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89: Vecchio nemico, nuova amica, eterno amore

Francesca's Pov
Non riesco ancora a credere che Ernesto mi abbia difesa... proprio lui che prima non riusciva a fare altro che dare contro sia a me che a Serena.
Beh, nella vita si cambia, no?
In genere sì...
Non faccio in tempo a concludere i miei pensieri, perché sento la porta aprirsi e dei passi avvicinarsi al mio letto. Eh già, mentre continuavo a pensare a loro mi hanno portata in una stanza e dovrò aspettare i risultati di due interminabili ore di esami. Sento delle dita fresche prendere una mia ciocca di capelli e farla girare intorno alle stesse, ma con delicatezza.
"Chi sei?" chiedo dubbiosa.
Queste dita non mi hanno mai sfiorata, quindi la sola cosa che sono riuscita a capire è che è una ragazza.
"Sono Maya Fritzenwalden."
"Ah... sei un altro membro di quel battaglione!" le dico divertita.
"Evidentemente sì. Allora? Come va la tua testa, Francesca?"
"Pensavo che andasse peggio se devo essere sincera." rispondo. "Ho due abrasioni sull'orecchio sinistro e un bernoccolo, ma tutto sommato me la sono cavata! Sai... l'unica seccatura è che mi terranno qui qualche giorno, ma sto bene..."
Sento gli occhi della ragazza su di me e dopo qualche secondo lei scoppia a ridere.
"Puoi far ridere anche me, per favore?" le chiedo, anche se sto già iniziando per conto mio.
"Mi fai ridere, sei simpatica!"
"Beh, non posso non essere contenta di questo, lo sai?"
"Meglio! Senti Francesca, ti fanno uscire almeno dalla stanza?" chiede la ragazza che è accanto a me.
"Sì, ma per ora mi tocca andare in giro con quella!" dico toccando la sedia a rotelle.
"E sai portarla?" chiede.
"Immagino di poter fare da sola, poi conosco questo posto come le mie tasche." le spiego scendendo dal letto, ma rimanendoci comunque aggrappata.
"Ho capito che sei indipendente, ma così rischi di rompertela sul serio quella gamba!" mi dice Maya. "Vieni che ti aiuto..."
"Puoi tenermela ferma?" chiedo, alludendo alla sedia.
"Ovvio! Non ti preoccupare, la tengo io!" dice lei mettendosi alle mie spalle.
Mi arrampico sulla carrozzina e inizio a girarla tirando le ruote.
"Con questa potrei tentare la Formula Uno!" dico, naturalmente scherzando.
"Sei un'esperta di auto?" mi chiede lei.
"No, non lo sono, conosco solo un film su due corridori!" rispondo, sempre ridendo.
Le mie mani inesperte fanno girare quelle ruote giganti, e a un certo punto... beh, metto il Turbo.
"Ehi, ehi, aspettami!" dice Maya correndo dietro di me.
Rallento e lei tira un sospiro di sollievo.
"Siamo in cortile?" chiedo sentendo l'aria fresca battermi sul viso insieme al Sole tiepido che lo accarezza.
"Sì... siamo in cortile!" mi risponde lei con un sorriso.
Mi piace ascoltare i sorrisi delle persone, quelli lievi e non, anche se preferisco quelli più grandi, sinceri.
"Come hai fatto ad arrivare qui senza problemi, Francesca?" mi chiede la ragazza.
"Te l'ho detto, conosco a memoria questo posto!"
Sto benissimo qui fuori, almeno finché una voce non mi riscuote dai miei pensieri... QUELLA voce!
"Ma guarda chi si vede! Adesso sei anche sulla carrozzina?" mi chiede Giulio.
"Cosa cerchi da una povera incapace?" gli dico prendendolo volontariamente in giro.
"Francesca, sta calma, non cerchiamo nulla" dice sua madre.
Per quanto spesso lei mi abbia irritata con la storia del dito puntato non posso fare a meno di provare compassione per lei, perché le tocca stare sempre dietro al suo "bambino", che non sa badare a se stesso neanche se lo si paga!
"Che c'è? Non ti fa piacere vedermi?" chiede lui, beffardo.
Percepisco molta tensione e so che Maya è più nervosa di me.
"Se tu fossi un po' più educato potrei anche essere contenta di rivederti!" gli rispondo in tono canzonatorio, un tono che lui con me utilizza spesso.
"E dimmi: ti ha portata questa ragazza in cortile?"
Lei sta per scattare, ma io la blocco.
"Mi dispiace di doverti dare torto... anzi, non mi dispiace! Sono contenta! Questa ragazza che per tua norma e regola avrebbe anche un bel nome, guarda un po', è venuta con me e mi ha proposto di uscire un po' dalla stanza... ma sono venuta da sola! E so anche che hai ricevuto uno schiaffo da mia madre! Scusami Elvira, ma se per te non è un problema preferirei che te lo portassi via!" concludo rivolgendomi a sua madre.
"Davvero? E perché dovrei andarmene?"
"Perché mi sono stufata di starti a sentire e perché, visto che da bambino hai ricevuto uno schiaffo perché ti rifiutavi di mangiare una minestra, potresti ripetere quell'esperienza se non te ne vai... anzi, no! Ti darei troppa soddisfazione se ti malmenassi e non lo meriti!"
"Francesca..." sussurra Elvira e sono convinta che mi stia guardando.
"Scusami, ma io non riesco più a sostenere il peso dei modi di fare di questo ragazzo! Se volete restare fate pure, io me ne vado!"
Giro la carrozzina e parto di gran carriera per tornare nella mia camera d'ospedale. La ricordo, so bene com'è il primo piano, e non incontro ostacoli, anche parché presto attenzione il più possibile.
Entro nella mia stanza, chiudo la porta e avvicino la sedia al letto. Faccio un piccolo balzo e mi ritrovo al mio posto. Dopo che mi ci sono buttata come una persona che cade dal terzo piano mi volto a faccia in giù e inizio a versare lacrime amare che trasformano il mio cuscino in una spugna.
Sono veramente stanca di lottare contro tutti. Sono stanca di dover soffrire sempre, ma mi tocca, altrimenti le persone che ho intorno arriveranno ad impormi i loro canoni, ed io ho già i miei, che mi bastano e mi avanzano alla grande. Sono una persona perbene, non vado in giro a dare fastidio alla gente, non sono mai la prima ad attaccare, ma mi ritrovo sempre a dovermi difendere e sono stufa di farlo.
Maya's Pov
Poverina! Mi dispiace davvero per Francesca, ma non per i suoi occhi, perché se la cava bene anche senza, bensì per il modo in cui l'ha trattata quell'imbecille!
Giuro che se lo incontrassi per strada io... io non so cosa gli farei, davvero!
Nico, che mi ha accompagnata ma è rimasto in disparte, mi si avvicina e mi abbraccia forte.
"Ehi sorellina, adesso calmati" dice, essendosi evidentemente accorto della mia espressione.
"Nico, ti rendi conto di quello che le ha detto quella bestia?"
"Maya, non dire questo! Cosa credi di cambiare chiamandolo: "Bestia"? Lui è fatto così e se anche le chiedesse scusa, purtroppo devo dirti che... che continuerebbe a farla soffrire! Certa gente non cambia mai!"
"Io vado da lei!" dico staccandomi da lui.
Mi volto di scatto e corro verso la stanza.
Mi avvicino alla porta e sento dei singhiozzi... No, questo no!
Mi avvicino alla porta e busso con delicatezza.
Lei non risponde. Continua solo a piangere.
"Se... se sei Giulio vattene" dice infine.
"No, sono Maya. Posso entrare?" chiedo con esitazione.
"S-sì" risponde lei con voce tremante.
Apro la porta e mi avvicino al letto. La trovo con il viso sul cuscino, scossa dai singhiozzi.
"Ehi!" la chiamo mettendomi accanto a lei e abbracciandola forte.
"N-non... non è affatto giusto" sussurra lei.
"Lo so, ma non pensare di essere sola! Ci sono tantissime persone che ti vogliono bene e ti appoggiano sempre, tesoro!"
Lei sembra tranquillizzarsi un po' ed io continuo ad abbracciarla forte, continuo a consolarla, ma non lo faccio perché provo un senso di pietà per lei. Tutt'altro: io provo stima per lei! Chissà quante volte è caduta per poi rialzarsi! Avrà imparato a cadere, perché senza cadere non puoi sapere come rialzarti quando ti capiterà!
"Io so che sei una ragazza forte! So che puoi farcela, ti basta il tempo per assimilare!"
"A-assimilare...?" chiede con voce tanto esile da essere a stento percettibile.
"Sì, hai capito bene! Ti basta soltanto un po' di tempo, ne sono sicura!"
"Grazie Maya!"
"E di cosa? Se hai bisogno io ci sono sempre!"
Lei solleva un po' il viso, quel tanto che basta per vederla sorridere.
Di colpo mi volto e vedo una figura immobile sull'uscio della camera: una persona che so che a Francesca farà piacere vedere.
"Posso?" chiede Daniel.
"Vieni, entra!"
Mi alzo dal letto e sistemo la carrozzina in modo che possano uscire se hanno voglia.
"Io vi lascio soli, eh?" dico, defilandomi il prima possibile.
Francesca's Pov
Quel semplice: "Posso?", mi ha fatto battere il cuore a mille. La voce della persona che io amo mi ha sempre sollevato il morale e questa volta non ha fatto eccezione.
"Ehi!" mi dice sedendosi vicino a me sul letto.
Io mi sollevo e lui mi fa mettere la testa sulla sua spalla ed inizia ad accarezzarmi la guancia. Il suo tocco e i suoi movimenti circolari sulla mia pelle mi fanno rilassare.
"Vuoi dirmi chi è stato a farti male?" chiede.
"È stata la lotta che sono costretta a fare tutti i giorni! È questo che mi fa star male! Sono stanca di combattere e di non avere alcun alleato! Te lo giuro, io sono davvero stanca!"
Mi sento sollevare fino a ritrovarmi sulle ginocchia del mio ragazzo.
"Scommetto che questa bella cosa te l'ha fatta pensare quel tale, Giulio! Vero?"
Annuisco e lui mi stringe di più a sé. Non dice nulla. Non mi dice: "Non devi pensare a lui" o cose simili, perché è consapevole del fatto che non è affatto utile.
"Non è vero che non hai nessun alleato! Se hai bisogno io sono qui per aiutarti e sostenerti! Sempre!"

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