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11. Apri la porta a un guerriero di carta igienica

Sapete qual è la canzone italiana più amata in Francia, quella che salta fuori irrimediabilmente a ogni festa, di solito quando sono tutti ubriachi? "Ti amo" di Umberto Tozzi. Ebbene sì, dall'alto dei suoi quarantaquattro anni, "Ti amo" sfida persino le serenate di Eros Ramazzotti, altro genio che ha sfondato all'estero, facendoci sembrare un popolo di gente col raffreddore, ma questa canzone strappapalle contiene anche uno dei versi più controversi della storia italiana, quello che gentilmente fa da titolo a questo bellissimo capitolo. 

Dov'eravamo rimasti? Ah già, nella luce soffusa del concerto vedo scintillare un sassofono. E due occhi che brillano dall'incazzatura, dietro a due lenti specchiate. 

George Michael sei pronto? Sei te il guerriero di carta igienica?

Non so da quanto tempo ci stiamo guardando negli occhi, potrebbero essere secondi come ore. Non chiederlo a George Michael perché sennò ti sfascia il sassofono in testa. 

Tutto intorno a noi si è fatto sfocato, non vedo gli altri che ballano, le parole di Hermale e Zaino mi arrivano da lontano, come nei film tutto è ovattato, rallentato, c'è solo Barry, la sua bocca, le sue labbra così vicine ma così inaccessibili per la mia timidezza credo, i suoi occhi verdi, i suoi ricci disordinati, le sue fossette che sorridono. 

Ah le fossette, finalmente le ho tirate fuori. In una storia, ho letto "fossette abitabili" (non voglio offendere nessuno, sto solo riportando).

Vorrei infilare un dito nelle sue fossette. 

No comment. 

I suoi occhi però restano un mistero per me, non riesco a leggervi nulla, mi perdo solo nelle loro mille sfumature, nei fili d'erba che vi vivono, nei raggi di sole che si affacciano dalle sue pupille nere. A un certo punto, mentre ci culliamo, le sue mani immobili ma calde intorno alla mia vita, le mie sulle sue spalle, incerte sul da farsi, una luce si attiva nelle sue iridi. 

Mai capita sta cosa delle luci, i campi di fiori, i lampi, il ghiaccio, il fuoco e chi ne ha più ne metta, negli occhi, sarà che sono orba per queste cose. 

Per quanto mi riguarda, vorrei far durare questo momento all'infinito perché non ci credo ancora, sono tra le braccia di Barry, Barry Spyles, ma allo stesso tempo oso sperare in qualcosa di più, vorrei essere intraprendente ma ho paura di rompere il momento, non posso né scendere né salire. 

Né scendere né salire!

Devo lasciare che Barry decida? Ho la mente offuscata dalla sua bellezza, dalla sua voce roca che ho sentito prima, dalla mia stessa incredulità per la situazione insperata, i miei riflessi sono inesistenti, osservo la nuova luce con cui mi guarda. 

George Michael mi ha appena dato un pizzicotto tremendo. 

Barry prende l'iniziativa, corre a centro campo, passaggio a Olli, torna a Barry, scarta l'avversario e gooooaaal! Parte Careless Whisper trapanandomi le orecchie, ma... era una finta, come sono cattiva. Ora vattene George Michael.

Barry sposta le sue mani sul mio collo, mi accarezza sotto le orecchie con i pollici, mi sciolgo, e poi mi bacia. 

Sulla fronte. 

SULLA FRONTE?

Resto interdetta e sotto shock, sì sotto shock perché non so cosa fare, e mi lascio guidare ancora dalle sue mani sul suo petto, dove appoggio la testa mio malgrado, mentre continua a stringermi dolcemente. 

"Grazie." mi sussurra all'orecchio. 

La versione alternativa era "Olanda devo dirti una cosa: noi siamo fratelli." ma era troppo trash per me, almeno ora. 

Maledico me stessa per aver sperato chissà cosa e provo una sensazione davvero strana riguardo al contatto tra i nostri corpi; il suo rifiuto, se così lo si può chiamare, mi ha risvegliata da un sogno in cui tutto sembrava realistico e naturale, ma che a mente lucida è solo un susseguirsi di assurdità. Le sue braccia forti mi avvolgono ancora, ma non so perché, e non riesco a bramare qualcosa di più, mi rendo infatti conto che mancano dei tasselli anche solo per poter esprimere un tale desiderio, è come voler dipingere un quadro con una penna scarica. 

Non fate complimenti per le metafore. 

Anche se volessi non ne verrebbe fuori nulla, e non è il fatto di non conoscere bene o da tanto tempo Barry o, anzi, di conoscere fin troppo bene la sua natura da seduttore, è qualcos'altro. Una vocina mi suggerisce che per il momento vedo in lui solo il ragazzo più popolare della scuola, solo un trofeo, un bel faccino che ammalia da lontano.

Non sono io la vocina, dai, è solo l'ennesimo luogo comune che uso, non preoccupatevi. 

Eppure prima ho intravisto qualcos'altro oltre ai muscoli e alle fossette, quando ha cantato, ho visto una parte del vero Barry, ma mi basta? Mi corrisponde? O forse sono solo come la volpe con l'uva, mi sto facendo delle seghe mentali solo perché mi ha baciata in fronte invece che... in bocca? Mi vergogno a dirlo?

Queste riflessioni vorticano nella mia mente nei pochi secondi che ci separano dalla fine della canzone, e del concerto. 

Uno scroscio di applausi risuona poi nella sala, Barry si stacca da me con una certa delicatezza per cominciare a battere le mani e a urlare con gli altri per un bis. 

Ma i Punk Floyd sono irremovibili, Hermale comunica al microfono che è veramente stanca, anche se felice per la buona serata che spera averci fatto passare. Dalle grida e dall'atmosfera che hanno creato, direi che sono stati fenomenali. 

La gente comincia a uscire, a nessuno importa del DJ che è appena salito sul palco per continuare la festa. 

Anche Geco e Nagaad vorrebbero almeno prendere una boccata d'aria e si avviano, ma Barry mi ferma. Uno sguardo ancora nuovo lo anima, non so più cosa aspettarmi. 

"Ti prego, mi accompagneresti a congratularmi con Hermale... cioè con i Punk Floyd?" si corregge subito. 

Che colpo basso! Proprio non ve l'aspettavate?

Lo guardo stupita, il suo linguaggio del corpo parla di una supplica, è così diverso dalla sicurezza che ostenta di solito. Una punta di gelosia mi attraversa ma non so come reagire. Hermale? 

Olli pesce lesso datti da fare!

Gli altri due si sono già allontanati, lui mi prende per mano e mi indica una porta nascosta che è convinto porti al backstage. 

"Ho visto varie ragazze passare accalcarsi lì verso la fine del concerto..."

Quando credevo che mi stessi per baciare? O quando mi hai stretta contro di te senza motivo? Sento della rabbia salire. 

"...saranno state le groupies di Zaino, o magari anche di Jack o Palmiro, quindi sicuramente molto informate sulla loro posizione!" mi sorride, come se dovesse divertirmi. Non si rende conto di nulla, possibile che non abbia notato il mio desiderio prima, o la mia frustrazione subito dopo, o la confusione che regna in me ora? Ma lo seguo. 

Ci facciamo guidare da risatine femminili e da alcuni sospiri stranamente rumorosi che risuonano per il corridoio. Arriviamo in una stanzetta che somiglia a uno spogliatoio, secondo il mio senso dell'orientamento situata dietro il palco. La luce è accesa e forte, un bel cambiamento rispetto alla sala, Barry mi tiene sempre per mano. Una zaffata di sudore mi colpisce. Zaino si sta sciacquando su un lavandino piccolissimo a torso nudo, per la gioia di un paio di ragazze, una sosia di Janis Joplin parla di cose astruse a Jack, che si tampona il sudore prima di, oddio, rimettersi il suo inseparabile maglione a righe, Palmiro scherza con altri finte cavaliere teutoniche sue amiche e Hermale è stravaccata, anzi sdraiata, su una panca, vicino a Zaino. 

Sembra guardarci male appena entriamo, mano nella mano, poi Barry sfodera il migliore dei suoi sorrisi e comincia a complimentarsi con Zaino, il suo alter ego del College, il più accessibile per lui. 

Io rimango immobile sulla porta, impacciata, e Hermale riprende una delle sue abitudini, fissarmi, anche se deve torcere il collo per farlo da distesa, ma questa volta sembra svuotata, il concerto l'ha stremata e, invece del solito fastidio, una nuova sensazione mi pervade, una sorta di riconoscenza mista ad ammirazione e a qualcos'altro. 

Mi avvicino a lei, Barry mi sorride incoraggiandomi, forse vuole usarmi come cavallo di Troia con Hermale? Ma non mi importa. Mi inginocchio accanto a lei e nella discesa mi avvicino paurosamente a lei, per sbaglio. Finalmente mi sorride, e mi perdo per qualche secondo nei suoi occhi verde chiaro, lei si gira verso di me. 

"Complimenti, siete stati bravissimi, sono così felice di avervi ascoltato..." comincio a blaterare per colmare quel vuoto che lei sta lasciando, mentre mi osserva attentamente, come se...

Come se?

Come se fossi un'apparizione. Poi si tira su lentamente e ci ritroviamo una di fronte all'altra, io ancora in ginocchio e lei seduta sulla panca, i suoi capelli sciolti mi penzolano attorno mentre si china per parlarmi, appoggiando i gomiti alle ginocchia. 

"Hai passato una buona serata Olanda?" mi dice con voce dolce ma un po' spezzata, forse per lo sforzo canoro. 

"Sì molto." balbetto. 

Presa dall'imbarazzo perché siamo così vicine o perché il profumo dei suoi capelli mi sta inebriando, anzi salvando dall'odore maschile persistente nell'aria, lancio un'occhiata a Barry. Hermale si solleva, toglie la cortina di capelli che ci proteggeva e sospira, era lei quella che sentivamo da fuori. Si mette a guardare Jack, con la sua Janis. Poi si alza e prima che io, Barry, Zaino possiamo fare qualcosa lo tira per la manica e se ne vanno insieme, con una complicità che mi ricorda quella tra me e Geco. 

Ciao Janis, è stato breve ma intenso.

I due presunti alpha del gruppo la guardano andar via con stupore e una punta di desiderio, Barry timidamente, Zaino quasi con rassegnazione. Forse senza Zaino a fargli da specchio, non avrei notato lo sguardo di Barry, ma con il tastierista vicino, si capisce ancora meglio in che stato si trovi ora e forse anche il futuro che lo aspetta: un'adorazione frustrata per Hermale. 

Palmiro invece è ancora con i suoi compagni, a chiacchierare, completamente ignaro. 

Palmiro se ne sbatte i coglioni di tutto, sii come Palmiro. 

Cosa ci faccio qui? Voglio anch'io il mio Geco. 

Sii come Palmiro. 

Esco anch'io, Hermale e Jack sono spariti, corro verso l'uscita e chiamo il mio migliore amico, me ne frego di Barry. 

"Olli? Dove sei?"

"All'uscita, fatti trovare, ho bisogno di te!" mi si accelera il respiro, sento che sto per lasciar scoppiare troppe emozioni in me. Sto per crollare, sono debole, sto perdendo le mie difese, sono una guerriera di carta igienica. 

Spero di aver usato correttamente la metafora. 

"Anch'io! Non immaginerai mai cos'è successo!"

Cliffhanger! 

Scusate per il ritardo, scusami George Michael!






















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