Capitolo 37 - Sandwich
JUSTIN
Il sole sta splendendo radioso e deciso nel cielo. Sembra non voglia ritornare a nascondersi un'altra volta dietro le bianche nuvole di panna montata. Tutto intorno a me è calmo. Non c'è caos. Solamente silenzio. Riesco a percepire chiaramente anche i battiti del mio cuore.
- Sono in ritardo? È da molto che mi aspetti? - Mi domanda.
Eccola. Aveva detto di incontrarci sul tetto della scuola circa trenta minuti fa. Ma come al solito è arrivata dopo di me. Nulla di nuovo.
- Non preoccuparti. Non sto aspettando da tanto. Sono arrivato anch'io da poco. Perché mi ha chiesto di vederci qui? -
- Niente di importante. Volevo solamente fare colazione con te. Ho preparato qualcosina prima uscire di casa. Sono un ottima cuoca, non lo sapevi? -
- Veramente? Mai nessuna ragazza ha fatto una cosa del genere per me. Grazie -
- Non sono una ragazza comune. Non confondermi con le altre. Io sono Emily Stown. Nessuna è come me -
- Percepisco nelle tue parole una leggera nota di Vanità. Mi sbaglio? -
- Davvero? A me non sembrava. Non sono affatto una persona superba -
Prima accenna un leggero sorriso e poi si mette a ridere di vero gusto. Amo vederla in questo modo. Il suo viso angelico riesce a scaldarmi anche in questa giornata fredda. Ma come fa?
- Ho fame. Cosa hai preparato di buono? - Le domando.
- Niente di elaborato. Non avevo abbastanza tempo. Ho tagliato solo della frutta e ho preparato qualche sandwich. Sicuramente ti piaceranno. Tutti quelli che hanno assaggiato la mia cucina non si sono mai lamentati -
Prende il cestino che nasconde dietro la schiena. I sandwich che ha preparato sembrano davvero invitanti. Sono enormi. La frutta invece è posta in un contenitore. È tagliata a cubetti. Probabilmente ha fatto una specie di macedonia.
- Da cosa iniziamo? - Le chiedo.
- Ovviamente con i tramezzini. Credo che mi siano venuti davvero bene. Apri la bocca -
Afferra un sandwich davvero grande dal cestino. Comincia ad oscillarlo davanti alla mia faccia.
- Cosa? Posso mangiare da solo. Non sono un bambino - Le dico imbarazzato.
- Ecco. Sta arrivando l'aereo. Guarda come vola. Apri bene la boc... -
Non termina neanche la frase. Afferra la mia testa con un mano, e spinge l'enorme tramezzino nella mia bocca. Comincio a masticare. Il sapore è terribile. Non ho mai mangiato nulla di così pessimo. Aveva detto di essere un ottima cuoca. Stava sicuramente mentendo. Come è possibile che non sappia preparare un semplice sandwich?
- Cosa hai messo all'interno di questo tramezzino? - Le domando.
- Niente. Un po' di tutto quello che avevo in cucina. Sale, salsa di soia, prosciutto cotto, olive e qualcosa di giallo. Non ricordo bene di cosa si tratta. Perché? Il sapore non è buono? -
Qualcosa di giallo? Cosa sto mangiando? Mi sta guardando con i suoi enormi occhioni. Vuole sicuramente una risposta positiva. Devo mentire.
- No. Sei davvero brava. Non ho mai mangiato nulla di così buono nella mia vita. Potresti aprire un ristorante. Hai le capacita per farlo - Le dico cercando di trattenere i conati di vomito.
- Vero? Sono davvero brava in cucina. Vuoi un altro tramezzino? - Mi chiede.
- No, non lo voglio. Grazie, ma quello di prima era enorme. Mi sento completamente pieno -
- Di già? Almeno assaggia un po' di insalata di frutta. L'ho preparata con tanta cura. Non vuoi? -
Mi passa la macedonia. Con una forchetta ne prendo un pezzettino. Lo mastico con calma. Cavolo, è salato. Ma come è possibile? È riuscita a rovinare anche della semplice frutta.
- Buona. Una macedonia davvero gustosa. La frutta è davvero rinfrescante - Mento di nuovo.
- Grazie. Sai qual'è il mio segreto per renderla così buona? -
- Non riesco proprio ad immaginarlo. Qual'è la cosa che la rende in questo modo? -
- Il sale. Questo è il mio segreto. Nessuno lo mette, ma io lo faccio. In questo modo la frutta acquista un retrogusto particolare. Non credi? -
- Si. Hai ragione. Mai mangiato niente di simile su questa terra -
Inizia a guardarmi. Forse ha capito che la sto prendendo per i fondelli?
- Sei proprio un bambino. Hai qualcosa vicino alla bocca. Pulisciti - Mi dice.
Falso allarme. Non sono stato scoperto.
- Dove? -
Indico prima un lato, e poi un altro della faccia. Non riesco a capire dove sia sporco.
- Aspetta. Non muoverti. Faccio io -
Prende un tovagliolino di carta e si avvicina al mio viso. Inizia a pulire. La osservo. È davvero bellissima. Sembra essersi truccata questa mattina. Forse vuole essere bella per me? Mi sto montando troppo la testa. Devo tornare con i piedi per terra.
- Justin, posso farti una richiesta? Si tratta di una cosa molto importante per me -
Starà parlando ancora del cibo? Non credo. Il suo viso è diventato abbastanza serio. Almeno da questa distanza sembra esserlo.
- Certo. Chiedimi tutto quello che vuoi. Farei qualunque cosa per renderti felice - Le dico.
- Volevo chiederti di non sparire mai senza il mio permesso. D'ora in poi rimani sempre dove posso vederti. Non allontanarti da me. Promettilo -
Ho sentito bene? Non vuole che sparisca senza il suo permesso? Quindi desidera stare con me. Non ci posso credere. Tutto questo è reale?
- Come potrei farlo? Non riuscirei a rimanere neanche un secondo lontano da te. Sento la tua mancanza anche quando sono al tuo fianco. Non sarei mai capace di vivere un giorno della mia vita senza vederti. Sotto questo cielo sei la prima per me. Ricordalo sempre -
- La prima? -
- Sì, sei l'unica ragazza che non potrei mai lasciare andare. La persona che mi piace di più su questa terra. La prima nel mio cuore. Grazie per essere entrata nella mia vita. Sono davvero felice della richiesta che mi hai fatto -
- No, dovrei essere io a ringraziarti. Da quando ti ho conosciuto tutto mi sembra un sogno. Uno di quei sogni che vorresti non terminassero mai. Grazie per essere nato in questo mondo. Sei un ragazzo davvero speciale. Non dimenticarti mai che i miei sentimenti per te sono tutti reali. Sono l'unica cosa sincera nella mia vita -
Queste parole sono strane. Mi rendono felice, ma allo stesso tempo confuso. Non riesco ad interpretarle pienamente. Sembra che ci sia un significato nascosto in quello che mi ha detto.
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