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93: Litigi in ospedale [parte 2]

Francesca's Pov
"SEI UN IDIOTA! COME TI È VENUTO IN MENTE DI FARLE UNA COSA SIMILE? COME HAI POTUTO TRAUMATIZZARLA COSÌ, EH?"
Leo è furibondo ma Samuele non è da meno.
"LEI NON MI CALCOLA!"
"E TI SEMBRA OPPORTUNO SBATTERLA AL MURO, BUTTARLA A TERRA E LANCIARE IL SUO BASTONE IN ARIA, IN MEZZO ALLA FOLLA?"
Quei due mi hanno veramente stancata.
Giro le ruote della carrozzina e arrivo davanti all'ascensore. Ricordo che all'ultimo piano c'è un terrazzo e dicono che da lassù si possa vedere e sentire il Mare. Ho tanto bisogno di vedere il Mare perché mi rilassa, mi fa sentire bene.
Sento i passi dei ragazzi raggiungermi e prego che l'ascensore arrivi presto.
"FRANCESCA!" gridano in contemporanea.
Per fortuna l'ascensore arriva ed io mi ci butto praticamente dentro. Allungo un braccio e premo il bottone dell'ultimo piano.
Una volta arrivata chiedo indicazioni per arrivare al terrazzo. Credo che l'uomo con cui sto parlando abbia frainteso e dico: "Oh... non voglio buttarmi di sotto, non si preoccupi!"
"Ah, perfetto!"
Arriviamo al terrazzo e l'uomo mi lascia andare. Ci fermiamo là e io resto immobile, ad ascoltare le onde del Mare.
Dopo un po' mi viene voglia di piangere. Di piangere per me, per loro... ho soltanto voglia di piangere!
"Ma perché non mi lasciano tranquilla? Che cosa ho fatto?"
Sento due braccia cingermi i fianchi e delle morbide labbra baciarmi la testa.
"Tesoro, non piangere!" sento la voce di Giulia alle mie spalle.
"Giulia... i-io non sopporto... che loro... che loro litighino! Non fanno che farmi del male!"
"Dai amore mio, non fare così!"
Si mette davanti a me e mi tiene stretta tra le sue braccia.
"Piccola, dai!"
Abbraccio forte la mia amica ed i miei occhi si liberano da ogni singola lacrima.
Improvvisamente sento due voci molto familiari.
"Francesca! Francesca!" dicono in coro Leo e Samuele.
"LASCIATEMI IN PACE!" urlo, staccandomi da Giulia e girando velocemente le ruote della carrozzina.
"FRANCY, NO! NON DI LÀ, FERMATI!" urla Giulia venendo verso di me e cercando di fermare la mia carrozzina, ma io, che ho capito cosa intende, cerco di frenare, ma senza risultato.
Non mi rendo quasi conto del fatto che la sedia a rotelle, in pendenza, raggiunge qualcosa, credo degli scalini, si ribalta facendomi cadere e spingendomi più giù.
"Non farmi cadere, ti prego!" dico sottovoce mentre mi rovescio, pensando naturalmente a Daniel. "Ti prego... non farmi cadere..."
Improvvisamente sento il rotolare del mio corpo rallentare progressivamente e mentre scendo in quel modo ho come la sensazione che qualcuno mi stia impedendo di spiaccicarmi al suolo, poi sento una voce dirmi: "Non ti lascio cadere, tesoro, perché ci saranno gli angeli a fermare la tua caduta!"
Daniel's Pov
Sono al lavoro, come tutti i giorni... e oggi tocca a me badare ai bambini dato che Giuly non c'è.
Non è un compito difficile a livello di simpatia, perché i bambini sono meravigliosi e sembra che mi vogliano bene... il problema è che ho come un presentimento che non posso allontanare, ma che cerco di non manifestare per non preoccupare gli angioletti.
Riesco a portare a termine il mio compito e i bambini e i genitori sembrano felici grazie all'unione delle forze di tutti i membri della nostra squadra.
Torniamo a casa per cambiarci e rifocillarci un po' quando mi sembra di sentire la voce di Francesca... ma lei non c'è!
"Non farmi cadere, ti prego!"
"NON FARMI CADERE, TI PREGO!" Sento quella voce ripetere le stesse parole nella mia mente.
Quella voce, però, grida. La prima volta, invece, era un sussurro... e se stessi impazzendo?
"Ti prego, non farmi cadere..."
A quel punto, completamente scosso, dico: "Non ti lascio cadere, tesoro, perché ci saranno gli angeli a fermare la tua caduta!"
Spero vivamente che gli angeli la salvino davvero! Dio mio, per favore!
Francesca's Pov
Sento dolore ovunque. Non so se posso parlare, so solo che il fatto che io senta dolore significa solo una cosa: sono ancora viva. Sbatto le palpebre e non sono mai stata tanto felice di non possedere il dono della vista. Le mie palpebre, come sempre, vanno per cavoli loro, cosa che mi solleva, e non poco. Fermo per quanto possibile i movimenti delle mie palpebre e giro lentamente la testa dolorante. Non vedo niente! Dio mio, grazie! Grazie per avermi permesso di continuare a vivere anche dopo un simile impatto con gli scalini.
"Perché non parla?" sento dire a Giulia.
"Non si spaventi, sembra che stia bene!"
"Accidenti! Se non fosse stato per quei poveri idioti lei non sarebbe caduta!"
"Come sta?" chiedono all'unisono Samuele e Leo.
"Sparite!" dice secca la mia amica veronese. La chiamano La Veneta proprio perché è nata lì. In Veneto.
"Francesca! Ehi, mi senti?"
"Sì... la sento dottoressa." rispondo alla donna inginocchiata accanto a me.
Cerco di tirarmi su, ma lei mi ferma.
"Piano, piano!"
In effetti mi gira un po' la testa.
Poi un'altra voce mi fa sussultare.
"Allora Francesca, abbiamo preso il vizio di cadere giù dalle scale più ripide?"
"Sei sempre il solito, Parker! Come sapevi prendermi in giro sette anni fa sai farlo anche adesso..."
"Non chiamarmi per cognome, sai che lo detesto" dice Stefano.
"Anch'io detesto gli scherzi, però tu non lo sapevi."
"Mi stai giustificando?"
"E se anche fosse?"
Aspetto qualche altro minuto, poi mi tiro su molto lentamente e provo a camminare, notando che non sento più nessun dolore. Sembra davvero strano!
"D-dottoressa... è normale che la gamba non mi faccia più male, non è vero?"
"Beh, dovremmo farti una visita accurata. Sai, hai preso una botta in testa e magari ne approfittiamo per vedere in che condizioni è la tua gamba."
Mi appoggio al braccio della dottoressa e lei dice: "La tua carrozzina non è forte come te!"
"Tradotto?"
"Si è sfasciata dopo la caduta" mi spiega lei. "Chicco, puoi venire un momento?"
"Eccomi!" sento dire al romano.
"Allora, la tua amica Francesca è caduta per sfuggire ad un litigio e dovresti gentilmente portarla nella stanza delle visite."
"Non c'è bisogno" dice un'altra voce. Quante ne avrò sentite in cinque minuti?
"FEDE!" grido, felice di vederlo.
"Vieni piccola" mi dice lui, sollevandomi da terra e portandomi nella stanza adibita alle visite.
"Grazie." dico.
"Niente! Ti fa male la testa?"
"Sì, un po'..."
"Dai, su! Ti passerà presto!"
"Flor? Cosa ci fai qui?" chiedo, scattando per abbracciarla. È davvero bello rivederli, e per giunta insieme!
"Ehi piccolo grillo, fa' piano!" mi dice.
"Piccolo grillo?" chiedo.
"A momenti saltellavi come fossi un grillo! Sei veramente dolcissima!"
Sorrido e lei mi abbraccia, poi sento entrare il dottore che si occupa della mia gamba. Ho imparato a riconoscere il suo passo frettoloso e ho capito perché i miei compagni lo chiamano: "Il Bianconiglio".
"E allora? Vogliamo vedere questa gamba?"
"Magari!" dico.
Su un'altra carrozzina non ci voglio salire, ne ho abbastanza di cadere giù dalle scale.
Dopo qualche minuto il dottore mi dice: "È incredibile Francesca! Sei a posto nonostante la seconda caduta!"
"Quindi?"
"Quindi puoi iniziare già da ora a camminare" mi risponde lui e io a momenti salto giù dal letto per andare ad abbracciare il dottore.
Dopo una TAC cerebrale che serve per vedere se c'è qualcosa che non va nel mio cervello dopo il colpo in testa vengo riportata nella mia stanza, ma trovo una Flam in lacrime che mi si butta tra le braccia.
"Ehi! Piccola, cos'è successo? Perché stai male? Ehi!"
"Perché io sapevo che c'era quel ragazzo... quel Samuele, ma non te l'ho detto e tu ti sei fatta male!"
"No tesoro, non è stata colpa tua! Io li ho incontrati in terrazza, ero là per calmarmi un po' e poi sono arrivati loro."
Stringo forte a me la bambina e lei si calma.
"Francy, io me ne dovrei andare perché il dottore è venuto a prendermi..."
"Non preoccuparti! Chissà che non sia la volta buona che ti danno una buona notizia."
Lei si allontana, ma non prima di avermi dato un bacio sulla guancia, ed io, rimasta da sola con Giulia dato che gli altri sono andati via, recupero il mio sacchetto e ne estraggo il mio bastone. Non so se potrò tornare a chiamarlo "occhio a rotelle", ma forse questa è la volta buona anche per me...

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