace se accendo la radio? - mi chiede Emilia mentre rincasiamo - così ci ascoltiamo un po' di musica.
- Come vuoi - rispondo mentre continuo a fissare il finestrino.
- Radio Bruno va bene?
Annuisco. È quella che ascolta sempre anche mamma. O quella o RDS.
- E questa era "Be Mine" di Offenbach. Passiamo ora alle notizie dell'ultima ora e diamo la linea alla redazione - annuncia il cronista - buongiorno a tutti da Fernanda Valletti. Non cessano le indiscrezioni riguardo alla vicenda di Tiziana Lombardo, la trentacinquenne di Bologna ritrovata morta stamattina nei pressi di una cascina abbandonata da due cacciatori della zona. Il marito, Francesco Franconi, convocato in caserma dai carabinieri, avrebbe incolpato dell'omicidio della moglie un ex compagno di classe dei due coniugi, dal quale la moglie avrebbe avuto due gemelli, di cui uno solo ufficialmente riconosciuto. E passiamo ora allo sport".
- Francesco Franconi??? - esclamo, guardando Emilia - cazzo, ma è il padre di Giorgia, una mia compagna di classe! E Tiziana è sua mamma! Oddio!!!!!
Emilia frena bruscamente e fa retromarcia in mezzo alla strada.
- Oh, ma che cazzo fai? - commento, dopo aver sbattuto il ginocchio contro il cruscotto.
- Dobbiamo andare in caserma, dai carabinieri.
- No, tu ora mi porti da Barbara. Hanno trovato morta la mamma di Giorgia, cazzo, io non riesco neanche a pensarci! Quando è morto Valerio lei mi ha portato lei all'ospedale, per me era un mito quella donna anche se ultimamente dicevano che se ne fosse andata di casa...
- No! - urla - devo andare dai carabinieri. Devo testimoniare contro Angelo. È stato lui sicuramente, quel farabutto!
- Oh, ma cazzo dici? Ma come testimoniare contro Angelo! Ma cosa, ma perché, ma tu cosa ne sai?!
- Ho fatto delle ricerche su di lui in questi mesi, quando pensavo che tua madre l'avesse rapita e uccisa lui e ho trovato una foto in cui lui è a Roma con Tiziana e Giorgia da piccola. Perché loro tre insieme, mi chiedo! Ma ora, con quello che hanno detto alla radio, tutto ha un senso! I figli di Angelo sono sempre stati solo due e sono due gemelli.
- Ma cosa...?
- Sì, due gemelli, ti dico. Giulio e Giorgia. Il perché non siano cresciuti insieme non lo so, ma quell'uomo nasconde molti segreti.
- Quell'uomo secondo Giulio non può avere figli!
- Balle! Lui di figli ne ha due: Giulio e Giorgia, ora ne sono certa, non ci sarebbero altre spiegazioni!
- Quell'uomo ha picchiato mia madre!
- Lo so.
- E non so se l'abbia rapita.
- No, non l'ha rapita. Tua madre ha chiesto aiuto a Brando.
- A chi? - chiedo, stupita.
- A Brando, tuo zio.
- Mio zio? Ma mamma non ha fratelli.
- No, ce li ha. O perlomeno ne ha uno. Brando.
- E quanti anni ha, scusa? Io non ne sapevo niente.
- Ne ha venticinque. Me l'ha detto mia nonna.
- Tua nonna?
- Sì, mia nonna, perché mia nonna è zia di tua madre!
- Ma che cazzo dici? Ma sei fuori? - le urlo - e poi io non ci capisco niente di parentele, a malapena so distinguere la nuora dalla cognata! Cosa significa che tua nonna è zia di mia madre?
Improvvisamente si zittisce, battendo una mano sul volante.
- Rispondimi, cazzo.
- Dimentica quello che ho detto.
- No... - le dico, con gli occhi gonfi di lacrime - no, ti prego, cazzo, no. Non altre bugie, Lia. Non le posso accettare. Dopo tutto quello che è successo, scopro che mia mamma ha un fratello di 25 anni e io non ne sapevo nulla. Ora ti prego, sei l'unica persona di cui mi possa fidare, non te ne puoi uscire così!
- Gabri, io... non sono qui per caso, ma non posso dirti nulla finché tua madre non acconsente.
- Non acconsente? - sbraito, furiosa - Lia, chi cazzo sei? - urlo, sbattendo la mano sul cruscotto - dimmi chi cazzo sei.
- Gabri, calmati.
- No! Non mi calmo! Voi pensate che sia fatta di plastica, vero? Una cosa che tutti possono schiacciare e accartocciare come vogliono, giusto? Beh, io mi sono rotta i coglioni di esserlo! Ho un'anima anch'io, provo dei sentimenti anch'io e anche se sono stata forse fin troppo brava a nasconderli fino a questo momento, voglio informarti che li ho anch'io! Sono una frana a gestirli, lo ammetto, ma li ho e non posso fare finta che non ci siano! Mia madre che mi ricopre di balle dal mattino alla sera, scopro per caso che mio padre è morto, che non è andato via di casa come avevo sempre creduto, poi che il compagno di mia madre è il padre del mio ragazzo. E non è finita qui! Scopro che mia madre è incinta e io non ne sapevo nulla, il mio primo ragazzo muore in un incidente, appari tu dal nulla, mia madre viene picchiata dal compagno, poi sparisce, tu che rimani per l'anima del cazzo a farmi da sorella, io che mi affeziono, che mi fido solo ed esclusivamente di te, poi mia madre decide di tornare dopo che ho passato gli ultimi tre mesi nella merda più totale pensando che quel coglione di Angelo l'avesse rapita e uccisa e ora? Ora anche tu mi dici che mi nascondi qualcosa! No, cazzo, ma mi volete vedere morta? Mi avete rotto i coglioni tutti quanti, pure tu Emilia che chissà che bugie mi nascondi! Basta, vai a fanculo, vado a piedi.
Scendo dall'auto e mi incammino per la strada, respirando, con gli occhi gonfi di lacrime mentre la sento rincorrermi e fermarmi per un braccio.
- Ascoltami bene - commenta - prima di tutto tu non mi mandi a fanculo dopo tutto quello che ho fatto per te, chiaro? Neanch'io sapevo dove fosse tua madre per tutto questo tempo e neppure sapevo avesse un fratello, l'ho scoperto stamattina quando è venuto a casa nostra per avvisarmi che ci verrà a prendere stasera alle otto perché tua madre vuole che ci trasferiamo a casa sua. Io non sono mai stata nessuno nella tua vita e forse così doveva rimanere, ma tuo padre, quello che è sparito dalla tua vita improvvisamente perché è morto, era anche il mio di padre, Gabri, ma non l'ho mai conosciuto. Non ho nessun ricordo di lui. La cosa a lui più vicina che ho sei tu. Tu con i tuoi casini, tu con la tua voce, tu con il tuo carattere. Non so se sarebbe stato contento di sapere che ci siamo conosciute e che abbiamo condiviso dei momenti importanti insieme, ma sappi che io non sono disposta a perderti. So di averti mentito perché tua madre me l'ha chiesto, ma io non voglio perderti. Sei la cosa più importante della mia vita, Gabriella e io...
- Ma vaffanculo! Sei una cogliona! - le urlo in faccia, arrabbiatissima - Io mio padre non lo condivido con nessuno, hai capito? Tu per me non esisti più, hai capito?
Mi molla una sberla, davanti a tutti, e mi brucia un casino. Mi brucia perché mi fidavo di lei e ora non so più se posso fidarmi o meno. Sono arrabbiatissima, qui tutti mi stanno mentendo e io non so più di chi mi possa fidare.
- Vaffanculo - le ripeto, sibilandolo - sei una merda.
La pianto in mezzo alla strada e me ne vado. Che mi lascino in pace, voglio stare sola.
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