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10. Intervallo non musicale

Se i muri di casa Alluzi potessero parlare, racconterebbero di amori lunari, di cui hanno potuto cogliere sempre e solo una faccia alla volta.

Volti di giovani emozionati vi si sono susseguiti, volti di amanti che vogliono ancora sorprendersi, volti di romantici inguaribili che vengono, soli, direttamente a casa del postino di San Giovannino a chiedere di indossare per l'ennesima ultima volta, promesso, il costume di Cupido e consegnare, scusami è un'urgenza, delle missive in cui hanno imprigionato una parte di cuore. Parte che sono pronti a perdere, con un sorriso candido e imbarazzato, mentre la affidano a Pino, che dovrà trasmetterla a qualcuno che potrà farne ciò che vuole.

Pino Alluzi ricorda, solitario, sulla sua sedia a dondolo davanti al fuoco, tutte le persone per cui è stato felice di svolgere quel ruolo, anche solo per assistere a quel momento in cui tutto cambia, quell'istante in cui lui dice sì, non c'è problema, prendo la bici e vado, dammi la lettera, e allora quelle righe, quelle parole che hanno ronzato per momenti interminabili nella testa dell'innamorato, che si sono posate come farfalle, insicure, sulla carta, che sono state rilette mille volte, acquisiscono improvvisamente un peso enorme. L'attimo in cui la busta passa dalle mani di uno alle mani dell'altro, è l'attimo che preferisce, in cui può leggere come un libro aperto il viso di chi gli sta davanti, l'attimo in cui, grazie a lui, una dichiarazione diventa realtà, un sentimento non può più tornare indietro. Gli piace che a San Giovannino si sia instaurata questa abitudine, questa fiducia verso di lui.

Suona il campanello e noto solo ora che Pino aveva il cellulare in mano, che stava facendo allora? Niente ricordi? Va ad aprire la porta come se stesse effettivamente aspettando qualcuno. Appare una figura un po' tozza in controluce, il postino vuole farla entrare subito, ma l'uomo si fa solo avanti quanto basta per essere illuminato dal lampadario dell'ingresso e abbassa gli occhiali da sole a goccia specchiati, che indossa anche se è sera. Baffuto, afferma di essere George Michael, ma credo sia un nome in codice, perché a me sembra più Giacomo di AGG sotto steroidi, vestito da George Michael. Pino annuisce come per dire che non c'era bisogno di identificarsi, George Michael chiede se è qui, non so a chi si riferisca, l'altro risponde purtroppo sì e poi si picchietta l'indice sulla tempia, come per dire che questo qualcuno è un po' matto. Infine gli indica la telecamera, che credevo aver ben nascosto, con cui li sto osservando. Cazzo.

Giacomo, cioè George Michael, avanza e punta il dito verso il mio occhio elettronico, facendomi sentire a disagio, profondamente. Sembra un rapinatore basso che chiede un riscatto troppo alto, davanti ai circuiti di sorveglianza, mentre porta via la moglie di un riccone.

"Senti Autrice del cazzo!" comincia a sbraitare con accento milanese. Pino il postino cerca di calmarlo, posandogli una mano sulla spalla, ma l'altro la scuote via. Ma che traditore Pino! Te lo puoi scordare lo spinoff! Adesso ti faccio venire un infarto mentre vai in giro in bici!

"Sono sei giorni che io e l'altro sfigato con il sassofono stiamo in quella cazzo di sala concerti, ad aspettare un tuo cazzo di segnale per capire se fare Careless Whisper a quei due imbecilli!" - è fuori di sé, la sua voce gracchia acuta -"Quello che si crede un figo della madonna e quella con le lentiggini e gli occhi da cane delle nevi! Che si guardano negli occhi da sei cazzo di giorni! E te stai qui a parlare delle pippe di Pino?" si gira un attimo verso l'altro uomo, scusami ma ci vuole.

No ma Careless Whisper ok, la accetto, ma lui come cantante? Siamo così poveri?

"Cioè con tutto il rispetto per il signor Alluzi, ma che cazzo ci fai qui Ottavia? Vieni a dirci se sti due limonano, così se lo fanno suoniamo la canzone dell'accoppiamento e poi ce ne andiamo a casa, no? Guarda che se ci fai aspettare ancora un po' ti mando il SaxMan!"

Sai che minaccia! Spengo la telecamera e sbuffo. Sì anch'io sbuffo ogni tanto.

Adesso ti faccio aspettare ancora, George Michael dei miei stivali!


Capitolo a caso, perché sono un po' presa questa settimana...

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