Capitolo XI - Quella volta in cui... mi sono preso un'intossicazione alimentare
Il suono della notifica di WhatsApp scosse Paolo dal suo momentaneo torpore.
La noia aveva preso il sopravvento e aveva socchiuso gli occhi durante la pausa pranzo approfittandosi di essere a casa. Aveva deciso di lavorare da casa quel venerdì, considerando che con l'avvicinarsi delle vacanze estive l'ufficio era abbastanza vuoto.
"Quindi andiamo a mangiare il sushi stasera?"
Era un messaggio di Alex; era il loro ultimo appuntamento prima della partenza della giovane per le vacanze estive.
Non si sarebbero visti per circa un mese dato che al ritorno di Alex sarebbe stato Paolo a partire per le vacanze.
Entrambi avevano prenotato le vacanze mesi prima di cominciare a uscire insieme perciò decisero di tenerle come programmato.
Alex sarebbe andata in Grecia con le sue amiche inizialmente; avevano prenotato una settimana a Thessaloniki e avrebbero girato nei dintorni, dopodiché sarebbe andata dai suoi a Policastro. Aveva avuto la fortuna di avere la residenza sulla costa tirrenica, quindi le vacanze al mare sarebbero continuate per lei.
Paolo invece sarebbe andato in Croazia con i suoi amici, la tipica vacanza all'insegna della goliardia, o almeno così sarebbe stato per i suoi amici essendo tutti single, il giovane avvocato invece aveva messo in chiaro che avrebbe fatto il bravo. Al suo ritorno anche Paolo sarebbe passato da casa, ma a differenza di Alex lui, abitando a Parma, non avrebbe più rivisto il mare.
"Sì, come desidera"
Alex lo ringraziò dicendo che non vedeva l'ora di farsi una buona scorpacciata di sushi e si diedero appuntamento per le ore venti da EatTokyo a Soho.
∞∞∞∞
All'orario stabilito Paolo si fece trovare fuori dalla stazione di Leicester Square. Era sempre puntuale come al suo solito.
Indossava una camicia di lino celeste e un pantalone di cotone color cachi un po' largo, esattamente come piacevano a lui; la moda dei pantaloni skinny non la capiva, almeno per gli uomini, li trovava ridicoli. Ai piedi invece portava le sue immancabili Converse nere.
«Heylà!» squittì Alex quando fu davanti a lui rivolgendogli un caldo sorriso.
Quella volta aveva ascoltato il suo istinto e aveva optato per il vestito di jeans abbinati con le sue Converse rosse senza collant. Aveva iniziato a fare caldo anche per lei.
Alex rise quando notò che indossavano le stesse scarpe sebbene di colori diversi, a quanto pare entrambi avevano la passione per le Converse.
«Mi hai copiato il look» lo prese in giro indicando le scarpe.
«Casomai tu lo hai copiato! Io indosso le Converse da più tempo» rispose per le rime, alludendo alla sua età. Paolo era più grande di Alex di circa due anni e mezzo.
«Due anni non ti danno la prerogativa sulle Converse e poi stanno meglio a me» fece la linguaccia.
«Sì, ammetto che stai molto bene. Sei bellissima» si complimentò dandole un buffetto sulla guancia.
Alex arrossì debolmente, non era ancora abituata ai complimenti di Paolo.
«Andiamo?» cambiò discorso e Paolo annuì.
La prese per mano e si avviarono lungo le strade del quartiere cinese alla ricerca di EatTokyo.
Per loro fortuna non dovettero attendere molto prima di trovare un tavolo libero.
Un cameriere lasciò loro i menù allontanandosi subito dopo per prendere gli ordini da altri tavoli.
«Che ordini?» domandò Paolo.
Aveva accettato di andare a mangiare asiatico ma non era un esperto e nemmeno troppo fan del sushi.
«Oh beh, pensavo di ordinare un Salmon Teriyaki Bento. Io amo il salmone in salsa teriyaki, poi ci sono anche gli edamame e qualche rotolino di sushi con l'avocado» sciorinò Alex continuando a guardare il menù.
Aveva voglia di ordinare qualcos'altro, probabilmente dell'anatra.
«Vuoi degli gyoza?» propose a Paolo che annuì. Era aperto a tutto.
«Ordina tu. Mi fido» le disse rinunciando a capire quel menu.
Alex non poté esserne più felice. Fece cenno al cameriere, che stava passando lì, che erano pronti e l'uomo si affrettò a prendere le ordinazioni ringraziandoli cordialmente al termine.
«Sei pronta per le vacanze?» domandò Paolo quando furono soli di nuovo.
«Sì! Non vedo l'ora di essere sdraiata sotto al sole in spiaggia» esclamò entusiasta congiungendo le mani al petto.
«Tu? Con i tuoi amici state preparando l'itinerario?» s'informò anche se avevano deciso di trascorrere le vacanze estive come pianificato, lei non era granché convinta che lasciarlo andare in Croazia con un gruppetto di single fosse stata una grande idea.
Paolo annuì approfittando per prenderla un po' in giro. Dal tono che aveva usato si capiva che l'idea di quella vacanza non le andasse particolarmente giù.
«Mica sarai gelosa?» la stuzzicò.
«Perché mai dovrei esserlo? Tu hai promesso che avresti fatto il bravo, mi fido» disse fredda tentando di chiudere il discorso.
Se ne parlavano troppo avrebbe rischiato di sbottare.
«Certo, allontanerò tutte le vacanziere mal intenzionate» confermò lui sorridendo sornione.
Alex si mordicchiò il labbro, non si sentiva sicura, soprattutto perchè non erano ancora andati oltre quella pomiciata piuttosto spinta nella sua camera da letto. Paolo era pur sempre un uomo e si domandava se avrebbe effettivamente saputo resistere a un rapporto facile e senza impegni quando sarebbe stato lontano da lei e circondato da mille tentazioni.
All'immagine di Paolo in discoteca avvicinate da ragazze arrapate e senza pudore deglutì.
L'espressione di Alex doveva essere stata abbastanza eloquente e Paolo allungò la mano per rassicurarla.
«Alex, tu mi piaci e credimi, posso resistere qualche settimana senza saltare addosso a nessuna».
Alex diventò rossa di colpo e si mordicchiò il labbro inferiore, non voleva passare per una gelosona.
Ricambiò la stretta di Paolo e sorrise.
«Lo so».
Per sua fortuna i primi piatti arrivarono al tavolo e la conversazione fu spostato su altro e più specificatamente sul delizioso cibo che stavano assaporando.
«Mmm... è delizioso» esclamò quando le labbra toccarono il salmone in salsa teriyaki.
Aveva passato l'intero pomeriggio a immaginarsi quel sapore.
«Sì buonissimo!» confermò Paolo che era ancora un po' incredulo.
Rimase così sorpreso dalla bontà della cucina asiatica che finì per ordinare un altro Salmon teriyaki bento.
«Vacci piano!» lo prese in giro Alex vedendolo trangugitare chili di sushi.
«Sono un pozzo senza fondo. Non ti preoccupare però, ingrasso molto difficilmente» alluse al suo invidiabile metabolismo veloce e fece l'occhiolino.
Alex lo guardò torva, lei aveva tante qualità ma non era putroppo dotata di un metabolismo veloce, anzi tutt'altro.
Chiacchierarono senza fermarsi come il loro solito raccontandosi un po' della settimana finendo per ricordarsi delle scuole medie e del liceo anche se non vi fu un'apparente chiara connessione.
Più parlava e meno Paolo si rendeva conto di continuare a mangiare.
«Oddio, Pa, ti farai venire il mal di pancia» osservò Alex dopo averlo visto mandare giú l'ennesimo uramaki.
Paolo si toccò il ventre gonfio e posò le bacchette, che aveva scoperto essere incredibilmente abile a usare.
«Effettivamente sono pieno» commentò ridendo.
«Pieno? Dovresti strabordare di cibo!» continuò a prenderlo in giro Alex.
«Comunque vado un attimo alla toilette» gli comunicò chiedendogli se poteva lasciare la borsa. Non aveva voglia di portarsela in bagno.
Paolo annuì dicendole che poteva stare tranquilla e la ragazza si avviò verso il piano di sotto essendo lì i bagni.
Il giovane avvocato si affrettò a chiamare il cameriere e chiuse il conto intenzionato a offrire la cena.
L'uomo digitò velocemente sul suo iPad e mostrò il conto a Paolo lasciandolo di stucco. Avevano speso circa 90£ in uramaki e salmone in salsa teriyaki. Tuttavia, non si tirò indietro e pagò la cena.
Per fortuna aveva una carta di credito quindi la botta sarebbe arrivata dopo qualche settimana.
Alex non era ancora tornata dalla toilette quando lo stomaco di Paolo cominciò a fare degli strani rumori.
Avvertì una strana sensazione alla gola e un senso di nausea lo pervase. Aveva bisogno urgentemente di recarsi al bagno.
Si guardò intorno sperando di vedere Alex spuntare dalle scale e soffrì quando notò che del caschetto biondo della ragazza non vi era traccia.
«Alex, andiamo!» la esortò mentalmente.
Un conato di vomito gli raschiò la gola, non sarebbe riuscito a trattenersi ulteriormente.
Si alzò dalla sedia tentando di mandare giú quel liquido acido e cercò con lo sguardo un cameriere per chiedergli di tenere d'occhio il tavolo mentre si recava al bagno.
Nessuno in vista e il malessere di Paolo non faceva che peggiorare.
Stava per correre lasciando tutto incustodito quando Alex ritornò al tavolo assumendo un'espressione preoccupata quando vide il volto di Paolo bianco come un cencio.
«Che hai Pa?» aggrottò la fronte confusa e il ragazzo scosse la testa correndo in bagno.
La fortuna non fu dalla sua nemmeno in quell'occasione. Tutti i bagni erano occupati e finì per vomitare nel lavandino d'ingresso facendo scappare disgustati due uomini che erano in fila.
In quel momento Alex fece irruzione nel bagno essendo preoccupata per il giovane, incurante delle proteste dei presenti.
«Piccolo, tutto okay?» gli chiese reggendogli la testa mentre il ragazzo continuava a liberarsi di tutto quello che aveva ingurgitato.
«Could you please ask for a glass of water?» domandò cordialmente a uno dei presenti che aveva chiesto se andasse tutto bene.
L'uomo annuì e uscì ritornando poco dopo con un bicchiere d'acqua e un cameriere al seguito.
«Is everything alright? Shall I call an ambulance?» suggerì il cameriere con scarsa convinzione.
In fin dei conti Paolo non stava facendo una bella pubblicitá al locale in quel momento.
Paolo si sciacquò la bocca, diede un sorso abbondante di acqua respirando profondamente per calmarsi e scosse la testa.
«I am okay now, thanks. We will just go» rispose e i due uomini annuirono lasciandoli di nuovo da soli.
«Sei sicuro? Comunque possiamo denunciarli! Magari ti sei preso un'intossicazione alimentare...»
«Credo che sia stata semplicemente la quantità, tu stai benissimo» ribadì Paolo tentando di ricomporsi.
«Ti dispiace se andiamo a casa?» le domandò.
Era sinceramente dispiaciuto, quello era l'ultimo appuntamento prima delle vacanze e lo aveva rovinato vomitando in bagno.
Alex annuì sorridente.
«Certo, dai, andiamo»
Lo prese per mano e insieme di avviarono verso la metro più vicina sperando che Paolo non avesse altre ricadute.
∞∞∞∞
Dopo diverse proteste Paolo si convinse a farsi accompagnare a casa da Alex nel caso dovesse risentirsi male.
«Insomma, mi sa che tu e la cucina asiatica non andate affatto d'accordo» sdrammatizzò Alex mentre camminavano verso casa di Paolo mano nella mano.
Il giovane si voltò e si grattò la nuca. Si era quasi ripreso, anche se continuava a sentirsi un po' scombussolato.
«Mi sa di no...»
Alex scosse la testa divertita e gli stampò un bacio sulla guancia.
«Dai, andiamo che ti metto a letto».
Provò a posargli un braccio intorno al collo senza riuscirci; Paolo era troppo alto e lei non poteva considerarsi una cima; come amavano dire le sue amiche, era alta un metro e un tappo.
Paolo le sorrise e circondò il collo di lei con un braccio muovendo quello della ragazza verso i suoi fianchi.
«Siamo più comodi così, credo» .
Alex fece l'occhiolino e continuarono a camminare per qualche altro minuto finchè non furono finalmente di fronte al portone di Paolo.
«Siamo arrivati» annunciò cercando le chiavi nelle tasche del pantalone.
«Sei ancora un po' biancuccio» osservò Alex accarezzandogli una guancia.
Non voleva andarsene e quella era la scusa perfetta.
«Resti con me?» finse un tono di voce piuttosto debole facendo gli occhi da cucciolo a cui la ragazza non seppe resistere.
Alex, infatti, s'intenerì e le sue labbra s'incurvarono all'insú inevitabilmente.
Con la mano sinistra gli accarezzò i capelli corvini infilando piccole ciocche fra le dita. Fu una sensazione incredibilmente piacevole al tatto, i capelli di Paolo erano morbidi e lisci.
«Vuoi che resti con te stanotte?»
Il ragazzo fece cenno di sì con il capo.
«Va bene» sussurrò. «Però mi dovrai prestare un pigiama»
«Certo».
L'eccessivo entusiasmo fece capire ad Alex che si sentiva di gran lunga meglio, ma sorvolò sulla bugia. D'altronde non era nemmeno intenzionata ad andare via.
Salirono al piano di Paolo ed entrarono in casa dirigendosi direttamente verso la camera da letto essendo tutte le luci spense. Probabilmente il suo coinquilino dormiva avendo fatto la notte in ospedale il giorno prima mentre Tim, il suo collega, era momentaneamente assente.
Paolo le fece segno di seguirlo lungo il corridoio e aprì la porta di camera sua accendendo finalmente le luci, lasciando Alex piuttosto sorpresa.
La camera di Paolo era abbastanza in ordine, probabilmente più della sua, tutti i vestiti erano infatti riposti nell'armadio e nessun oggetto sembrava fuori posto.
Il letto troneggiava al centro della stanza, piazzato di fronte alla porta e di spalle alla finestra da cui filtrava la luce dei lampioni del giardino interno. Al lato sinistro della stanza l'armadio a tre ante e in quello opposto la scrivania su cui Paolo aveva appoggiato sia il laptop che una TV.
Alex individuò un cassetto pieno di magliette e chiese a Paolo se potesse indossarne una.
«Posso usare una delle tue magliette?»
Il giovane avvocato annuì e la informò che sarebbe andato in bagno.
«Prendi tutto quello che ti serve».
«Mi raccomando, non vomitare!» lo prese in giro mentre usciva dalla stanza e Paolo si voltò lanciandole un'occhiataccia e alzando il dito medio.
Alex si affrettò a scegliere una maglietta che fosse sufficientemente lunga da farle da vestito e decise di rubargli anche dei calzini.
«Ti sta bene» affermò Paolo di ritorno in stanza e la tirò a sé tenendola per i fianchi.
«Ti sei lavato i denti?» lo stuzzicò nonostante sentisse l'odore del dentifricio.
Paolo annuì e la baciò provando a spingerla sul letto. Dopotutto non si sentiva più così male, quindi quella serata poteva ancora finire bene.
Alex, accortasi delle sue intenzioni, avvertì un certo vuoto allo stomaco e sentì l'impellente bisogno di andare in bagno. Per qualche strano motivo non si sentì pronta ad affrontare quel momento tanto atteso.
«Vado in bagno anche io» e scappò senza Paolo potesse fermarla.
Paolo la lasciò andare senza protestare e si sdraiò a letto sentendo improvvisamente la stanchezza piombargli addosso.
Si accomodò per bene pensando al momento in cui avrebbe messo le mani addosso ad Alex e sorrise malizioso fra uno sbadiglio e l'altro.
Purtroppo Alex impiegò moltissimo tempo in bagno, forse troppo, e quando uscì si ritrovò a osservare una scena che la fece sorridere: Paolo era addormentato a pancia in sú con un braccio posato sul cuscino e l'altro sullo stomaco.
Provò a scuoterlo leggermente per svegliarlo di modo da infilarlo sotto le coperte, il ragazzo mugugnò senza aprire gli occhi e si girò su un fianco. Dopo diversi tentativi riuscì finalmente a tirare il lenzuolo da un lato e a coprire entrambi quando s'infilò nel letto.
Rimase a osservarlo dormire per qualche minuto finché non si sdraiò anche lei abbracciandolo e provò a chiudere gli occhi anche se non aveva affatto sonno. Sentiva come se avesse mancato qualcosa; si sollevò su un braccio e si abbassò per posargli un bacio sulla fronte larga e alta.
«Buonanotte» sussurrò al suo orecchio ricadendo su un fianco contenta.
Ora poteva finalmente addormentarsi.
-----------------------
Ciao lovely people!
Come state? Vi state godendo gli ultimi giorni di quest'estate?
Qui è tornato l'inverno!
Comunque che ne pensate di questo capitolo? I nostri amati Alex e Paolo sono finalmente tornati!
Come potete notare, Paolo è uno sfigato!hahahah
Si è addormentato! My Goodness.
Fatemi sapere che ne pensate :)
Grazie <3
Anto
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro