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Capitolo 6 - La Biblioteca

"Una ragazza si trasforma in una donna di fronte ad un ragazzo che la tratta come una principessa."

Questa è la frase che mia madre amava dire più di tutte. Erano le parole che mio padre gli aveva pronunciato per chiederle di sposarlo. Entrambi venivano dalla stessa città, e si erano conosciuti da giovanissimi. Andavano nella stessa scuola, ma in classi differenti. Mia madre era la ragazza più bella dell'istituto. Era corteggiatissima da tutti, ma aveva occhi solo per lui. Mio padre invece era il solito ragazzo normale, che faceva parte di una cittadina comune. Lui inizialmente non si era accorto dell'interesse della mamma. Nonostante lei gli lasciasse bigliettini sotto il banco di scuola ogni mattina. Credeva che fosse qualche scherzo che qualcuno gli aveva preparato per prenderlo in giro. Un giorno la mamma dopo che si era stancata delle mancate risposte alle sue lettere si precipito davanti alla palestra dove mio padre giocava a Basket. Lo prese per la divisa e lo trascinò nel cortile. Papà non si aspettava una reazione del genere dalla ragazza che tutti definivano come l'emblema della femminilità. In quel momento appariva rozza e priva di tatto.

- Senti, ma com'è possibile che dopo settimane che ti scrivo lettere. Non ho avuto ancora una risposta? -

- Lettere? Di quali lettere stai parlando? -

- Quelle che ti ripongo ogni mattina con estrema cura sotto il banco di scuola. Quelle che puntualmente nemmeno apri e getti nel cestino della spazzatura -

- Ho capito. Allora le avevi scritte tu! -

- C'è scritto il mio nome è cognome scritto in Maiuscolo alla fine di ogni lettera. Ovvio che le abbia scritte. Non credi? -

- Pensavo fosse uno scherzo. Non potevo mai immaginare che una ragazza come te potesse interessargli uno come me -

- Perché? Cos'hai che non va? Credi che a me possa piacere chiunque? Ti sembro una che da il cuore facilmente al primo che capita? -

- No, non intendevo questo. Solo è che la cosa mi sembrava inverosimile. Potresti aspirare a qualcuno migliore di me -

- Questo è il motivo per cui mi piaci. Sei un ragazzo modesto, e non sei pieno di te come i nostri coetanei. Visto che adesso sai tutto. Usciamo ufficialmente insieme -

- Non stai bruciando un pochino le tappe? -

- Hai qualcuno che ti piace più di me? -

- No, non è questa la cosa -

- Allora non c'è nessun problema. Usciamo insieme. Non è facile incontrare qualcuno che ti piace. Tu mi piaci e non voglio che qualcuna possa portarti via da me -

- Sei sicura vada bene io? Non sono il classico ragazzo ricco e di bell'aspetto. Non ho una famiglia forte alle spalle, e non ho nulla da darti in cambio -

- Non siamo sotto lo stesso cielo? Siamo tutti uguali al mondo. La persona che voglio in questo momento non è un ragazzo ricco e bello, ma una persona che possa farmi felice con piccoli gesti. Voglio solamente te -

Quelle parole riuscirono a trafiggere il cuore di mio padre. Da quel momento in poi iniziarono ad uscire, e dopo circa due anni quando ancora erano adolescenti, lui gli chiese la mano e le pronuncio quelle famose parole. Questo momento era rimasto nella mente di mia madre come una macchia d'inchiostro che non poteva essere cancellata da un foglio. Era l'avvenimento della sua vita che custodiva più gelosamente in un piccolo spazio del suo cuore.

Ieri il professore di lettere ci ha assegnato un compito da svolgere in gruppi da due. Ovviamente come puntualmente accadeva da tre anni a questa parte, nessuno si offriva di entrare nel mio. Emily, non faceva parte della mia stessa classe di lettere, è per questo che il carico di lavoro che doveva essere diviso in due, adesso gravava solamente sulle mie spalle. Avevo preparato tutto il materiale necessario possibile, è avevo deciso di andare a studiare in biblioteca.

La biblioteca della mia scuola era una delle più fornite dell'intera città. Aveva tutto quello che un lettore incallito come me poteva desiderare. Però non ero andato lì per divertimento, ma per organizzare il progetto assegnatomi.

Quel giorno non si trovava un banco libero. Erano tutti quanti occupati. Ovviamente non ero stato il solo ad avere questa brillante idea. Prima di trovare un posto dove sedermi, decisi di fare prima un giro per gli scaffali e trovare qualche libro che potesse aiutarmi con la ricerca. Dopo un po' che vagava tra quei milioni di testi, trovai quello che mi serviva. Tra le fessure dei libri esposti si vedeva una ragazza che si accingeva a leggere un libro. Mi avvicinai il più vicino possibile per vedere di chi si trattasse. Era proprio lei, la ragazza che era entrata nella mia vita come un fulmine. Non la chiamai in un primo momento. Continuavo ad osservarla. Amavo guardarla, e poi riguardala senza un normale motivo. Una luce proveniente dalla finestra di sinistra gli illuminava il volto, che appariva ancora più bianco del solito.

- L'hai finita di guardarmi? -

Mi aveva visto?

- Non ti stavo guardando, ma stavo cercando solamente un libro -

Faccio finta di cercarne qualcuno.

- Veramente? Da quando una persona che cerca un libro rimane fisso con lo sguardo nello stesso punto per quarantacinque minuti? -

Credo di essere stato beccato con le mani nel sacco.

- Va bene, lo ammetto. Ti stavo guardando. Stavo pensando a quanto tu sia brutta! -

Gli faccio una linguaccia. Mi sento così infantile in questo momento...

- Solo un brutto ragazzo chiamerebbe una ragazza "brutta" -

Credo di essere stato colpito e affondato.

- Vuoi avere sempre l'ultima parola vero? -

- Sono una ragazza che nella vita ha bisogno di questo ed altro. Perché sei in biblioteca? -

- Il professore ci ha assegnato un compito da svolgere in gruppo. Ed eccomi qui -

- Dov'è il tuo partner? -

- Non lo vedi? E' qui accanto a me -

- Non c'è nessuno vicino a te -

- Indovinato. Il signor "Nessuno" è stato l'unico che si offerto di aiutarmi -

- Il signor "Nessuno" è proprio una brava persona -

- Tu invece perché ti trovi in biblioteca? -

- Per leggere un libro, è questo che di solito si fa nelle biblioteche -

- Bene. Che libro stai leggendo? -

- Ho scelto di leggere "Colpa delle stelle." Parla di due ragazzi malati che si innamorano pazzamente -

- L'ho letto, è un libro veramente romantico. Ottima scelta -

- Lo credo anch'io -

- Ma Justin cosa ti sei messo sulla faccia? -

- Nulla, perché sembra strana? -

- Fammi vedere bene. Hai qualcosa proprio vicino alla guancia destra -

- Cos'è? Un insetto? Toglimelo -

Mi agito come un pazzo scatenato in preda alle convulsioni.

- Mister coraggio era solamente una ciglia. Sei proprio un fifone. Come può un ragazzo della tua età avere così paura degli insetti? -

- Tu non hai paura di nulla? -

- Si, delle bugie. Quelle sono le cose che mi fanno più paura al mondo -

- Bugie? Interessante -

- Justin, tu mi hai mai detto qualche bugia? -

- No, non l'ho mai fatto. Ne sono certo -

- Ne sei sicuro? Allora prima perché hai detto che sono brutta? Lo so che mi osservavi perché ti piaccio -

Arrossisco come un peperone. Ero sicuro che voleva andare a parare su questo.

- Lo ammetto, non sei male -

- Lo credi veramente? -

- Se non lo credessi, non l'avrei neanche detto -

- Ma perché sei tutto rosso? Hai caldo? Vuoi qualcosa da bere? -

- No, grazie. Non ne ho bisogno -

La guardo dalla testa ai piedi. Questa mattina si è messa un Jeans attillato, e una felpa viola. Ai piedi invece porta delle Converse abbastanza consumate. Credo abbiano un paio di anni...

- Domani, cosa fai? -

- Nulla. Perché, mi vuoi invitare ad uscire? -

- Mi stavo chiedendo se potessi accompagnarmi al mercato in mattina. Visto che non abbiamo scuola la domenica -

- Mercato? Credevo volessi portarmi ad un appuntamento -

- Se non ti va, posso andarci da solo -

- Ma come sei frettoloso, non ho detto che non voglio venirci. Ci verrò -

- Perfetto. Allora vengo a prenderti a casa tua verso le nove, ok? -

- Credo si possa fare -

- Adesso mi tocca andare a continuare la ricerca. Vado a vedere se trovo qualche banco libero -

- Aspetta, hai lasciato una cosa -

- Non credo di aver lasciato nulla. Cos...? -

Si appresta verso di me. Molto lentamente, passo dopo passo. Mette le sue mani dietro la schiena, e mi chiede di alzarmi sulle punte. La osservo, ma non capisco cosa voglia fare. Mi alzo sulle punte il più alto possibile. Avvicina il suo viso al mio. E con fare deciso mi bacia. Il contatto delle sue labbra sulle mie, è una cosa che mi sconvolge ogni volta. Non riesco a connettere il cervello con il cuore. Con un braccio, la prendo per un fianco e con un altro accarezzo il suo viso e lo stringo verso il mio. Il bacio dura per 5 semplici secondi, ma sono i secondi più bella della mia intera esistenza.

- Credevi che mi allontanassi? Non lo farò mai più. Adesso preparati a questo ed altro. Non sono solo il ragazzo buono, ma anche qualcosa di più -

- Come ti pare cucciolotto. Sei proprio un bravo bambino -

- Tu baci tutti i bambini sulle labbra? -

- Mi piacciono i bambini, ma tu sei il mio preferito -

Ci sono momenti che ognuno di noi porta nel proprio cuore. Credo di aver trovato finalmente quello che voglio custodire anch'io.

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