Capitolo 30 - Confusione
ALEXANDRA
Damien è appena andato in bagno per lavarsi il viso. Purtroppo all'interno dell'ascensore la temperatura era abbastanza alta e per questo non si è sentito molto bene. Sto andando al distributore automatico per prendergli qualcosa da bere. Spero non stia male. Sono molto preoccupata. Il regista ha rimandato le riprese di qualche ora nella speranza che si riprenda. Riesco a camminare abbastanza liberamente per i corridoi. Non sono caotici e affollati come lo erano in precedenza. Ci sono solamente alcuni borsoni, e delle attrezzature sparse un po' qui e un po' là che danno un leggero fastidio. In giro sono rimaste pochissime persone. Sto cercando di camminare lentamente nella speranza di non urtare nulla, e distruggere qualche attrezzo di scena. Purtroppo non ci riesco. Pesto uno dei cavi che è sul pavimento, e inciampo. Provo a reggermi a qualcosa, ma non riesco ad afferrare nulla. Sbatto con il sedere per terra. Proprio come una mela marcia. Alcuni componenti della regia assistono alla grossa figuraccia, e si avvicinano per soccorrermi.
- Che sta succedendo? - Sta arrivando anche lui. Sempre nel momento peggiore.
Non ho il coraggio di alzarmi. Mi vergogno da morire. Come è potuto accadere? Cercavo di camminare stando il più attenta possibile, e invece ho fatto un disastro. Voglio sprofondare.
- Fai finta di nulla. Sono solo caduta. Continua a camminare. Ti prego -
Gli faccio dei gesti con la mano, e lo incito a lasciar perdere. Sono troppo imbarazzata.
- Come stai? Ti sei fatta male da qualche parte? Fammi vedere -
Mi sta osservando. Un lembo dei miei pantaloni si è lacerato a causa della caduta. Per questo c'è una piccola ferita sulla mia gamba sinistra. Cerco di coprila con la mano, ma purtroppo riesce a vederla. Fuoriesce anche del sangue, ma non sembra nulla di grave. Sento solamente dei piccoli dolori.
- Si. Sto bene- Gli dico per non farlo preoccupare.
- Guarda qua. Ti sei fatta male. Come è possibile che siate così incompetenti? Lasciare degli attrezzi di scena nei corridoi. Chi si prenderà la responsabilità per quello che è successo? - Si volta verso la troupe.
- Ci dispiace. Non volevamo. Eravamo andati a fare delle commissioni per il regista, e abbiamo lasciato l'attrezzatura incustodita. Ci perdoni - Risponde un ragazzo dello Staff.
- Non è stata colpa loro. Sono stata maldestra, è sono inciampata. Non ho guardato dove camminavo. Avevo la testa tra le nuvole - Cerco di farlo calmare.
- Riesci a camminare? - Mi porge la sua mano.
- Non è grave. Posso alzarmi da sola. Non ho bisogno del tuo aiuto -
Provo a mettermi in piedi, ma comincio a sentire un leggero bruciore. Mi piego tra le gambe, e cado un'altra volta sul pavimento.
- Stupida. Ero sicuro che stessi mentendo. Se senti dolore lo devi dire. Non c'è bisogno di nasconderlo. Prendi la mia mano -
- Ho detto che non mi fa male. Ci riuscirò da sola -
Sono troppo orgogliosa. Non voglio affidare la mia vita a nessuno. Desidero fare tutto quello che posso con le mie sole forze. Provo ad alzarmi un'altra volta. Cerco di rimanere dritta, ma non ci riesco. Purtroppo la gamba brucia, e cado di nuovo.
- Sei veramente una ragazza stupida. Stai ferma. Ci penso io -
Mette il suo braccio destro dietro le mie spalle, e con il sinistro alza leggermente le mie gambe. Mi sta sollevando da terra. Ci stanno guardando tutti. Non posso crederci. Adesso sono tra le sue braccia. Non si sentiva male? Da dove gli è uscita questa forza?
- Avvolgi le mani intorno al mio collo. Sbrigati -
- Non voglio. Fammi scendere -
Agito il mio corpo nella speranza che mi lasci, ma non sembra volerlo fare.
- Come pensi di camminare con questa gamba? Voglio solo aiutarti. Stai ferma -
- Non vuoi farmi scendere? -
Lo guardo in modo minaccioso, ma i suoi occhi non sembrano esitare.
- Conterò fino a tre. Se le tue braccia non saranno intorno al mio collo per allora. Ti darò un bacio sulla bocca davanti a tutti. Non credere che stia mentendo. Perché non è questo il caso. Lo farò senza nessuna esitazione -
- Cosa? -
No, non lo farà mai. Come potrebbe? Ci stanno guardando tutti. Cosa devo fare? Sta avvicinando le sue labbra sempre più vicino alla mia faccia.
- Inizio a contare. Uno, due e tr... -
Riesco a vedere la sua bocca mentre conta. Scandisce lentamente ogni numero. Lo sta facendo apposta. Maledizione. Devo farlo. Prima che arrivi al tre. Avvolgo le mia braccia intorno al suo collo. Proprio come voleva.
- L'ho fatto. Contento? Smettila di contare -
- Brava. Ritieniti fortunata. Sei la prima che prendo tra le mie braccia. Non l'ho fatto neanche con la ragazza che mi piace. Un giorno dovrai ripagarmi del favore -
- Non è una fortuna che avrei voluto ricevere. Diciamo che sono stata costretta a farlo. Non mi sento indebito con te. Per niente - Gli dico.
- Va bene. Come vuoi. Devi andare a casa? Ti porto io -
- Tra poco iniziano le riprese. Non puoi farlo. Lasciami solamente in qualche posto dove posso sedermi a riposare. -
- Le riprese non sono la cosa importante in questo momento. Sei una persona che lavora per me. Quindi mi prenderò la responsabilità per quello che ti è successo. Andiamo a prendere il furgoncino, e ti porto a casa -
Sono ancora tra le sue braccia. Siamo appena arrivati nel parcheggio sotterraneo del luogo dove ci sono le riprese. Davanti al suo furgone ci sono dei giornalisti, e alcune sue fan che lo aspettano da questa mattina.
- Eccolo. Sta arrivando - Esclama uno di loro.
- Sei bellissimo. Ti aspettavamo -
Le ragazzine prendono i cellulari, e iniziano a scattare delle foto. Mentre i giornalisti cominciano a tempestarlo di domande.
- Chi è questa ragazza? La tua nuova fidanzata? Da quando uscite insieme? -
- Mi dispiace. Per favore niente foto. Mettete via i cellulari. Non ho nulla da dire -
Riesce a farsi spazio tra la folla, e spinge il mio viso contro il suo petto. Mantenendo la mia testa con una delle sue mani. Sta cercando di proteggermi da queste persone. Non vuole che possano scattarmi delle foto, e magari metterle sul web. Potrei essere presa di mira dalle sue ammiratrici se inizia a circolare qualche mio scatto.
- La sua ragazza? No, impossibile. L'hai vista? È sicuramente tutta rifatta - Esclama una delle ragazza.
- Si, completamente. Come potrebbe essere reale? Il bisturi ha fatto miracoli -
- Mi sembra ovvio che sia riuscito a farlo invaghire di lei. Chi non vorrebbe guardare quella bellezza dopo un rimodellamento al viso? -
Riusciamo ad entrare finalmente nel furgone. I giornalisti e le fan sono attorno alla macchina. I vetri sono oscurati, e per questo non possono vederci dal di fuori.
- Per fortuna ce l'abbiamo fatta. Siamo riusciti a scamparla. Credevo che non saremmo mai riusciti ad arrivare vivi all'interno del veicolo. Ad un certo punto ho pensato di lasciarti a terra e fuggire da solo - Inizia a ridere.
- Avrei sicuramente trovato un metodo per filarmela. Magari utilizzando il silicone del mio viso come arma per farmi spazio tra quelle ragazzine -
- Mi dispiace. Ti hanno criticato senza conoscerti. Le persone a volte possono essere molto crudeli -
- Di cosa? Non me la sono presa. Sono delle tue ammiratrici. Sono gelose di qualsiasi cosa entri all'interno del tuo perimetro -
- Hai ragione, ma mi dispiace lo stesso. Comunque come stai? Il dolore è passato? -
Questo ragazzo è strano. Vuole fare tanto il duro, ma continua a dispiacersi per me, e a chiedermi delle mie condizioni. Anche lui si è sentito male, ma non sembra darlo a vedere. Non riesco a capirlo. Delle volte sembra un diavolo, e altre una specie di angelo. Sono confusa.
- Hai davvero un talento per far sentire meglio gli altri. Lo sai? Grazie a te mi sento bene -
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