94: FINALMENTE CE L'HO FATTA!
Francesca's Pov
"Sei sicura di volerlo fare?" mi chiede Giulia.
"Sì... Ne sono sicura!" rispondo per poi mettermi dritta.
Appoggio la rotella del mio bastoncino sul pavimento e mi accingo a fare qualche passo.
"Posso farcela" continuo a ripetere nella mia testa.
Faccio qualche passo incerto e i brividi mi assalgono, rischiando di buttarmi a terra come sempre, ma stavolta non se ne parla di cadere! Non ho più voglia di ferirmi! Voglio camminare senza temere che il mio occhio a rotelle colpisca qualcuno!
"Se lo stringo nella mia mano è impossibile che colpisca qualcuno!" dico, cercando di autoconvincermene. "È un oggetto inanimato... per cui... non può reagire, inoltre mi è utile per camminare!"
Continuo a camminare sfidando i brividi fino allo stremo delle forze e continuando a ripetere a me stessa che posso farcela. Vado avanti, senza accorgermene sono di fronte all'ascensore e Giulia mi viene incontro e mi abbraccia. Mi è stata accanto, anche perché sa bene che rischio di cadere con i miei brividi, e ogni tanto mi toccava la mkno libera per farmi capire che era accanto a me.
"Ti rendi conto del fatto che ce l'hai fatta?"
Mi volto verso di lei e, attaccando l'occhio a rotelle a un braccio stringo a me Giulia e a momenti scoppio a piangere.
"Posso... farti una foto, tesoro?" chiede.
Un brivido percorre il mio corpo, ma stavolta è un brivido piacevole.
Per quanto questa parola io la conosca da quando ero piccola per me il 2 settembre di quest'anno la parola: "Tesoro" compirà un anno!
"Ehm... Giuly, veramente io... escludendo questa" dico mostrando la foto fatta con lei e gli altri, "beh... non amo molto le foto."
"Sai, volevo che una persona sapesse che hai scalato una montagna!" dice.
"Chi, se posso saperlo?"
"Una persona alla quale tu tieni molto."
"Molto molto?"
"Molto molto!"
"Beh, allora... Potresti farmi una ripresa anzicché la foto?" chiedo.
"Che domande! Ovvio che posso farti un video, Fra" risponde.
"E se lo mandassimo direttamente nel gruppo?" le propongo, elettrizzata all'idea di avercela fatta.
"Perfetto! Ora ti faccio il video, arriviamo fino al cortile dell'ospedale!"
"Sì, tanto so come arrivarci!"
Mi giro e sento il suono tipico di un cellulare all'inizio di una registrazione... a quel punto con una mano cammino verso il cortile, con l'altra saluto.
Giulia ferma il video e dopo un po' io dimentico quella maledetta pompa per le piante che è in mezzo al cortile e il mio occhio a rotelle s'incastra mentre io inciampo battendo con forza sempre lo stesso ginocchio e coprendomi la bocca per soffocare un urlo, proprio perché questa caduta mi ha ricordato quel giorno in cui, al villaggio, sono caduta sui gradini d'entrata della casetta, e il mio ginocchio era già un po' graffiato per colpa della precedente caduta sulla spiaggia. Anche se c'è una cosa che non ho detto. Lui stava facendo un movimento verso di me, credo, perché ricordo in che posizione era, ma mi sono alzata da terra quasi subito e, cercando di non far rumore, mi sono precipitata verso l'interno della casetta perché sentivo gli occhi di tutti puntati addosso. Cavolo che figuraccia!
"Stai bene?" mi chiede Giulia.
"Sì... non preoccuparti, sto bene!" rispondo alzandomi.
Mi stanno capitando più cadute all'interno dell'ospedale di quante me ne siano capitate in tutta la mia vita all'esterno! Strano ma vero!
Giulia sorride, sembra contenta e mi fa davvero piacere. Anche io sono felice.
Per essere sicura le chiedo: "Stai sorridendo?"
"Sì, ma... come fai a saperlo?"
"Così" rispondo toccandomi l'orecchio sinistro dato che ho solo la mano sinistra libera.
"Oh... accidenti, è tardissimo! Scusa Francy, ma io devo proprio andare!"
Mi volto verso Giulia e l'abbraccio fortissimo. Lei mi stampa un bacio sulla guancia, sapendo quanto sia difficile per me fare il primo passo in queste cose, nonostante la conosca da quasi un anno... e conosce anche il motivo della mia timidezza. Ci sono state molte cose che mi hanno portata ad essere così.
Giuly si allontana ed io giro il mio corpo e l'occhio a rotelle per tornare dentro. Improvvisamente una voce con un accento romano chiama il mio nome.
"A Francé!" mi chiama Chicco.
"Che cosa ci fai qui?" chiedo girandomi verso il ragazzo romano.
"Te stavo a cercà!" ["Ti stavo cercando!"]
"È successo qualcosa?"
"Hai presente la bambina con gli occhi come i tuoi?"
"Gli occhi come i miei? Ah sì, Flam! Cosa le è successo?"
"È successo che domani si opera." risponde Chicco. "E ti stupirò: il medico ha detto che potrà vedere di nuovo appena si risveglierà! Che te ne pare della notizia?"
A dire il vero non è una bella notizia, bensì una notizia MERAVIGLIOSA! È solo che io penso al fatto che, mentre Serena ha potuto e Flam ne ha la possibilità, io non potrò mai vedere. Non nel senso in cui il termine è interpretato. I miei occhi sono colmi di lacrime al pensiero che non potrò mai sapere cosa voglia dire vedere un tramonto, osservare le stelle o, cosa più importante oserei dire, vedere il mio bambino o la mia bambina muovere i primi passi.
"Francesca!" mi chiama Chicco.
Da quando lo conosco non ha mai utilizzato il mio nome per intero, mai!
"Sto bene Chì, tranquillo." mi affretto a dire per rassicurarlo. "È solo che... beh, sono contenta per lei, però... sono stata un po' egoista! Ho pensato a me, al fatto che non potrò mai vedere i miei figli iniziare a camminare, non potrò mai vedere un'espressione sul viso di qualcuno o vedere i colori! Potrò soltanto provare ad immaginare tutto questo, e... io..."
Lui mi si avvicina e mi abbraccia forte per rassicurarmi. "Ehi!" mi dice. "Tu puoi vedere! A modo tuo forse, ma puoi comunque vedere, e ti dirò anche un'altra cosa: ti posso assicurare che non è proprio il caso di star male per questo. Chi ti ama ti vuole bene per quella che sei, non per come appari. Ti prego, non reagire in questo modo!"
Chicco ha buttato giù la sua maschera sin dal primo giorno in cui noi ci siamo conosciuti, anche se all'inizio, avendolo visto reagire male per non ricordo quale motivo, ero un po' restia a fidarmi di lui. Ora, stretta tra le braccia del bulletto romano, mi sento al sicuro ad un livello sufficiente. Dopo qualche minuto finalmente mi calmo e mi stacco da lui per poi dire: "Andiamo a trovare la nostra amica, adesso?"
Credo che Chicco sia rimasto leggermente sorpreso dalla mia reazione dopo qualche minuto di lacrime. È una reazione che ha sorpreso anche me! "Sì, andiamo! Però quel bastone mettilo via tanto ti porto io!" mi dice prendendomi sottobraccio e portandomi con sé, verso l'ascensore immagino, ho percorso questa strada un mucchio di volte.
Arriviamo davanti alla stanza e appena apro la porta quella meravigliosa bambina mi piomba addosso abbracciandomi fortissimo. Wow, sembra così contenta!
"OH FRANCY! NON CI POSSO CREDERE, MI OPERANO!" mi grida.
Sono felicissima ora che penso più alla gioia che prova lei che a me e nel giro di un momento capisco che Chicco aveva ragione. Lei mi ha riconosciuta subito e per me è stato lo stesso.
"Ti operano domani?" chiedo.
"Sì, domani! Sono davvero contenta!"
"Lo so che sei contenta, tesoro! Ma mi raccomando, non strapazzarti troppo..."
La sento annuire contro il mio petto... sembra veramente felice e sa devo essere sincera io sono felice anche per me, perché ce l'ho fatta a buttare giù un muro di cemento armato che si ergeva davanti a me ogni volta che afferravo il mio occhio a rotelle.
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