Capitolo V - Quella volta in cui... mi sono ubriacata all'O'Neill's
🎼 La canzone di questo capitolo?
Alfonso - Levante
«Vedi che avevo ragione?» esclamò Alex facendo un mezzo sorriso e scuotendo all'indietro i capelli come a ribadire il punto.
Paolo scosse la testa fingendo di fare un respiro profondo.
«Beh, diciamo che la prima impressione non era stata delle migliori» si trovò ad ammettere, d'altronde era anche la sincera verità.
«Ad Alex invece eri piaciuto un casino!» s'intromise Ida aggiungendo che aveva intasato la loro chat di WhatsApp con commenti su loro due.
«Ida!» la riprese Alex diventando porpora in viso per l'imbarazzo.
Paolo rise vantandosi inevitabilmente.
«Beh, d'altronde» si autoindicò con un'aria eccessivamente sicura di sé e Ida non poté perdere occasione per canzonare anche lui.
«Sì, vabbè. Ora non esageriamo» osservò riportandolo con i piedi per terra. «Comunque dopo il vostro appuntamento è successo il macello!»
Gesticolò animatamente cercando di ribadire il concetto e stressando la parola "macello"; Ida non stava mai ferma: lei parlava a voce alta (troppo), gesticolava (senza ritegno) ed era una del vaffanculo facile quando meritato (secondo lei).
«Cioè?» chiese Paolo trovando decisamente interessante approfondire quell'informazione.
«Sapessi!» rispose la ragazza congiungendo le mani e muovendo troppo velocemente e pericolosamente vicino al viso di Paolo.
«Sì, Alex era praticamente arrabbiatissima quando l'abbiamo rivista dopo il vostro primo appuntamento» commentó Mia.
«Zitta tu!» la riprese Ida rivolgendole un'occhiata ampiamente eloquente.
«Qualcosa mi dice che non soltanto Alex ha fatto il "macello"» osservò Paolo ripetendo le parole di Ida.
«Esattamente!» esclamò Ida tutta soddisfatta. Era arrivato il suo momento, quella parte della storia la doveva raccontare lei.
«Ci tengo a precisare che era stato un insieme di cose: il mio volo cancellato, tu che eri sparito...» provò a giustificarsi Alex.
«Senti, per piacere! Quale volo cancellato...» la interruppe Ida.
«Questa parte la racconto io» disse in modo talmente sicuro da non lasciare spazio a commenti e rifiuti.
«Praticamente ci eravamo date appuntamento per andare a ballare. Ovviamente O'Neill's...»
∞∞∞∞
Ida controllò l'orario sul cellulare e mandò subito un messaggio di odio alle sue amiche, minacciandole di morte se non arrivavano entro due minuti.
«Muovetevi sennò paghiamo!» scrisse subito dopo ricordando loro che dopo le dieci di sera avrebbero dovuto pagare l'entrata all'O'Neill's.
Sì erano date al loro solito pub per la serata e al pari di tanti altri locali londinesi, all'O'Neill's bisognava arrivare entro un determinato orario se si voleva evitare di pagare l'entrata e le ragazze stavano pericolosamente andando oltre la soglia di tolleranza.
«Eccoci!» spuntò Mia seguita da Sveva e Alex che fecero un cenno con la mano per salutare Ida.
Tutte e tre avevano il viso paonazzo e il fiatone per la corsa fatta dalla stazione di Leicester Square. Cosa non si fa per risparmiare dieci sterline!
«Scusaci, ma Alex ha iniziato a raccontare dell'appuntamento con il tipo e abbiamo preso la cognizione del tempo» spiegò Sveva aggiungendo che per una volta non era stata colpa sua.
Le tre erano state a cena fuori insieme mentre Ida, che aveva lavorato fino a tardi quella sera, le aveva raggiunte per il post-cena; durante la cena Alex aveva, infatti, approfittato per raccontare del suo appuntamento con Paolo non nascondendo il suo disappunto.
«Oh, ma si può sapere che è successo?» chiese difatti Ida che aveva soltanto sentito qualche audio sul loro gruppo WhatsApp fino a quel punto, perciò non era riuscita a farsi ancora un'idea della situazione.
«È un coglione» sputò veleno sul ragazzo Alex.
I tratti del viso s'indurirono e le labbra si chiusero in una linea sottile. Era arrabbiata, soprattutto perché quel maledetto stronzo non era niente di speciale e si era comunque permesso di rifiutarla.
«Quindi non vi siete sentiti dopo l'appuntamento?» domandò Ida facendo aumentare l'ira di Alex ancora di più.
«Secondo te?»
La fulminò con lo sguardo e l'altra sussurrò «scusa» facendo un mezzo sorriso.
«Magari lo farà!» la incoraggiò Sveva. «Sono passati solo cinque giorni...» disse in modo innocente.
Lei aveva ancora fiducia, in fin dei conti erano usciti solo una volta, quindi magari semplicemente il ragazzo stava valutando o aveva avuto da fare. Non c'era per forza da pensare che l'aveva scaricata.
Alex lanciò un'occhiataccia anche a lei.
«Solo cinque giorni, eh?»
«Senti, chissene, ce ne sono altri» provò a chiudere il discorso Mia.
Era inutile fossilizzarsi e stare a parlarne o a lamentarsi, non era l'ultimo uomo sulla faccia della terra e Alex avrebbe sicuramente trovato qualcuno a cui sarebbe piaciuta. Tuttavia, per Alex non era così.
Quel ragazzo le era piaciuto, e anche parecchio, fin dal primo momento quando, arrivando a passo svelto verso di lui, lo aveva visto tirarsi una ciocca di capelli corvini all'indietro scoprendo i suoi occhi verdi petrolio. Gli aveva rivolto un ampio sorriso nel momento in cui era entrata nel suo campo visivo e aveva sperato per tutta la durata del loro appuntamento che lui rivolgesse lo stesso sorriso a lei.
Paolo, invece, si era rivelato piuttosto cordiale e aveva conversato tutto il tempo, ma non le aveva sorriso allo stesso modo, sebbene per qualche momento le fosse anche sembrato che fossero in sintonia. Sarà stata la sua impressione e le fu chiaro che si era sbagliata quando all'improvviso, al termine del loro secondo giro, Paolo alluse a quel presunto impegno e la salutò con il classico "a presto" che voleva dire un'unica cosa: "a mai più".
Da quando aveva cominciato a usare le app aveva sentito spesso e volentieri quella frase e mai aveva risentito la persona ad averla pronunciata. Non se n'era mai dispiaciuta particolarmente, spesso sarebbe stata proprio lei a sparire a prescindere, però con Paolo ci aveva sperato fino all'ultimo momento di essersi sbagliata; consapevole che cinque giorni erano sufficienti perché una persona interessata si rifacesse viva, aprì l'applicazione di Tinder e cercò la chat con Paolo e decise di cancellarla, provando una certa soddisfazione nel premere il bottone con su scritto "Delete match". Non ancora contenta, aprì anche l'app di Whatsapp e fece lo stesso con la loro chat e lo bloccò anche.
Era consapevole che era una misura inutile dato che lui sarebbe stato il primo a non scriverle, ma non riuscì a trattenersi. C'era quella flebile speranza che lui avrebbe potuto farlo e sarebbe andato a sbattere contro la consapevolezza che lei non voleva più saperne di lui.
«Ragazze, è arrivato!» squittì a un tratto Mia, saltellando e sostenendosi sulle spalle di Ida e Sveva, indicando il ragazzo appena entrato nel locale.
Si trattava di Eric, il suo compagno di corso all'universitá e attuale amico con benefici, se così possiamo definirlo, con cui si vedeva da un paio di mesi. Era stato un incontro-scontro in un certo senso, il classico rapporto senza grandi prospettive future, tipico del period universitario.
La tensione sessuale che alleggiava nell'aria quando erano insieme era percepibile anche a chilometri di distanza; desideravano l'una il corpo dell'altro e sembrava non ne avessero mai abbastanza, dando sfogo ai loro istinti più animaleschi. Tuttavia, il loro appetito sessuale era pari al disinteresse che provavano nei confronti dell'altro; non erano mai usciti insieme davvero, se non al loro primo appuntamento - i successivi si erano svolti a porte chiuse e principalmente nelle rispettive camere da letto - e nessuno dei due se n'era mai lamentato. Fu per questo motivo che Mia non riuscì a nascondere il suo stupore quando Eric le propose di raggiungerla quella sera.
Le ragazze si concentrarono sul ragazzo che stava camminando verso di loro e Ida fece un cenno con il capo in segno di approvazione.
Eric era senza ombra di dubbio un bel ragazzo; alto e dalla corporatura longilinea, sfoggiava uno splendido sorriso, che dava mostra della sua dentatura perfetta, facendo risaltare gli zigomi definiti e ingentilendone lo sguardo.
Eric era capace di trapassare l'anima con un unico sguardo, o almeno era questa la percezione di Mia ogni volta che i suoi grandi occhi nocciola finivano per incrociare quegli di lui, azzurri come il fondo del mare della Côte d'Azur dove aveva mosso i suoi primi passi.
«Mia! You look gorgeous» ammiccò lui dando particolare enfasi sull'ultima parola con il suo marcato accento francese e afferrandole entrambe le mani che scomparvero nelle sue.
La ragazza deglutì mentre le sue gote s'incendiarono. Tuttavia, non perse opportunità per muovere i capelli per flirtare a sua volta.
Sveva e Ida ridacchiarono, mentre Alex roteò gli occhi. Il suo umore le impediva di analizzare la situazione in modo oggettivo facendo passare quel normale atteggiamento per un comportamento decisamente sopra le righe.
«Dai, sembra una gatta morta!» sussurrò lamentandosi con Ida che assottigliò gli occhi per rimproverla. Non sopportava quando l'amica vedeva sempre del marcio in ogni gesto a causa del suo umore.
«These are my friends» le indicò Mia ritornando sulla terra. «Sveva, Ida and Alex» elencò i loro nomi in ordine di apparizione.
Ida, come al suo solito, fu la prima a muoversi verso il ragazzo stringendogli la mano vigorosamente, seguita da Sveva, che si limitò ad agitare la mano in aria, e infine Alex che sorrise fintamente biascicando un «hi».
«My friends have booked a table so we're over there» le invitò Eric ritornando dai suoi amici.
Alex li seguì a malincuore camminando dietro Ida e Sveva mentre Mia era a braccetto con Eric.
Giunti al tavolo, Eric presentò i suoi due amici, Clément e Tobias, alle ragazze e prese posto senza badare particolarmente alla reazione di Mia che alla vista di Clément strabuzzò gli occhi.
Fu come un fulmine a ciel sereno per la ragazza che deglutí. Non riusciva a staccargli gli occchi da addosso, Clément era praticamente la riproduzione a grandezza naturale del personaggio di un racconto per bambini con cui si era fissata da piccola. Probabilmente era stata la sua prima cotta, per quanto fosse stato solo un personaggio fittizio.
Clément non poteva considerarsi bello quanto Eric e nemmeno in modo oggettivo: era piú alto di Eric, ma non aveva la sua stessa muscolatura definita, dal suo fisico, infatti, si deduceva che non si sforzasse moltissimo in palestra e che nemmeno curasse piú di tanto il suo aspetto.
I capelli castano scuro erano infatti leggermente arruffati e formavano degli strani boccoli alle punte, si capiva che stesse sperimentando con la sua barba considerata la lunghezza un po' insolita. Nemmeno nel vestire si poteva considerare un campione di eleganza, portava una camicia a quadri infiliata a metá nei pantaloni neri leggermente larghi e delle converse nere ai piedi.
Ciononostante i suoi occhi castani grandi e pieni di calore si fecero breccia dentro di lei, gli trasmettevano una certa dolcezza e quando sorrise nello stringerle la mano avvvertí una sorta di scossa elettrica che la fece tremare sul posto.
«My dear, have a seat. Come here...» la tirò verso di sé Eric mentre la sua mano stringeva ancora quella di Clément.
«Awesome! Finally some alcohol» esclamò il ragazzo quando il cameriere si presentò con un bicchiere dimensione gigante di un intruglio colorato che doveva essere un Raspberry mojito, come specificó Tobias subito dopo, da cui fuoriscivano diverse cannucce.
«Girls, let's dig into it. Be my guests» si rivolse alle ragazze indicando l'enorme bicchiere.
Inconsapevolmente guadagnò diversi punti con Alex che accettó ben volentieri l'offerta; cosa c'è di meglio di un po' di alcool gratis per facilitare la sua sbronza perché era quello l'obiettivo della serata: sbronzarsi tracannando alcool fino all'ultima goccia di qualsiasi bicchiere.
«Cheers!» disse guardando Eric prima di darsi da fare con la cannuccia facendo un lungo sorso che insospettí Ida. La aveva capita subito, la conosceva fin troppo bene per ignorare quella strana luce negli occhi della bionda mentre succhiava avida il Raspberry mojito.
«Vacci piano» si raccomandò con lei e la bionda fece spallucce senza staccarsi dalla cannuccia. Avrebbe fatto di tutto, ma di sicuro non ci sarebbe andata piano.
Nel frattempo che Alex si dava da fare a svuotare il bicchiere alla velocitá della luce, attirando su di sé lo sguardo di Tobias che si lamentó in francese con Clément dicendo che non ne stava lasciando nemmeno una goccia, Mia provava a combattere contro quella incontrollabile voglia di fissare Clément.
Si sentiva tremendamente in imbarazzo a essere abbracciata a Eric desiderando peró di approcciare il moro che le lanciava occhiate di tanto in tanto senza farsi notare.
«Let's go to the dancefloor» suggerì Eric alzandosi in piede e trascinandola con sé.
Mia lo lasciò fare di buon grado, approfittando della proposta per osservare Clément senza risultare troppo evidente.
Anche Sveva e Ida si alzarono dal tavolo buttandosi in pista a ballare fra loro e facendo un giro perlustrativo di tanto in tanto per vedere se c'era qualcuno di interessante lasciando da sola al tavolo Alex che era passata a un boccale di IPA nel frattempo, nonostante odiasse tutte le birre a eccezione della Heineken.
Come al solito, l'O'Neill's era affollatissimo e nel giro di pochissimo le due ragazze si ritrovarono circondate da ragazzi dai modi piú discutibili che tentavano di afferrarle per ballare lasciando subito perdere quando Ida li fulminava con lo sguardo.
«Mamma mia! Sembra che non abbiano visto una donna in tutta la loro vita» esclamò scocciata Sveva dopo che si erano scrollate da addosso un altro tipo.
«Beh, per alcuni non mi sorprenderei troppo» rispose Ida e le sue scoppiarono a ridere riprendendo a ballare avvicinandosi alla console del DJ, ormai diventato loro amico e principalmente di Ida, che le salutò con un cenno del capo quando entrarono nel suo campo visivo.
«Ma sai che forse forse un pensiero sul DJ ce lo farei?» disse d'un tratto Ida con una strana espressione in viso. Probabilmente stava tentando di immaginarlo nudo.
«Ti prego!» la spinse sconvolta Sveva. «Fa cagare, dai!» provò a farla ragione.
I gusti di Ida erano, d'altronde, parecchio discutibili. Le ragazze non si erano, infatti, ancora riprese dalla sua ultima frequentazione o scopamicizia con Andrew, un trentenne un po' coatto, fissato con i cappelli e il look da rapper sebbene non avesse mai provato a rappare nemmeno mezza strofa in vita sua.
«Chi fa cagare?» domandò Mia comparendo alle loro spalle con Eric al seguito con cui si stave prendendo una momentanea pausa dal loro ballo piuttosto spinto.
«Ida vuole farsi il DJ» la aggiornó Sveva e Mia fece la faccia disgustata scuotendo la testa.
«Ma ti pare! Fa schifo» affermò dando man forte a Sveva che annuí.
«Vabbé, una trombatina...» provò a convincerle senza successo e le ragazze la guardarono sconvolte fingendo un conato di vomito.
Notando che Mia era presa dalle sue amiche, Eric si scusò dicendo che sarebbe andato a prendere una birra e dopo essersi assicurato che le ragazze non volessero nulla si allontanó verso il bancone del bar con Tobias, lasciando campo libero a Clément che decise che era arrivato il momento di approfondire quella nuova conoscenza.
Si diresse verso la ragazza a passo sicuro piazzandosi davanti a lei, dall'espressione che assunse il volto di Mia gli fu chiaro che la aveva sconvolta e un luccichio malizioso attraversó i suoi occhi che non sfuggí alla ragazza. D'altra parte, lei sapeva distinguerlo piuttosto bene un flirt quando ne vedeva uno. Lo sapeva distinguere persino meglio delle sue amiche che, nonostante dovessero batterla in esperienza, alla fine a volte risultavano piú impacciate di lei.
«It's nice to finally meet you» affermò il ragazzo sporgendosi verso il suo orecchio sfiorandolo appena con le labbra.
Mia deglutí e si allontanó con uno scatto tentando di tornare a distanza di sicurezza.
«Nice to meet you. Eric talked a lot about you» aggiunse sperando che nominare il nome dell'amico lo disuadesse o lo rimettesse perlomeno in riga. Nulla da fare: Clément era deciso ad andare fino in fondo.
«I am sure he did» rispose sorridente. «He talked about you too»
Mia non ebbe tempo di aggiungere altro che si ritrovó mano nella mano con Clément che la portava verso il centro della pista dicendole che doveva dare sfogo a un'improvvisa voglia di ballare.
Sveva e Ida si scambiarono un'occhiata stranita e scoppiarono a ridere quando Mia si voltò verso di loro chiedendo aiuto.
«E no, questa volta mi sa che dovrà cavarsela da sola» disse Sveva facendo spallucce e salutando l'amica che era ormai sparita nella folla del pista da ballo.
«Comunque io andrei a controllare dopo» suggerì a Ida che annuì.
Il suo istinto le diceva che avrebbero viste delle belle quella serata.
«A proposito di controllare, dove sta quell'altra?» si guardò intorno alla ricerca di Alex che avevano momentaneamente perso di vista.
Sveva scrollò le spalle, non riusciva a intravederla dal punto in cui erano.
«Sarà ancora al tavolo».
Le due ritornarono al tavolo trovandolo vuoto e si allarmarono: dov'era andata?
Ripresero a girare per il locale alla ricerca del caschetto biondo di Alex temendo il peggio: trovarla attaccata al telefono mentre scriveva qualche messaggio imbarazzante in preda all'alcool.
Per loro fortuna lo spirito vendicativo di Alex la portò sì, a compiere qualche gesto stupido ma non coinvolgeva né messaggi o chiamate.
«Oddio! Guardala» urlò Sveva d'un tratto indicando una figura barcollante con una bottiglia di Heineken in mano destreggiandosi in quello che voleva essere un ballo sexy con un tizio alquanto brutto e dalla sguardo leggermente pervertito.
«Oh madonna! Vado a prenderla» affermò Ida scansando la folla mentre camminava a passo svelto.
«Ma si può sapere che cazzo stai facendo?» la riprese afferrandola per le spalle.
«Ida!» urlò Alex tutta contenta. «Vuoi un po' di birra?»
Allungò la bottiglia verso l'amica rischiando quasi di accecarle un occhio.
«No, grazie» rispose prontamente abbassando la bottiglia.
«Me l'ha offerta Carlos» le raccontò tutta contenta indicando il ragazzo al suo fianco che alzó la mano a mo' di saluto senza nemmeno presentarsi. Era troppo ubriaco anche lui per formulare una frase di senso compiuto.
«Questa è la seconda» aggiunse pensante. «O terza? Vabbé, sticazzi!»
Diede un altro sorso alla sua Heineken mandando giú un terzo del suo contenuto e si voltò verso Carlos per riprendere il suo ballo sotto gli occhi sconvolti di Ida che provava a fermarla tirando per un braccio.
In tutta risposta Alex s'incollò allo spagnolo e gli ficcò la lingua in bocca disgustando Ida che urlò:
«Okay, basta così!» affermò convinta decidendosi a intervenire prima che la situazione precipitasse ulteriormente.
La prese per entrambe le spalle spingendola verso di sé e la trascinó via con tutta la forza che aveva.
«Perché mi porti via? Non vedi che a lui piaccio?» si lamentò la bionda senza porre resistenza.
«Sì, lo vedo. Peccato che sia brutto come la morte, quindi ho deciso di intervenire prima che tu faccia qualcosa di cui potresti pentirti domani» controbatté l'amica.
«Tanto non piaccio a quelli belli, tanto vale farsela con un cesso» piagnucolò Alex appoggiandosi al muro laterale sinistra della sala e tracannando un altro po' di birra.
«Finiscila, cazzo!» si arrabbiò Ida incrociando le braccia al petto.
«Non è vero che non piaci a quelli belli. Quello non è nessuno, okay? Non ti devi buttare giú» la riprese.
Alex fece spalluce e avvertendo un certo pizzicore al naso decise di grattarlo con il dorso della mano con cui reggeva la bottigli di Heineken finendo per sporcarsi la maglietta.
«Ottimo!» si lasciò sfuggire Ida sbattendo le mani e alzando gli occhi al cielo.
Come se non bastasse, qualcos'altro decise di andare storto.
«Eccovi! Mi sa che dobbiamo andare di là...» le raggiunse Sveva grattandosi la nuca con un mezzo sorrisetto divertito in faccia
«E mo che è successo?» si lasció sfuggire Ida in preda alla preoccupazione seguendo Sveva mentre trascinava Alex che continuava a bere dalla bottiglia o perlomeno a provarci dato che del contenuto non ne era rimasto molto.
«Ma che cazzo!» gridò dalla semi disperazione quando notò Eric e Clément darsela di santa ragione sotto gli urletti sconvolti di Mia che provava senza successo alcuno di separarli.
Ida corse subito verso di loro mettendosi al centro e lasciò il braccio di Alex che si sbilanció rischiando di cadere. Anche Sveva si avvicinó sistemandosi al fianco di Mia che continuava a urlare «oddio!».
I due non ne volevano sapere di allontanarsi, continuando a spingersi e a insultarsi in francese. Eric provò a sferrargli un pugno rischiando quasi di colpire Ida che scansó il colpo per caso.
«You! Come and help us» ordinò Ida a Tobias che sghignazzava senza muovere un muscolo.
Notando che il ragazzo non sembrava intenzionato ad aiutare - non di sua spontanea volontà - decise di dargli una mano per incoraggiarlo, afferrandolo e buttandolo in mezzo ai due perché si fermassero.
In quel momento anche due bodyguards del locale si fiondarono sul trio trascinando i litigant in direzione opposta mentre questi continuavano a litigare.
«Ma si può sapere che è successo?» domandò a Mia che aveva il volto coperto con entrambi i palmi delle mani.
«Non lo so, Eric ci ha visto ballare ed è impazzito...» raccontò all'amica tentando di riprendersi. Il suo cuore continuava a battere forte, quasi volesse uscire dalla sua cassa torica.
«Solo perché vi ha visto ballare?» indagò Ida poco convinta della risposta dell'amica.
«Okay, forse ci siamo baciati» confessò mordicchiandosi il labbro inferiore.
«Mia!» urlarono all'unisono Sveva e Ida riprendendola.
«È stato un bacio innocente» si giustificò la ragazza facendo un sorriso sghembo.
«Non mi vuole nessuno!» riprese a piagnucolare Alex per ritornare al centro dell'attenzione.
«Mo non ti ci mettere pure tu!» la minacciò Ida decidendo che per quella serata ne avevano avuto abbastanza.
«Dai, andiamo» disse alle tre avviandosi verso il loro guardaroba personale, ovvero un palo vicino alla console da cui sporgeva un gancio. Lo avevano scoperto per puro caso e da quel momento era diventato il loro gancio.
Salutarono di sfuggita il DJ che ricambiò con un cenno del capo e uscirono dal locale sostando nei pressi per riprendersi.
«Ma quegli altri sono andati?» domandò Sveva a Mia che scosse la testa.
«Non ne ho idea» confessò l'altra.
Aveva mandato un messaggio a Eric ma il ragazzo non le aveva ancora risposto, beh non c'era troppo da stupirsi.
«Come torniamo?» chiese a quel punto Ida prendendo lo smartphone per controllare il percorso piú veloce verso la sua auto. Ida era l'unica fra le sei ad avere un automobile essendo una informatrice scientifica per Pfizer, una grossa azienda farmaceutica.
«Dove hai lasciato la macchina?» chiese Sveva dandosi da fare anche lei con il cellulare.
«Notting Hill» rispose Ida aggiungendo avrebbero dovuto camminare fino a Tottenham Ct Road secondo Maps.
«Eh sì, prendiamo la Central line» confermò rimettendo lo smartphone nella pochette.
«E come ci trasciniamo Alex fino a lì?» domandò Mia leggermente divertita nel vedere l'amica saltare su un piede per provare di avere ancora dell'equilibro.
«Ce la fai a camminare?» le chiese Ida e Alex annuì scuotendo energicamente il suo caschetto biondo.
Per loro fortuna, arrivate alla fermata di Tottenham Ct Rd, non dovettero aspettare molto. Il treno della Central line arrivò, infatti, dopo circa due minuti e le quattro furono persino abbastanza fortunate da prendere dei posti liberi.
«Siete bellissime» disse Alex con la testa buttata all'indietro sorretta dal finestrino del treno e gli occhi socchiusi. «Io pure vorrei essere bella come voi...»
«Finiscila! Anche tu sei bella...» la rammonì Ida schiaffeggiandole la mano essendo seduta accanto a lei.
«Non è vero! Guarda il nasino piccolo di Sveva, ha un profilo perfetto» ribadì la ragazza indicando l'amico che ridacchiò divertita.
Alex era fissata con il naso dell'amica sostenendo che faceva sembrare il suo simile a quello di un porco.
Sveva aveva decisamente bei lineamenti: molto delicati e femminili. Somigliava moltissimo a sua nonna, come aveva raccontato più volte alle sue amiche, che aveva origini olandesi, e da cui aveva preso i capelli color grano e gli occhi verdi.
«E Mia c'ha un bel culo» continuò elencando altre qualità dell'amica.
«Smettila» la ammonì di nuovo Ida spalleggiata dalle altre due che la incoraggiarono dicendo anche lei aveva un bel viso e un sedere niente male.
In quel momento la voce metallica segnalò alla stazione di Notting Hill e le quattro si avviarono verso lo sportellone per scendere.
La macchina di Ida, una Citroën C3, era parcheggiata a pochi passi dalla stazione e in meno di cinque minuti le quattro erano sedute suoi sedili in pelle del veicolo.
«Accompagni per prima me?» le propose Sveva che era la piú vicina a Notting Hill abitando verso Shepherd's Bush, uno dei quartieri piú colorati e controversi nell'ovest di Londra.
Bisognava stare attenti a dove mettevi piede quando camminavi per Shepherd's Bush: da un lato poteva esserci un bellissimo parco pieno di famiglie e dall'altro, invece, bastava svoltare l'angolo per trovare un pusher pronto a venderti della droga.
Ida confermò dicendo che avrebbe accompagnato Alessia per ultima e mise in marcia.
«Comunque io mi sono innamorata» confessò Mia ridacchiando per il nervoso.
«Cosa? Di chi?» si giró verso di lei Sveva, che era seduta accanto a Ida davanti, mentre Alex borbottò qualcosa sprofondando nel sedile.
«Di Clément! Ovvio!» squittì Mia come se fosse la cosa più scontata del mondo.
«E questa da quando?»
Ida la guardava dallo specchietto retrovisore con un sopracciglio sollevato.
«Da oggi, no? È super dolce e poi bacia così bene» sospirò sognante sbattendo le lunghe ciglia e Ida sospirò rassegnata.
«Credevo che Eric baciasse benissimo» la stuzzicò Sveva ricordandosi della lunga nota vocale che l'amica aveva inviato sulla loro chat WhatsApp dopo il primo bacio con il francese.
«Sì anche, ma Clément ha un je ne sais quoi» continuò.
«Mo parla pure il francese» scherzò Ida scuotendo la testa divertita.
«Mi ha conquistata» chiuse il discorso la ragazza portandosi le mani al cuore.
«Beata gioventù...» dissero le altre due senza aggiungere altro.
Per il resto del viaggio fu la playlist di Ida a riempire il silenzio essendo piuttosto vinte dalla stanchezza al punto che Alex si addormentò svegliandosi soltanto quando la sua accompagnatrice la scosse dicendo che erano arrivate a casa sua.
«Ti sei ripresa?» le domandò quando la ragazza si riscosse dal suo momentaneo torpore.
Alex annuí strofinandosi gli occhi e sbadigliò. Sentiva ancora un po' di alcool circolare in corpo, ma tutto sommato l'effetto della sbronza stava passando, anche se era consapevole che avrebbe avuto un bel mal di testa al suo risveglio.
«Non ci pensare, okay? Ce ne sono mille» la rassicurò Ida allungando le braccia per abbracciarla.
L'altra non si fece pregare e ricambiò l'abbraccio sussurrando «grazie».
«E di che! Ora andiamo a dormire, dai, che sono quasi le 2:30...»
Notò il display del cruscotto segnare le 2:26 e sbadigliò a sua volta, era stanchissima.
Alex aprí lo sportello ringraziandola di nuovo e scese dalla macchina salutandola con la mano a mezz'aria e infine entrò in casa mentre Ida ripartiva.
Tentando di non fare troppo rumore, camminò in punta di piedi fino alla sua camera e, dopo essersi tolta le scarpe, si buttò sul letto decidendo di essere troppo stanca per struccarsi e sfilò la gonna rimanendo con solo addosso i collant neri velati e la maglietta, su cui si era asciugata la macchia di birra.
Si sistemò su un fianco pensando alla serata e inevitabilmente anche a Paolo, allungò il braccio per afferrare uno dei tanti cuscini sul suo letto così da abbracciarlo e nel giro di pochi minuti si addormentò.
Anche per lei la ricerca doveva continuare e poi chissà a volte il destino sapeva essere controverso facendo ritornare chi pensavi fosse ormai perduto.
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Angolo dell'autrice
Ciao amiche!
Rieccoci con un nuovo capitolo di "Quella volta in cui...". In questo capitolo scopriamo qualcosa in più su Mia, la piccolina del gruppo. A quanto pare è una spaccacuori!
Di Alex che mi dite? Ve lo sareste aspettate che avrebbe reagito così male? Meno male che Ida è arrivata in suo soccorso!
Voi vi siete mai ubriacate per dimenticare? Io ammetto di averlo fatto!
Mai combinato troppi guai però ;) voi? Avete storie imbarazzanti da raccontare? Fatemi sapere!
Ci sentiamo alla prossima e se ve lo state chiedendo, sí, Paolo ritornerà e finalmente scopriremo come mai ci abbia ripensato!
A presto e grazie per seguirmi <3
Anto
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