Capitolo XVIII - Quella volta in cui... ho incontrato le tue amiche
«Oh! Un primo appuntamento con il botto!» la prese in giro Paolo sghignazzando.
Valentina lo guardò torvo decidendo di non commentare.
A prenderla in giro non fu soltanto Paolo, ma anche Ida e Flavia che cominciarono a lanciare bacetti in aria facendo smorfie mentre Sveva e Mia cantavano dei coretti:
«Vale si è trovata il fidanzatino!» urlavano facendo l'onda.
Valentina si coprì il viso con entrambi le mani diventando rossa come un peperone. Aveva delle amiche decisamente imbarazzanti.
Anche Paolo si unì ai coretti inventandone di nuovi e tutti scoppiarono a ridere tranne la rossa che lo minacciò di morte.
«Ricordati che tu sei qui per avere l'approvazione delle amiche!» lo minacciò assottigliando gli occhi.
«Giusto! Ormai siamo arrivati all'ultimo appuntamento...» fece mente locale Ida interrompendosi per la gioia della rossa.
«Hey! Non è mica l'ultimo...» salto sù Alex guardandola storto.
Fra lei e Paolo era appena cominciata, anzi sarebbe ufficialmente iniziata fra qualche ora quando le sue mani lo avrebbero finalmente fatto suo. Stava letteralmente fremendo all'idea, l'eccitazione era ormai alle stelle.
«Vabbè, hai capito! L'ultimo di quelli avuti fino ad adesso...» si corresse Ida roteando gli occhi.
Alex sapeva essere davvero pignola.
«Non ti preoccupare, Ale, io continuerò a uscire con te anche se hai delle amiche pazze...» disse Paolo fingendosi serio.
«Comunque per me sei approvato» affermò Sveva facendo l'occhiolino.
Anche Mia e Flavia si unirono alla bionda ammettendo che si erano divertite.
«Sei meglio di quello che mi aspettavo» commentò Ida facendo spallucce.
«Hai visto? Sei piaciuto alle mie amiche!» osservò Alex scompigliandogli i capelli e Paolo sorrise.
«Era tutto nervoso prima...» raccontò alle amiche che ridacchiarono.
«Ah sì?» domandò retorica Valentiva sollevando un sopracciglio maliziosa. «Raccontaci, dai!» si rivolse ad Alex.
Paolo roteò gli occhi fingendosi disinteressato alla richiesta nonostante avvertisse un leggero imbarazzo.
«Praticamente ieri quando mi ha scritto per vederci, gli ho accennato che ci sareste state pure voi...» riprese il racconto Alex.
∞∞∞∞
«Domani sera quindi vieni con noi? Non andiamo all'O'Neill's da un sacco di tempo!» le domandò Sveva mentre uscivano dalla sala riunioni in cui avevano trascorso gran parte del pomeriggio.
Avevano presentato i primi online edit dello spot pubblicitario girato in Normandia al loro cliente che non aveva gradito particolarmente alcune scelte avvenute in post-produzione costringendoli a rivedere quasi il novanta per cento del girato.
Alex arricciò le labbra, quel venerdì sarebbe uscita con Paolo e quell'appuntamento era atteso per diverse motivazioni da entrambi le parti, per cui nessuno dei due era il benché minimamente interessato a rimandare.
«Dovrei uscire con Paolo...» provò a svincolarsi, grattandosi la nuca senza aggiungere altro, convinta che Sveva fosse perfettamente consapevole delle ragioni dietro quel declino. Tuttavia, la ragazza la sorprese:
«Portalo, no? Così lo conosciamo! Ormai uscite da mesi quasi...» le propose l'amica facendo spallucce.
Alex si mordicchiò le labbra indecisa, non le dispiaceva l'idea di presentare Paolo alle sue amiche; ormai uscivano da sufficientemente tempo e si reputavano in una relazione a tutti gli effetti. Cosa vi sarebbe stato di male nel proporlo?
«Ora glielo chiedo» rispose sorridente Alex e Sveva fece l'occhiolino.
In quel momento Jack Nelson uscì dallo stanzino seguito da Oscar, che fece segno alle ragazze che era totalmente impazzito, e richiamò Sveva dicendo che dovevano mettersi al lavoro; la ragazza annuì prontamente e si avviò con loro seguendoli attraverso l'open space sotto lo sguardo divertito di Alessia, che avrebbe giurato di aver visto Sveva e Oscar prendersi per mano.
Ormai rimasta da sola Alex si diresse verso la sua scrivania e tirò fuori lo smartphone dalla tasca del suo jeans per contattare Paolo, decisa a proporgli di uscire con il suo gruppetto all'indomani sera:
«Hey Pa... se invece uscissimo con le mie amiche domani sera?» gli scrisse per messaggio e rimase in attesa.
Il ragazzo era online su WhatsApp per cui non tardò a rispondere.
«Mi vuoi presentare alle tue amiche?» chiese malizioso aggiungendo uno smile con l'occhiolino e linguaccia.
Nonostante avesse fatto spavaldo, in realtà si sentiva un po' in imbarazzo all'idea. Sapeva che Alessia avesse un rapporto molto stretto con le amiche e più di una volta la ragazza aveva fatto battute dicendo che l'approvazione delle amiche era estremamente importante.
«Ti va?» domandò di nuovo Alex aggiungendo una gif di una bambina che faceva gli occhi dolci.
«Certo, piccola. Cosa avete in mente?»
∞∞∞∞
Il giorno successivo dopo il lavoro, Alex corse verso casa sua, da cui avrebbe raggiunto casa di Paolo. Sarebbe rimasta da lui quella sera e pensò di portarsi un cambio di vestiti per l'indomani e il pigiama.
Avendo fatto piuttosto tardi a lavoro, tentò di sbrigarsi il più velocemente possibile e non riuscì a fare la piastra. Sperava vivamente che i suoi capelli non si gonfiassero troppo per via dell'umidità; lei adorava il suo caschetto, ma era un taglio parecchio complicato da gestire.
Giunta a casa di Paolo, i suoi capelli erano lievitati come pagnotte di pane dopo una notte passata a fermentare e Alex si maledisse, doveva per forza passare la piastra.
«Ciao piccola» la salutò Paolo tutto pimpante scoccandole un bacio a fior di labbra.
«Posso passarmi la piastra prima di uscire?» domandò la ragazza ignorando completamente Paolo mentre si dirigeva verso la camera del giovane avvocato.
Aveva persino già tirato fuori la piastra dallo zaino, doveva fare in fretta per limitare i danni.
«Solo se mi saluti per bene...» la minacciò bonariamente prendendola per la vita per farla voltare.
Alessia ridacchiò e gli buttò le braccia attorno al collo, ricambiando il bacio che aveva ignorato sulla soglia della porta dell'appartamento.
Come negli ultimi recenti scambi di effusioni, anche quel bacio divenne piuttosto spinto e Paolo la sdraiò completamente sul letto, sollevando gli angoli della sua camicetta di seta verde acqua, accarezzando la pelle della ragazza che al suo tocco divenne d'oca.
Anche lei riservò lo stesso trattamento alla maglietta di Paolo e passò le dita lungo la spina dorsale dell'avvocato provocandogli mille brividi.
«Se facessimo ritardo?» suggerì il giovane mentre lambiva il collo di Alex che deglutì.
«No, dai... dopo!» rispose tentando di riprendere il controllo.
Si sollevò da letto e vide Paolo guardarla con uno sguardo di profonda delusione che la fece ridere.
«Ridi tu! Qua io sto in sofferenza...» si lamentò scherzando il giovane.
Per quanto avesse detto di aver scherzato, si era eccitato parecchio e il suo corpo era ormai più che pronto per approfondire quella conoscenza.
«Stasera porremo fine a tutte le tue sofferenze, va bene?» ammiccò lei e attaccò la piastra a una presa libera perchè cominciasse a riscaldarsi.
Paolo passò accanto a lei sussurrando un lascivo «non vedo l'ora» al suo orecchio appoggiandosi allo stipite della porta.
«Dobbiamo andare a Leicester Square, prendiamo la metro?» domandò Alex cambiando argomento per raffreddare i bollenti spiriti.
«Assolutamente no! Io la metro non la prendo...» incrociò le braccia al petto per rimarcare la sua posizione. «C'è un autobus che ci lascia là vicino. Passa fra un quarto d'ora».
Si rifiutava di prendere la metropolitana, odiava quel treno sotterraneo sporco e dall'aria viziata; secondo lui perlomeno, i condotti dell'aerazione della rete di Transport for London (TFL) funzionavano benissimo. Inutile ribadire che l'avrebbe presa al ritorno, andava bene tutto pur di fare il più in fretta possibile.
Alessia scoppiò a ridere acconsentendo alla proposta, per quanto trovasse le tempistiche alquanto irrealistiche, considerando che mancava ancora metà testa da sistemare.
Non si sbagliava, riuscì a completare il suo meticoloso lavoro, ridando una forma decente al suo caschetto, soltanto dieci minuti dopo sotto gli sbuffi di Paolo, che non capiva tutto quell'accanimento per sistemare la sua chioma, consapevole che l'umiditá avrebbe fatto ritornare i suoi capelli allo "stato brado" nel giro di un'oretta.
Corsero verso la fermata mano nella mano e videro l'autobus ormai al semaforo costringendoli ad aspettare il successivo, che sarebbe arrivato circa un quarto d'ora dopo.
Paolo stava guardando il cartellone tentando di capire se ci fossero alternative quando individuò l'autobus numero dodici che li avrebbe lasciati a Trafalgar Square, non molto lontano dalla loro destinazione. Non fece in tempo a proporlo ad Alex che il suddetto autobus svoltò l'angolo e Paolo la prese per mano dicendole di seguirlo.
Durante tutto il viaggio Paolo fu alquanto taciturno, annuendo a tutte le domande di Alessia e incuriosendo così la ragazza che decise di indagare.
«Non sarai mica nervoso?» gli chiese divertita.
«Io? Perché mai?»
«Non so, comunque non ti devi preoccupare... alle mie amiche piacerai sicuro» lo rassicurò facendogli un occhiolino e Paolo sorrise.
E fu così che circa una quarantina di minuti dopo, spingevano il maniglione d'ingresso dell'O'Neill's pub mano nella mano con Alex.
∞∞∞∞
«Che cucciolo! Era nervoso!» gridò quasi Ida dando una pacca sulla spalla a Paolo che scrollò le spalle fingendo indifferenza.
Alex si voltò verso il ragazzo e si allungò per dargli un bacio sulla guancia.
«Sei andato benissimo...» sussurrò al suo orecchio e il giovane avvocato si voltò a sua volta per darle un bacio a fior di labbra.
«Oh! Hanno messo la mia canzone...» si alzò di scatto Mia trascinandosi anche Sveva.
Le due ragazze si buttarono in pista seguite da Ida e Flavia che decisero di lasciare la neo coppietta da sola.
«Che facciamo, ragazza?» le domandò senza nascondere un filo di malizia accarezzandole la coscia.
Sul volto di Alex comparse un sorriso sornione, anche lei aveva avuto la stessa idea.
«Andiamo?» chiese difatti pur sapendo la risposta della controparte.
Paolo si alzò in piedi allungando la mano alla bionda che l'afferrò prontamente. Nel prendersi per mano, entrambi avvertirono una scarica elettrica.
I loro sguardi s'incrociarono ed entrambi vi lessero così tanto desiderio da sentire il pavimento tremare sotto i piedi.
«Non vedo l'ora di spogliarti» si lasciò sfuggire il giovane avvocato.
Non gli importava più di fingere di essere un "ragazzo bravo": andava bene perdere la propria reputazione, ma quella ragazza sarebbe stata sua.
A quelle parole, Alex arrossì e si umettò le labbra, Paolo non era l'unico a desiderare di spogliare l'altro. Poco prima di uscire dal pub, fece segno a Ida che stavano andando e l'amica fece un gesto alquanto esplicito che imbarazzò entrambi.
Come immaginato, non vi fu alcuna resistenza da parte di Paolo a prendere la metro, d'altronde perchè impiegare oltre quaranta minuti per un viaggio quando quindici sono più che sufficienti?
∞∞∞∞
Non appena misero piede sul pianettorolo dell'appartamento del giovane avvocato, Alex si arrampiccò su Paolo, cominciando una scia di baci umidi sul collo, mentre le sue mani vagano fra i suoi capelli corvini.
Paolo la teneva stretta, incollandola contro il proprio corpo, intanto che tentava di aprire la porta del suo appartamento senza riuscire a infilare la chiave nella serratura della porta dalla distrazione.
Alessia morse il lobo del suo orecchio sinistro toccando un punto debole di Paolo, che sospirò di piacere. Lui adorava quando gli mordicchiavano i lobi, lo faceva letteralmente impazzire.
Spinse con ancora più forza la chiave per farla incastrare e il chiavistello si mosse aprendo finalmente la porta e facendoli completamente perdere l'equilibrio.
Alessia infatti si sbilanciò all'indietro e l'avvocato quasi rischiò di cadere in avanti, si afferrò allo stipite della porta della cucina e riprese il controllo caricandosi bene Alessia in spalla.
«Ci siamo, ragazza...» sussurrò mentre camminava a passo svelto verso la camera da letto.
La lanciò sul letto richiudendo la porta della stanza con il piede e si buttò sul letto arrampicandosi verso Alex che con i gomiti si sollevò più su appoggiando la testa contro i cuscini.
Presero a baciarsi in modo famelico mentre le mani esploravano il corpo dell'altro alla scoperta di ogni singolo angolo e svelando ciò che i vestiti avevano tenuto nascosto gli occhi finora.
A ogni bacio un indumento in più cadeva sul pavimento e le loro mosse si facevano più audaci; Paolo la tirò giù per fianchi sollevandola di modo da tenerla a cavalcioni su di lui e la spogliò del suo reggiseno.
«Hai delle belle tette...» notò con piacere accarezzandole il seno.
Alex buttò la testa all'indietro ridendo mentre si lasciava baciare dall'avvocato che cercava di coprire ogni singolo millimetro della pelle della ragazza con la propria bocca, ormai del tutto incapace di rispondere di sé.
«Ho anche altre cose belle...» sussurrò sensuale mentre riservava lo stesso trattamento ai pettorali e collo di Paolo accarezzandoli delicatamente.
«Voglio scoprirle tutte...» rispose ribaltandola completamente e scivolando verso il basso spogliandola del tutto.
E così le scoprì tutte, una a una, piano e senza fretta, ripagandosi dell'attesa, sentendosi finalmente un tutt'uno e lasciandosi andare all'altro senza imbarazzo o impaccio.
Ci erano voluti sette appuntamenti, oltre due mesi e un ritratto professionale, ma ogni momento ne era valso la pena. Ogni singolo momento.
------------------------------
Ciao ragazze!
Ci siamo: settimo appuntamento uguale ultimo capitolo!
Che dire? E' stato in breve viaggio, peró spero che vi sia piaciuto :)
Ovviamente non aspetteró una settimana per lasciarvi il finale, quindi continua a leggere!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro