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Capitolo 2 - Un bacio Rubato

Ricordo benissimo il giorno in cui ci eravamo dati appuntamento fuori all'entrata della scuola. Quella mattina mi ero svegliato prestissimo per prepararmi. Non sapevo cosa mettermi. Era da tanto che non mi capitava di uscire con una persona. Non riuscivo neanche ad immaginare che luoghi potessero interessarle oppure le cose da fare per passare il tempo insieme. Non ero mai stato un tipo da uscite con gli amici. Poi nell'ultimo periodo con quello che era successo le occasioni per socializzare con altre persone erano mancate. Emily era stata la prima ragazza dall'incidente ad invitarmi ad uscire. Gli altri ragazzi della scuola all'epoca mi evitavano come se fossi un malato di lebbra. Avevano paura di essere associati al figlio dell'assassino. A volte mi capitava di pensare che se una persona riceveva una punizione per qualcosa che aveva fatto, allora la dimenticava in maniera molto facile, ma se ne riceveva una ingiustamente, non se la scordava mai. La punizione per essere il figlio di mio padre ormai era diventata come un marchio sulla mia pelle. Una cosa che non avrei mai potuto dimenticare.

Sono arrivato fuori scuola prestissimo quella mattina. Non sapevo verso che ora dovevamo incontrarci. Ero molto teso e avevo paura di sbagliare qualcosa. Questa era l'occasione di farmi finalmente un'amica. La giornata era veramente caldissima. Il sudore mi scorreva dalla fronte. Una piccola goccia era arrivata fino al collo. Erano le 16:30 e di lei ancora non se ne vedeva l'ombra. Provai a sedermi su un muretto perché avevo le gambe indolenzite, ma ogni volta che provavo a darmi una spinta cadevo con il sedere per terra.

- Ehi, cosa stai facendo? -

Finalmente era arrivata...

- Nulla, stavo scendendo dal muretto -

- A me da lontano sembrava che stessi cercando di salirci invece, ma senza risultati -

- Cosa dici? Ti stai sbagliando -

- Ok, va bene nanerottolo -

- Senti chi parla... Sei più alta di me di poco -

Lei si avvicinò a me, e mi accarezzo la testa. La sua mano era davvero grande, ma allo stesso tempo morbida. E la sua pelle emanava un profumo buonissimo.

- Ok, bravo bambino. Non te la prendere. Bevendo più latte prima o poi crescerai -

- Non sono un bambino. Di che mese sei tu? -

- Sono di Dicembre. Perchè?

- Essendo nato a novembre, sono di un mese più grande di te. Quindi dovresti portarmi un minimo di rispetto -

- Va bene. Farò il possibile per farti contento. Nanetto. Adesso che ne dici di portami a fare questo giro per la città? -

- Andiamo. Prima tappa il Parco "Young Flower" -

- Perché si chiama in questo modo? -

- Il parco è stato costruito l'anno scorso in memoria della ragazza morta nell'incidente causato da mio padre. Infatti "Young Flower" in inglese significa giovane fiore. Per l'anniversario della morte hanno realizzato il parco -

- Scusa, non dovevo chiedertelo -

- Non preoccuparti. Ci vado molto spesso, e per fortuna non mi sento affatto in colpa ad andarci. Non ho fatto nulla di male -

- Hai ragione Nanetto... Allora in quella piccola testa ci passa qualcosa oltre l'aria -

Per arrivare al parco ci mettemmo circa 26 minuti in Autobus...

Il parco si presentava magnificamente. L'ingresso era ricco di fiori che creavano dei vortici di colori meravigliosi. Al centro di esso c'era una fontana sulla quale c'era una targhetta dedicata alla ragazza dell'incidente.

"Nel mondo, la cosa che non si può vedere è più grande di quello che si può vedere. "

Ogni tanto mi capitava di sedermi vicino a quella fontana e immaginarmi una vita senza quell'incidente. Sarebbe stato tutto migliore. Mio padre sarebbe con noi, e mia madre non lavorerebbe in un Night Club.

- Eccoci arrivati. Che ne dici di fare un giro in bici? -

- Non so andare in bici. Non me l'hanno mai insegnato -

- Cosa? Com'è possibile? -

- Non mi è mai capitato di doverla usare -

- Affittiamo la bici singola allora. Ti metti sul seggiolino di dietro mentre io la guido -

- Va bene. Sei sicuro che la sai portare? -

- Credi che un ragazzo grosso e vaccinato come me non sappia come portare una bici? Vieni e basta -

Andammo dal signore che affittava le bici all'interno del parco, e chiedemmo di darci la bici più bella e comoda di tutte. Lui ci consigliò una bicicletta gialla con la scritta "Always"

- Allora, sei pronta? Mantieniti forte. Ti raccomando -

- Non andare troppo veloce. Okay? -

- Non preoccuparti. Si parte... -

Iniziai a pedalare più forte che potevo. Dovevo dimostrarle che non ero un rammollito come credeva. Il vento ci soffiava su i capelli... Lei inizio a stingere le sue mani intorno alla mia vita. Ogni volta che c'era un fosso sentivo sbattere il suo corpo contro il mio.

- Grande, vai più veloce -

- Ok, Va bene. Ma non avevi paura? -

- Non preoccuparti. Ancora di più. Ancora un po'-

- Sto pedalando il più veloce possibile -

- Cosa? Non ti sento? -

- Sto pedalando il più veloce possibile -

- Non riesco a capirti -

Mi girai con il collo verso di lei, distogliendo lo sguardo dalla strada.

- Ho detto che sto correndo con tutte le mie forze!!! -

Quando mi voltai di nuovo era troppo tardi. Andammo a sbattere contro un albero.

- Ti sei fatto male? Riesci a sentirmi? -

Mi faceva male la testa. Quando aprii gli occhi ero disteso con la testa sulle sue gambe. Il suo sguardo era rivolto verso me. Mi guardava con i suoi enormi occhioni blu. Mi sembrava di guardare il blu intenso dell'oceano.

- Quante sono queste? - Mostrandomi le sue dita

- Sono due. Forse... -

- Ti sei ripreso. Non sai quanto ero spaventata. Credevo fossi svenuto -

- Sto bene. Ti eri preoccupata così tanto? -

- Come facevo a non esserlo. E a causa mia se abbiamo sbattuto contro l'albero -

- Non è colpa tua. E che andavo troppo veloce -

- Secondo me è meglio terminare qui la giornata. Meglio che vai a casa a riposarti. Ti vedo molto debole -

- Forse, hai ragione -

Mi diede una mano ad alzarmi. E mi prese sulle spalle. Non capisco come una donna potesse avere una forza simile. Ero leggero, ma non un peso piuma.

- Sai non mi è mai capitato di portare un ragazzo sulle spalle -

- Sembra che si siano invertiti i ruoli. Di solito è il ragazzo che lo fa -

- Non preoccuparti. La prossima volta mi porterai a cavalluccio per tutta la scuola -

- Dovrei prenderla come una minaccia? Comunque, grazie per questa giornata. Era da tanto che non mi capitava di uscire con qualcuno. Non sono molto bravo con le parole, ma sei una persona Okay -

- Anche tu sei Okay... -

- Credo che siamo arrivati. Ora puoi farmi scendere. Posso camminare da solo fino all'uscita -

- Voglio ringraziarti anch'io per questa giornata -

- Non c'è di ch... -

Si avvicinò come un tornado e mi diede un bacio. Le sue labbra premevano sulle mie. Erano calde e trasmettevano una piacevole sensazione. Era il mio primo bacio.

- Ecco. Prendilo come un grazie per la bella giornata. Adesso devo scappare. Ciao, Justin -

- Ciao, Emily -

Non avevo parole e non riuscivo a pensare. La mia bocca era rimasta sigillata. La mia mente era in Modalità Off. Com'era possibile che una semplice ragazza in soli due giorni fosse stata capace di scombussolarmi l'esistenza in quella maniera...

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