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Capitolo 3 - Vicino a te non ho paura

Fin da quando ero bambino, ho sempre avuto paura del buio. Mia madre la sera prima di andare a letto, restava sempre accanto a me per assicurarsi che io non piangessi. Mi accarezzava la testa e mi raccontava delle favole. Ricordo ancora quella sensazione di protezione che provavo. Mi sentivo al sicuro, come se nessuno al mondo potesse farmi del male. Crescendo sono riuscito a superare in parte questa paura. Adesso riesco a dormire da solo senza problemi, ma a volte mi capita di spaventarmi per delle piccole cose. Non riesco a spiegarlo, ma è come se mi sentissi abbandonato e non riuscissi a sapere cosa fare.

Oggi la giornata è più cupa del solito. Il caldo è diminuito, e le nuvole lentamente stanno oscurando il sole. Credo che stia per venire a piovere. Andare a scuola con questo tempaccio sarà veramente difficile. Prendo un ombrello dalla mia stanza. Scelgo quello giallo e lo metto nello zaino. Scendo in cucina per fare colazione, ma non trovo mia madre. Sarà uscita presto per fare qualche commissione. Preparo un Toast alla svelta, e ci metto dentro un po'di quello che riesco a trovare in cucina.

Sto pensando ancora a quello che è successo ieri. Il mio primo bacio. Non riesco a spiegare come mi sento in questo momento. Sono euforico, ma allo stesso tempo non so come interpretarlo. Perché me l'avrà dato? Capisco di essere un ragazzo abbastanza carino, ma questo non spiega un gesto così improvviso.

Questa mattina a scuola la fermerò per i corridoi e mi farò spiegare il motivo di quel gesto. Uscendo di casa la prima pioggia è iniziata a scendere. Tutti cercano un riparo, ma quasi nessuno ha portato l'ombrello. Per fortuna sono stato previdente. Lo apro, e inizio a camminare verso la scuola. Camminando le gocce di pioggia diventano sempre più intense. Quel rumore è quasi come se formasse una canzone. È piacevole da ascoltare. Riesci quasi a dimenticare tutto. Questo suono però viene presto interrotto da una mina vagante proveniente da dietro di me.

- Ehi, Non prendi l'autobus? - Mi da una pacca sulle spalle

- Secondo te con la fama che mi porto dietro, posso andare in autobus tranquillamente? -

- Hai ragione. Fammi spazio sotto l'ombrello -

- Non l'hai portato con te? -

- Me ne sono dimenticata -

- Ma com'è possibile? Ma non l'avete visto il tempo questa mattina? -

- Fammi spazio brontolone -

Viene sotto l'ombrello, e mette il suo braccio sotto il mio.

- Sei tornato sano e salvo a casa ieri? -

- Si, un pochino frastornato, ma nulla di grave -

Come potrei inserire il bacio che mi ha dato nel discorso?

- Mi sembri stare meglio. Ha in buon colorito -

- Mi riprendo subito io -

- Si, abbiamo l'incredibile Hulk con noi -

- Ma a proposito, vivi in questo quartiere? -

- Non lo sapevi? Sono a quattro isolati da te -

- Allora perché ieri non siamo tornati a casa insieme? -

Si avvicina al mio viso. Vedo le sue labbra a distanza ravvicinata. Mi sta guardando fissa negli occhi.

- Credevo ti mettesse a disagio tornare con me dopo quello che è successo -

- A proposito, perché mi hai dato quel bacio? -

Sento il suo respiro...

- Mi andava di dartelo -

- Cosa? Questo è tutto? -

- Si, prendilo come un regalo per la bella giornata -

- Di solito i regali sono belli. Non sconvolgenti -

- Non ti è piaciuto? -

- No, per nulla - Mento spudoratamente

- Credo ti sia piaciuto invece -

- No, affatto -

- Va bene. Chiudiamo qui questo discorso. Per ringraziarti della bella giornata di ieri, questa sera voglio portarti in un posto carino -

- Conosci qualche luogo della città? -

- Certo, l'ho visto quando sono arrivata con la mia famiglia. È un posto davvero suggestivo -

- Dove? -

- Il pontile del fiume Golden. Mi è piaciuto osservarlo da lontano. Ma adesso mi piacerebbe vederlo più da vicino. Vieni con me a visitarlo-

- Allora non lo fai per me, ma per te. Furba la carotina. Non mi aspettavo fossi una persona del genere -

- Ho tanta voglio di vederlo, ma voglio passare anche un po' di tempo con te. Non vuoi accompagnarmi? -

Lei vuole rimanere da sola con me? Vuole essere mia amica?

- Ok, va bene. Affare fatto allora. Andiamoci -

- Ci vediamo stasera alle 20:00. Sei d'accordo? -

- Può andare -

- Justin, siamo arrivati. Grazie del passaggio, ma adesso devo proprio scappare. Ho una lezione di chimica tra poco. Ti raccomando non dimenticarti dell'appuntamento di questa sera -

Si allontana dall'ombrello e scappa via come una libellula. Non mi lascia mai l'ultima parola, ma nonostante questo quando la incontro mi sento bene.

Sono le 19:30. Credo di essere arrivato troppo presto. Non la vedo da nessuna parte. Forse sarà meglio che mi prepari qualche frase per aprire la conversazione prima che giunga anche lei a destinazione. Comincio a formulare alcuni discorsi a voce alta.

- Ciao, tutto bene? - Non credo sia giusto iniziare così. Ci siamo visti questa mattina e gode di ottima salute.

- Sei in ritardo. Oggi offri tu - In questo modo sembro troppo aggressivo e tirchio.

- Sei carina. Questi vestiti ti donano - Così potrei sembrare troppo sdolcinato.

- Ehi, sei arrivata. Andiamo - Perfetto. Ecco cosa dirò...

Adesso sono le 21:15, ma di lei neanche l'ombra. Avrà avuto qualche contrattempo? Gli sarà accaduto qualcosa? Non mi ha lasciato neanche il suo numero. Non posso chiamarla.

Il tempo sta scorrendo sempre più veloce. Sono le 23:00 è il ponte sta per chiudere. Non c'è più anima viva. Mi siedo sugli scalini che portano al pontile. La notte è arrivata e inizio ad avere un po' di paura. Se non sono con qualcuno verso quest'ora tendo a spaventarmi facilmente.

Sento dei passi provenire dietro le mie spalle. Si fanno sempre più insistenti. Mi metto le mani davanti agli occhi. Qualcosa mi sta toccando. I miei occhi iniziano a lacrimare. Chi potrebbe essere? Una voce pronuncia il mio nome:

- Justin!!! -

- Ahhhh, vai via da me mostro demoniaco. Ho un Taser Elettrico e non ho paura di usarlo - Prendo dalle tasche un pacchetto di caramelle.

- Sono io. Cosa vorresti fare con quel coso? Lanciarmi una scarica di dolcezza? -

- Sei tu? Mi hai spaventato. Perché ci hai messo tanto? -

- Scusa, avevo delle cose da fare. Credevo te ne fossi già andato -

- Ti ho promesso che sarei venuto. Come potevo andarmene... -

- Quelle sono lacrime? -

- Sono causate dall'aria gelida della sera -

- Non è che eri triste tutto da solo? -

- Ma cosa dici... Gli uomini non hanno paura di niente -

- A me sembrano proprio lacrime di paura AHAHAHA -

- Ok, me ne vado -

- Va bene, ti credo. Como sei scorbutico. Dove andiamo? -

- Si è fatto tardi. Il ponte già è chiuso da un pezzo -

- Allora che ne dici di andare a quel chiosco laggiù e comprarci della birra? -

- Ma sei pazza? Siamo minorenni -

- Sembri mio padre. Non preoccuparti una birra non ha mai ucciso nessuno -

Ci avviciniamo al chioschetto e ci facciamo dare due birre.

- Ci voleva proprio -

- L'hai già finita? -

- Da un pezzo. tu? -

- Ancora no -

- Sorseggi proprio come una ragazzina -

- Credi che non possa berla tutta in un solo colpo? -

- Ti sfido. Fammi vedere -

Prendo la birra. L'avvicino alle mie labbra e inizio a mandarla giù...

- Allora non sei un rammollito come credevo -

- Non bevo perché non posso, ma perché non mi piace -

- Lo sai che sei carino? -

- Cosa? -

- Vuoi diventare il mio peluche? - Le sue mani prendono le mie guancie e iniziano a strizzarle.

- Che belle guanciotte paffute che hai. Sei sicuro di non essere un bambino? Come possono essere così morbide? -

- Credo tu sia ubriaca. Una birra ti fa questo effetto? -

- Non sono ubriaca. Ti sembro ubriaca -

- Quante sono queste? -

- Due o forse quattro? Credo di essere brilla -

- È giunto il momento di andare. Che ne dici? -

- La notte è giovane - Cerca di alzarsi e sviene con la testa sul tavolo. Per fortuna sono riuscito a parare la caduta con la mia mano.

Questa volta l'ho presa io sulle spalle. La sto portando verso casa.

- Dove abiti di preciso? -

- Le tue spalle sono calde -

- Dove abiti? Il civico? -

- Come possono le spalle di un uomo essere così comode. Sembrano un cuscino -

- Ho delle bellissime spalle, ma ho bisogno del tuo indirizzo -

- Via Pernigtton 25. Vicino alla chiesa -

La notte è scesa, e le stelle hanno invaso il cielo. La luna splende e si sentono solo i rumori del vento e dei grilli nascosti...

- Sai Emily. Questi giorni con te sono stati molto divertenti -

- Anche per me lo sono stati -

- Diventiamo amici. Ti va? -

- Sei stupido? Noi lo siamo già. Se due persone passano le loro giornate divertendosi insieme, sono amici. Non lo sapevi? -

- Si, credo tu abbia ragione. Sai in questo ultimo periodo sono stato per la maggior parte del tempo da solo e non ho avuto molti contatti con le persone, quindi non ricordavo più cos'era un amico. La cosa strane e che non credevo di averne bisogno fino al tuo arrivo. Sono contento che tu sia entrata nella mia vita. Grazie di essere venuta questa sera e non avermi lasciato al pontile. La verità è che ho paura del buio. E in quel momento avevo una fifa tremenda. Quando sei arrivata tu, la paura è scomparsa. Mi vergogno anche a dirlo, ma non allontanarti più da me. Perché vicino a te credo di superare qualsiasi cosa. -

Sento un rumore forte nell'orecchio.

- Mi stai ascoltando? -

Mi volto per vedere. Sta dormendo? Non ha sentito nulla di quello che ho detto?

- Dormi? -

Mi sento stringere il collo con entrambe le sue braccia.

- Ti sto ascoltando. Le sai le cose che fanno battere il cuore di una ragazza? -

- Quali sono? -

- Le cose che fanno battere il cuore di una ragazza. Un orsetto di peluche, delle farfalle, il profumo dei fiori, un elegante gioiello e l'ultima è la cosa più importante -

- Quale? -

- Le parole dette con un cuore puro. Quella è la cosa più importante al mondo. Grazie per avermi fatto provare una sensazione del genere. Sei speciale Justin -

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