Capitolo III - Quella volta in cui... ho suonato Per Elisa
Via degli Orefici, nei pressi di piazza del Duomo
Milano
09/04/2020
Ore 16:53
«Paolo?»
Il giovane avvocato sentì una voce chiamarlo da dietro le spalle e si voltò verso quel suono rimanendo a bocca aperta quando vide di chi si trattava.
«Eli? Da quanto tempo!» esclamò allargando le braccia d'istinto per accogliere la ragazza che non esitò a tuffarsi.
Non vedeva Elisa da oltre cinque anni; l'ultima volta era stata a una rimpatriata circa un anno dopo la fine del liceo, dopodiché non si videro più e nemmeno si sentirono più anche se, a onor del vero, avevano smesso di sentirsi anche in precedenza.
«Ma che ci fai tu qui?» le domandò mentre la teneva stretta fra le braccia.
Profumava ancora di rosa, proprio come al liceo. L'odore della pelle di Elisa gli aveva sempre lasciato una piacevole sensazione al naso.
«Mi sono trasferita di recente, suono per il Teatro Piccolo» gli spiegò quando si staccò da lui e facendo riferimento a uno dei teatri più rinomati di Milano.
Paolo fece un applauso, era sicuramente un ottimo traguardo, ed era felice per lei sapendo quanto avesse faticato per arrivare lì.
«Tu anche abiti a Milano?» gli chiese.
Paolo scosse la testa, era tornato qualche giorno in Italia per le festività pasquali ed era passato da Milano per salutare alcuni dei suoi amici che ancora vivevano lì.
«Abitavo, ora sto a Londra» le raccontò.
La bocca di Elisa formò un "ooh" e le sue pupille si allargarono leggermente; lei adorava Londra a dismisura.
«Io adoro Londra!» urlò infatti tutta entusiasta. «Ti prego, raccontami! Come ci sei finito?»
Paolo diede una rapida occhiata al telefono per controllare l'orario. Stava tornando a casa del suo amico Luigi, dov'era ospite, dopo essere andato a salutare i suoi vecchi colleghi. Non avendo piani con Luigi fino alle 19:00, propose a Elisa di andare a prendersi un caffé; aveva circa due ore prima dell'incontro con Luigi e il resto della comitiva.
La ragazza annuì e i due si avviarono verso uno dei tanti bar di via Torino.
∞∞∞∞
Quel caffè fu uno dei tanti che i due presero insieme nei mesi successivi.
Ritrovarono nell'altro esattamente ciò di cui avevano bisogno: uno svago dal loro temporaneo vuoto sentimentale.
Nel momento in cui Elisa gli raccontò di essersi appena lasciata, Paolo capì dal modo in cui lo stava guardando che avesse trovato appena un sostituto per passare il tempo e la cosa non gli dispiacque affatto.
Si scambiarono, infatti, i numeri di telefono e ripresero a messaggiare vedendosi quella sera stessa.
Inutile dire che passarono la notte insieme a ricordare i tempi di gloria del liceo e anche qualcos'altro.
Paolo trovò una sensazione molto strana nell'accarezzare, esplorare il corpo di Elisa che aveva perso quell'aspetto un po' acerbo, dalle forme incerte, tipico dell'adolescenza, per lasciar spazio a delle forme sinuose e voluttuose che fecero quasi pentire al diciassettenne dentro di lui di averla lasciata.
Elisa lo tirò per la nuca avvicinando i loro visi e gli sussurrò di spingere ancora più forte.
«Voglio sentirti...» continuava a ripetergli mentre ansimava e gemeva di piacere.
Paolo l'afferrò per i fianchi tirandola verso di sé e la girò decidendo di prenderla da dietro.
Sentì Elisa ridacchiare mentre le sue mani trituravano le lenzuola di cotone celeste del suo letto matrimoniale.
Il giovane avvocato diede un'ultima spinta e la voltò verso di lui notando le gote rosse e accaldate per lo sforzo appena fatto e la baciò.
Fu un bacio incredibilmente dolce che destabilizzò leggermente Elisa che per un attimo credette che Paolo potesse volere molto di più di ciò che lei era disposta a dargli.
«Paoletto...» lo richiamò quando riprese fiato. «Io mi sono appena lasciata e non sto cercando nulla di serio»
Fu chiara e diretta ottenendo dall'altro lato una reazione altrettanto espressiva.
Paolo, infatti, agitò le mani in aria e scosse velocemente la testa.
«No, assolutamente!»
«Nemmeno io voglio una ragazza e poi sto a Londra» chiarì rendendosi conto di aver dato l'impressione sbagliata.
Elisa sorrise senza aggiungere altro e lo baciò a sua volta, allungando le mani verso il suo inguine afferrando la punta del suo membro.
«Devo ammettere che hai imparato a usarlo molto bene» sussurrò suadente.
«Vuoi vedere cos'altro so fare?» le domandò malizioso a sua volta.
La ragazza ridacchiò mordicchiandosi il labbro inferiore in modo alquanto provocatorio e scatenando un'esplosione ormonale nell'altro che non esitò nemmeno un secondo a fiondarsi su di lei per darle una nuova mostra dell'esperienza accumulata in quegli anni.
∞∞∞∞
Si frequentarono per circa tre mesi viaggiando a turni alterni fra Milano e Londra, dove Elisa approfittava per farsi portare in giro nella Londra non turistica, trovando in Paolo un ottimo Cicerone che, invece, quando andava a trovarla a Milano raramente usciva dalla sua camera da letto, se non per rifocillarsi.
Fu un periodo alquanto piacevole per entrambi, senza preoccupazioni o particolari aspettative; seppero cavarne il meglio, raccontandosi persino dei rispettivi appuntamenti dato che entrambi non smisero di uscire con altre persone.
Così almeno fece Paolo, mentre Elisa lo prendeva più per un gioco, essendo ancora innamorata del suo ex.
Era così evidente che la sua testa fosse ancora impegnata che il giovane avvocato non resistette a farle la domanda.
«Eli, tu ci pensi ancora, vero?» gli chiese senza peli sulla lingua dopo averla osservata persa tra i suoi pensieri davanti al suo feed Instagram e, nello specifico, fissando un post raffigurante un ragazzo dal capelli castani ricci che brindava insieme a quello che, verosimilmente, era il suo gruppo di amici.
Elisa sollevò lo sguardo e strinse le labbra facendo spallucce.
«Non posso farne a meno» confessò senza giri di parole o giustificazioni.
«Fossi in te proverei a contattarlo»
Fu un suggerimento sincero e alquanto sicuro. In quei mesi Elisa gli aveva raccontato del suo ex e del loro rapporto, la loro storia era finita a causa della distanza a seguito del trasferimento di Elisa a Milano. Il suo ex fidanzato, Tommaso, non era riuscito a reggere il dispiacere e la lontananza e aveva deciso di troncare. Tuttavia, era ancora un rapporto recuperabile, bastava solo trovare un compromesso.
Elisa annuì debolmente, non sapeva come intraprendere quella conversazione e cosa aspettarsi. Tante volte era finita per comporre il suo numero, che sapeva ormai a memoria, senza avere mai il coraggio di premere il tasto verde.
Aveva salvati mille promemoria sul suo smartphone, pieni di tutte le parole che non era riuscita mai a dirgli, che le erano morte in gola quando lui aveva confessato di non voler continuare, di non farcela.
«Ho bisogno di qualcuno che ci sia sempre e non solo nei weekend» le aveva detto in modo brutale, dritto al punto.
Elisa sentì gli occhi inumidirsi e la gola serrarsi; non poteva scegliere, non sapeva nemmeno come.
Se da un lato aveva davanti una persona con cui si trovava molto bene, che amava; dall'altro aveva un lavoro che le stava regalando molte soddisfazioni, per cui aveva investito risorse ed energie, andandone particolarmente orgogliosa. Avrebbe voluto che Tommaso fosse, a sua volta, sufficientemente orgoglioso di lei da non chiederle di scegliere.
Non poté rinunciarci nonostante sapesse che avrebbe causato la fine della sua storia e strinse i denti, sperando che lui ci ripensasse, decidendo di tornare da lei e ponendo fine a quella tortura. Non lo fece e lei ne fu distrutta.
Nonostante avesse continuato ad andare avanti come se nulla fosse, era solo apparenza. Non aveva superato il dispiacere né sembrava migliorare, nonostante Paolo e quella sorta di ritorno al passato fossero cascati a pennello.
«Credi che ci ripenserebbe?»
Il tono malinconico e triste della giovane lo intenerì, era chiaro che soffrisse ancora.
Paolo annuì incoraggiandola a lottare, ne sarebbe valsa la pena, era sicuro che sarebbe a riconquistarlo. Doveva solo provarci.
∞∞∞∞
Alla fine di quel weekend, i due si salutarono promettendosi che si sarebbero incontrati a Londra dopo due settimane.
Avendo, infatti, un periodo di pausa a teatro dopo una stagione alquanto impegnativa, Elisa aveva pensato di trascorrere qualche giorno a casa di Paolo per godersi la città un po' di più dato che vi aveva passato sempre e soltanto i weekend.
Pensò anche di tornare a casa per qualche giorno prima della partenza per Londra, così da salutare i suoi genitori e amici.
Non lo aveva pianificato nei minimi dettagli, ma il subconscio la portò a entrare nel ristorante gestito da Tommaso e pensare che a lei il gnocco fritto, specialità del locale, non piaceva nemmeno.
Nel momento in cui il ragazzo incontrò le iride castano scuro, cariche di emozione e dalle pupille dilatate, della ragazza, le sue labbra si distesero in un enorme sorriso.
«Eli...» fu tutto ciò che riuscì a dirle prima di venire travolto dall'abbraccio della giovane.
Fu come tornare indietro di circa sette mesi, prima di quel litigio che aveva causato la loro rottura, e fu come se nulla fosse successo.
Elisa affondò il viso nel petto di Tommaso, che lasciò andare tutte le sue difese all'istante, ricambiando l'abbraccio della ragazza, che lo stringeva forte a sé. Erano talmente presi l'uno dall'altra che non si resero conto di avere tutti gli sguardi dei presenti puntati su di loro.
«Mi sei mancato...» sussurrò con la voce un po' rotta per l'emozione.
«Anche tu»
Non ci fu bisogno di aggiungere altro, entrambi si lasciarono alle spalle quella separazione promettendosi che avrebbero fatto sempre il possible per venire l'una incontro all'altro e così fu.
Inutile aggiungere che Elisa non partì per Londra quel fine settimana e nemmeno in quegli successivi. Paolo ne fu felice nonostante avesse perso un'amica in un certo senso, per quanto avessero continuato a sentirsi con meno frequenza e quasi sempre per brevi saluti.
Sentirla così felice, però, provocò una certa invidia nel giovane avvocato che desiderava anche lui trovare quel qualcuno che gli facesse battere il cuore; qualcuno che Elisa, tuttavia, non sarebbe stata mai.
Si chiuse così per Paolo il periodo "per Elisa" che era riuscito, nonostante tutto, a strappargli qualche sorriso e distrarlo dalle quotidianità regalandogli così la dolcezza del periodo adolescenziale e facendogli sperare che qualcosa di meglio è sempre dietro l'angolo ad aspettare. Bastava solo avere pazienza.
∞∞∞∞
«Stanno ancora insieme?» chiese Sveva. Sperava che decidesse di sì, essendo un'amante dei lieti fini.
«Sì, Tommaso si è trasferito a Milano e ora lavora lì. Stanno insieme da quel giorno» le raccontò.
Sveva congiunse le mani mimando un cuore in aria.
«E tu hai perso la tua scopamica» lo prese in giro Ida.
Paolo fece un sorriso sghembo e strinse le spalle, non aveva mai pensato a Elisa come una soluzione permanente ed era contento che lei fosse tornata con Tommaso.
«Comunque ora basta con il passato! A questo punto hai incontrato Alex?» domandò in modo alquanto diretto Valentina.
Erano simpatici i racconti di Paolo, ma lei voleva sapere della sua amica.
«In un certo senso sì, sono uscito con altre ragazze prima, ma non ho rivisto nessuna di loro» rispose lui.
«Non eri intenzionato nemmeno a vedere me se vogliamo dirla tutta» ribadì Alex rivolgendogli un finto sorriso.
Paolo alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Mamma mia, se era testarda!
«Ok, va bene. Volete sapere com'è andata?» domandò retorico fingendosi leggermente scocciato.
«Certo!» urlarono tutte tranne Alex che si limitò a fare un cenno con il capo.
Paolo sorrise sotto i baffi all'espressione che voleva fingere indifferenza di Alex, ma che trasudava curiosità da tutti i pori, trovandola piuttosto tenera.
«Come sapete, ero su Tinder....»
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Angolo dell'autrice
Ciao lettori e lettrici!
Come state? Siamo ritornate da Paolo e Alex e finalmente ci siamo: sapremo del loro primo appuntamento!
Sará vero che Paolo non aveva alcuna intenzione di incontrare di nuovo Alex?
Scusate per la brevitá di questi capitoli, ma non sono centrali per la storia, sono solo per divertirsi.
Dal prossimo avremo un po' piú di consistenza!
Ci sentiamo fra due settimane :D
Anto <3
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