
Capitolo 2♤
In mezzo a tutta la gente che ballava lo vedo a malapena... ma mi cambiò la vita.
Un gentiluomo credo della mia stessa età, capelli di un bellissimo blu antico, le labbra nere come l'inchiostro e rifiniture ai lati della bocca come un sorriso di una bambola.
I suoi canini appuntiti... mi davano adrenalina nel corpo, il desiderio di essere morso da qual vampiro mi faceva sentire vivo.
Mi incuriosisce, vorrei conoscerlo... non posso... sarebbe troppo strano.
Un conte come me non può senza una ragione andare a parlare con uno sconosciuto...
E se... forse posso usare come scusa gli affari.
No forse è meglio nemmeno sfiorarci.
E mentre guardo il suo sguardo rivolto a un altro gentiluomo penso che abbia un occhio magnifico, di un blu che mi fa ripensare alle acque più abissali del mare, misteriose, pericolose, in cui è avventato entrare.
E mentre lo scruto in tutti i suoi dettagli, l'uomo di fianco a lui gli dice qualcosa e il vampiro si gira nella mia direzione.
I nostri sguardi si incrociano.
Penso di essere arrossito ma non posso starmene immobile a pensare cosa fare o cosa dire.
Una opzione è libera, girarmi e andarmene.
E così feci, divenni serio e mi avviai verso il banchetto.
Due cose non dovevo fare: girarmi e restare in quella sala troppo a lungo.
Meglio che prenda un tortino alla zucca tanto per riempire un po' lo stomaco e per eitare di farmi notare troppo.
Non so perchè ma mi sento troppo "al sicuro", mi stava guardando o si stava avvicinando?
Due cose non dovevo fare: girarmi e restare in quella sala troppo a lungo, e io infrassi la prima.
È a meno di 10 metri da me.
Devo prepare qualcosa da dire o sono morto.
A salvarmi, l'orchestra è partita a suonare un brano molto particolare.
Il ragazzo si gira verso i suonatori e io ho preso l'occasione al volo.
E me ne sono andato.
In tutta Londra non credo che lo rivedrò presto.
O almeno... così penso...
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Stan per colazione mi ha preparato uno dei miei the preferiti: l'english flower breakfast.
Ha un aroma magnifico di rose e arancia.
Oggi ho molto da fare, devo ritirare un vestito dalla sarta di Londra e poi andare da un conte, noioso uguale agli altri.
Ma non come il vampiro di ieri sera.
Mentre scappavo fuori si attaccato al mio vestito perciò devo portarlo a riparare, mi ha lasciato un bel buco.
Chissà perchè si è affrettato a fermarmi.
-Padrone è pronto?-.
Mi giro, Stan è sulla porta che mi guarda con i suoi occhi argentei pieni di luce.
L'ho sempre trovato un maggiordomo attraente, non capisco come mai si voglia dedicare a servirmi fedelmente per tutta la sua vita.
Non mi vuole dire la ragione, ogni volta che gliela chiedo.
-Possiamo andare- rispondo mentre mi alzo dalla poltrona della mia camera e mi indirizzo verso la carrozza all'esterno.
A guidare i cavalli di mette sempre George, è meglio per me essere in compagnia di Stan dato che è più aperto a conversazioni con me.
George e Stan sono gemelli e volevano lavorare per lo stesso padrone, e hanno scelto me.
Non so che farei senza loro.
-La vedo preoccupata, padrone- la voce di Stan mi fa tornare nel mondo reale.
-Non è nulla
-Ne è sicuro?
-Mi stai dando del bugiardo?
-Mai al mondo padrone
-Lasciami nei miei pensieri allora
-Come desidera
Così si conclude la nostra discussione.
Molto spesso mi ripete sempre le stesse cose.
Per la mia salute? Non so.
Per farmi vedere sempre sorridente davanti agli altri? Non so.
Perchè mi vuole bene? Penso di sì.
Per questo.
-Si scende padrone
-Si certo
Londra ha un'aria inquinata che mi dà molto fastidio al naso.
Nella mia residenza c'è sempre un buon profumo di pulito.
George è sempre molto preciso in questo, dice che ho il naso molto delicato.
Mi fermo davanti a un negozio di giocattoli.
-Ah è Lei
Mi giro e vedo il bellissimo volto del conte di ieri sera.
-Cerca qualcosa?
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Spazio autrice
Ciaoo! Aiuto mi stava scendendo sangue da naso durante la stesura di questo racconto... io amo Ciel♡
Spero anche voi, al prossimo capitolo!
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