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Capitolo 5 - Il Giorno Dell'Incidente


"I ricordi di Justin"

Fra tutte le stagioni, quella che amo di più è l'inverno.
Quella sensazione di sentire il viso freddo e il corpo caldo, è una cosa veramente piacevole. Nonostante la stanchezza che ti assale in questo periodo, il pensiero di prendere qualcosa che ti scaldi ti fa subito sentire meglio. Adoro questa stagione quando devo camminare, e ancora camminare fino al momento in cui il cuore scoppia.

Oggi è il 18 Novembre, e la giornata è veramente gelida. Questo inverno è uno dei più freddi degli ultimi dieci anni. Il telegiornale questa mattina ci ha avvisato di indossare indumenti pesanti e di mettere le catene da neve alle ruote, perché è prevista una nevicata nel pomeriggio. Mio padre stamattina si è svegliato prestissimo per andare al lavoro. Non ha avuto neanche il tempo di fare colazione. Non ha mai un minuto libero. Lui è un insegnante universitario di lingue. Ha un ottimo lavoro, e i suoi studenti lo ammirano tantissimo.

Nonostante il poco tempo, ha promesso a me e alla mamma di portarci al centro commerciale per festeggiare il mio compleanno. Quest'anno compio quattordici anni. Mio padre ha detto che sto diventando ogni giorno più grande. Sembra ieri che rotolavo per le camere come una peste. Nonostante l'età che avanza, la statura rimane sempre la stessa. Sono poco più alto di un coniglio. Spero che tra un paio d'anni possa mettere su qualche centimetro.

Scendo le scale per andare a fare colazione. Trovo la mamma davanti al bancone della cucina intenta a preparare qualcosa. Mi avvicino per dare uno sguardo, e vedo che sta unendo un accozzaglia di cose e le sta mettendo all'interno del forno.

- Buongiorno, già sei sveglio? -

-Buongiorno anche a te. Mi sono svegliato presto. Sembra una cosa strana, vero? -

- Sì, infatti è una cosa stranissima. Chissà per quale motivo... Forse perché è il tuo compleanno, e oggi ti abbiamo fatto marinare la scuola? -

- Sì, forse hai ragione Madre! -

- Odio quando mi chiami in modo così formale -

- Hai ragione mammina... - Mi avvicino a lei e le do un bacetto sulla guancia.

- Sai come compiacermi. Mascalzone! Puoi passarmi quell'utensile a destra del tavolo? -

- Quale, questo? A proposito, cosa sta cucinando? - Prendo una specie di forchettone...

- Non lo vedi? Sto preparando la torta per il tuo compleanno -

Che dio ci aiuti... Mia madre è negata nel fare i dolci. Ecco cos'era quella brutta sensazione che ho avuto qualche ora fa quando mi stavo lavando.

- Mamma, ha detto papà che la comprerà al centro commerciale stasera. Non hai bisogno di prepararla -

- Tesoro, lo sai che lo faccio con il cuore. Poi a te e a tuo padre piacciono tantissimo i miei dolci -

No, invece. Mentiamo per non farla sentire dispiaciuta. Preferiremmo mangiare delle pietre piuttosto di quello che prepara lei...

- Mamma, sei veramente la migliore - Meglio adularla, almeno in questo modo non se la prende...

- A proposito. Tuo padre ha detto che ci dobbiamo far trovare al centro commerciale verso le 17:00. Questa sera mettiti qualcosa di carino e non quella solita maglietta che indossi tutti i giorni -

- I ragazzi della mia classe amano questa maglia. Dicono che è stupenda -

La maglia di cui stiamo parlando è quella con il logo di "Games Of Thrones" e lo stemma dei Lannister...

- I tuoi amici non capiscono nulla. Ti ho comprato una nuova camicia. Indossa quella -

- Madre, un giorno la pagherai per quello che hai detto. Un Lannister paga sempre i propri debiti -

- Figlio mio, un giorno dovrò toglierti l'uso di internet. Le Serie Tv ti stanno rovinando -

Il momento è arrivato. Siamo finalmente al centro commerciale. Non vedo l'ora di sapere cosa mi hanno regalato i miei genitori. Mi guardo intorno ed osservo la moltitudine di gente che va e viene da tutte le parti. L'atrio del centro commerciale è abbastanza luminoso, ci sono molti ragazzi che si divertono con le proprie fidanzate e i bambini che giocano sulle giostre. Dall'ultima volta che ci sono stato, il centro commerciale ha subito notevoli cambiamenti, al punto che all'inizio ho fatto fatica a riconoscere il posto.

- Dove dobbiamo andare? -

- Tuo padre, ha detto che ci aspetta al Ristornate "Royal King" al quinto piano -

- Sbrighiamoci, ci sono moltissime persone e dobbiamo aspettare l'ascensore. Non possiamo farci tutti questi piani a piedi -

- Da che parte si trova l'ascensore? -

- Madre, pensavo lo sapessi tu -

- Figlio, non ci vengo da anni -

- Ok, allora chiediamo a qualche anima buona -

Fermo una coppietta di anziani che si trova a passare.

- Scusate, da che parte si trovano gli ascensori? -

- Sempre dritto per questa strada, poi svolta a destra. Troverai un negozio di scarpe, affianco ci sono gli ascensori -

- Grazie mille. Siete davvero gentili -

- Che ragazzo educato. Prendi una caramella -

Non sono un bambino, ma non si rifiuta mai qualcosa da un anziano. Sopratutto se è una caramella.

- Grazie ancora, passate una buona giornata -

Ci avviamo verso l'ascensore. Inizialmente non riusciamo a trovarlo, ma dopo un pochino che giriamo a vuoto riusciamo finalmente a beccarlo. Lo spazio è minuscolo e le persone ci stringono contro le pareti. E' tutto davvero soffocante. Una volta scesi dall'ascensore, arriviamo finalmente al ristorante. Entriamo al suo interno, e ci fanno accomodare al tavolo che ha prenotato mio padre. Lui ancora non è arrivato. Un cameriere viene verso di noi e ci chiede cosa ordinare. La mamma con molta eleganza dice che aspettiamo una persona. Avvolte mi sembra tutta un altra persona. A casa sembra una barbona in cerca di cibo, mentre quando siamo in pubblico si comporta come la regina Elisabetta. Passano le ore, ma di mio padre neanche l'ombra. Il cameriere viene al nostro tavolo un paio di volte, ma mia madre ogni volta lo congeda.

- Ma perché tuo padre non arriva? Meglio chiamarlo -

- Hai ragione. La cosa è molto strana -

La mamma prendere il telefono dalla propria borsetta e digita il numero di papà. Prima che il telefono faccia il primo squillo, lo vediamo arrivare. Ha i vestiti tutti stropicciati e bagnati. Le sue scarpe sono sporche di fango.

- Ma da dove stai venendo? Perché ci hai messo tutto questo tempo ? - La mamma è davvero arrabbiata.

- Scusa, tesoro. Ho avuto un contrattempo e non ho fatto caso alle ore che passavano. Non avete ancora ordinato? -

- No, non ancora nulla. Justin sta aspettando da un pezzo -

- Scusami, figliolo. Auguri per il tuo compleanno. Ecco prendi... -

Mi passa una busta enorme.

- Non dirmi che è quello che penso? -

- Secondo te? -

- Grazie, papà. Ti voglio un bene da matti -

Caccio la scatola dalla busta. Scarto il tutto, e vedo che mi ha comprato la stagione completa del trono di spade. Solo lui mi capisce. Ho il padre migliore dell'universo.

- Iniziamo a cenare. Che ne dici? -

- Certo, voglio una bistecca -

- E che bistecca sia. Cameriere può venire un attimo. Ci porti tutto quello che è più costoso e buono -

- Mamma, credo che papà sia impazzito. Non ha mai ordinato così tanto -

- Deve fare questo ed altro per farsi perdonare -

- Può accendere la tv? -

- Justin, ti prego. Non anche qui -

- Mamma, devono trasmettere la puntata. E' il fine di stagione -

- Certo. Che canale? -

- La TVBC. Tra poco dovrebbe iniziare -

Il Cameriere accende la Tv, ma invece della puntata che aspettavo c'è il telegiornale.

< Notizia straordinaria: Poche ore fa, nei pressi della strada di York-Street una ragazza è stata investita e lasciata sulla strada. Secondo i resoconti, la polizia non ha ancora preso la persona alla guida. La ragazza in questo momento è all'ospedale e non si sa se c'è la farà. La famiglia della vittima è l'intera città sono gettate nello sgomento. Anche il sindaco si è recato all'ufficio della procura criticando fortemente l'occuparsi di questo problema. Per questo il capo della procura ha promesso al sindaco una risoluzione tempestiva del caso >

- Chissà cosa sarà successo? Povera ragazza, ma come può una persona lasciarla in quelle condizioni? -

- Sicuramente prenderanno presto il colpevole. Ci sarà stata sicuramente qualche telecamera che avrà registrato il fatto -

- Che ne dite di smettere di parlare e iniziare a cenare? - Mio padre sembra abbastanza agitato.

La cena ha finalmente inizio. Le portate si susseguono una dopo l'altra. Sono tutte deliziose. Adesso è arrivato il momento che aspettavo di più. Il taglio della torta. La mamma prende le candeline e le poggia con molta cura facendo attenzione a non rovinare la glassa. Mentre papà le accende con un fiammifero.

- Esprimi un desiderio, tesoro -

- Desidera qualcosa di bello. Ti raccomando -

Vorrei che potessimo essere felici come in questo momento per tutta la vita. Prima di soffiare sopra le candeline. Un poliziotto in divisa si dirige verso di noi.

- Signor London Well. Lei è in arresto per l'omicidio di Rebecca Baker. Ha diritto ad un avvocato, e può rimanere in silenzio. E' un suo diritto. Ammanettatelo -

Un agente prende i polsi di mio padre e gli mette le manette.

- Justin, non preoccuparti. Qualcosa è andata male. Quindi vai a casa con tua madre e aspetta. Tornerò presto -

- Portatelo via -

Ma cosa sta succedendo? Com'è possibile che stiano arrestando mio padre. Cosa ha fatto di male?

- Aspetti un attimo! Cosa ha appena detto? - Fermo l'agente. Mi strattona con un braccio e cerca di allontanarmi.

Mia madre mi prende per le braccia, e mi trattiene.

- Mi scusi, aspetti! Papà! - Urlo con tutto me stesso.

Lo portano fuori dal centro commerciale. Lo fanno entrare nell'auto della polizia e partono. In questo momento sta nevicando. Sto correndo dietro alla volante e l'unica parola che riesco a pronunciare con tutta la mia voce è "Papà"

Una settimana dopo tutto quello che era successo, il notiziario diede la notizia che non avrei mai voluto ascoltare con le mie orecchie

< Ultime Notizie: Il signor Well che è stato arrestato come sospettato per l'omicidio della studentessa liceale a York-Street, risulta che abbia appena confessato il crimine >

Mio padre era il colpevole, aveva ucciso una ragazza e l'aveva lasciata morire sull'asfalto freddo della strada. La vita semplice e felice della mia famiglia era stata trasformata in un incubo. Non avrei mai potuto perdonarlo.

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