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Capitolo 46 - Un ospite indesiderato

ALEXANDRA

Sono ferma davanti alla porta della camera da letto di Damien. Sua madre sta per entrare all'interno dell'appartamento. Non mi sarei mai aspettata di finire in una situazione del genere. Nascondermi per la seconda volta durante la stessa giornata. Il mio destino è davvero strano. Cosa ho fatto di male per meritarmi un fato simile?

- Mamma, perché sei venuta? - Le Chiede Damien aprendo la porta di casa.

Anche se non riesco a vedere cosa sta succedendo, percepisco comunque le loro voci in lontananza.

- Devo avere un motivo valido per venire a trovare il mio unico figlio? Non ci vediamo da settimane. Credevo fossi morto - Risponde sua madre stizzita dalla domanda.

- Scusa, non ho avuto molto tempo per farti delle telefonate. La mia agenda è piena di impegni questo mese, e riesco a malapena a riposare - Dice lui, cercando di accampare una scusa.

- Infatti, si vede che dormi poco. Guarda che occhiaie che hai, ti sembra normale? Cerca di trovare qualche momento durante la giornata per fare un pisolino. Dormire bene è importante nella vita - Adesso la voce di sua madre sembra essere più rilassata.

- Certo, cercherò di dormire di più. Non preoccuparti -

- Damien, hai fatto colazione? - Domanda sua madre con tono gentile.

Sento i loro passi allontanarsi dal corridoio. Probabilmente stanno andando verso la cucina.

- Certo, ho terminato da poco di farla - Dice lui, mostrandole il lungo tavolo imbandito.

- Aspetta. Hai preparato tutte queste cose da mangiare per colazione? - Chiede incuriosita.

Molto probabilmente trova strano che una persona possa preparare tutte quelle portate soltanto per se stesso.

- Si, ho una fame stranissima negli ultimi tempi. Non riesco a smettere di mangiare - Risponde Damien cercando di non farsi scoprire. Il suo tono di voce non è calmo e regolare, sembra agitato e spezzato.

- Davvero? Cerca di nutrirti soltanto con cibi salutari e privi di grassi. Sei un attore, non puoi permetterti di mettere troppo peso - Dice lei preoccupata per la salute del figlio.

- Già, hai ragione. Cercherò di trattenermi il più possibile -

- A proposito, ho saputo che una ragazza ti sta accompagnando durante le riprese. Chi è? -

Damien sembra rimuginare sulla domanda per un paio di secondi, poi stringe i denti e risponde.

- Oh? Si, come hai fatto a saperlo? Hai messo qualcuno a spiarmi? -

- Certo, ho chiesto alla tua agenzia di informarmi sui tuoi spostamenti e sulle persone che ti gironzolano intorno. Visto che non rispondi alle mie chiamate, questo è l'unico modo di sapere qualcosa sulla vita del mio unico figlio - Risponde lei, calma.

- Va bene, ho capito. Mamma, lo sai? Delle volte ho paura che tu sia la mia Stalker numero uno. Mi spaventi davvero tanto - Il tono di voce di Damien è ironico e divertito.

- No, non sono una stalker. Sono soltanto la donna che ti ha dato alla luce. Una mamma che deve conoscere tutto del proprio figlio. Qualsiasi cosa. Comunque non hai risposto alla mia domanda. Chi è quella ragazza? - Gli chiede decisa, dopo qualche istante.

Ed eccola di nuovo. Vuole saperlo assolutamente. Le madri sono tutte fatte così. Vogliono ficcanasare nella vita dei propri figli a qualsiasi costo.

- Mamma, non è nessuno di importante. Solamente una persona che mi aiuta con il lavoro. Niente di più - Le risponde cercando di inventarsi qualcosa su due piedi.

Nessuno di importante? Perché queste semplici parole mi danno così fastidio? Sono dette così sul momento, senza pensarci. Ma hanno messo lo stesso sottosopra la mia mente per un breve istante. Sono davvero strana. Cosa mi succede?

- Sicuro? Stai attento. Potrebbe essere qualcuno che vuole approfittarsi della tua gentilezza. Sei un ragazzo così buono e non capisci quando le persone ti vogliono usare per i loro scopi - Sta cercando di metterlo in guardia.

Questo è vero. Parole sante. Anche se non sono tra queste persone che si approfittano della gentilezza degli altri.

- Mamma, sono grande. Riesco a badare a me stesso da solo. Non ho bisogno dei tuoi consigli - Damien sembra scocciato dall'avvertimento della madre. Non vuole essere considerato un bambino.

Uno strano silenzio avvolge l'appartamento. Non riesco più a sentirli. Non stanno parlando? Mi avvicino alla porta e appoggio l'orecchio per origliare meglio la conversazione tra i due. Maledizione, questa porta è troppo spessa. Riesco a sentire a malapena qualche bisbiglio. Cerco di spostarmi lentamente verso destra, ma urto per sbaglio il bordo del comodino.

- Hai sentito? - Domanda la madre spaventata a Damien.

Sono proprio una frana. Cosa ho fatto? Speriamo che non venga a controllare. Maledetta la mia curiosità.

- No, non ho sentito nulla. Ti stai sbagliando - Risponde timoroso Damien.

- Sono sicurissima di aver sentito qualcosa provenire da una delle camere - Ribatte sua madre decisa.

- No, ma che dici. Mamma, non è nulla - La voce gli trema leggermente.

- Perché continui a guardare il corridoio mentre parli? - Chiede la madre non bevendosi le sue frottole.

Mi sembra di sentire un rumore di passi farsi sempre più veloce.

- Mamma, dove vai? Aspetta! - Lui cerca di fermarla, ma con pochissimi risultati.

Non mi dire che sta venendo a controllare? Devo eclissarmi. La camera non ha tantissimi posti dove farlo. L'unica soluzione è andare a nascondermi nell'armadio bianco alla mia sinistra. Sposto i vestiti al suo interno e mi nascondo in un angolino stretto. Chiudo le ante dell'armadio e cerco di essere il più silenziosa possibile. Resto zitta e immobile è sento i suoi passi avvicinarsi sempre di più. La madre di Damien è appena arrivata davanti alla porta della camera. Sta per entrare.

- Ecco. Questa è la stanza da dove proveniva il rumore. Ne sono sicura - Dice la madre a Damien.

Spalanca con forza la porta e si ritrova davanti alla stanza grandissima e silenziosa. Riesco a vederla attraverso le fessure dell'armadio. La donna indossa una pelliccia grigia e ha sotto braccio una borsetta molto elegante.

- Mamma, perché sei venuta a controllare? Te l'ho detto che non c'era nessuno. Ti sarai sicuramente sbagliata - Dice lui provando a portarla fuori dalla stanza.

Sua madre sembra ancora sospettosa. Si guarda intorno con sguardo indagatore. Non riesce a credere alle parole del figlio. Posa uno sguardo verso il letto e gli scaffali su cui Damien ha disposto i suoi premi, libri e modellini giocattolo.

- Mi stai nascondendo qualcosa? - Domanda diffidente.

- No, ma che dici? Cosa potrei nasconderti? Non farei mai una cosa del genere -

- Allora perché ti comporti in questo modo? Sei strano da quando sono entrata. Non è che stavi guardando qualcosa di vietato ai minori? - Domanda buttandola sul ridere.

Ora capisco da chi ha preso la sua pessima ironia.

- Mamma! Non sono un bambino. Poi non ho mai visto quelle schifezze. Hai una bassa considerazione del tuo unico figlio! - Grida a gran voce.

La faccia di Damien è diventata completamente rossa. È strano il suo rossore, si sparge veloce e trasparente sulla sua pelle bianca come la porcellana. Sembra davvero imbarazzato. Vorrei tanto ridere, ma non posso farlo.

- Oddio mio! Non urlare. Mi hai fatto venire un colpo. Stavo scherzando -

- Ma che ore sono? Cavolo, è tardissimo. Devo uscire. Ho le riprese per una pubblicità tra poco e non posso tardare - Dice guardando l'orologio della camera da letto.

- Riprese? Non ne sapevo niente. Non sono stata informata dalla tua agenzia -

- Sono state programmate qualche minuto prima che tu arrivassi a casa. È per questo che probabilmente non ne sai nulla. Non hanno avuto il tempo materiale per avvisarti -

- Davvero, tu dici? Allora forse è meglio che vada. Non voglio rubarti altro tempo -

- Va bene, andiamo. Ti accompagno alla porta - La prende per le spalle e la spinge fuori dalla camera.

Sono salva. Per mia fortuna non ha controllato l'armadio. Se lo avesse fatto, sarei stata nei pasticci.

- Perché mi stai accompagnando alla porta? - Chiede la madre ancora sospettosa.

- Ma che dici? Lo faccio sempre. Ora si è fatto davvero tardissimo. Stammi bene, mamma. Ti chiamo in settimana, va bene? - Damien prova a chiudere la porta principale, ma poco prima che riesca a farlo, la madre mette un piede per fermarlo.

- Aspetta! Ho dimenticato di prendere i vestiti sporchi da portare in lavanderia. Vado un attimo in camera da letto a prenderli e poi me ne vado -

Ho sentito bene? Sta venendo di nuovo? Non è possibile. Adesso credo di essere davvero nei guai. Cosa devo fare?

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