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87: L'amicizia: il diamante più prezioso

Francesca's Pov
Per distrarci io e i ragazzi andiamo a fare una passeggiata.
Giorgio mi ha consigliato di portare con me il bastone, magari, se ne dovessi avere voglia, portandomelo dietro avrò la possibilità di provare di nuovo ad utilizzarlo.
"Senza impegno, come si dice qui da voi, okay Francesca? Se vuoi riprovi ad usarlo, altrimenti non farlo. Ci siamo noi, puoi stare tranquilla."
Io cammino tra loro due, senza dar loro la mano per camminare, ma ogni tanto mi assicuro di non perdermi toccando le loro spalle. Sembra funzionare come metodo, anche se non sono più sicura come quando usavo il mio bastone. Li sento scendere uno scalino e li seguo. Metto il piede un po' male, infatti Giorgio afferra il mio polso e mi aiuta a scendere. Sento la sua mano stringere un po' troppo il mio polso e dico: "Ehm... Ehi Giorgio... m-mi stai stringendo un po' troppo."
"Oddio, scusami Francy!" dice.
Lascia subito il mio braccio e porta la testa verso la mia mano. Lo noto dal delicato bacio che lascia sul mio polso.
"Cavolo! Ti ho lasciato un segno rosso!" mi dice.
Arriviamo al bosco di Capo di Monte, in uno spazio un po' isolato, e dico: "Ragazzi, vorrei provare. Spero che vada tutto bene questa volta..."
Le ul>ime parole mi vengono fuori quasi come un sorriso.
"Ginevra... vai un po' più avanti! Io mi metterò accanto a te, in modo che, se dovessi cadere, riuscirò a prenderti al volo." conclude rivolgendosi prima a Ginevra e subito dopo a me. "Vedrai che andrà tutto bene amica mia!"
Tiro fuori il bastone, (non sono più sicura di poterlo chiamare ancora: "Occhio a rotelle"), e lo apro per iniziare ad utilizzarlo.
"Coraggio! Tu puoi farcela, io so che puoi farcela!" dice Giorgio mettendo un braccio dietro la mia schiena e dandomi un leggero bacio su una guancia, più precisamente la sinistra.
Ginevra è andata un po' più avanti e mi dice: "Dai, vieni verso di me!"
Provo a muovere qualche passo incerto e sembra funzionare, poi dei brividi violentissimi mi scuotono tutta, facendomi sfuggire di mano il bastone, che finisce in mezzo all'erba.
"G-Giorgio..."
La mia voce viene fuori a stento e spero di cuore che lui mi abbia sentita, perché non ho la forza di parlare di nuovo.
"Calmati. Sono qui." mi dice prendendo il mio braccio e fermando le dita sul mio polso, questa volta più delicatamente di quanto avesse fatto prima.
Mi reggo in piedi a stento. Possibile che io sia diventata tanto incapace?
Ginevra raccoglie il mio bastone e lo piega, ma posso notare che fa un po' più di fatica di quanta ne abbia fatta Giorgio.
"Possibile che io sia diventata un'incapace irrecuperabile?"
"Ehi, ehi, non dire così! Non sei un'incapace, sei solo scossa da quello che è successo, ma sappi che questo particolare di certo non fa di te un'incapace!"
Giorgio mi tira a sé stringendo forte il mio corpo e posso dire senza peli sulla lingua che questo semplice gesto è, come si suol dire, un balsamo per la mia anima. Percepisco un'altra presenza alle mie spalle, ma non mi volto perché so chi è: Ginevra! La mia migliore amica stringe la mia vita e anche lei mi conforta dicendo parole gentili, ad esempio: "È tutto okay, sta tranquilla. Se i risultati non arrivano oggi forse arriveranno domani, magari dopodomani, ma se tu lo vorrai arriveranno!"
Voglio molto bene ad entrambi e dal modo in cui mi stanno consolando percepisco che anche loro ne vogliono molto a me.
Dopo qualche minuto riesco a tranquillizzarmi, respiro con calma e penso di sentirmi meglio rispetto a pochi minuti fa.
"Va meglio?" mi chiede Giorgio con dolcezza.
"Sì... adesso va molto meglio" rispondo.
"Meglio così... e ora, signorina Bernardi, vorrebbe concedere a me e a Ginevra l'onore di accompagnarla?"
"Con immenso piacere, signor De Martino!" rispondo a tono.
I ragazzi mi prendono le mani, Giorgio la sinitra e Ginevra la destra, poi iniziamo a camminare. È bello camminare insieme a loro, sono tranquilla, a mio agio, e poi c'è Giorgio che è un inguaribile burlone, ma, allo stesso tempo, sa quando fermarsi, (non per niente esercita una professione per la quale queste qualità sono molto importanti!)
Ad un tratto i ragazzi si fermano e Giorgio dice: "Ginevra, il treno!"
"Oh, accidenti, è vero! Questa sera dobbiamo andare lo stesso all'anfiteatro perché i bambini... beh, insomma, hai capito!"
"Per lo spettacolo dei bambini, lo so!"
"Dai, visto che non hai la bici ti riportiamo a casa e corriamo alla stazione!"
Mi fa piacere che Ginevra se ne sia preoccupata e le sorrido come per dirle di sì.
I ragazzi mi riaccompagnano a casa e ci salutiamo con abbracci ed effusioni.
"Siete degli amici meravigliosi e una coppia meravigliosa..."
"Anche tu sei una ragazza meravigliosa, non dimenticartene!"
Le parole di Giorgio mi fanno sorridere.
È tanto buono con me da non rendersene neanche conto ed è una cosa che mi piace, perché so che lui non lo fa per compassione, ma perché mi vuole bene davvero. Io detesto la compassione, non la sopporto, ma c'è chi dice che mi mostro fragile per suscitarla. Non è vero! Io mostro solamente il mio essere in un dato momento in cui non posso celarlo, è tutto qui, poi sta a chi mi vede provarla o meno.
"Ci vediamo presto, PICCOLA FRANCESCA!" dice Giorgio marcando sulle ultime parole e facendomi arrossire e nascondere il viso coprendolo con entrambe le mani.
"Da quanto tempo non mi chiamavi così... MR BEAN?" dico facendo altrettanto con il suo soprannome.
Lui non risponde, mi dà soltanto un bacio sulla fronte, che però è un gesto che apprezzo molto, perché lo sento sussurrare sulla mia pelle: "Tu puoi farcela!", poi è il turno di Ginevra che dice: "Per qualsiasi cosa avvertici, d'accordo?"
"Te lo prometto." dico.
I ragazzi vanno via ed io li saluto con la mano finché non scompaiono al mio udito.
Io sono da sempre dell'idea che i miei occhi effettivi si trovino ai lati della mia testa, perché, parlando ad esempio di qualcuno che si allontana, io lo sento come coloro che lo vedono, con la sola differenza che le persone agli occhi diventano più piccole, quasi dei nanerottoli, mentre per quanto riguarda l'udito i suoni dei passi, delle voci o di qualsiasi altra cosa si fanno via via sempre più flebili, fino a diventare impercettibili.
Entro in casa e chiudo la porta alle mie spalle per poi correre in camera mia. Conosco a memoria casa mia, per questo mi sento tanto sicura da poter correre da una stanza all'altra senza problemi.
Sono felice, mi sento abbastanza tranquilla, perché ho degli amici fantastici e mi sento così bene quando sto con loro da dimenticare ogni problema, grande o piccolo che sia, perché l'amicizia è il più prezioso dei diamanti. Com'è che si dice: "Chi trova un amico trova un tesoro." Beh, io ne ho trovati molti! Non faccio parte di nessuna squadra di minatori, semplicemente il tesoro più prezioso è proprio davanti a noi, solo che non sempre ce ne rendiamo conto.

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