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Capitolo 7 - Il suo Sorriso, la mia droga.

Oggi la giornata non è delle migliori. Il cielo è diventato grigio e sta iniziando a scendere una leggera pioggerellina. Per fortuna sono al riparo sotto alla fermata della metro. Stranamente non c'è nessuno nei dintorni. Mi guardo attorno per capire il motivo di questa mia solitudine, e dopo circa qualche secondo avvisto un manifesto grande come una casa che avvisa che oggi i treni sono in sciopero. Quindi decido di raggiungere il luogo dell'appuntamento con Emily a piedi, ma nel frattempo si è messo a diluviare, quindi adesso sono in una situazione veramente scomoda. Bloccato sotto la Metropolitana e pure senza ombrello. Gli sportelli sono chiusi, e il luogo più vicino con qualche persona è a 700 metri di distanza da me. Raccolgo tutto il mio coraggio, è inizio a correre sotto la pioggia respirando a pieni polmoni. Dopo un lungo tragitto fatto di cadute e urti con qualsiasi oggetto che si trovasse nel mio Radar, finalmente riesco ad arrivare al negozio più vicino. Ora sono bagnato fradicio, con i pantaloni tutti appiccicati alle gambe. La ragazza del negozio mi sta lanciando delle occhiate terribili. Sto sporcando tutto il pavimento. In questo momento sono sicuro voglia farmi fuori.

- Buongiorno, vorrei un ombrello... Grazie -

- Di che colore lo vuole ? -

- Di qualsiasi tipo. Il colore non è un problema -

- Ecco a lei. Sono 10 euro -

Un ombrello 10 euro? Neanche fosse stato placcato nell'oro 18 Carati. Probabilmente si vuole vendicare per il pavimento.

- Grazie, e arrivederci. Torni a trovarci -

Una volta al riparo sotto l'ombrello, mi appresto a raggiungere il luogo dell'appuntamento. Lungo il tragitto dopo circa una ventina di minuti la pioggia cessa del tutto. La mia solita sfiga. Credo di aver comprato questo ombrello per nulla. Il mercato di Freedom-Street è stato costruito nel 2011 dal vecchio sindaco. Che poi è stato cacciato per aver ricevuto delle mazzette. Nella mia città non è proprio tutto rose e fiori. Il Mercato è situato tra la Vecchia scuola pubblica, e il nuovo stadio di calcio. Quindi è uno dei posti più frequentati dai ragazzi della zona. Mentre sto camminando mi imbatto con alcuni studenti della mia scuola. Credo stiano facendo compere o qualcosa del genere.

- Avete visto? Ora si trova di tutto in questo mercato. Anche la spazzatura -

- Hai ragione. Senti che puzza. Ha anche i pantaloni sporchi -

- Ma secondo te l'ha fatto il bagno prima di uscire? -

- Non credo proprio -

Scoppiano entrambi in una grassa risata. Resisto, e cerco di andare per la mia strada senza dargli retta.

- Ma il padre è ancora in galera? -

- Sicuramente. Dopo aver'ucciso quella ragazzina ci passerà l'intera vita -

- Hai ragione. Ho sentito che anche la madre è una poco di buono -

- Cosa dici? -

- Non lo sapevi? Lavora in un Night-Club. Serve i Drink a uomini di mezza età per mandare avanti la baracca -

Non posso più resistere. Finché tocchi me posso lasciarmi scivolare tutto, ma se poi giudicano i miei genitori  questo non lo accetto. Prendo uno di loro per il colletto della divisa scolastica, e lo sbatto contro il muro di un bar.

- Cosa hai detto? Ripeti se hai il coraggio -

- Ma cosa fai? Sei pazzo. Lascialo -

Il suo amico cerca di liberare il compagno dalla mia morsa, ma non ci riesce. Lo spingo a terra con l'altro mio braccio, mentre continuo a tenere l'altro per il collo.

- Scusa, adesso lasciami. Mi stai facendo male. Non riesco a respirare -

Delle persone nelle vicinanze ci stanno osservando. Hanno uno sguardo spaventato. Sono intimoriti da me. Ma cosa sto facendo? Sto scendendo al livello di questi bulletti di quartiere? Lascio libero il ragazzo, e scappano entrambi a gambe levate. Non voglio neanche immaginare cosa si dirà a scuola domani di quello che è successo. Continuo a percepire lo sguardo dei passanti anche dopo che gli studenti si sono allontanati. Affretto il passo e finalmente arrivo nel punto preciso dove mi devo incontrare con Emily. Lei stranamente è stata puntuale.

- Ehi straniero, perché ci hai messo tanto? -

- Scusa, sono sorte delle piccole complicazioni -

- Sei tutto sudato - Prende un fazzolettino dalla sua tasca e lo passa sulla mia fronte.

- Hai corso fino a qui per non farmi aspettare? -

- No, non è questo il motivo -

- Va bene fingo di crederci. Perché mi hai voluto portare in questo posto? Hai qualcosa di particolare da comprare? -

- Vorrei prendere un paio di scarpe. Già ho deciso il luogo dove sceglierle. Seguimi -

Afferro un pezzetto del vestito che indossa, e la porto nel negozio che ho scelto.

- Ma questo è un negozio da donna? -

- Non ho mai detto che le scarpe erano per me -

- Per chi sono? Tua madre? -

- Ma sei stupida, oppure fingi di esserlo? -

- Non capisco cosa vuoi dire -

- Scegli il paio che ti piace di più? -

- Sono per me? -

- Prendilo come un regalo per essere mia amica. Ieri ho preso il mio primo stipendio, e sto facendo i regali alle persone a cui tengo di più - Arrossisco mentre lo dico.

- Veramente? Mi servivano proprio. Le mie si erano tutte consumate, e non ho mai avuto il tempo di comprarne un altro paio. Comunque hai detto che le stai comprando alle persone a cui tieni di più. Vero? Allora io sono una di quelle -

- Non farti strane idee. Scegline un paio -

- Comprerò le più costose. Ti avviso AHAHAAH -

Devo prenderla sulla parola? Speriamo di no...

- Ecco, ho scelto. Queste scarpe mi piacciono tantissimo -

- Ma sono delle semplici scarpe da ginnastica. Prendi qualcosa di meglio. Quelle in fondo al negozio sono molto femminili -

- Non mi piacciono le scarpe troppo appariscenti. Queste che ho scelto sono belle e comode. Cosa c'è di meglio? Odio le ragazze a cui piacciono le scarpe con brillantini e cose del genere. Hanno il complesso di cenerentola. Credono che grazie ad un paio di scarpe il principe sul cavallo bianco si materializzerà, ma non capiscono che la cosa che conta è essere se stesse. Povere sciocche. Sono da compatire -

- Hai una visione distorta della donna. Sicuro di esserlo? -

- Ti sembro un uomo? -

- No, non lo sembri -

- Allora ti sei risposto da solo -

- Adesso meglio che le provi. Vediamo se ti calazano -

Prendo una delle scarpe. La porta verso il piede di lei, e la spingo gentilmente fino a mettergliela del tutto. Così faccio anche con l'altra.

- Ti stanno bene. Sono davvero carine ai tuoi piedi -

- Justin, grazie del regalo. Non ne ricevevo uno da tanto. -

- Spero che con queste scarpe tu possa viaggiare molto. Si dice che un paio di belle scarpe ti porti in posti altrettanto belli -

- Adesso devo sdebitarmi con te. Cosa potrei mai fare? -

- Non c'è bisogno. Non l'ho fatto per avere qualcosa in cambio -

Sta sorridendo. Ha uno splendido sorriso. Come può una ragazza essere così bella? Annegherei nel suo sorriso. Voglio vederla sorridere più spesso. Vederla in questo modo mi rende felice e euforico. Come se fossi sotto effetto di sostanze stupefacenti. 

- Ho deciso per sdebitarmi ti concedo tre desideri. Non posso prenderti niente di materiale. Però possa fare qualsiasi altra cosa -

- Tre desideri? La cosa mi piace. Posso scegliere quello che voglio? -

- Certo, ma niente di osceno. Il tuo sguardo non mi convince -

- Ma cosa stai pensando? Non sono il tipo -

- Il mio primo desiderio è.... -

Il suo cellulare inizia a squillare.

- Aspetta un attimo. Devo rispondere a questa chiamata -

- Fai pure. Rispondi con calma - Maledizione. Era la mia occasione per invitarla al cinema.

- Pronto. Cosa? Sei venuto in città. Dove sei? Non ci posso credere anch'io. Sono insieme ad un amico. Ci vedi? -

Da lontano un ragazzo altissimo si avvicina al luogo dove ci troviamo. Sembra un colosso. Circa 1,85 di statura. Ha i capelli neri come la notte, e quello sguardo tenebroso che piace tanto alle ragazze.

- Em... da quando non ci vediamo. Mi sei mancata. Ho fatto di tutto per tornare da te il prima possibile. Credevi di esserti sbarazzata di me? -

La sta abbracciando stringendola davvero forte. Le sue mani stanno toccando le sue spalle, e la sua testa e vicino al suo collo. La cosa non mi piace per niente. Chi sarà mai questo ragazzo? Perché si prende tutte queste confidenze? Abbracciare una ragazza in quel modo non preannuncia nulla di buono...

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